1
CONSIGLIO DE’ DUGENTO 1532 - 1781
INVENTARIO SOMMARIO
A CURA DI
GAETANO PAPPAIANNI
-1921-1922-
2
AVVERTENZA PER LA RICHIESTA DEI DOCUMENTI
CONSIGLIO DE’ DUGENTO
INVENTARIO SOMMARIO VALIDO PER LE RICHIESTE
PER LE RICHIESTE È NECESSARIO INDICARE:
- la denominazione del fondo così come compare nell’intitolazione
- il numero dell’unità archivistica; la numerazione valida per le richieste è
il numero d’ordine a sinistra.
3 Il soggetto produttore (1545 - 16 aprile 1784)
Il Consiglio dei Dugento fu creato con le Ordinazioni del 27 aprile 1532, la riforma costituzionale che decretò il passaggio dalla Repubblica fiorentina al principato mediceo.
Nonostante il nome, i primi membri del Consiglio erano 244, comprendendo nel loro numero i componenti della Balia che aveva nominato i Dodici Riformatori autori delle “Ordinazioni”, 84 cittadini detti “arroti” (cioè aggiunti), nominati in base ai quartieri dai Dodici medesimi e i membri dell'ultima Signoria. Dopo la prima nomina, i componenti del Consiglio dovevano essere scelti direttamente dal duca. La carica era vitalizia e accessibile ai soli cittadini fiorentini di almeno 35 anni.
Questo organo legislativo, sulla base di quanto stabilito nell'articolo IX delle Ordinazioni, aveva il compito di sanzionare, con la maggioranza dei due terzi, le cosiddette “provvisioni di spezialità”, ossia i provvedimenti concernenti i privati e le comunità soggette, ma solo dopo che fossero state approvate dal principe e, sempre con la maggioranza di due terzi, dai Procuratori di palazzo. Molte le questioni “particulari” sottoposte ai Dugento: nel caso di comunità, si trovano petizioni per proroghe di esenzioni fiscali, autorizzazioni allo svolgimento di mercati e fiere, cancellazioni di debiti pubblici, modifiche della durata del mandato dei rettori locali. Monasteri e luoghi pii, invece, richiedevano spesso il rinnovo di elemosine di sale o in denaro. I privati compaiono in richieste di ripudie di eredità, emancipazioni di minori, remissioni di debiti, reclami dei beni dotali da parte di mogli indigenti. Il Consiglio aveva anche il compito di eleggere alcune magistrature e uffici, sia intrinseci che estrinseci, con la maggioranza semplice, votando su una lista di cittadini estratti a sorte da borse approntate ad hoc per ogni carica. Più in generale, aveva un ruolo importante nel meccanismo elettorale incentrato sul sistema delle tratte: i consiglieri dovevano infatti occuparsi sia del rinnovo periodico delle borse di coloro che erano giudicati idonei a concorrere per i diversi uffici, sia di votare i nomi estratti dalle borse degli abilitati a cariche rimaste vacanti. I nomi “vinti”, cioè votati, venivano “imborsati” di nuovo e fra di essi si estraeva a sorte il nuovo magistrato.
Il Consiglio doveva pronunciarsi sull'attribuzione della cittadinanza. Un primo, fondamentale passaggio per conseguire diritti politici era ottenere dai Dugento l’iscrizione a “gravezza” nei registri della decima. Un requisito fondamentale per l'acquisizione dello status di “fiorentino”, infatti, era l’inserimento nelle liste dei contribuenti. Già dal principato di Cosimo I (1537-1574) essere ammessi nel Consiglio divenne più un riconoscimento onorifico che il conseguimento di un'effettiva posizione di potere. Le sedute, infatti, non potevano svolgersi senza la presenza del principe o di un suo sostituto, del Magistrato Supremo e di una rappresentanza formale dei Procuratori di Palazzo e dei Collegi. Le votazioni, inoltre, riguardavano provvisioni già approvate dal sovrano, senza possibilità di una loro modifica né di bocciatura. Questo fenomeno non coinvolgeva soltanto il Consiglio dei Dugento, ma rientrava nella tendenza allo svuotamento di potere di tutte le magistrature tradizionali o che si ispiravano alle istituzioni repubblicane. La nomina di ufficiali e magistrati divenne sempre più frequentemente appannaggio del principe, cosicché si andarono riducendo le cariche cui si accedeva attraverso il metodo della tratta. Non è un caso che, dal 1532 al 1737, i Consiglieri effettuassero solo dodici “squittini” generali. Analogamente, il sovrano avocò a sé la prerogativa della concessione della cittadinanza. In tal modo introduceva all'interno dell'oligarchia fiorentina uomini fedeli e che a lui soltanto dovevano le proprie fortune.
