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241 SEDUTA (Antimeridiana)

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Resoconti Parlamentari — 8661--- Assemblea Regionale Siciliana

IX Leqisiatuha 241“ SED U TA 1 Agosto 1984

241° SEDUTA

(Antimeridiana)

m e r c o l e d ì 1 A G O S T O 1984

Presidenza del Presidente LAUEICELLA indi

del Vicepresidente VIZZINI

I N D I C E

CoHunìssioni le g isla tiv e :

(Comunicaziori'e d elle asse n z e e sostitu zion i)

Congedi . . . .

Disegni di le g g e :

« Norme m o dificative d e lla le g g e region ale 27 dicem bre 1978, n. 71 e scioglim en to delle assem blee co n so rtili d e i com pren sori u r b a n i­

stici d i c u i . a lla le g g e reg io n a le 3 fe b b raio 1968, n. 1 e su c c e ssiv e m odifiche » (593 - 657 - 745/A)' (S e g u ito d e lla d isc u ssio n e ):

P R ESID EN T E . . . COLOMBO (PC I), r e la to re . . r a s i n o (D C) . . . . . . . m e r l i n o ( D C ) ...

m a r t i n o. A sse sso re p e r V ind ustria . CAPITUMMINO (DC)', . . . . VIZZINI (P C I) . . . . .

P ag.

8665, 8666 8665 8666 8669 8669 8670 8670

«Piano di intervento contro Fuso non terapeu­

tico delle sostanze stupefacenti e psicotrope » (661/a) (Sèguito della discussione):

p r e s i d e n t e . . . . . 8670, 8678, 8688, 8689, 8691 a m a t a (P C I ) . . . . . . . . 8670, 8 6 8 9 .8 6 9 0 ,8 6 9 1 B R A N C A T I (D C ) . . . . . . 8 6 7 2 ,8 6 8 9 .8 6 9 1

G A N A Z Z O L I ( F S I) . . . . 8674

(M S I - D N ) ... 8675 Sa r d o I N F I R R I , A ssesso re p e r la sa n ità . . 8676, 8692 a v o l a (DC), P re sid e n te d ella C om m ission e . 8692

BU SSO (P C I) . . . . . . . . 8693

Governo regionale:

(Comunicazióne della situazione di cassa al

marzo 1984) .. . . . . \ . . . 8662

Interpellanze:

(A fìnunzìo) . . . . . . . . 8663

r^, ^aterro gazio n i: .

(Annunzio) ... . . 8663

V erifica d el n u m ero le g a le : P R E S ID E N T E . . . ,

R U SSO : (P C I) 8693

8693

( * ) In terven to corretto d all’o rato re .

La seduta è aperta alle ere 10,00.

COSTA, segretario, dà lettura del p ro­

cesso verbale della seduta preceden te che, non sorgendo osservazioni, si intende ap­

provato.

Congedi.

PRESIDENTE. Comùnico che hanno chie­

sto congedo: l’onorevole Valastro, 2 giorni a decorrere dal 31 luglio 1984; l’onorevole Petralia, 4 giorni a decorrere dal 31 lu­

glio 1984.

Non sorgendo osservazioni, ì intendono accordati.

congedi si

Comunicazione delle assenze e delle sostitu­

zioni alle riunioni delle Commissioni legisla­

tive permanenti. '

PRESIDENTE. Comunico le assenze e so­

stituzioni alle riunioni delle commissioni le­

gislative permanenti:

^Qsoconti, f. 1170 (500)

(2)

Resoconti PaTlamentari 8662 Assemblea Regionale SiciliaTia

IX Legislatura 241“ SED U TA 1 Agosto 1984

« Questioni istituzionali, organizzazione am ­ m inistrativa, enti locali, territoriali e isti­

tuzionali »

— Assenze:

Riunione del 23 luglio 1984: Valastro.

Riunione del 25 luglio 1984: Capitummino.

— Sostituzioni;

Riunione del 23 luglio 1984: Ammavuta in sostituzione di Vizzini, Mantiene in so­

stituzione di Capitummino, Colombo in so­

stituzione di Martorana, Ganazzoli in sosti­

tuzione di Piccione Paolo, Guerrera in so­

stituzione di Taormina.

Riunione del 25 luglio 1984: Campione in sostituzione di Valastro.

« Finanza, bilancio e -programmazione »

— Assenze:

Riunione del 23 luglio 1984: Campione, Cusimano, Nicoletti.

Riunione del 25 luglio 1984 (antimerid.):

La Russa (congedo). Campione, Costa, Gra­

nata e Nicoletti. ;

Riunione del 25 luglio 1984 (pomerid.);

La Russa (congedo), Cusimano e Ganazzoli.

Riunione del 26 luglio 1984: La Russa e Costa (congedo),' Granata e Nicoletti.

« A gricoltura e foreste »

— Assenze;

Riunione del 23 luglio 1984: Leanza Vin­

cenzo, Cardino e Grammatico.

Riunione del 24 luglio 1984; Canino e Cardino.

Riunione del 25 luglio 1984: Cardillo.

Rixmione del 26 luglio 1984; Leanza Vin­

cenzo, Ammavuta, Cardillo, Errore e Lo Giudice.

— Sostituzioni:

Riunione del 23 luglio 1984; Grillo in so­

stituzione di Lo Giudice, Ganazzoli in sosti­

tuzione di Stornello, Granata in sostituzio­

ne di Leanza Salvatore.

Riunione del 24 luglio 1984: Grillo in sostituzione di Lo Giudice, Di Caro in so­

stituzione di Stornello.

Riunione del 25 luglio 1984: Nicita in sostituzione di Leanza Vincenzo, Grillo in sostituzione di Lo Giudice, Caragliano in so­

stituzione di Mantiene, Di Caro in sostitu­

zione di Stornello.

Riunione del 26 luglio 1984: Di Caro ìq

sostituzione di Stornello.

« Industria, com m ercio, pesca e artigianato »

— Assenze: .

Riunione del 25 luglio 1984: Parisi Gio­

vanni.

« L avori pubblici, urbanistica, comunicazio­

ni, trasporti, turism o e sport »

— Assenze;

Riunione del 24 luglio 1984: Cardillo, Alaimo (congedo), Costa, Gentile Raffaele, Giuliana (congedo) e Valastro.

Riunione del 25 luglio 1984: Cardillo, Co­

lombo, Costa, Gentile Raffaele, Giuliana, Mer­

lino e Valastro.

« P u bblica istruzione, ben i culturali, ecolo­

gia, lavoro e coop erazion e»

— Assenze:

Riunione del 26 luglio 1984; Canino, La Russa (congedo). Lo Curzio, Piccione Paolo, Sciangula e Taormina (congedo).

— Sostituzioni:

Riunione del 26 li stituzione di Ganci.

1984: Bosco in so-

« Ig ien e e sanità, assistenza sociale »

— Assenze:

Riunione del 24 luglio 1984: Caragliano, Gorgone, Leanza Vincenzo e Virga.

Comunicazione di presentazione della situa­

zione di cassa della Regione siciliana al 31 marzo 1984.

PRESIDENTE. Comunico che a termini deU’articolo 3 della legge regionale 8 luglio 1977, numero 47, il Governo della Regione ha presentato in data 27 luglio 1984 la si­

tuazione di cassa della Regione siciliana al 31 marzo 1984.

