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Dati Inps elaborati dall Ires Cgil Marche relativi al decennio nella provincia di Pesaro Urbino

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Il lavoro nella provincia di Pesaro e Urbino tra

differenze salariali e rischio povertà, i giovani i più colpiti

Dati Inps elaborati dall’Ires Cgil Marche relativi al decennio 2008-2018 nella provincia di Pesaro Urbino

L’IRES CGIL Marche ha elaborato i dati dell’INPS relativi ai lavoratori dipendenti privati (esclusi i lavoratori agricoli) della provincia di Pesaro e Urbino

I lavoratori dipendenti che nel 2018 risultano occupati sono106 mila, con un incremento di 4 mila lavoratori, pari a +3,9% rispetto all’anno precedente.

Si tratta però di una crescita che non permette ancora di compensare la notevole perdita di posti di lavoro registrata dall’inizio della crisi.

Rispetto al 2008 infatti, i lavoratori dipendenti nella provincia sono diminuiti di mille unità. Il dato risulta ancora più critico se confrontato con quello nazionale e delle regioni del Centro, dove il numero dei lavoratori dipendenti è tornato ad essere decisamente superiore a quello di 10 anni fa (rispettivamente +5,8% e + 8,5%).

Tab. 1 - Lavoratori dipendenti privati

2008 2017 2018 2018/17 diff. % 2018/17

diff.

2018/08

% 2018/2008 Pesaro Urbino 106.889 101.781 105.718 3.937 3,9% -1.171 -1,1%

Marche 435.597 417.352 429.223 11.871 2,8% -6.374 -1,5%

Centro 3.037.536 3.207.980 3.296.768 88.788 2,8% 259.232 8,5%

Italia 14.852.905 15.306.007 15.713.289 407.282 2,7% 860.384 5,8%

Osservando le tipologie contrattuali emerge che 37 mila lavoratori (il 34,7%, cioè uno su tre), hanno un rapporto di lavoro part time. Questi lavoratori sono cresciuti in modo significativo rispetto al 2008 (8 mila in più), quando rappresentavano soltanto il 26,7% del totale dei dipendenti privati.

I lavoratori con contratto di lavoro a termine sono 28 mila, pari al 26,6% dei lavoratori complessivi (25,7% nel 2017 e 20,1% nel 2008). Anche i lavoratori precari sono notevolmente cresciuti: 2 mila unità in più, pari a +7,6% rispetto all’anno precedente e quasi 7 mila in più in dieci anni (+30,9%).

I lavoratori a tempo indeterminato sono 73 mila e aumentano del 2,5% rispetto al 2017; questi sono addirittura 10 mila in meno rispetto al 2008 (-11,7%).

E’ molto significativo il dato sui lavoratori dipendenti con contratti di somministrazione e contratti intermittenti.

I somministrati, che per la quasi totalità hanno un rapporto di lavoro a tempo determinato, nella provincia sono ormai 6 mila: sono cresciuti di 579 unità in un anno (+10,2%) e costituiscono il 5,9% del complesso dei lavoratori dipendenti.

Rilevante anche il numero dei lavoratori intermittenti: questi sono 9 mila, 1.560 in più in un anno (+19,9%), e rappresentano l’8,9% dei lavoratori dipendenti complessivi.

I lavoratori dipendenti con queste due tipologie contrattuali sono aumentati, tra il 2017 e il 2018, di oltre 2 mila unità, rappresentando il 53,8% della variazione del numero degli occupati complessivi nell’anno.

Coloro che hanno un contratto a tempo pieno e indeterminato sono 51 mila, pari al 48,5% (è il dato più basso tra le province della regione) del complesso dei lavoratori dipendenti (erano il 49,1%

nel 2017 e il 59,8% nel 2008). Questi sono cresciuti del 2,6% rispetto al 2017, ma sono quasi 13 mila in meno rispetto a 10 anni fa (-19,8%).