La perdita di potere reale da parte del Consiglio ne provocò anche il declino, come dimostra il fatto che, con l'andare del tempo, sempre più spesso mancò il numero legale dei Consiglieri necessari per il regolare svolgimento delle adunanze. Nel corso del Cinquecento si presero alcuni provvedimenti, tra cui l'abbassamento del quorum per la regolarità delle sedute fino alla soglia di 120 consiglieri e sanzioni contro gli assenti ingiustificati, ma la situazione non migliorò.
Quando il 20 novembre 1781 Pietro Leopoldo estese la riforma comunitativa alla città di Firenze, il Consiglio dei Dugento fu ufficialmente abolito. Le esigue competenze che ancora esercitava furono trasferite in parte al Magistrato Supremo (in particolare le competenze in materia di pubblicazioni di ripudie ed emancipazioni), in parte, dopo il 1789, al Consiglio di Stato e Finanze, in cui venivano vagliate le “suppliche dei particolari”.
4 Il complesso archivistico (1532 – 1781)
Consistenza: 225 unità tra filze e registri Numerazione continua: da 1 a 225 Storia archivistica
La documentazione prodotta di volta in volta dai Dugento veniva affidata al Cancelliere preposto alla tenuta e custodia dell'Archivio delle Riformagioni nel quale, sin dal 1289, si conservavano gli atti legislativi della Repubblica, di cui i provvedimenti approvati ed emanati dai consigli del principato erano concepiti come l'ideale continuazione. Il legame stretto tra organi legislativi e Cancelliere delle Riformagioni era ribadito dal fatto che nelle Ordinazioni era stabilito che quest'ultimo fungesse anche da segretario dei Dugento e del Senato dei Quarantotto.
Le scritture prodotte dal Consiglio dei Dugento non venivano depositate immediatamente in Archivio, ma erano trattenute presso la Cancelleria delle Riformagioni per tutto il tempo in cui rimanevano di utilità corrente. Questo fece sì che una parte dei documenti giungesse nell'Archivio delle Riformagioni solo al momento dell'abolizione del Consiglio dei Dugento avvenuta nel 1781.
Dal XVI secolo fino alla metà del XVIII, il nucleo documentario prodotto dai Dugento non subì operazioni sistematiche di riordino; uno dei primi interventi di ampio respiro, condotto da Gabriello Simeoni nel 1545, riguardò solo le Provvisioni emanate prima dell'istituzione del principato. Fu durante il granducato di Pietro Leopoldo che, contestualmente alle riforme che coinvolsero molti complessi documentari, si sentì la necessità di riordinare tutte le carte depositate nell'Archivio delle Riformagioni nel loro insieme, comprese quelle del Consiglio dei Dugento. Il 12 maggio 1769 il granduca nominò Gian Francesco Pagnini “primo ministro” (direttore) delle Riformagioni, assegnandogli l'incarico di sistemarne le carte, di compilare un inventario dei pezzi e un indice di tutte le materie comprese. Fu così che Pagnini elaborò l'Inventario dei codici e filze che si conservano nell'Archivio delle Riformagioni di Sua Altezza Reale, il Granduca di Toscana, in una prima versione in due tomi nel 1776, e in una più ampia redazione in tre volumi, nel 1783.