Copia del documentp è stata trasmessa al­

la .Commissione legislativa F i n a n z a , bilancio e programmazione.

(3)

Resoconti Parlamentari 8663 Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SEDUTA 1 Agosto 1984

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Invito il deputato segre­

tario a dare lettura delle interrogazioni pre­

sentate.

COSTA, segretario:

« All’Assessore per gli enti locali per sa­

pere se è a conoscenza che la Giunta co­

munale di Mineo (provincia di Catania) il 6 luglio del corrente anno ha adottato una delibera, già registrata dalla Commissione provinciale di controllo (come si apprende da notizie di stampa), con la quale, assumen­

do i poteri del Consiglio comunale, si deci­

de: 1) la spesa di lire 280 milioni per la­

vori di approvvigionamento provvisorio di acqua potabile; 2) l’esecuzione dei relativi la­

vori, dichiarati improrogabili e urgenti, in economia ed in amministrazione sotto la di­

rezione deirUffìcio tecnico comunale, il qua­

le viene anche delegato ad accertare, di vol­

ta in volta, la congruità dei vari prezzi sia per le forniture che per le messe in opera;

se ritiene tale decisione compatibile con rordinamento degli enti locali siciliani e, in particolare, con l’articolo 95 di tale ordina­

mento;

ove ritenesse tale delibera di Giunta non legittima in quanto non determinata dà mo­

tivi di necessità o convenienza, quali prov­

vedimenti urgenti ritiene di adottare nei confronti degli amministratori comunali di Mineo per impedire che l’atto illegittimo possa produrre effetti a danno della collet­

tività amministrata.

Sì richiama rattenzione sulla delicatezza e suU’urgenza di quanto segnalato » (1034) {L’interrogante chiede la risposta scritta).

Damigella - Bua - Laudani.

« All’Assessore per l ’agricoltura e le fo­

reste per sapere se è a conoscenza della ri­

chiesta avanzata da un buon numero di col­

tivatori diretti di Roccamèna, per ottenere I elettrificazione rurale della contrada Ga­

lardo, dove sorgono ormai numerose costru­

zioni rurali adibite come deposito di attrezzi Agricoli e magazzini per i concimi ed il rac- colto; inoltre Tinterrogante chiede di cono­

scere quali iniziative codesto Assessorato in­

tende adottare e quali possibilità concrete esistono per la sollecita soluzione del detto problema » (1035) (L ’interrogante chiede la risposta scritta).

Tricoli.

PRESIDENTE. Le interrogazioni testé an­

nunziate sono state già inviate al Governo.

Annunzio di interpellanze.

PRESIDENTE. Invito il deputato segre­

tario a dare lettura delle interpellanze pre­

sentate.

COSTA, segretario:

« Al Presidente della Regione, all’Asses- sore per l’industria e all’Assessore per i be­

ni culturali ed ambientali e per la pubblica istruzione, per conoscere quali iniziative han­

no assunto o intendono assumere a soste­

gno deH’industria grafica e dell’editoria si­

ciliana, che, come è noto, per la posizione marginale della nostra Isola incontrano non lievi difficoltà nel mercato italiano e inter- nazionale, nonostante l ’alto valore culbirale delle pubblicazioni ed il livello grafico rag­

giunto, con riferimento alle commesse degli enti pubblici regionali o operanti nella Re­

gione, anche in considerazione del fatto che tali commesse rappresentano una quota no­

tevole di mercato e che la loro entità è tale che potrebbe essere garantita la pluralità delle valide iniziative in atto esistenti nel-' l’Isola.

In particolàre sì vuole conoscere quali iniziative i rappresentanti della Regione ne­

gli organi di amministrazione del Banco di Sicilia hanno assunto per garantire che le cospicue somme stanziate annualmente sia­

no utilizzate con i necessari criteri di plu­

ralità in favore delle iniziative qualificate . per valore culturale e per impiego di mae­

stranze ; siciliane, considerato che, come è noto, il Banco di Sicilia esclude pregiudi­

zialmente dalle proprie commesse la gran parte delle case editrici isolane anche di

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Rssoconti Parlamentari — 8664 Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241" SED U TA 1 Agosto 1934

quelle che più marcatamente hanno rag- giimto apprezzamenti unanimi per l ’alta qua­

lità tipografica oltre che per i contenuti cul­

turali delle loro edizioni » (608).

Ganazzoli - Grillo.

« A ll’Assessore per l ’industria e all’Asses­

sore per la cooperazione, il commercio, l ’ar- tigianato e la pesca per conoscere le valu­

tazioni del Governo in merito al grave epi­

sodio di malcostume e di selvaggia lottizza­

zione di cui si è resa responsabile la mag­

gioranza della Giunta camerale della Came­

ra di commercio di Trapani.

Tale organismo era chiamato a designare il rappresentante della Camera di commer­

cio neH’Assemblea generale del consorzio per l ’area di sviluppo industriale secondo quan­

to previsto dall’articolo 6 della legge nu­

mero 1 del 1984. Una corretta applicazione della legge avrebbe dovuto condurre alla de­

signazione o di mio dei componenti la Giun­

ta camerale o di un imprenditore trapanese capace di rappresentare adeguatamente gli interessi di una categoria che svolge un ruo­

lo molto importante nella vita economica, e sociale. della provincia e- della regione..

Nella Giunta camerale è stata formalmen­

te avanzata la proposta di designare un rap­

presentante degli operatori economici tra­

panesi che, è anche autorevole componente della Giunta stessa. Ma tale opportuna e corretta proposta è stata tenacemente con­

testata dal presidente della Camera di com­

mercio che ha ottenuto che gli imprendi­

tori trapanesi e la Camera di commercio sia­

no rappresentati dal dottor Francesco Spina, impiegato dell’Esa, da molti anni segreta­

rio provinciale della Democrazia cristiana:

Dal verbale della seduta della Giunta si apprende che il segretario provinciale della Democrazia cristiana è stato proposto per­

ché ritenuto ” persona molto degna e capa­

ce Se fosse il caso di ironizzare ci sareb­

be da chiedersi se la Camera di commercio ha compilato un elenco delle persone ” mol­

to degne” e quali sono i requisiti per otte­

nere un riconoscimento tanto impegnativo.

Ma in realtà il dottor Spina non ha alcun titolo per rappresentare gli operatori eco­

nomici trapanesi 0 anche soltanto la Ca­

mera di commercio alle cui attività è asso­

lutamente estraneo. I titoli di Spina sono ben altri e consistono nel fatto di essere so­

stenuto dai più forti e spregiudicati gruppi di potere della provincia che ritengono im­

portante controllare l’attività del consorzio per l’area di sviluppo industriale del quale

— si dice — Spina dovrà diventare pre­

sidente.

Sono state quindi ancora una volta mor­

tificate qualificate forze sociali quali quelle che rappresentano legittimamente la sana e dinamica imprenditoria trapanese per fare spazio all’occupazione del potere da parte di gruppi di affari e di clientele che trova­

no ancora una volta espressione nella De­

mocrazia cristiana.

Si chiede pertanto di conoscere:

— quali iniziative si intendono adottare per contestare la legittimità della delibera della Giunta camerale di Trapani conside­

rando nulla la designazione di persona del tutto estranea ai compiti istituzionali ed àgli interessi ed attività econòmiche che la Ca­

mera di commercio dovrebbe sapere rap­

presentare;

— quali iniziative sono state adottate per garantire alla imprenditoria siciliana uno spazio adeguatamente consistente nelTattivi- tà dei consorzi per l ’area di sviluppo indu­

striale la cui direzione non può essere af­

fidata a rappresentanti di centri d’affari 0 a cani clientele » (609).