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2

I lavoratori di genere maschile sono 60 mila, pari al 56,9% del totale mentre le lavoratrici sono oltre 45 mila, pari al 43,1%. Peraltro il lavoro precario e parziale ha un impatto diverso tra i lavoratori e le lavoratici. Più della metà di queste ha un lavoro a tempo parziale (55,4% del totale) e meno una su tre ha un lavoro a tempo pieno e indeterminato (29,5%).

Ciò significa che la ripresa occupazionale è rappresentata da rapporti di lavoro precari, discontinui e a tempo parziale che continuano a erodere progressivamente i rapporti di lavoro stabili e a tempo pieno che ormai interessano meno di un lavoratore su due. Tutte le riforme del mercato del lavoro degli ultimi 15 anni, dalla Legge 30/2003 al “Decreto Poletti” e al “Jobs Act” hanno inesorabilmente contribuito a rendere il lavoro più destrutturato, debole e insicuro.

Dunque, parlare soltanto del numero degli occupati non è assolutamente sufficiente ed adeguato per affrontare un’analisi seria della situazione occupazionale. Il mercato del lavoro nelle Marche ha subito una trasformazione che ha peggiorato notevolmente la dimensione qualitativa dei rapporti di lavoro, sia in termini di incremento di contratti non stabili che in termini di ore lavorate. Il lavoro povero cresce prepotentemente: il decremento costante dei contratti a tempo pieno e indeterminato è il segnale di un deterioramento della qualità del lavoro, in una regione e in una provincia dove la componente manifatturiera è sempre stata forte.

Tab. 2 - Lavoratori dipendenti privati per durata e orario di lavoro nella provincia di Pesaro Urbino

2008 2017 2018 2018/17 diff. % 2018/17

diff.

2018/08

% 2018/2008 lavoratori dipendenti totali 106.889 101.781 105.718 3.937 3,9% -1.171 -1,1%

part time 28.489 35.517 36.685 1.168 3,3% 8.196 28,8%

tempo determinato 21.516 26.168 28.161 1.993 7,6% 6.645 30,9%

tempo indeterminato 83.182 71.627 73.439 1.812 2,5% -9.743 -11,7%

tempo pieno e indet. 63.963 50.011 51.292 1.281 2,6% -12.671 -19,8%

Tab. 3 - Lavoratori dipendenti privati per durata e orario di lavoro in % nella provincia di Pesaro Urbino

2008 2017 2018

lavoratori dipendenti totali 100,0% 100,0% 100,0%

part time 26,7% 34,9% 34,7%

tempo determinato 20,1% 25,7% 26,6%

tempo indeterminato 77,8% 70,4% 69,5%

tempo pieno e indet. 59,8% 49,1% 48,5%

Tab. 4 - Lavoratori dipendenti totali, somministrati e intermittenti nella provincia di Pesaro Urbino

2017 2018 diff. 2018-

17 %2018/17

% sul tot.

2017

% sul tot.

2018 lavoratori dipendenti tot. 101.781 105.718 3.937 3,9% 100,0% 100,0%

somministrati 5.696 6.275 579 10,2% 5,6% 5,9%

intermittenti 7.820 9.380 1.560 19,9% 7,7% 8,9%

Tab. 5 - Lavoratori dipendenti per genere e per durata e orario di lavoro nella provincia di Pesaro Urbino nel 2018

uomini donne Totale % sul tot.

uomini

% sul tot.

donne

lavoratori dipendenti tot. 60.177 45.541 105.718 100,0% 100,0%

part time 11.434 25.251 36.685 19,0% 55,4%

tempo determinato 14.799 13.362 28.161 24,6% 29,3%

tempo indeterminato 43.551 29.888 73.439 72,4% 65,6%

tempo pieno e indet. 37.866 13.426 51.292 62,9% 29,5%

I dipendenti fino a 29 anni sono quasi 22 mila (20,4% del totale dei lavoratori) e sono prevalentemente precari e con orario parziale. Gli occupati under 30 sono cresciuti di mille unità dal

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2017, ma nel 2008 erano 7 mila in più, segno che i giovani hanno pagato il prezzo più alto della crisi.