Nell'inventario del 1776 i documenti erano suddivisi in venti classi, delle quali le nn. VII, VIII e IX riunivano i provvedimenti legislativi, ossia le Provvisioni. Queste erano distinte sulla base delle magistrature che le avevano prodotte, ma non si riscontrano riferimenti precisi al Consiglio dei Dugento. Può darsi che una parte della documentazione prodotta dal Consiglio fosse inclusa già allora nella classe VII che comprendeva esplicitamente le provvisioni emanate dal Senato dei Quarantotto e che nella classe XX, relativa alle “Emancipazioni e repudie”, Pagnini avesse raccolto le deliberazioni in merito a tali atti emessi dal Consiglio dei Dugento, che ne aveva la competenza.
Nei tre tomi del 1783, invece, il direttore delle Riformagioni cambiò l'impostazione del suo ordinamento, preferendo il criterio di classificazione per materie affermatosi in Francia, e che si stava diffondendo in ambito archivistico anche in Italia.
Il successore di Pagnini, Filippo Brunetti, nel 1785 fu incaricato a sua volta dal granduca Pietro Leopoldo di un ulteriore lavoro di riordinamento delle Riformagioni. Nel solo 1784, infatti, l'Archivio aveva mutato di nuovo la propria fisionomia a causa dell'arrivo di vari nuclei documentari, tra cui materiale proveniente dal Monte Comune e dalla soppressa Pratica Segreta, documenti relativi al Ducato di Urbino ritrovati in un sottoscala della Dogana, carte riguardanti il governo della Repubblica comprese fino a quel momento nel fondo strozziano. Si ritenne perciò che il lavoro eseguito da Pagnini non riflettesse più la situazione effettiva e necessitasse per lo meno di un'integrazione. Anche Brunetti procedette ad un ordinamento per materie. Nel nuovo inventario in sei volumi, le classi furono ridotte a diciassette, con un'ulteriore divisione al loro interno in un numero variabile di "Distinzioni", che, nelle intenzioni del compilatore, avevano lo scopo di rendere più precisa la descrizione e di favorire la reperibilità dei documenti.
La documentazione relativa al Consiglio dei Dugento fu distribuita in due classi, la n. II e la n. XIV.
Nella prima, dedicata alla Legislazione universale, nella Distinzione II (“Provvisioni della Repubblica e del Senato”) le deliberazioni dei Dugento degli anni 1532-1615 risultavano unite alle provvisioni
5 del Senato dei Quarantotto. Questa commistione tra le deliberazioni dei due Consigli sussiste tutt'oggi.
Nella Classe XIV Negozi del Consiglio dei Dugento, invece, furono incluse le carte che andarono a costituire le seguenti tre Distinzioni: “Bullettini e Salvicondotti per i Debitori”; “Elemosine del sale e piati d'inopia”; “Deliberazioni, riforme e pubblicazioni dell'emancipazioni e ripudie”.
Tra la fine del XVIII secolo e i primi anni del XIX, compresa la breve parentesi della dominazione napoleonica, le carte del Consiglio dei Dugento subirono le medesime vicende di tutto l'Archivio delle Riformagioni e, di fatto, non ricevettero alcun tipo di modifica importante, grazie anche alla cura di Luigi Lustrini, cui fu affidata la direzione della Conservation générale des archives de Toscane, il quale, contravvenendo alle disposizioni impartite dal governo francese, non applicò le nuove classificazioni previste per gli archivi.
Con l'istituzione dell'Archivio Centrale di Stato di Firenze nel 1852 l'Archivio delle Riformagioni venne riordinato secondo il metodo storico di Francesco Bonaini, quindi il materiale
documentario delle Riformagioni fu ripartito in tre sezioni: nel Diplomatico, negli archivi della Repubblica fiorentina e in quelli del Principato. Il fondo del Consiglio dei Dugento fu incluso nella terza sezione, insieme ad altri fondi delle "Magistrature ed uffizi del Principato", quali il Senato dei Quarantotto, la Pratica Segreta e il Segretario delle Riformagioni.