ViZZINI - R u sso VANNI.

Parisi Gio-

PRESIDENTE. A w erto che, trascorsi tre giorni dall’odierno annunzio senza che il Go­

verno abbia dichiarato che' respinge le in' terpellanze o abbia fatto conoscere il giorno in cui intende trattarlè, le interpellanze stesse sarannn iscritte all’ordine del giorno per essere svolte al loro turno.

Seguito della discussione dei disegno di legg®'

« Nonne modificative della legge regionaf®

27 dicembre 1978, n. 71 e scioglime^nto dell®

assemblee consortili dei comprensori urbaBR stici di cui alla legge regionale 3 febbrai

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Resoconti Parlamentari — 8665 — Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241» SEDUTA 1 Agosto 1984

1968, n. 1 e successive modifiche » (593 - 657 - 745/A).

PRESIDENTE. Si passa al secondo pun­

to dell’ordine del giorno: Discussione di di­

segni di legge. Si inizia con il seguito della discussione del diségno di legge: « Norme modificative della legge regionale 27 dicem­

bre 1978, numero 71 e scioglimento delle assemblee consortili dei comprensori urba­

nistici di cui alla legge regionale 3 febbraio 1968, numero 1 e successive modi;Rche », po­

sto al numero 1.

Invito i componenti la quinta Commissio­

ne legislativa a prendere posto al banco alla medesima assegnato.

Ricordo che la discussione del disegno di legge è stata sospesa nella seduta numero 235 del 12 luglio 1984, in sede di esame deU’articolo 1.

Data l’assenza deH’Aula dei componenti la Commissione, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 10,20, è ripre­

sa alle ore 11,10).

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Comunico che sono stati presentati i se­

guenti emendamenti:

— dalla Commissione:

Sostituire il prim o capoverso con il se­

guente: « I consorzi costituiti ai sensi del- l’articolo 4 della legge regionale 3 febbraio 1968, numero 1 e successive modifiche, ces­

sano di esistere.

Le assemblee consortili sono sciolte »;

alla fine del terzo capoverso, dopo le pa­

role: «strum enti urbanistici generali» ag­

giungere: « nei confronti dei quali i piani comprensoriali già in vigore assolvono alla funzione di orientamento ai fini delle infra­

strutture consortili e dei servizi di interes­

se generale»;

-— dall’onorevole Fasino ed altri:

' ' ì

dopo la parola: « orientamento » aggiun­

gere: «specie»;

— dalla Commissione:

alla fine del quinto capoverso, dopo le

parole: « non hanno più corso » aggiunge­

re: « tranne quelle di esclusivo interesse co­

munale ».

COLOMBO, relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

COLOMBO, relatore. Signor Presidente, tornato questo disegno di legge in Commis­

sione dopo la discussione generale che si è svolta in Aula, la Commissione ha preso atto delle osservazioni e perplessità manifestate sulla terminologia usata nel disegno di legge e ha proceduto, d’intesa anche con TUfficio legislativo e legale, affinché, non sorgessero problemi di coordinamento rispetto alla pre-, cedente legge, alla formulazione di emenda-^

menti per una maggiore chiarezza del testo per quanto riguarda la parte relativa ai con­

sorzi urbanistici. Non sono stati, invece, modificati gli emendamenti presentati dalla stessa Commissione che disciplinano l’atti­

vità dei commissari ad acta.

vece, modificati gli emendamenti presentati dalla stessa Commissione che disciplinano l’attività dei commissari ad acta.

PRESIDENTE. Pongo ai voti il primo emendamento della Commissione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(È approvato)

Pongo in votazione il secondo emenda­

mento della Commissione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(È approvato)

Pongo in votazione il terzo emendamen­

to della Commissione.

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(£ approvato)

Pongo in votazione l’emendamento Fasino.

Chi è favorevole. resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

A (È approvato)

Pongo in votazione l ’articolo 1 cosi mo­

dificato.

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Resoconti Parlamentari 8666 Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SED U TA 1 Agosto 1984

Chi è favorevole resti seduto; chi è con­

trario si alzi.

(È approvato)

Comunico che sono stati presentati i se­

guenti emendamenti;

— dalla Commissione:

« A rticolo 1 bis. L ’articolo 27 della legge regionale 27 d icem bre 1978, num ero 71 è cosi sostituito:

« Quando gli organi deiramministrazione dei comuni omettono, sebbene previamen­

te diffidati, o non siano in grado di com­

piere atti obbligatori in virtù della presen­

te legge o di altre leggi attinenti alla ma­

teria urbanistica, vi provvede TAssessore re­

gionale del territorio e dell’ambiente a mez­

zo di un commissario ad acta la cui durata in carica non può eccedere il termine di tre mesi, salvo proroga fino a sei mesi per gravi e giustificati motivi di carattere am­

ministrativo.

Non si fa luogo alla diffida di cui al pri­

mo comma qualora si tratti di scadenza di termini previsti espressamente dalla presen­

te legge o da altre leggi attinenti alla ma­

teria urbanistica.

Alle spese per il commissario provvede l’ente interessato, salvo rivalsa a carico de­

gli amministratori eventualmente respon­

sabili.

I commissari nominati ai sensi del primo comma decadono dall’incarico nel caso di rinnovazione dei consigli comunali »;

— dagli onorevoli Fasino ed altri all’ar­

ticolo 1 bis:

Al secondo com m a sostituire: « 3 mesi » e « 6 mesi », con: « 6 mesi » e « 12 mesi »;

al quarto com m a sostituire: « l ’Ente in­

teressato » con: . « il comune per il quale è stato nominato il commissario »;

aggiungere a ll’ultim o com m a: « e co­

munque possono essere sempre revocati con provvedimento motivato dall’Assessore re­

gionale per il territorio e l’ambiente ».

Qual è il parere della Commissione sugli emendamenti Fasino?

COLOMBO, relatore. La Commissione è contraria al primo emendamento.

FASINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FASINO. Signor Presidente, ùnorevoli col­

leglli, credo che tra di noi debba, innanzi­

tutto, intercorrere un rapporto di correttez­

za. La Commissione, alla quale avevo fatto pervenire gli emendamenti all’articolo 1 bis da me presentati, aveva espresso parere fa­

vorevole, soprattutto su quello che riguar­

da la durata dei commissari.

Lo scopo della nomina dei commissari è stato a suo tempo delineato nella legge nu­

mero 78, in maniera tale da consentire alla Regione di sostituirsi ai comuni nel caso di loro inadempienze in campo urbanistico. Sotto questo profilo la nomina del commissario era strutturata in modo tale da permettere al­

lo stesso funzionario nominato dall’Assesso­

re al territorio e all’ambiente una completa ed esauriente attività intesa a dotare il co­

mune dello strumento urbanistico. Ed effet­

tivamente la durata del commissario èra collegata e finalizzata a questo scopo.

Vi sono stati, certamente, commissari ad acta che hanno dovuto impiegare molto tem­

po per espletare l’incarico loro conferito, non soltanto perché si trattava di, portare a termine piani regolatori,, ma, altresì,, per­

ché, spesso i comuni hanno ostacolato la lo­

ro attività in tutti i modi possibili ed intuì­

bili.