E’ inoltre importante evidenziare come la ripartizione dei lavoratori under 30 secondo i criteri di durata contrattuale e orario di lavoro faccia emergere come il precariato incida maggiormente sui giovani. Ad avere un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato è il 48,5% dei lavoratori nel loro complesso, ma il dato si abbassa al 33,2% negli under 30. Il 41,3% di questi, inoltre, ha un contratto di lavoro a tempo determinato, contro il 26,6% dei lavoratori nella loro totalità. A lavorare a tempo parziale, inoltre è il 41,1% dei giovani, contro il 34,7% dei lavoratori totali. Da notare, inoltre, come tra il 2008 e il 2018 si sia notevolmente ampliata la forbice tra i dati riferiti agli under 30 e i dati che riguardano la totalità dei lavoratori.

Tab. 6 - Lavoratori dipendenti privati nella provincia di Pesaro Urbino fino a 29 anni

2008 2017 2018 2018/17 diff.

% 2018/17

diff.

2018/08

% 2018/08 lavoratori dipendenti tot. 29.019 20.592 21.605 1.013 4,9% -7.414 -25,5%

part time 7.841 8.723 8.869 146 1,7% 1.028 13,1%

tempo determinato 7.003 8.659 8.933 274 3,2% 1.930 27,6%

tempo indeterminato 21.068 10.202 10.876 674 6,6% -10.192 -48,4%

tempo pieno e indet. 16.617 6.678 7.181 503 7,5% -9.436 -56,8%

Tab. 7- Lavoratori dipendenti privati nella provincia di Pesaro Urbino in %

fino a 29 anni totale lavoratori

2008 2017 2018 2008 2017 2018

lavoratori dipendenti totali 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%

part time 27,0% 42,4% 41,1% 26,7% 34,9% 34,7%

tempo determinato 24,1% 42,1% 41,3% 20,1% 25,7% 26,6%

tempo indeterminato 72,6% 49,5% 50,3% 77,8% 70,4% 69,5%

tempo pieno e indet. 57,3% 32,4% 33,2% 59,8% 49,1% 48,5%

Osservando i singoli settori di attività, e in particolare l’ambito dell’industria manifatturiera, emerge che il maggior numero di lavoratori si registra nella meccanica, con 18 mila lavoratori dipendenti, peraltro in crescita rispetto al 2017 (+5,5%); seguono il mobile con 12 mila occupati dipendenti (+1,9%) e il chimico-gomma-plastica, i cui dipendenti sono quasi 5 mila (+9,0%).

Si registra un calo nel l’edilizia, nella quale si contano 4 mila lavoratori complessivi (-2,1% in un anno).

Crescono complessivamente i servizi, dove però è particolarmente diffuso il lavoro a tempo parziale e precario. Nel commercio sono impiegati 13 mila dipendenti (+2,7%); sono 12 mila i dipendenti di attività informatica, ricerca, studi professionali e altri servizi per le imprese, in continua e consistente crescita (+3,9%). Crescono soprattutto i lavoratori nel turismo e ristorazione, dove lavorano 13 mila dipendenti (+4,8%). In crescita anche i servizi sanitari e socio-sanitari, con 5 mila lavoratori (+1,3%); aumentano significativamente i lavoratori nei servizi alle persone e famiglie (+11,5%).

Rispetto al 2008, ovvero a prima dell’inizio della crisi, lo scenario presenta cambiamenti particolarmente significativi.

Nell’industria manifatturiera si sono persi 7 mila lavoratori dipendenti (-14,1%) e il pesante calo ha interessato tutti i settori, ad eccezione delle attività estrattive e dell’agroalimentare.