Risale al lavoro effettuato nel 1921-1922 dall'archivista Gaetano Pappaianni il completamento dell'ordinamento. L’inventario sommario prodotto è lo strumento utile oggi per la richiesta e consultazione dei pezzi e in cui è leggibile la disposizione delle unità così come la si riscontrava al tempo di Brunetti. Le variazioni principali apportate furono l'abolizione della divisione in "Classi"
e "Distinzioni" e l'attribuzione di una numerazione continua da 1 a 225. Prendendo comunque come riferimento le vecchie Distinzioni, la documentazione fu strutturata in nove serie in base alla tipologia del materiale conservato. Accanto alla nuova segnatura attribuita da Pappaianni si trova quella risalente a Brunetti.
Il fondo
Il Consiglio dei Dugento, al momento della sua istituzione, doveva rappresentare idealmente la prosecuzione del Consiglio del Popolo di età repubblicana. Nonostante la riduzione del suo peso politico, mantenne la funzione di conferire veste pubblica alle leggi già ideate in altra sede dal principe e dai suoi collaboratori, attraverso una formale approvazione. Questa funzione e le competenze attribuitegli dalle Ordinazioni del 1532, determinarono il tipo di documentazione prodotta e conservata a nome dei Dugento. Attualmente il fondo è strutturato in nove serie, ognuna delle quali raccoglie scritture di tipologia omogenea: deliberazioni in merito a salvacondotti e privilegi di vario tipo assegnati o riconosciuti a enti religiosi, a privati cittadini o a uffici comunitativi; suppliche; atti di ripudie di eredità, registrati quando veniva accolta la richiesta di privati cittadini che desideravano sottrarsi agli oneri legati a lasciti testamentari; deliberazioni di emancipazione di figli minorenni. A questi atti si aggiunge il materiale di corredo e le elaborazioni documentarie collaterali (repertori, minute, registri) prodotti durante la regolare attività del Consiglio e della Cancelleria che ne curava gli atti. I nn. 126 e 127 sono due repertori le cui registrazioni iniziano dall'anno 1448.
Ordinamento
I pezzi hanno una numerazione continua e consecutiva, mentre la loro successione è determinata sulla base delle "Distinzioni" effettuate da Brunetti negli anni ottanta del XVIII sec. All'interno di ogni serie prevale l'ordinamento cronologico
(Fonte: SIAS, ultima revisione 2020)
6 Bibliografia
sul soggetto produttore
Istituzione dei Cavalieri di S. Stefano in Archivio di Stato di Pisa, L'ordine di S. Stefano e la nobiltà toscana nelle riforme municipali settecentesche (Pisa, 12-13 maggio 1995), Pisa, ETS, 1995, pp. 55-82;
Renato Grispo (a cura di), Studi in memoria di Giovanni Cassandro, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991, pp. 759-785
Bernardo Sordi, L'amministrazione illuminata. Riforma delle comunità e progetti di costituzione nella Toscana leopoldina, Milano, Giuffrè, 1991, pp. 297-313;
Sergio di Noto (a cura di), Gli ordinamenti del Granducato di Toscana in un testo settecentesco di Luigi Viviani, a cura di Sergio Di Noto, Milano, Giuffrè, 1984, pp. 28; 33-35
Anna Bellinazzi, Claudio Lamioni, Carteggio universale di Cosimo I de' Medici (1537-1542). Inventario, Firenze, Giunta regionale Toscana - La Nuova Italia, 1982;
Furio Diaz, Il Granducato di Toscana. I Medici, Torino, UTET, 1976, pp. 51-53;
Giulio Prunai (a cura di), Firenze. Repubblica (sec. XII-1532). Granducato Mediceo (1532-1737). Reggenza Lorenese (1737-1765).