Credo che, se con la legge numero 78 si sono verificati inconvenienti di questo tipo che, però, tali non erano perché erano pre­

visti dalla legge, adesso si .incorra nelTer- rore contrario. In questo modo infatti è per­

fettamente mutile nominare i commissari perché essi non saranno mai in grado, per la brevità dei termini, di portare à compi­

mento la loro opera.

Ora, signor PresMente, parlerò rqolto a lungo su questo argomento perché non in­

tendo subire un mutamento di accordi, che mi avevano determinato a rinunziare ad in' tervenire per consentire di procedere piut­

tosto speditamente nelTesame di questo di­

segno di legge. Quindi, dovrò riprendere fin daH’inizio il mio argomentare.

(7)

Resoconti Parlamentari — 8667

Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SEDUTA 1 Agosto 1984

Non esistevano nella legislazione prece­

dente alla legge urbanistica possibilità, se non molto limitate, di nominare commissari presso i comuni, tranne che da parte del­

l’Assessore per gli enti locali, il quale non si avvalse di questa facoltà che raramente, per problemi di gestione del territorio. An­

che quando qualche volta questo accadde, dopo numerosissimi interventi anche della Assemblea regionale, non riuscirono mai ad espletare i loro compiti, proprio per la man­

canza di competenza specifica.

Si trovò una soluzione a questo problema in sede di Commissione dei lavori pubblici e di Governo, all’epoca della maggioranza di unità autonomistica, esso prendendo atto dei disastri che erano avvenuti nel terri­

torio dell’Isola, sia per l ’imperante abusivi­

smo, sia anche per carenza di strumenti ur­

banistici e per carenza di attività da parte delle amministrazioni competenti, si deter­

minò a varare una normativa adeguata alle mutate esigenze. E fu cosi che, anche in di­

saccordo con l ’Assessore agli enti locali del tempo si introdusse la figura del commissa­

rio ad acta, non più nominato dall’Asses­

sore per gli enti locali, ma dall’organo re­

gionale competente per materia.

Questa soluzione si basava sull’esigenza di dare più ampie facoltà all’Amministrazio­

ne regionale di intervenire avvalendosi del­

lo strumento dei conunissari ad acta nomi­

nati in precedenza solo in casi limite. Val­

ga per tutti l ’esempio di una maggioranza di consiglieri comunali interessati al piano re­

golatore e che quindi non possono delibe­

rarlo perché altrimenti commettono il reato di interesse privato in atti d’ufficio. E ’ capi­

lato proprio durante la mia gestione, che un comune della provincia di Palermo si sia trovato in queste condizioni.

Si riteneva che, una volta che i comuni, dopo tanti anni, non avessero approvato lo strumento urbanistico, di fatto avessero ri­

nunciato alla loro prerogativa fondamentale che è quella della tutela e della gestione del proprio tei*ritorio. Certo, la legge nu- riiero 78, con buona pace qnche del mio ami­

co onorevole Mei'lino, era tesa a valoriz- zare le autonomie comunali, proprio nel mo- ttiento in cui nel resto del nostro Paese si discuteva della opportunità o meno di la­

sciare alla responsabilità delie amministra­

zioni comunali la gestione del proprio ter­

ritorio, preferendosi, nelle altre regioni e in buona parte della dottrina considerata più avanzata, riportare ad un livello superiore la gestione del territorio. Infatti, moltisshne delle regioni a statuto ordinario struttura­

rono il proprio territorio in comprensori, dando ad essi i poteri della gestione del ter­

ritorio e sottraendoli alle amministrazioni comunali.

Non era quindi la nomina del commissa­

rio una menomazione della autonomia lo­

cale, che invece veniva potenziata con que­

sta legge urbanistica. Ma se, da una parte, si accrescevano i poteri delle amministra­

zioni comunali in materia di gestione del territorio, era, d’altra parte, necessario pre­

vedere un intervento sostitutivo nel caso in cui i comuni non li esercitavano. L ’Ammi­

nistrazione regionale prendeva atto cioè del­

la cattiva volontà, della incapacità, della im­

possibilità talora, di dotarsi di strumenti ur­

banistici e, quindi, della implicita rinuncia dei comuni a questi loro poteri. Ma il po­

tere sostitutivo, in base all’esperienza pre­

cedente, non poteva essere hmitato ad un solo atto. Era successo infatti che, dopo che il commissai'io aveva assolto il suo incari­

co, il consiglio comunale o aveva bloccato le conseguenze dell’atto da questi posto in essere o, addirittura, lo aveva revocato.

La legge fu dunque strutturata in ma­

niera tale che, una volta nominati i com­

missari, essi portassero fino in fondo la lo­

ro azione, appunto per dotare il comune in­

teressato di uno strumento urbanistico. Per questo alcuni commissari ad acta, quando soprattutto si è trattato dei piani regolatori, hanno dovuto, per forza di cose, durare a lungo. Un piano regolatore, infatti, non si predispone, specialmente se bisogna comin­

ciare dalla nomina degli urbanisti, né in tre né in sei mesi, la sua elaborazione dura il tempo che è necessario.

L ’altra volta ho citato casi di comuni che per tredici, quattordici e sedici anni sono riusciti a sottrarsi alfiobbligo di dotare il proprio territorio di piano regolatore. Uno degli esempi che ho portato, appunto per dimostrare come allora abbiamo proceduto con rigore in questo campo, è stato quello del coinune di Acireale, 'che per ben quat­

tordici e più anni era riuscito a non do­

tarsi di piano regolatore. Sono convinto ■—

vorrei che se ne convincessero anche i col­

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Resoconti Parlamentari 8668 Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SED U TA 1. Agosto 1984

leghi della quinta Commissione — che, se il commissario non avesse avuto la possi­

bilità prevista dalla legge di durare tanto quanto era necessario per portare a termi­

ne il piano regolatore di Acireale, ancora probabilmente questo comune sarebbe sen­

za strumento urbanistico. Ci sono voluti in­

fatti più di quattro anni per dirimere tutte le controversie, comprese quelle scaturite dai ricorsi del comune agli organi giurisdizio­

nali avverso la nomina del connnissario.

Ora, onorevoli colleghi, non credo che per un malinteso rispetto di una autonomia che non ha rispetto di se stessa, perché non provvede a governare il territorio, dobbia­

mo varare una legislazione che pratica- mente annulla la finalità per la quale noi nel 1978 ci siamo battuti, cioè quella di dotare il territorio di strumenti urbani­

stici, perché non è assolutamente possibile che un commissario che dura tre mesi o anche sei mesi possa raggiungere questo scopo. Già neirintervento svolto nell’altra seduta dedicata all’esame di questo disegno di legge ho dichiarato di non Condividere questo orientamento; tuttavia, avevo pre­

disposto un emendamento che certamente non risolve il problema, ma concedè, al­

meno, un lasso di tempo ragionevole al com­

missario ad acta perché, sia pure con diffi­

coltà, almeno un minimo risultato si possa raggiungere.