Particolarmente preoccupante è la contrazione nei settori tradizionalmente più rilevanti: la perdita relativa maggiore si è avuta nel calzaturiero – abbigliamento, dove si sono persi quasi 2 mila lavoratori e lavoratrici, cioè un terzo della forza lavoro (-34,4%); la meccanica conta 3 mila lavoratori in meno (-14,3%); il mobile registra una perdita di oltre 2 mila lavoratori (-16,3%).

Anche il settore chimica-farmaceutica ha avuto un calo significativo (-7,7%).

E’ rilevante la contrazione registrata nel decennio nell’edilizia, settore che ha perso 3 mila unità di personale, cioè il 45,4% dei lavoratori.

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Nei trasporti si registra un dato di segno positivo (+13,9%).

Completamente diverso è lo scenario nel complesso dei servizi, dove dal 2008 si assiste a un incremento significativo del numero dei lavoratori dipendenti, con 9 mila unità in più in 10 anni (+19,4%), dato che evidenzia il processo di terziarizzazione del tessuto economico e occupazionale. L’andamento tra i vari settori è molto differente: il commercio registra +0,9%; le attività informatiche, di ricerca e servizi alle imprese registrano un +33,1%; nell’’assistenza sanitaria e sociale il numero di lavoratori dipendenti è raddoppiato (+99,0%). Nel settore degli alberghi e ristorazione si verifica una crescita del 32,2%.

Dai dati forniti dall’INPS non è però attualmente possibile verificare se l’incremento occupazionale sia effettivo o in parte condizionato dalle normative di superamento dei voucher, particolarmente utilizzati in alcuni settori.

Tab. 8 - Lavoratori dipendenti privati per settori nella provincia di Pesaro Urbino

2008 2017 2018 diff. 2018/17

% 2018/17

diff.

2018/08

% 2018/08 Estrazioni di minerali da cave, miniere e altro 273 970 966 -4 -0,4% 693 253,8%

Industrie alimentari, bevande e tabacco 2.595 2.631 2.672 41 1,6% 77 3,0%

Abbigliamento, calzature e pelli 5.376 3.526 3.525 -1 0,0% -1.851 -34,4%

Mobili 14.901 12.230 12.468 238 1,9% -2.433 -16,3%

Fabbricazione carta e stampa* 1.218 1.003 1.014 11 1,1% -204 -16,7%

Prodotti chimici, farmaceutici, gomma, plastica 4.969 4.206 4.585 379 9,0% -384 -7,7%

Meccanica, metallurgia 21.107 17.148 18.085 937 5,5% -3.022 -14,3%

Energia, gas, acqua, rifiuti 1.216 1.408 1.515 107 7,6% 299 24,6%

Edilizia 7.957 4.436 4.341 -95 -2,1% -3.616 -45,4%

Commercio 12.882 12.661 13.003 342 2,7% 121 0,9%

Trasporti 2.567 2.599 2.924 325 12,5% 357 13,9%

Servizi postali e attività di corriere 245 802 801 -1 -0,1% 556 226,9%

Alberghi, ristorazione, agenzie viaggi 9.827 12.394 12.992 598 4,8% 3.165 32,2%

Attività editoriali, telecomunicazioni e altro* - 240 249 9 3,8% - -

Att. informatica, ricerca, servizi a imprese, studi

prof. 8.966 11.490 11.937 447 3,9% 2.971 33,1%

Attività finanziarie, assicurazioni e altro 3.210 2.790 2.799 9 0,3% -411 -12,8%

Istruzione 3.014 2.526 2.777 251 9,9% -237 -7,9%

Assistenza sanitaria e sociale 2.495 4.901 4.966 65 1,3% 2.471 99,0%

Attività artistiche, sportive, musei, associazioni e

altro 2.214 1.949 2.012 63 3,2% -202 -9,1%

Servizi alla persona e alle famiglie 1.854 1.871 2.087 216 11,5% 233 12,6%

TOTALE 106.889 101.781 105.718 3.937 3,9% -1.171 -1,1%

di cui industria manifatturiera 50.439 41.714 43.315 1.601 3,8% -7.124 -14,1%

di cui servizi 44.707 51.384 53.374 1.990 3,9% 8.667 19,4%

* Nel 2008 i dati delle attività editoriali e telecomunicazioni sono aggregati ai dati su stampa e fabbricazione carta.