Granducato Lorenese (1765-1808, 1814-1861). Governo francese (1807-1808), Milano, Giuffrè, 1967, p. 72;
Antonio Anzilotti, La costituzione interna dello Stato Fiorentino sotto il duca Cosimo I de' Medici, Firenze, Francesco Lumachi, 1910
sul complesso archivistico
Giuseppe Pansini, Le "Ordinazioni" del 27 aprile 1532 e l'assetto politico del principato mediceo in Studi in memoria di Giovanni Cassandro, a cura di Renato Grispo, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali - Ufficio centrale per i beni archivistici, 1991, pp. 759-785;
Pompeo Neri, Le relazioni sulle magistrature fiorentine (1745 e 1763) in Marcello Verga, Da "cittadini" a "nobili". Lotta politica e riforma delle istituzioni nella Toscana di Francesco Stefano, Milano, Giuffrè, 1990, pp. 569-689;
Marcello Verga, "Cittadini" e "proprietari". Assetti istituzionali ed equilibri sociali nei progetti di riforma di Pompeo Neri ivi, pp.
206-239;
Clementina Rotondi, L'Archivio delle riformagioni fiorentine, Roma, Il centro di ricerca, 1972, pp. 28-83;
Armando Sapori, Mondo finito, Roma, Leonardo, 1946, pp. 129-143;
Il Regio Archivio Centrale di Stato in Firenze, con l'aggiunta degli archivi riuniti dal 1855 al 1861, [Firenze], Tipografia Galileiana di M. Cellini e C., 4°, 1861, p. 16.
Il lavoro di trascrizione che ha portato alla predisposizione del presente inventario è stato eseguito nel 2020 da Debora Ciucci, nell’ambito delle attività svolte in regime di lavoro agile previste ai sensi delle disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19.
7
I
NVENTARIOConsiglio de’ Dugento
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
1
CL. XIV Dist. In. 1
Salvacondotti e privilegi
(suppliche e minute) 1561 1563
2
n. 2“ “ 1565 15673
n. 3“ “ 1565 15704
n. 4“ “ 1567 15705
n. 5“ “ (Supplicationi et consensi dibullettini) 1570 1571
6
n. 6“ “ (Filza di salvacondotti consensi1571-72) 1571 1572
7
n. 7“ “ (consensi da febbraio 1572 atutto febbraio 1574) 1572 1574
8
n. 8“ “ (consensi di Salvacondotti damarzo 1754 a ottobre 1576) 1574 1576
9
n. 9“ “ (Suppliche et consensi di Salvacondotti novembre 1576aprile 1578)
1576 1578
10
n. 10“ “ (Salvacondotti da maggio 1578 atutto febbraio 1579) 1578 1579
11
n. 11“ “ (bullettini et consensi marzo1579 a tutto maggio 1581) 1579 1581
12
n. 12“ “ (per salvacondotti etprovvisione de’ 200 da marzo 1581 a dicembre 1582)
1581 1582
13
n. 13“ “ (salvacondotti da giugno 1581 atutto marzo 1582) 1581 1582
14
n. 14““ (filza di m. Jacopo Dani di salvacondotti et provvisioni dal
mese di dicembre 1582 a tutto febbraio 1583)
1582 1583
15
n. 15““ (filza di bollettini et provvisioni da marzo 1583 a tutto maggio 1584; Fuoco e inopie 1584-85;
