6 Fattori abilitanti/barriere
In questo blocco saranno trattati gli elementi che favoriscono lo sviluppo dei VBE e ne costituiscono i presupposti.
La presenza di questi elementi è dunque un fattore abilitante per la creazione e il funzionamento di ambiente virtuale collaborativo fra diverse imprese, mentre la loro assenza costituisce una barriera all’attuazione del VBE.
La letteratura analizzata considera diversi fattori abilitanti che possono essere raggruppati in 3 principali categorie:
1. Fattori abilitanti di natura tecnologica 2. Fattori abilitanti relativi al comportamento
3. Fattori abilitanti relativi alle forme di collaborazione Adesso saranno considerate nel dettaglio queste categorie.
6.1 Tecnologie
Il contesto dei VBE è caratterizzato da un massiccio impiego di nuove tecnologie ed in particolare delle ICT, che comprendono anche molti strumenti di collaborazione e di creazione della conoscenza che sono ormai divenuti di uso quotidiano.
Muntean 2009
Per comprendere il ruolo delle tecnologie emergenti è necessario partire da una domanda fondamentale: esse sono realmente fattori abilitanti o sono fattori inibenti?
Come spiegano Camarinha-Matos e Afsarmanesh, la distinzione non è così semplice.
Il crescente numero di queste tecnologie offre molte possibilità, come ad esempio strumenti di scambio delle informazioni, miglioramento dell’interoperabilità dei network, strumenti per la gestione e l’automazione dei processi di business, protocolli di e-commerce, tecnologie di integrazione web.
Camarinha-Matos, Afsarmanesh 2003
Tuttavia, trattandosi di tecnologie emergenti, la maggior parte di esse è ancora in fase di sviluppo e richiede pertanto un notevole sforzo per essere implementata e configurata con lo scopo di supportare le infrastrutture delle organizzazioni virtuali.
La differenza fra l’essere un fattore abilitante o inibente dipende perciò dalla capacità che hanno le imprese di comprendere appieno queste tecnologie e riuscire a utilizzarle, superando le nuove sfide che esse comportano.
Alcuni problemi tipici da affrontare sono legati alla sicurezza (ad esempio i meccanismi di autenticazione), all’approccio per l’integrazione dei nuovi strumenti, alle politiche che si è deciso di adottare.
Nella tabella alla pagina seguente sono riportati degli esempi relativi ad alcune questioni chiave nell’ambito di infrastrutture ICT (i progetti citati come esempio si riferiscono al settore manifatturiero).
Camarinha-Matos 2009
Dunque le tecnologie emergenti sono un fattore abilitante, a patto che le imprese si sappiano relazionare con esse.
Sorgono a questo punto spontanee altre domande: In cosa consiste l’efficacia delle ICT?
Che impatto può avere la governance di queste tecnologie sulla collaborazione? Quali elementi sono influenzati dalla flessibilità delle ICT?
Quali elementi a loro volta influenzano la flessibilità delle ICT?
Nella letteratura analizzata vi sono diversi autori che hanno indagato l’ambito delle tecnologie emergenti ponendosi come obiettivo quello di rispondere a domande di ricerca simili a queste. In una ricerca del 2012 pubblicata con il titolo “On IT governance structures and their effectiveness in collaborative organizational structures” gli autori (Prasad, Green e Heales) hanno studiato l’impatto della governance di ICT in ambienti collaborativi paritari fra le aziende, che loro hanno definito come collaborative organizational structures (COS).
Nell’articolo venivano presentate delle ipotesi che sono state poi tutte confermate dallo studio empirico condotto tramite interviste a diversi manager ed esperti in ICT.
Quelle ipotesi erano le seguenti:
(1) Le co-created IT, le comunicazioni inter-organizzative e i sistemi di gestione della performance influenzano positivamente l’impegno del top management sulle iniziative legate alle ICT nelle Collaborative Organizational Structure.
(2) Le co-created IT, le comunicazioni inter-organizzative e i sistemi di gestione della performance influenzano positivamente anche il livello di conoscenza condivisa nel COS.
(3) Le co-created IT, le comunicazioni inter-organizzative e i sistemi di gestione della performance influenzano positivamente la flessibilità dell’infrastruttura IT nel COS.