Obiettivamente non capisco, dopo tutti gli argomenti che ho cercato di portare in quest’Aula, perché; la Commissione, con un semplice no ad un emendaménto e senza nessuna plausibile giustificazione, voglia ri­

gettare una proposta che cerca di, mediare tra opposte esigenze. Avevo anche fatto pre­

sente l’altra volta, signor Presidente,, che una legislazione cosi complessa (che ella conosce bene per essere stato a lungo Ministro dei lavori pubblici, nelle cui competenze, rien­

tra anche Turbanistica), la quale si intrec­

cia con là legislazione statale, non piiò es­

sere modificata a spizzichi, perché oggi si nota un inconveniente e domani se ne rivela un altro. Questo è, un modo per distruggere a poco a poco una legislazione ; che,, per la prima volta in Sicilia dopo treht’anni, si è riusciti a far diventare organica e incisiva.

Questo non vuol dire che un testo legi­

slativo non sia modificabile, che non abbia

lacune, vuol dire soltanto che il metodo da seguire è diverso. Sulla legge numero 78 si sono tenuti molti convegni di urbanisti e di giuristi ad alto livello e le riunioni sia di Catania che di Palermo, presiedute dall’al- lora vicepresidente d ella, Corte costituzio­

nale, pervennero alla conclusione che la leg­

ge si può integrare e migliorare, ma in una visione organica che mantenga integre le sue finalità e le sue capacità d’azione.

Devo dire che senza un valido motivo si è messo mano alla modifica della legge; cio­

nonostante, siccome sono coerente con le mie opinioni, ho detto di essere d’accordo a sal­

vaguardare quei comprensori che erano so­

pravvissuti e che non avevano dato luogo a molti inconvenienti e a tale scopo abbia­

mo concordato un emendamento per salvare il salvabile di questi piani comprensoriali.

Ma il resto, che non era oggetto di nessuna iniziativa legislativa, ma che è nato della di­

scussione in Commissione, mirava soltanto a scardinare, a mio avviso, un istituto fonda- mentale, creato come antidoto all’inattività dei comuni.

Vorrei pregare la Commissione di rive­

dere la propria opinione manifestata in Aula, perché, ripeto, quella precedentemente a me nota era diversa. Altrimenti, lo devo dire molto chiararhente, rischiamo su ognuno di questi emendamenti di fare solo discussioni approfondite, che rimangono perlomeno agli atti deirAssemblea e che attestano, che vi è stato chi ha sottolineato gli inconvenienti a cui si va incontro e chi, invece, ritiene che le cose debbano ritornare al 1947, quando ha cominciato a funzionare questa Assem­

blea regionale. Si vogliono cancellare d’un tratto conquiste fondamentali per rammini- strazione pubblica, che si era dotata di stru­

menti adeguati di fronte alla crescente ma­

nomissione del territorio della regione, nel­

la convinzione che a situazioni gravi biso­

gnava pur contrapporre elementi di rigore tali da indurre le amministrazioni comunali a più ragionevoli applicazioni della norma.

Debbo fare presente che questo non è l’ul­

timo emendamento, perché ve ne sono altri presentati dalla Commissione che mi costrin­

geranno ad ulteriori interventi, perché pre­

vedono limitazioni alla durata del mandato e -alle prerogative del commissario. E deb­

bo anche fare presente — mi dispiace che

(9)

Ij Resoconti Parlamentari — 8669 Assemblea Regionale Siciliana

|: IX Legislatura 241” SEDUTA 1 Agosto 1984

non ci sia l’assessore Piacenti — che egli, sulla proposta di prolungare in casi parti­

colari il periodo assegnato al commissario a dodici mesi, aveva manifestato la sua opi­

nione favorevole, onorevole Colombo, in Commissione...

COLOMBO, relatore. Era d’accordo l ’As­

sessore, ma non la Commissione.

FASINO. Signor Presidente, ritengo co­

me deputato di questa Assemblea di avere il diritto di discutere di una materia cosi delicata e grave alla presenza dell’organo competente. E ’ vero che il Governo è pre­

sente, ma giustamente ogni Assessore ha le proprie competenze e non si può intendere di una materia cosi specifica e particolare quale è quella urbanistica. Quindi, la pre­

go di sospendere questa discussione in at­

tesa che venga l’Assessore. Non è possibile che in Assemblea si discuta in questo modo, perché a me nessuno dà risposte. La Com­

missione dice no dopo avere detto si; e al­

lora per lo meno voglio sapere dal Governo chi si assume la responsabilità di questo danno nei confronti del territorio della re^

gione.

MERLINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MERLINO. Signor Presidente, bisogna os­

servare innanzitutto che i componenti della Commissione non si rendono conto dell’af­

fermazione, forse scappata di bocca alTono- revole Rasino, sulla correttezza di compor­

tamento della Commissione.

A noi non risulta di essere stati mai d’ac- eordo con la proposta.

: r a s in o. Se lei mi imputa di scorrettez­

za, devo rispondere.

L’onorevole locolano, prekidente della Com- àiissione, ha detto che era d’accordo con f emendamento.

^IERLINO. Lei ha parlato di correttezza, io della sua....

FASINO. Il presidente della Commissio­

ne mi ha detto .alla presenza dell’onorevole Colombo che eravate d’accordo sul mio emen­

damento.

MERLINO. Ma la Commissione non si era riunita, l ’abbiamo detto nel corridoio...

PRESIDENTE. Onorevoli colleglli, vi pre­

go di smettere con questo dialogo.

MERLINO. Il problema è, signor Presi­

dente e onorevoli colleghi, che quello che l’onorevole Rasino ritiene una conquista del­

le istituzioni in materia di gestione del ter- - ritorio, la Commissione intera lo considera una delle cose più assurde e più deteriori in un certo senso.

Mentre il commissario è nominato per compiere un atto che per determinati motivi l’amministrazione locale non può compiere, secondo l’onorevole Rasino il commissario ad acta è, invece, un delegato alla gestione del territorio in mancanza di iniziative del- ramministrazione locale. Qui è la differenza sostanziale. Noi riteniamo che un funzionario non possa avere la delega alla gestione del territorio, ma possa essere delegato soltanto a compiere qualche atto.

In questo senso il periodo di tre mesi pro­

posto dalla Commissione si deve ritenere un compromesso. Già tre mesi sono molti per noi, nella considerazione, appunto, che un pubblico funzionario non può assumersi la responsabilità della gestione del territorio.

Quindi, la Commissione è contraria al pri­

mo emendamento Rasino, restando favore­

voli agli altri due.

PRESIDENTE. Il Governo è d’accordo?

MARTINO, A ssessore p er l ’industria. Si­

gnor Presidente, mi rimetto all’Aula per la decisione. Ho seguito il dibattito e credo che la Commissione abbia ragione per le mo-.

tivazioni e le perplessità espresse, ma non essendo^ presente il collega, assessore Pia­

centi, mi rimetto all’Aula.

CAPITUMMINO. Chiedo di parlare.

R esocon ti, f. 1171 (500)

(10)

Resoconti Parlamentari 8670 Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SED U TA 1 Agosto 1984

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAPITUMMINO. Signor Presidente, visto che l ’argomento è di grande importanza e ha bisogno di una ulteriore riflessione, chie­

do, a nome del gruppo democristiano, di sospendere la discussione del disegno di legge.

VIZZINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIZZINI. Signor Presidente, non ho mo­

tivo di oppormi alla richiesta dell’onorevole Capitummino che credo sia fatta con una intenzione positiva, cioè quella di contri­

buire all’approvazione del disegno di legge.

Volevo soltanto ricordare che questo prov­

vedimento legislativo ha un carattere di par­

ticolare urgenza.