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Significativa è anche la composizione della forza lavoro per genere e settori.

Nell’ambito delle attività manifatturiere, i settori nei quali la presenza femminile è prevalente sono quello dell’abbigliamento-calzature (71,4% del totale) e l’agroalimentare (55,8%).

Per quanto riguarda i servizi, le donne rappresentano la maggior parte dei lavoratori dipendenti nel commercio (54,4%), nel settore alberghiero e ristorazione (64,1%), nelle attività di assistenza sanitaria e sociale (79,1%), nell’istruzione-formazione (75,5%), nei servizi a persone e famiglie (74,9%), e nei servizi postali (58,9%). I settori con una elevata incidenza di lavoro femminile sono anche quelli con una più alta incidenza di lavoro a tempo parziale. Si tratta in particolare dell’industria agroalimentare, dove i contratti di lavoro part time interessano oltre la metà degli occupati (59,6%), del commercio (47,4%), del settore alberghi-ristorazione (63,4%), dell’assistenza sanitaria e sociale (67,0%), dei servizi a persone e famiglie (72,4%), e delle attività informatiche e servizi alle imprese (46,3%).

Tab. 10 - Lavoratori dipendenti privati per settori e orario nella provincia di Pesaro Urbino nel 2018

n. lavoratori

di cui part time

% part time/totale

Estrazioni di minerali da cave, miniere e altro 966 55 5,7%

Industrie alimentari, bevande e tabacco 2.672 1.592 59,6%

Abbigliamento, calzature e pelli 3.525 1.323 37,5%

Mobili 12.468 1.526 12,2%

Fabbricazione carta e stampa 1.014 220 21,7%

Prodotti chimici, farmaceutici, gomma, plastica 4.585 541 11,8%

Meccanica, metallurgia 18.085 2.137 11,8%

Energia, gas, acqua, rifiuti 1.515 141 9,3%

Edilizia 4.341 731 16,8%

Commercio 13.003 6.163 47,4%

Trasporti 2.924 844 28,9%

Servizi postali e attività di corriere 801 101 12,6%

Alberghi, ristorazione, agenzie viaggi 12.992 8.234 63,4%

Attività editoriali, telecomunicazioni e altro 249 128 51,4%

Attività informatica, ricerca, servizi alle imprese, studi prof. 11.937 5.527 46,3%

Attività finanziarie, assicurazioni e altro 2.799 659 23,5%

Istruzione 2.777 699 25,2%

Assistenza sanitaria e sociale 4.966 3.326 67,0%

Estrazioni di minerali da cave, miniere e altro 774 192 966 80,1% 19,9%

Industrie alimentari, bevande e tabacco 1.182 1.490 2.672 44,2% 55,8%

Abbigliamento, calzature e pelli 1.008 2.517 3.525 28,6% 71,4%

Mobili 9.246 3.222 12.468 74,2% 25,8%

Fabbricazione carta e stampa 667 347 1.014 65,8% 34,2%

Prodotti chimici, farmaceutici, gomma, plastica 3.401 1.184 4.585 74,2% 25,8%

Meccanica, metallurgia 14.577 3.508 18.085 80,6% 19,4%

Energia, gas, acqua, rifiuti 1.253 262 1.515 82,7% 17,3%

Edilizia 3.837 504 4.341 88,4% 11,6%

Commercio 5.930 7.073 13.003 45,6% 54,4%

Trasporti 2.575 349 2.924 88,1% 11,9%

Servizi postali e attività di corriere 329 472 801 41,1% 58,9%

Alberghi, ristorazione, agenzie viaggi 4.661 8.331 12.992 35,9% 64,1%

Attività editoriali, telecomunicazioni e altro 151 98 249 60,6% 39,4%

Att. informatica, ricerca, servizi a imprese, studi prof. 6.023 5.914 11.937 50,5% 49,5%

