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A LL EGA T ILista del patrimonio mondiale architettonico in terra cruda, della Lista “Word Cultural Heritage”dell’UNESCO
PATRIMONIO ARCHITETTONICO DI TERRA CRUDA DELLA LISTA “WORLD CULTURAL HERITAGE” dell’UNESCO1
(2003)
Questa lista è stata elaborata dai Terra Partners, in collaborazione con: Hubert Guillaud, Hugo Houben, Alejanro Alva, Raymundo Rodrigues, Fernando Pinto, José María Sastre, Kumito Shimotsuma, Carolina Castellanos. Dei 563 siti del patrimonio culturale mondiale, la Commissione del World Heritage ha iscritto alla Lista World Heritage 96 siti parzialmente o totalmente costruiti in terra cruda.
ALGERIA
1982 M'Zab Valley (some parts) 1992 Kasbah of Algiers (some parts) AZERBAIJAN
2000 Walled city of Baku (the walls and majority of people's houses) BENIN
1985 Royal Palaces of Abomey BOLIVIA
1987 City of Potosi (mainly housing)
1981 Historic City of Sucre (mainly housing) BRAZIL
1980 Historic Town of Ouro Preto
1982 Historic Centre of the Town of Olinda (mainly housing) 1985 Historic Centre of Salvador de Bahia
1
2003 BALDERRAMA A.; ALBERTINI C. “L’Architettura di terra nell’ambito dell’attività dell’ICCROM” (Centro
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A LL EGA T I1985 Sanctuary of Bom Jesus de Congonhas 1997 Historic Centre of São Luis
1999 Historic Centre of the Town of Diamantina 2001 Historic Centre of the Town of Goiás CHINA
1987 Mausoleum of the First Qin Emporer (separation walls) 1987 The Great Wall (numerous portions)
1987 Mogao caves
1994, 2000, 2001 Historic Ensemble of the Potala Palace, Lhasa (partially in rammed earth) COSTA RICA
1999 Area de Conservación Guanacaste CUBA
1982 Old Havana and its Fortifications (Housing and monuments) 1988 Trinidad and the Valley of los Ingenios
ECUADOR 1978 City of Quito
1999 Historic Centre of Santa Ana de los Rios de Cuenca (mainly housing)
EL SALVADOR
1993 Joya de Ceren Archaeological Site FRANCE
1996 Canal du Midi
1998 Historic City of Lyon (houses in Rammed Earth in Croix-Rousse) 2001 Provins, Town of Medieval Fairs (historic town in colombages) GHANA
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A LL EGA T I GUATEMALA1979 Antigua Guatemala (people's housing) IRAN
1979 Choga Zanbil JAPAN
1984 Historic Monuments of Ancient Kyoto : (The exterior walls of the Imperial City)
(The garden of Kinkaku-ji Temple (Golden Temple) 1993 Buddhist Monuments in the Horyn-ji Area 1993 Himeji-jo
1995 Historic Villages of Shirakawa-go and Gokayama 1996 Itsukushima Shinto Shrine
1998 Historic Monuments of Ancient Nara (people's housing) 1998 Shrines and Temples of Nikko
LYBIAN ARAB JAMAHIRIYA 1988 Old Town of Ghadames MADAGASCAR
2001 The Royal Hill of Ambohimanga MALI
1988 Old Town of Djenné
1988 Timbuktu (Mosques and housing) 1989 Cliff of Bandiagara (Dogons) MAURITANIA
1998 Ancent Ksour of Ouadane, Chinguetti, Tichitt and Oualata (stone and earth) MEXICO
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A LL EGA T I1987 Ciudad prehispánica de Teotihuacan 1987 Centro histórico de México y Xochimilco 1987 Centro histórico de Puebla
1988 Centro histórico de Guanajuato y sus minas adyacentes 1991 Centro histórico de Morelia
1993 Centro histórico de Zacatecas
1996 Zona de monumentos históricos de Querétaro 1998 Zona arqueológica de Paquimé, Casas Grandes 1998 Zona de monumentos históricos de Tlacotalpán 1999 Zona de monumentos arqueológicos de Xochicalco MOROCO
1981 Medina of Fez 1985 Medina of Marrakesh 1987 Ksar of Ait Ben Haddou 1996 Historic City of Meknes
1997 Archaeological site of Volubilis NEPAL
1979 Kathmandu Valley OMAN
1987 Bahla Fort PAKISTAN
1980 Archaeological Ruins of Moenjodaro PERU
1983 City of Cuzco
1986 Chan Chan Archaeological Zone 1988 Historic Centre of Lima
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A LL EGA T I1994 Lines and Geoglyphs of Nasca and Pampas de Jumana PORTUGAL