Si sono tenuti infatti convegni su que­

sto tema, cui hanno partecipato numerosi parlamentari di questa Assemblea e parec­

chie decine di sindaci di tutti i partiti, che si sono conclusi con un impegno unanime ad approvare questo disegno di legge.

Quindi, non mi oppongo alla richiesta e capisco le difficoltà che derivano dall’assen­

za dell’Assessore, però vorrei insistere per­

ché l’esame del disegno di legge venga ri­

preso nelle prossime ore.

PRESIDENTE. Rimane stabilito che la di­

scussione del , disegno di legge è tempora­

neamente sospesa.

Seguito della discussione del disegno di legge:

« Piano di intervento contro l’uso non tera­

peutico delle sostanze stupefacenti e psico- trope » (661/A).

PRESIDENTE. Si passa al seguito della di­

scussione del disegno di legge: « Piano di in­

tervento contro l ’uso non terapeutico delle sostanze stupefacenti e psicotrope » (661/A), posto al numero 2.

Invito i componenti la settima Commis­

sione a prendere posto al banco alla me­

desima assegnato.

Ricordo che l’esame del disegno di legge è stato sospeso in sede di discussione ge- , nerale nella seduta del 12 luglio 1984.

AMATA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AMATA. Signor Presidente, onorevoli col­

leglli, intervengo nella discussione generale per dare il contributo del nostro gruppo par­

lamentare alla definizione di queste norme, che hanno avuto un iter molto travagliato e che hanno come destinatari coloro che vi­

vono il dramma della tossicodipendenza sia che lo vivano in prima persona sia che lo vivano come familiari. Voglio limitarmi ad alcune considerazioni generali, perché le al­

tre questioni le affronteremo a mano a mano che procederemo neH’esame delTarticolato.

Bisogna anzitutto sottolineare che in que­

sto campo operiamo in presenza di mille dif­

ficoltà, in un mare che è molto tempestoso, di fronte a problemi che sono drammatici e urgenti e per i quali non è sempre facile trovare la soluzione giusta. Proprio per que­

sto nel disegno di legge abbiamo individuato alcuni punti fondamentali da cui fare scatu­

rire tutto il resto.

Non è un caso che in questo settore lo Stato non ha piu aggiornato la vecchia nor­

mativa del 1975, cosi come non è un caso che questo disegno di legge, che è stato li­

cenziato dalla Commissione sanità il 21 lu­

glio 1983, deriva sia pure con profonde mo­

dificazioni da un altro disegno di legge che già nel 1981 era arrivato aU’esame d,eU’Aula.

Se c’è voluto tanto tempo per arrivare a varare queste norme, se lo stesso Parlamen­

to nazionale non è stato in grado di modi­

ficare norme che chiaramente sono obsolete in alcune parti e in altre assolutamente inm tili, in qualche caso mai applicate, credo che la difficoltà derivi dal fatto che ci troviamo ad operare in un campo nel quale è estre­

mamente difficile recuperare i guasti che si sono prodotti. .

Il fenomeno della tossicodipendenza, che è la peste di questo secolo, si diffonde io modo impressionante e continuamente si ri­

propone in termini nuovi;, non siamo più in presenza solo di tossicodipendenza da eroi­

na, ma anche da cocaina, che produce alW danni, forse ancora più diffusi e duratoli più profondi e piu difficilmente reversibli-

È ’ dunque un fenomeno in continua evo­

luzione, per cui è estremamente difficile riù-

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Resoconti Parlamentari 8671- Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241* SEDUTA 1 Agosto 1984

scire a varare norme ■— bisogna dirselo — in grado di dare risposte esaurienti, specie se si considera Fambito limitato del nostro intervento.

Lo Stato ha la possibilità di aggredire il fenomeno dell’espansione delle tossicodipen­

denze sul piano del traffico internazionale degli , stupefacenti, della lotta alla mafia e della lotta alla diffusione del mercato clan­

destino dell’eroina e della cocaina, sul pia­

no, quindi, della repressione per debellare le organizzazioni criminali dedite al traffico della droga. Se lo Stato non ha fatto que­

sto — meglio, ha fatto poco da questo pun­

to di vista — credo che vada dato atto a noi di dovere operare con mezzi molto più limitati e di essere costretti ad intervenire sul piano del recupero, dopo che la tossico- dipendenza ha già creato i suoi effetti de­

vastanti. Questo è il limite deh nostro inter­

vento.

Ci rendiamo conto come sia, tutto som­

mato, avvilente intervenire solo per riparare i danni che già si sono prodotti. In questo campo è difficile che da parte nostra si possa fare prevenzione, se lo Stato non prov­

vede ad attuare Funica prevenzione giusta e seria, quella che stronca alla radice la dif­

fusione del traffico della droga.

Si può fare dell’altro e qui avverto una esigenza che è anche delle forze politiche di maggioranza e di ampi settori della cultura:

si può vincere intanto questa battaglia sili piano culturale, perché la diffusione delle sostanze stupefacenti è figlia della società opulenta, è figlia , di una cultura della tra­

sgressione che è stata sostenuta e. diffusa anche dai mezzi di comunicazione di massa;

la cultura della trasgressione e della diver­

sità, davanti alla, quale non siamo stati in.

grado di contrapporre ideali e valori alter­

nativi che contrastino questo stato di abban­

dono e di degrado dell’individuo e di intere parti, della società.. Ha prosperato invece il traffico della droga, che ha trovato facile sbocco anche in questa città e in Sicilia.

Siamo dunque coscienti: che purtroppo le possibilità di recupero; del' tossicodipendèn­

te non sono ampie, .perché mancano struttu-

*■0 adeguate, perché manca una cultura al­

ternativa a quella oggi imperante, perché '^ella stessa società si registra, invece, ima

®°rta di rimozione collettiva di questo fe­

nomeno, di demonizzazione del tossicodipen­

dente e perfino dei familiari che gli stanno vicino e che vivono il dramma del figlio in preda a questo terribile incubo.

Sia pure con questi limiti abbiamo elabo­

rato questo disegno di legge sapendo che comunque alcune cose andavano fatte e con rapidità. Questa però non c’è stata a cau­

sa delle ricorrenti crisi di governo, del­

le difficoltà interne alla maggioranza pen- tapartita che sorregge questo Governo e che ha sorretto altri governi precedenti, che han­

no manifestato la stessa incapacità di dare risposte ai. mali della Sicilia. E ’ sintomatico che questo disegno di legge, che è stato esi­

tato dalla Commissione sanità nel luglio del­

l’anno scorso, venga esaminato in Aula a distanza di un anno; è stato per lungo tempo fermo in Commissione finanza per avere la copertura finanziaria ed è rimasto iscritto all’ordine del giorno dell’Aula per parecchi mesi. Questo testo è cosi già in parte superato rispetto alla realtà su cui deve intervenire.

Vorrei qui sottolineare il merito, nostro e di alcuni colleghi della Commissione sa­

nità, di avere tracciato alcune linee; il me­

rito ed il coraggio anche di avere deciso che non serve in questo campo un piano che sia infarcito di dotte citazioni e di enunciazioni di principio; serve ben altro, probabilmente di meno, servono interventi che siano pre­

cisi, finalizzati, concreti. Ecco, perché, sul­

la base di una proposta nostra, la Commis­

sione ha abbandonato il progetto iniziale di piano, impercorribile per alcuni aspetti, su­

perato e anche culturalmente sbagliato, e ha tracciato le linee di questo nuovo piano che indica solo alcune cose da fare, poche ma sicure e verificabili. E ’ stato previsto il limi­

tare anche nel tempo l’intervento della Re^

giùne in questo campo, perché è necessario procedere con cautela e, soprattutto, veri­

ficando il risultato del lavoro svolto a se­

guito dell’applicazione del. piano.