salvacondotti)
1582 1585
16
n. 16“ “ (suppliche per bullettini et provvisioni da aprile 1585 a tuttomarzo dell’anno medesimo) 1585
17
n. 17“Salvacondotti e privilegi (suppliche per bullettini et inopie
cominciato d’aprile 1586 a tutto marzo dell’anno medesimo)
1586
8
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
18
Classe XIV Dist. I
n. 18
Salvacondotti e privilegi 1587
19
n. 19“ “ 1587 158820
n. 20“ “ 1588 158921
n. 21“ “ (bullettini 1590) 159022
n. 22“ “ 1590 159223
n. 23“ “ 1592 159524
n. 24“ “ 1598 160125
n. 25“ “ 1601 160326
n. 26“ “ (salvacondotti et bullettini del1604 et 1605) 1604 1605
27
n. 27“ “ (bullettini et salvacondottidell’anno 1606) 1606
28
n. 28“ “ 1606 160829
n. 29“ “ (salvacondotti da luglio 1608 al1610) 1608 1610
30
n. 30“ “ 1610 161131
n. 31“ “ 1611 161232
n. 32“ “ 1612 161333
n. 33“ “ 161434
n. 34“ “ (bullettini et salvacondotti 1615) 1614 161535
n. 35“ “ 1615 161636
n. 36“ “ (salvacondotti e bullettini 1617) 1616 161737
n. 37“ “ 1618 161938
n. 38“ “ 1618 162039
n. 39“ “ 1619 162040
n. 40“ “ 1621 162241
n. 41“ “ 1622 162342
n. 42“ “ 1623 162443
n. 43“ “ (salvacondotti et bullettini) 1623 16249
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
44
Classe XIV Dist. I
n. 44
Salvacondotti e privilegi 1624 1626
45
n. 45“ “ 1627 162846
n. 46“ “ 1628 162947
n. 47“ “ 1629 163148
n. 48“ “ 1631 163449
n. 49“ “ 1634 163650
n. 50“ “ 1636 163851
n. 51“ “ 1638 164052
n. 52“ “ 1640 164253
n. 53“ “ 1642 164454
n. 54“ “ 1644 164655
n. 55“ “ 1646 164856
n. 56“ “ 1648 165057
n. 57“ “ 1650 165458
n. 58“ “ 1658 166459
n. 59“ “ 1664 166860
n. 60“ “ 1668 167261
n. 61“ “ 1672 167562
n. 62“ “ 1676 168163
n. 63“ “ 1681 168664
n. 64“ “ 1686 169265
n. 65“ “ 1693 170166
n. 66“ “ 1701 170967
n. 67“ “ 1709 172468
n. 68“ “ 1724 174469
n. 69“ “ (registro alfabetico delle concessioni di salvacondotti difogli pergamenacei non numerati) 1514 1523
10
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
70
Classe XIV Dist. I
n. 70
Salvacondotti e privilegi (MDLXI…da… Registrum securitatum: il registro contiene fino
alla c. 39 un repertorio di salvacondotti ordinato
cronologicamente e alfabeticamente, a cominciare dalla c. 41 contiene una raccolta di
decreti ducali in materia pure di salvacondotti)
1561 1569
71
n. 71 “ “ (N.B repertorio cronologicoalfabetico di salvacondotti) 1569 1578
72
n. 72 “ “ (idem) 1578 160273
n. 73 “ “ (idem) 1601 162074
n. 74 “ “ (idem) 1620 164875
n. 75 “ “ (idem) 1648 170276
Classe XIV Dist. II
n. 1
Suppliche per provvisioni del Consiglio de’ 200 (documenti riguardanti materie ecclesiastiche,
successioni ecc.)