Attività finanziarie, assicurazioni e altro 1.308 1.491 2.799 46,7% 53,3%

Istruzione 680 2.097 2.777 24,5% 75,5%

Assistenza sanitaria e sociale 1.038 3.928 4.966 20,9% 79,1%

Attività artistiche, sportive, musei, associazioni e altro 1.018 994 2.012 50,6% 49,4%

Servizi alla persona e alle famiglie 523 1.564 2.087 25,1% 74,9%

TOTALE 60.177 45.541 105.718 56,9% 43,1%

di cui industria manifatturiera 30.855 12.460 43.315 71,2% 28,8%

di cui servizi 774 192 966 80,1% 19,9%

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Attività artistiche, sportive, musei, associazioni e altro 2.012 1.222 60,7%

Servizi alla persona e alle famiglie 2.087 1.512 72,4%

TOTALE 105.718 36.685 34,7%

di cui industria manifatturiera 43.315 7.394 17,1%

di cui servizi 966 55 5,7%

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LE RETRIBUZIONI DEI LAVORATORI DIPENDENTI PRIVATI

Le retribuzioni medie lorde annue percepite nella provincia di Pesaro Urbino sono pari a 19.710 euro e rispetto al 2017 registrano un incremento di 228 euro (+1,2%).

Va precisato che i valori retributivi sono nominali e non tengono conto dell’inflazione.

Tab. 11 - Retribuzioni medie lorde annue

2008 2017 2018 diff. 2018/17 % 2018/17 diff. 2018/08 % 2018/2008

Pesaro Urbino 17.053 19.483 19.710 228 1,2% 2.658 15,6%

Marche 17.283 18.996 19.123 126 0,7% 1.840 10,6%

Centro 19.722 21.535 20.802 -734 -3,4% 1.079 5,5%

Italia 20.006 20.897 21.530 633 3,0% 1.524 7,6%

Se il dato medio della retribuzione annua lorda riferito alla totalità dei lavoratoti dipendenti della provincia è pari a 19.710 euro, i dipendenti con un lavoro a tempo parziale percepiscono mediamente retribuzioni di 11.072 euro lordi annui, mentre quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato percepiscono mediamente 10.495 euro lordi annui.

Le retribuzioni medie lorde dei lavoratori somministrati sono di 8.746 euro, mentre quelle dei lavoratori intermittenti sono di 1.681 euro lordi annui.

I lavoratori con contratto a tempo pieno e indeterminato ricevono una retribuzione lorda annua di 28.515 euro.

Tab. 12 - Retribuzioni medie lorde annue per durata e orario di lavoro nella provincia di Pesaro Urbino

2008 2017 2018 diff. 2018/17 % 2018/17 diff. 2018/08 % 2018/2008 lavoratori dipendenti totali 17.053 19.483 19.710 228 1,2% 2.658 15,6%

part time 8.890 10.838 11.072 234 2,2% 2.181 24,5%

tempo determinato 9.772 9.971 10.495 524 5,3% 723 7,4%

tempo indeterminato 19.238 23.763 24.062 298 1,3% 4.823 25,1%

tempo pieno e indet. 21.878 28.202 28.515 313 1,1% 6.637 30,3%

Tab. 13 - Retribuzioni medie lorde annue per somministrati e intermittenti nella provincia di Pesaro Urbino

2017 2018 diff. 2018-17 % 2018/17

lavoratori dipendenti tot. 19.483 19.710 228 1,2%

somministrati 8.107 8.746 638 7,9%

intermittenti 1.582 1.681 99 6,2%

Sono significative le differenze retributive di genere: le retribuzioni medie lorde annue dei lavoratori ammontano a 22.235 euro, a fronte dei 15.219 euro delle lavoratrici: quest’ultime, dunque percepiscono 7.016 euro meno dei loro colleghi maschi, ben il 31,6% in meno.