Questo piano varato Fanno scorso era un segno della volontà delle forze politiche di dare una prima risposta a questo feno­

meno, ma contiene imprecisioni e alcune nor­

me il cui contenuto è ormai superato dal di­

battito che in Italia si è andato svolgendo negli ultimi tempi, al quale noi comunisti

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R E Soconti Parlamentari 8672 — Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241’ SED U TA 1 Agosto 1984

abbiamo dato un contributo di grande rilie­

vo, considerato che abbiamo presentato un disegno di legge che è una delle po­

che proposte significative che esistono sul piano nazionale, che è stato il frutto di una limghissima discussione, non solo interna al nostro partito ma anche esterna, che ha avuto un momento assai alto nel convegno di Modena di qualche mese fa, dove questa proposta legislativa ha avuto il conforto di numerosi esperti di alta qualificazione pro­

fessionale e culturale.

Abbiamo tentato di dare il nostro contri­

buto conducendo una battaglia che ha sor­

tito in parte esiti positivi e avevamo dato il nostro assenso al disegno di legge in esa­

me, pur avendo una serie di riserve, che ancora oggi permangono. Avvertivamo però la necessità che TAssemblea fosse investita del problema e ci siamo riproposti di por­

tare in Aula le nostre idee e gli emenda­

menti non accolti dalla Commissione. Ciò perché siamo profondamente convinti che anche in presenza di norme stralciate, di un intervento parziale e limitato nel tempo, è assolutamente necessario che le idee nel­

le quali crediamo e che possono dare un contributo valido nella lotta alla diffusione delle sostanze stupefacenti siano portate a conoscenza dei colleghi perché essi si pro­

nuncino.

Sul piano generale ci sono ancora alcune cose che valuteremo sulla base delle rispo­

ste che l’Aula darà. Il disegno di legge ha sicuramente alcuni lati positivi, ma ha bi­

sogno ancora di parecchi miglioramenti, an­

che con riguardo alla copertura finanziaria che è irrisoria. Non abbiamo però presentato nemmeno un emendamento che aumenti di una sola lira la dotazione finanziaria, pro­

prio perché non vogliamo essere responsa­

bili di ritardare ulteriormente l’approvazio­

ne di questo disegno di legge. Per questo motivo ci siamo limitati ad una distribuzio­

ne migliore della dotazione finanziaria, ma su ciò ritorneremo nel corso della discus­

sione degli emendamenti.

BRANCATI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRANCATI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il piano regionale per la lotta alle

tossicodipendenze giunge finalmente alla sua conclusione dopo un iter molto travagliato.

Credo che tutti abbiamo davanti l ’entità del fenomeno del quale ci occupiamo. Per quel­

lo che ci riguarda, secondo i dati del Censis del 1982, ben 70 giovani su 10.000 sono dro­

gati nel Sud e nelle Isole. Il fenomeno del con.gì imo degli stupefacenti investe ormai non solo fasce sociali medio-alte, ma anche le fasce medio-basse. Oggi non c’è un settore della nostra società che non venga colpito da questa piaga.

A partire dagli anni Ottanta si è eviden­

ziata, però, nettamente la richiesta di aiuto dei tossicodipendenti alle strutture sociali per uscire dalla schiavitù della droga, modifican­

dosi cosi il rapporto del tossicodipendente con le strutture sociali che era prima di ri­

fiuto, poi di ricerca del farmaco e oggi di ricerca di aiuto. Infatti ai servizi pubblici e privati esistenti nel nostro Paese che han­

no iniziato la loro attività nel 1980, si so­

no rivolti ben 85 mila tossicodipendenti dal­

l’inizio del loro funzionamento e 15 mila nuovi ingressi si sono avuti nel solo primo semestre del 1982.

Questi servizi nel nostro Paese sono pub­

blici e privati, soprattutto sono comunità terapeutiche o altri presidi: associazioni, cooperative di assistenza e di lavoro, ma di­

stribuiti in modo molto disomogeneo nel ter­

ritorio nazionale. Cosi, se è vero che la inci­

denza della tossicodipendenza nel Sud e nel­

le Isole è inferióre rispetto a quella dell’area Centrale del Paese, è anche vero che su 312 servizi pubblici presenti nel 1982 nel nostro Paese, solo 25 erano in Sicilia e si tratta­

va dei centri ospedalieri per la dissuefazio- ne farmacologica, e su 106 comunità tera­

peutiche soltanto due erano in Sicilia. Ep­

pure, a queste strutture in Sicilia si sono presentati, nel 1982, 3.336 tossicodipendenil Questi dati danno un’idea delTentità del fenomeno, a cui questo piano intende dare una risposta certamente parziale. Una rispo­

sta che è stata definita, còme è detto nella relazione, di’ carattere sperimentale, in con­

seguenza del fatto che nessuno in. questo settore può dire di avere soluzioni definì' tive, soluzioni miracolistiche di un problS' ma che ha radici molto complesse. Ciò s®

è vero, come è stato detto, che non e s is to

la tossicodipendenza, ma il tossicodipendeD' te, anzi, i tossicodipendenti, ognuno con “

(13)

Resoconti Parlamentari 8673 — Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241" SEDUTA 1 Agosto 1984

; SUO bagaglio di esperienze personali che lo 5 hanno portato all'abuso di sostanze stupe- j facenti.

Quindi, il piano non pretende di dare ri-

! sposte definitive, ma enuclea un primo grup- : po di interventi; ma aU’interno di questa

; dimensione sperimentale il piano compie uno : sforzo per uscire dalla disorganicità e dal-

; la frammentazione dell’intervento. La se- : conda caratteristica è infatti quella della

; organicità deH’intervento, cioè il tentativo di impegnare globalmente tutte le struttu- : re esistenti, assegnando a ciascuna dei com-

; piti e coordinandole tra loro. E ’ per questo

’ che il piano prevede i compiti dei comuni, 1 delle unità sanitarie locali e al loro interno

; di ogni singolo servizio cercando di coordi- : nare e di esaltare le strutture esistenti.

Un’altra caratteristica del piano è indub-

■ biamente quella di prevedere una rete di i servizi nel territorio partendo dalla fase ospe- i daliera, che non è certamente una fase im- : portante dal punto di vista del recupero del i tossicodipendente, ma pur rappresenta il pri-

■ mo impatto del tossicodipendente con la i struttura pubblica. Il tossicodipendente cioè

; arriva in ospedale quando non è in grado di i controllare la sua tossicodipendenza e la fa- j se ospedaliera rappresenti il primo impatto : con la struttura pubblica. Ma l’affidamento

’ del tossicodipendente dopo la dissuefazione

; farmacologica è in questo momento assolu- t tamente carente, talché i risultati ai fini del

I

: recupero, anche nella nostra regioné, sono I i estremamente poveri. Ecco perché si è pre- , visto nel piano un continuum terapeutico che va dalla fase ospedaliera al servizio di tutela della salute mentale che è distribuL to nel territorio e da qui alle altre struttu-

• ^ re di recupero come le comunità terapeu­

tiche.