1548 1558
77
n. 2 “ “ (documenti riguardanti materie ecclesiastiche, successioni, diritticivili ecc.) 1552 1559
78
n. 3 “ “ (idem) 1560 156379
n. 4 “ “ (materia ecclesiastica, civile,giudiziaria) 1563 1567
80
n. 5 ““ (idem): notasi un documento riguardante un Jacopo pittore,
aiuto a Giorgio Vasari ed emancipato da Piero Del Zucca,
maestro pittore
1567 1570
81
n. 6 “ “ (idem) 1571 157582
n. 7 “ “ (idem) 15751 158183
n. 8 “ “ (idem: relazioni per provvisioni, piati d’inopie, salvacondotti etaltro) 1586 1590
84
n. 9 “ “ (idem) 1589 159285
n. 10 “ “ (idem) 1596 159786
n. 11 “ “ (idem) 1598 160187
n. 12 “ “ (idem) 1600 160211
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
88
Classe XIV Dist. II
n. 13
Suppliche per provvisioni del Consiglio de’ 200 (relazioni per
provvisioni, piati d’inopie, salvacondotti et altro)
1603 1605
89
n. 14 “ “ (idem) 1604 160690
n. 15 “ “ (idem) 1608 160991
n. 16 “ “ (idem) 1609 161192
n. 17 “ “ (idem) 1611 161393
n. 18 “ “ (idem) 1613 161594
n. ? “ “ (idem) 1616 161795
n. ? “ “ (idem) 1617 161996
n. 22 “ “ (idem) 1621 162497
n. 23 “ “ (idem) 1625 162798
n. 24 “ “ (idem) 1627 162999
n. 25 “ “ (idem) 1634 1636100
n. 26 “ “ (idem) 1636 1638101
n. 27 “ “ (idem) 1638 1640102
n. 28 “ “ (idem) 1641 1644103
n. 29 “ “ (idem) 1644 1647104
n. 30 “ “ (idem) 1647 1652105
n. 31 “ “ (idem) 1652 1656106
n. 32 “ “ (idem) 1656 1661107
n. 33 “ “ (idem) 1661 1668108
n. 34 “ “ (idem) 1668 1676109
n. 35 “ “ (idem) 1677 1684110
n. 36 “ “ (idem) 1684 1694111
n. 37 “ “ (idem) 1694 1704112
n. 38 “ “ (idem) 1703 1713113
n. 39 “ “ (idem) 1713 1723114
n. 40 “ “ (idem) 1723 172512
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
115
Classe XIV Dist. II
n. 41
Suppliche per provvisioni del Consiglio de’ 200 (relazioni per
provvisioni, piati d’inopie, salvacondotti et altro)
1725 1727
116
n. 42 “ “ (idem) 1727 1732117
n. 43 “ “ (idem) 1733 1739118
n. 44 “ “ (idem) 1739 1752119
n. 45 “ “ (idem) 1753 1756120
n. 46 “ “ (idem) 1757 1760121
n. 47 “ “ (idem) 1761 1765122
n. 48 “ “ (idem) 1766 1770123
n. 49 “ “ (idem) 1771 1774124
n. 50 “ “ (idem) 1774 1779125
n. 51 “ “ (idem) 1779 1781126
n. 52 (?) ““(Repertorio delle elemosine di sali e ricompense di gabelle ove si
vede l’origine di dette elemosine, le riduzioni di poi seguite)
1448 1744
127
n. 53 “ “(Repertorio delle elemosine e disali e denari contanti) 1448 1758
128
Classe Dist. III XIV
n. 1
“(idem) 1532 1536
129
n. 2 ” “(idem) 1537 1539130
n. 3 ” “(idem) 1540 1543131
n. 4 ” “(idem) 1544 1547132
n. 5 ” “(idem) 1548 1550133
n. 6 ” “(idem) 1551 1554134
n. 7 ” “(idem) 1555 1558135
n. 8 ” “(idem) 1558 1561136
n. 9 ” “(idem) 1562 1565137
n. 10 ” Suppliche per provvisioni delConsiglio de’ 200 1566 1569
138
n. 11 ” “ 1570 157213
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
139
Classe XIV Dist. III