(4a) L’impegno del top management nelle iniziative di ICT in un’alleanza collaborativa influenza positivamente la performance al livello di processi interni.
(4b) La condivisione di conoscenza fra manager ICT e manager delle unità di business in un’alleanza collaborativa influenza positivamente la performance al livello di processi interni.
(4c) La flessibilità dell’infrastruttura ICT in un’alleanza collaborativa influenza positivamente la performance al livello di processi interni.
(5) La performance dei processi influenza positivamente il miglioramento nel servizio al cliente.
(6) La performance dei processi interni influenza positivamente quella a livello di impresa. (7) Il miglioramento del servizio al cliente migliora la performance a livello di impresa. Viene di seguito riportato il modello concettuale relativo alle ipotesi appena elencate.
Prasad, Green, Heales 2012
Come detto in precedenza, tutte le ipotesi sono state confermate dall’analisi empirica condotta sul campo attraverso interviste.
L’impiego delle ICT nel contesto di una collaborazione fra imprese migliora dunque la condivisione della conoscenza e la performance delle singole imprese (la trattazione della performance condivisa sarà affrontata successivamente nel blocco D) e la governance relativa a questi strumenti gioca un ruolo importante nel favorire la flessibilità delle infrastrutture e l’impegno del top management.
Anche gli autori Cao e Dowlatshahi, con una ricerca pubblicata nel 2005, hanno studiato il ruolo delle ICT applicato in particolare al contesto delle VE (virtual enterprise).
Il loro scopo era capire quali fossero gli aspetti di un’organizzazione virtuale che risultano più influenzati dall’impiego di queste tecnologie.
Nell’articolo che hanno scritto presentano i risultati di un’indagine empirica, condotta grazie all’impiego di questionari somministrati a varie aziende in diverse fasi (le somministrazioni iniziali erano fasi pilota che servivano ad affinare il questionario stesso in vista della fase finale).
I risultati ottenuti da Cao e Dowlatshahi sono i seguenti:
1. La condivisione di risorse (resource sharing) è una dimensione delle organizzazioni virtuali che viene influenzata fortemente dall’uso delle ICT, le quali sono in grado di supportarla e facilitarla.
2. In generale le ICT hanno poca influenza nello sviluppo di competenze core, poiché tali competenze vengono sviluppate in una dimensione interna all’azienda sulla quale tali strumenti hanno un impatto meno significativo.
3. Il market share è influenzato dalle ICT, che ne facilitano le modalità di comunicazione. 4. Le ICT impattano sull’incremento della qualità, poiché il loro impiego migliora il sistema di
gestione della qualità.
5. La performance dell’impresa in termini economici e finanziari e influenzata fortemente dalle ICT, in quanto esse contribuiscono all’efficacia e all’efficienza delle operazioni di business. 6. Le ICT, supportando i processi di sviluppo dei prodotti, impattano moderatamente anche
sulla crescita del mercato.
Un ulteriore contributo allo studio delle tecnologie emergenti arriva da una community chiamata funStep (www.funStep.org).
Questa community venne creata negli anni 90 con il supporto della Commissione Europea allo scopo di migliorare l’interoperabilità fra organizzazioni che lavorano in ambienti connessi tra loro e che devono scambiarsi ingenti volumi di informazioni.
Si tratta di un’organizzazione no-profit che fornisce un supporto prezioso ai processi di integrazione fra soluzioni software e strumenti quali XML, Java, SQL.
funStep si avvale dello standard ISO 10303, noto anche con la dicitura di STEP (STandard for the Exchange of Product model data), contenente una serie di regole per l'integrazione, la presentazione e lo scambio di dati con l’obiettivo di ottenere una descrizione senza ambiguità che possa essere adattata a tutti i sistemi informatici.
Lo standard ISO 10303 permette anche l'archiviazione dei dati a lungo termine e la creazione di basi di dati centralizzate.
Nella figura alla pagina seguente viene proposta l’integrazione fra questo standard e le altre tecnologie in base alla loro tipologia e al loro impiego.