Naturalmente queste differenze sono condizionate anche dal maggior utilizzo per le lavoratrici del part time o dei contratti a termine. Tuttavia, l’incidenza di contratti precari o a tempo parziale giustifica solo in parte il divario retributivo tra uomini e donne, visto che le lavoratrici con contratto a tempo pieno e indeterminato percepiscono 4.937 euro lordi annui in meno dei loro colleghi maschi (-16,6%).

Osservando le qualifiche professionali, emergono notevoli differenze: le retribuzioni degli operai sono di 15.761 euro lordi annui e quelle degli impiegati sono di 23.829 euro; le retribuzioni dei quadri

(8)

8

arrivano a 60.392 euro lordi mentre quelle dei dirigenti sono mediamente di 121.493 euro. Gli apprendisti percepiscono mediamente 12.241 euro annui.

Tab. 14 - Retribuzioni medie lorde annue per genere e qualifica nella provincia di Pesaro Urbino nel 2018

uomini donne Media

diff. donne- uomini

% donne- uomini

Operai 18.387 11.430 15.761 -6.957 -37,8%

Impiegati 30.272 19.459 23.829 -10.812 -35,7%

Quadri 63.122 53.284 60.392 -9.837 -15,6%

Dirigenti 125.146 94.728 121.493 -30.419 -24,3%

Apprendisti 13.153 10.881 12.214 -2.271 -17,3%

Altro 42.858 23.289 31.298 -19.569 -45,7%

Totale 22.235 15.219 19.123 -7.016 -31,6%

Le differenze che si osservano nelle retribuzioni erogate nei vari settori produttivi sono notevoli, anche per effetto della differente presenza di lavoratori a tempo parziale.

Nei principali settori manifatturieri le retribuzioni medie lorde annue vanno da 16.866 euro nell’abbigliamento e calzature, a 23.461 euro nel mobile, a 27.211 nella meccanica a 25.550 nella chimica, farmaceutica e plastica. Ammontano a 31.713 euro lordi le retribuzioni nel settore dell’energia, gas, acqua e rifiuti mentre nell’edilizia si arriva a 18.071 euro.

Nei servizi, dove l’incidenza dei part time è particolarmente elevata, le retribuzioni lorde annue registrate sono: 7.861 euro nel turismo e ristorazione, 15.835 euro nelle attività informatiche, ricerca, servizi alle imprese e studi professionali, 14.925 euro nelle attività di assistenza sanitaria e sociale, 18.704 euro nel commercio. Le retribuzioni ammontano a 42.377 euro nelle attività finanziarie e assicurative e a 20.426 euro nei trasporti.

Tab. 17 - Retribuzioni medie lorde annue nei settori privati nella provincia di Pesaro Urbino nel 2018

Euro n. lavoratori

% lavoratori part time/tot.

Estrazioni di minerali da cave, miniere e altre attività 48.403 966 5,7%

Industrie alimentari, bevande e tabacco 13.506 2.672 59,6%

Abbigliamento, calzature e pelli 16.866 3.525 37,5%

Mobili 23.461 12.468 12,2%

Fabbricazione carta e stampa 21.567 1.014 21,7%

Prodotti chimici, farmaceutici, gomma, plastica 25.550 4.585 11,8%

Meccanica, metallurgia 27.211 18.085 11,8%

Energia, gas, acqua, rifiuti 31.713 1.515 9,3%

Edilizia 18.071 4.341 16,8%

Commercio 18.704 13.003 47,4%

Trasporti 20.426 2.924 28,9%

Servizi postali e attività di corriere 25.805 801 12,6%

Alberghi, ristorazione, agenzie viaggi 7.861 12.992 63,4%

Attività editoriali, telecomunicazioni e altro 19.592 249 51,4%

Attività informatica, ricerca, servizi alle imprese, studi prof. 15.835 11.937 46,3%