n. 12
Suppliche per provvisioni del
Consiglio de’ 200 1573 1576
140
n. 13 ” “ 1577 1580141
n. 14 ” “ 1581 1582142
n. 15 ” “ 1582 1586143
n. 16 ” “ 1587 1590144
n. 17 ” “ 1591 1594145
n. 18 ” “ 1595 1599146
n. 19 ” “ 1600 1603147
n. 20 ” “ 1604 1606148
n. 21 ” “ 1607 1610149
n. 22 ” “ 1611 1614150
n. 23 ” “ 1615 1617151
n. 24 ” “ 1618 1621152
n. 25 ” “ 1622 1625153
n. 26 ” “ 1626 1629154
n. 27 ” “ 1630 1634155
n. 28 ” “ 1634 1639156
n. 29 ” “ 1639 1644157
n. 30 ” “ 1644 1650158
n. 31 ” “ 1650 1658159
n. 32 ” “ 1658 1666160
n. 33 ” “ 1667 1675161
n. 34 ” “ 1676 1683162
n. 35 ” “ 1684 1694163
n. 36 ” “ 1695 1705164
n. 37 ” “ 1706 1721165
n. 38 ” “ 1722 1729166
” “ 1730 173514
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature n. 39
167
Classe XIV Dist. III
n. 40
Suppliche per provvisioni del
Consiglio de’ 200 1736 1747
168
n. 41 “ Giornali e atti del Consiglio de’200 1543 1731
169
n. 42 “ “ (arruoti degli squittini) 1661 1703170
n. 43 “ “ 1564 1657171
n. 44 “ Giornale dei partiti deiProcuratori di Palazzo 1647 1666
172
n. 45 “ “ 1666 1692173
n. 46 “ “ 1692 1725174
n. 47 “ “ 1725 1776175
n. 48 “ Repudie d’eredità, emancipazioni,piati d’inopia 1581 1586
176
n. 49 “ “ 1586 1588177
n. 50 “ “ 1589 1591178
n. 51 “ “ 1629 1636179
n. 52 “ “ 1637 (?) 1706 (?)180
n. 53 “ “ 1641 1649181
n. 54 “ “ 1649 1655182
n. 55 “ Repudie d’eredità, emancipazioni,piati d’inopia, partiti di cittadini 1655 1660
183
n. 56 “ “ 1660 1667184
n. 57 “ “ 1667 1674185
n. 58 “ “ 1674 1680186
n. 59 “ “ 1681 1686187
n. 60 “ “ 1686 1692188
n. 61 “ “ 1692 1698189
n. 62 “ “ 1699 1707190
n. 63 “ “ 1707 1721191
n. 64 “ “ 1721 1729192
n. 65 “ “ 1730 173915
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
193
Classe XIV Dist. III
n. 66
Repudie d’eredità, emancipazioni,
piati d’inopia, partiti di cittadini 1734 1747
194
n. 67 “ “ 1747 1752195
n. 68 “ “ 1753 1756196
n. 69 “ “ 1757 1761197
n. 70 “ “ 1761 1766198
n. 71 “ “ 1767 1770199
n. 72 “ “ 1770 1774200
n. 73 “ “ 1774 1777201
n. 74 “ “ 1778 1781202
n. 95 “ “ 1534 1554203
n. 96 “ “ 1554 1567204
n. 97 “ “ 1567 1579205
n. 98 “ “ 1579 1590206
n. 99 “ “ 1591 1613207
n. 100 “ “ 1614 1638208
n. 101 “ “ 1639 1668209
n. 102 “ “ 1668 1697210
n. 103 “ “ 1697 1741211
n. 104 “ “ 1742 1781212
n. 134 “ Repudie d’eredità 1534 1555213
n. 135 “ “ 1555 1567214
n. 136 “ “ 1568 1581215
n. 137 “ “ 1582 1590216
n. 138 “ “ 1591 1613217
n. 139 “ “ 1614 1634218
n. 140 “ “ 1634 1650219
n. 141 “ “ 1650 166816
NUMERO DESCRIZIONE DEI
DOCUMENTI DATE ESTREME
d’Ordine Antiche segnature
220
Classe XIV Dist. III
n. 142
Repudie d’eredità 1668 1690
221
n. 143 “ “ 1691 1715222
n. 144 “ “ 1716 1767223
n. 145 “ “ 1768 1781224
n. 146 “ “ (repertorio) 1530 1577225
n. 147 “ “ (repertorio) [Liber repudatorium hereditatis--- tempore (?) DominiPetri Contii 1596] 1550 1666