. Il personale che il piano prevede in que­

sta fase è costituito prevalentemente da psi- . ’ cologi e assistenti sociali. Si è parlato di una I medicalizzazione » della tossicodipendenza, ' Dia su questo punto bisogna essere chiari.

state avanzate critiche al piano soprat- j ; tutto da parte deh Movimento federativo de- , . Diocratico. Questi rilievi nei confronti del piano sono, a mio avviso, superficiali, per- ché risentono di un ciarpame ideologico e pseudo-scientifico che ha caratterizzato una ' certa fase della cosiddetta medicina democra-

’ I ^Da. Il fatto che gli stati di tossicodipendenza

non vadano inquadrati neU’ambito esclusivo della medicina e della psichiatria è un fatto indubitabile, ma' non si può certo discono­

scere, e del resto viene ammesso largamen­

te da tutti, che siamo in presenza di « de­

vianze comportamentali che destrutturano la personalità ».

Solo una concezione arcaica può consi­

derare lo psichiatra come il medico della schizofrenia o della paranoia, inadatto per­

ciò a curare turbe che pure si riconoscono molto gravi del comportamento, che arri­

vano fino all’autodistruzione e a forme mol­

to simili, e talvolta al suicidio. Se, per esem­

pio, dal campo dell’abuso dell’eroina passia­

mo a quello della cocaina, vediamo che le alterazioni mentali sono più consistenti e as­

sumono talvolta caratteristiche di vere e pro­

prie crisi che soltanto l’intervento medico può placare.

Se è vero, allora, che la psichiatria non copre tutto il fenomeno della tossicodipen­

denza, è anche vero che essa non è total­

mente estranea a questo campo ed è pro­

prio per questo che in tutto il mondo, non solo nel resto del Paese, la tendenza è quel­

la di affidare allo psichiatra, che deve cer­

tamente riconvertire la sua fisionomia tra­

dizionale, il compito di essere in prima linea nella lotta per il recupero del tossicodipen­

dente.

La medicina, del resto, non è nuova a queste riconversioni delle figure mediche. Le nuove tecniche che si vanno sperimentando in questo campo, come le terapie di grup­

po, sono tecniche proprie di questa branca della medicina oltre che, ovviamente, della psicologia. E, del resto, nel piano mi sem­

bra che vi sia un giusto rapporto che pri­

vilegia la figura professionale dello psicolo­

go, ma non esclude e non pretende di espro­

priare lo psichiatra.

L ’inserimento, proposto in alcuni emen­

damenti, del sociologo mi pare estremamen­

te opportuno per completare il gruppo che deve coordinare la lotta, nelle unità sani­

tarie locali, contro la tossicodipendenza. Vie­

ne poi proposta, e ne parleremo poi al mo­

mento in cui esamineremo gli emendamenti, la costituzione di centri di solidarietà e di assistenza, ai quali non. si può certo es­

sere contrari in linea di principio, purché si tenga conto proprio della sperimentalità del piano e del fatto che non esistono punti

(14)

Resoconti ParlamentaTì — 8674 — Assemblea Regionale Siciliana

IX Legislatura 241“ SED U TA 1 Agosto 1984

di riferimento per la valutazione degli ef­

fetti del piano nel suo impatto con una realtà polimorfa che, anche nella nostra Iso­

la, è caratterizzata da aree metropolitane e da aree invece agricole, con diversità di abi­

tudini e di civiltà.

Prevedere quindi una struttura rigida che dovrebbe andare bene sia per la grande cit­

tà come per i piccoli centri mi sembra una forzatura che dovrebbe essere rivista e cor­

retta.

In conclusione, credo che il piano rap­

presenti un : onesto tentativo di dare una risposta adeguata al fenomeno della dro­

ga in Sicilia e, se anche giunge tardivamen­

te, esso ha però il grande vantaggio di es­

sere molto lineare, molto schematico, di pun­

tare soprattutto sulle strutture esistenti. Ma vorrei fare anche alcuni rilievi e alcune rac­

comandazioni.

In primo luogo, l ’avere affidato al servi­

zio di tutela della salute mentale compiti specifici nella lotta alle tossicodipendenze po­

ne un serio problema che l’Assessore dovrà affrontare con rapidità e risolutezza, perché è noto che proprio questo servizio, per una serie di motivi (per esempio, il passaggio del- rassistenza psichiatrica, delle amministrazio­

ni provinciali, alle unità sanitarie locali) ha nel territorio della regione ancora vaste, la­

cune: non si è infatti realizzato il comple­

tamento degli organici pure previsti in tut­

to il territorio. Quindi, affidare questi compi­

ti ad un servizio che è, in alcune parti del nostro territorio, inesistente, rappresenta un grosso rischio. Si tratta di un grosso pro­

blema che l ’Assessorato deve affrontare se non si vuole vanificare buona parte della legge.

In secondo luogo, i compiti dei comuni ap­

paiono relativamente modesti e non sono previsti nel piano interventi finanziari ade­

guati, capaci di mettere in movimento una realtà che in atto è allo stadio zero.

Un terzo punto è che fra le iniziative de­

gli enti ausiliari converrebbe enucleare ol­

tre alle comunità terapeutiche, che sono be­

ne identificate nel piano e con previsioni di interventi finanziari considerevoli, capaci cioè di far decollare anche nella nostra regione queste strutture, altri tipi di strutture, co­

me i centri di accoglienza o le comunità diurne o centri di assistenza ai tossicodi­

pendenti, che specificatamente bisognerebbe

prevedere nel piano col relativo interven­

to finanziario.

Con queste considerazioni concludo dicen­

do che, pur nella limitatezza deU’intervento, che non può certo avere la presunzione di rappresentare un atto conclusivo (e del re­

sto il piano prevede una relazione annuale dell’Assessore sull’andamento del fenomeno e una verifica della capacità del piano di operare, di incidere nella realtà) pur con questi limiti credo che l ’Assemblea debba approvare rapidamente questo disegno di legge per iniziare la lotta ad un fenomeno che anche nella - nostra regione sta acqui­

stando ogni giorno di piti caratteristiche di gravità eccezionale. .

Presidenza del Vicepresidente VIZZINI

GANAZZOLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GANAZZOLI. Signor Presidente, non vi è dubbio che il disegno di legge in esame con­

tenente il piano contro le tossicodipendenze è molto più snello e concreto del progetto legislativo presentato dal Governo all’inizio di questa legislatura.

Tuttavia, è da dire che questo migliora­

mento ci ha fatto perdere alcuni anni. Sic­

come il piano riguarda gli anni ’84 e ’85, oggi avremmo avuto, forse, un secondo pia- no da discutere, se fossimo riusciti ad ap­

provare il primo in tempi ragionevoli.

Non vi è dubbio,'cosi come è stato detto, che il piano elaborato daU’Assessorato e dal comitato di consulenza si presentava alquan­

to farraginoso’ e impreciso e in ogni caso andava modificato. La posizione dei sociali­

sti su questo problema è stata diversa da quella di altri gruppi politici, proprio in relazione alla materia che il disegno di legge affronta. Come diceva l ’onorevole Amata, noi navighiamo in ' mare aperto,, e una materia molto complessa in cui gli, elo' menti di certezza sodo molto rari.

Quello chè’ è importante in questo set'

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