Attività finanziarie, assicurazioni e altro 42.377 2.799 23,5%

Istruzione 13.596 2.777 25,2%

Assistenza sanitaria e sociale 14.925 4.966 67,0%

Attività artistiche, sportive, musei, associazioni e altro 11.175 2.012 60,7%

Servizi alla persona e alle famiglie 8.964 2.087 72,4%

TOTALE 19.710 105.718 34,7%

(9)

Tab. 18 - Retribuzioni medie lorde annue dei lavoratori fino a 29 anni nella provincia di Pesaro Urbino

2008 2017 2018

diff.

2018/17

% 2018/17

diff.

2018/08

% 2018/08 lavoratori dipendenti tot. 11.967 11.525 12.026 501 4,3% 58 0,5%

part time 6.470 7.506 7.885 379 5,0% 1.415 21,9%

tempo determinato 7.732 7.916 8.259 343 4,3% 526 6,8%

tempo indeterminato 13.738 15.902 16.469 567 3,6% 2.731 19,9%

tempo pieno e indet. 15.311 18.789 19.327 538 2,9% 4.016 26,2%

Per il segretario generale della Cgil Pesaro Urbino Roberto Rossini, dalla lettura dei

dati elaborati dall’Ires, emerge un quadro estremamente preoccupante sulle condizione dei lavoratori con livelli salariali troppo bassi e notevoli disuguaglianze: di genere (le donne percepiscono a parità di mansione salari più bassi) e anche anagrafiche.

“Da queste stime salta agli occhi la condizione dei giovani under 30 – scrive Rossini - che hanno una retribuzione lorda annua di 12.026 euro. Sono quasi 8 mila euro in meno rispetto all’importo medio dei lavoratori dipendenti privati nel complesso. E rispetto al 2008, la retribuzione lorda media è rimasta di fatto invariata (+0,5%); il dato risulta molto diverso da quello riferito alla totalità dei lavoratori, per i quali la retribuzione è aumentata dell’8,2%.

Inoltre, i giovani con un lavoro a tempo parziale guadagnano mediamente 7.885 euro lordi annui, mentre quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo percepiscono in media 8.259 euro lordi annui.

I giovani sono i più esposti a lavori precari e discontinui ma anche a part time involontari.

La provincia bella, quella della “piena occupazione” è solo un ricordo, spazzato via dalla lunga crisi e da politiche per il lavoro errate. Il rischio povertà è reale e necessita di concrete e adeguate politiche di sviluppo. Le conseguenze delle politiche mancate le paghiamo tutti ma i giovani ancor di più perché con le attuali normative non vedranno garantito un reddito da pensione dignitoso.

I dati richiedono interventi urgentissimi che riportino al centro del dibattito politico la questione salariale e robusti interventi a sostegno del lavoro e della politiche contrattuali.

Non crediamo che il salario minimo di cui si dibatte sia la soluzione perché non dimentichiamo che i contratti collettivi di lavoro se correttamente applicati e soprattutto se sottoscritti da organizzazioni sindacali davvero rappresentative sono l’unico strumento per tutti i lavoratori.

Contratti ‘erga omnes’ che contengono non solo la giusta retribuzione ma anche tutti gli altri diritti che i lavoratori hanno conquistato e che stanno gradualmente perdendo,

Ecco perché una legge sulla rappresentanza non è più rinviabile”

Pesaro 28 novembre 2019

Ufficio stampa Cgil Pesaro Urbino

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