Jardim-Goncalves, Agostinho, Sarraipa, Grilo, Mendonca 2013
Il caso di studio di funStep ha fornito elementi utili per fare passi avanti nell’interoperabilità delle organizzazioni che operano all’interno di network collaborativi ed ha supportato la comprensione delle tecnologie come fattore abilitante per questo scopo.
Grazie a questo lavoro è migliorata anche la comprensione di quelli che sono i principali ostacoli all’impiego di questi strumenti, ovvero quegli elementi di difficoltà che, se non adeguatamente affrontati, costituiscono delle barriere all’implementazione e all’utilizzo delle tecnologie considerate. È stato riscontrato che le principali sfide che le imprese devono fronteggiare nell’implementazione delle ICT sono:
I costi iniziali delle infrastrutture ICT (elemento di difficoltà soprattutto per le piccole e medie imprese).
Resistenza all’innovazione (sia interna che esterna all’organizzazione).
Carenza di risorse umane technically skilled, cioè con abilità e competenze specifiche relative all’integrazione di questi strumenti.
L’identificazione di un mercato finale aggredibile per la vendita online. L’incertezza del ritorno sull’investimento.
Le organizzazioni che riescono a superare questi elementi di difficoltà potranno utilizzare queste tecnologie per processi di condivisione delle informazioni e per realizzare diverse forme di collaborazione, come ad esempio attività di co-design, co-creation e co-innovation (le forme di collaborazione saranno trattate nello specifico nel paragrafo 6.3 relativo a questo blocco del framework).
Le figure seguenti mostrano dei framework di esempio nel caso di information sharing tramite tecnologie VRML o XML.
Ling, Jizhong, Qiaoyu, Wentao, Bingshu 2007
La figura seguente illustra un framework utilizzato per l’impiego di queste tecnologie in attività di co-design (esempio tratto da “CoDesign Space: a collaborative design support system in a network environment”, 2007).
Grazie all’impiego di tali strumenti sono stati realizzati diversi framework di e-business sia industry-specific (riferite ad un particolare settore) che industry-neutral (indipendenti dal settore industriale considerato).
A titolo di esempio esempio si possono citare i seguenti framework di e-business:
ebXML: si basa su una serie di specifiche finalizzate a migliorare i processi di e-business attraverso internet. È una soluzione industry-neutral che può essere adottata da imprese di qualsiasi dimensione. Comprende uno standard per la messaggistica chiamato ebMS. CIbFw: si tratta del Collaboration Interoperability Framework, che ha lo scopo di supportare
l’interoperabilità nell’ambito dei network collaborativi. Il CIbFw comprende un servizio di messaggistica, un set di documenti di business e di supporto, un servizio di valutazione della performance.
ATHENA: anche in questo caso si tratta di un framework ideato per migliorare l’interoperabilità. È stato sviluppato all’interno dell’omonimo progetto finanziato dall’Unione Europea.
TexWeave: è una soluzione industry-specific che consiste in un’iniziativa di standardizzazione finalizzata all’elaborazione di un framework per l’interoperabilità nel settore tessile e dell’abbigliamento.
Moda-ML: è un framework basato su ebXML. Il suo scopo è migliorare la collaborazione e l’integrazione nella filiera logistica relativa al settore tessile e dell’abbigliamento. È una soluzione industry-specific.
Oltre a quelli citati come esempio, esistono molti altri modelli di e-business che utilizzano le tecnologie considerate in precedenza per risolvere problemi legati all’interoperabilità nei network collaborativi.
Alle domande poste finora se ne aggiunge dunque un’altra: quali potrebbero essere i criteri per la valutazione di questi framework di e-business?
Nell’articolo del 2009 “Collaborative business frameworks comparison, analysis and selection: an analytic perspective”, da cui sono stati tratti gli esempi precedenti, gli autori Chituc, Azevedo e Toscano hanno cercato di rispondere proprio a questa domanda, individuando un insieme di 22 criteri (di cui è riportata la tabella) utili per orientarsi fra le possibili scelte.
Chituc, Azevedo, Toscano 2009
Oltre ai nuovi framework di e-business, le tecnologie emergenti hanno introdotto una nuova tipologia di sistemi informativi basati sui social-media.
Dopo aver visto il ruolo delle tecnologie segue adesso un’ altra categoria di fattori abilitanti: quelli relativi al comportamento.