1983 Central Zone of the Town of Angra do Heroismo un the Azores 1988 Historic Centre of Evora
1996 Historic Centre of Oporto 2001 Historic Centre of Guimarães REPUBLIC OF KOREA
1997 Changdeokgung Palace Complex SPAIN
1984 Historic Centre of Cordoba
1984 Alhambra, Generalife and Albayzin, Granada
1984 Parque Güell, Palacio Güell and Casa Mila in Barcelona 1986, 2001 Mudejar Architecture of Aragon
1987 Reales Alcázares of Seville SYRIAN ARAB REPUBLIC
1979 Ancient City of Damascus (people's housing) 1986 Ancient city of Aleppo (people's housing) TUNISIA
1979 City of Carthage (people's housing of the 2nd Century B.C. on the Hill of Byrsa) 1979 Medina of Tunis (people's housing)
1985 Punic Town of Kerkouane (people's housing of the punic period) 1988 Medina of Sousse (people's housing)
TURKMENISTAN
1998 State Historical and Cultural Park of "Ancient Merv" UGANDA
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A LL EGA T I UNITED KINGDOM1987 Hadrian's Wall (portions) UNITED STATES OF AMERICA 1978 Mesa Verde ("Jacal houses") 1982 Cahokia Mounds State Historic Site
1987 Chaco Culture National Historical Park (Kiwas and people's houses) 1992 Pueblo of Taos
URUGUAY
1985 Historic Quarter of the City of Colonia de Sacramento (people's houses) UZBEKISTAN
1990 Itchan Kala
1993 Historic Centre of Bukhara
2000 Historic Centre of Shakhrisyabz (people's houses) VENEZUELA
1993 Coro and its Port YEMEN
1982 Old walled City of Shibam 1986 Old City of Sana'a
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A LL EGA T IXVI LEGISLATURA - Scheda lavori preparatori Atto parlamentare: 2358
(Fase iter Camera: 1^ lettura) C. 2358
Dep. Schirru Amalia
Disposizioni per la promozione delle costruzioni in terra cruda
2 aprile 2009: Presentato alla Camera Da assegnare alle commissioni PROPOSTA DI LEGGE SCHIRRU
"
Disposizioni per la promozione delle costruzioni in terra cruda
" (2358)
ONOREVOLI COLLEGHI ! — La presente proposta di legge ha la finalita` di sostenere il recupero delle tecniche costruttive in terra cruda. Questo testo e`
il frutto del lavoro svolto, nella scorsa legislatura, dalla VIII Commissione permanente Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati, sulla base di due diversi progetti di legge, uno a prima firma Lion (atto Camera n. 2347) e uno a prima firma Cossa (atto Camera n. 4019); il testo e` in sostanza l’unificazione dei due progetti di legge, adottato come testo base dalla Commissione il 21 luglio 2004. Il miglioramento generale della qualita` della vita umana, nel rispetto sempre maggiore dell’ambiente e della natura, e` uno degli obiettivi fondamentali che una civilta` post-industriale, quale la nostra, deve perseguire. Il superamento di una fase di sviluppo rapido e disordinato
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A LL EGA T Idelle citta` moderne e delle loro periferie ha aperto il dibattito relativo alle attivita` dell’abitare e del costruire, e ha portato ad una valutazione sempre piu` attenta di tecniche edilizie alternative a quelle attualmente piu` diffuse. Inoltre, oggi e` sempre piu` importante il tema del recupero dei centri storici e del riuso di vecchie e centrali aree urbane rispetto alla costruzione di quartieri nuovi e periferici. Rispetto a queste nuove esigenze vengono in aiuto tecniche edilizie che hanno origini antichissime e nascono in tempi immemorabili, quando l’esigenza abitativa veniva risolta dall’uomo edificando da se´ il proprio ricovero con i materiali piu` facilmente reperibili sul posto: terra, acqua, pietra, legno e similari. L’architettura in terra cruda, utilizzando le risorse del suolo su cui e` realizzata, stimola iniziative locali decentrate rispetto ai sistemi di produzione accentrati, promuove l’invenzione di apparecchiature di cavatura e messa in opera di costo molto contenuto, come le impastatrici a bicchiere e le macchine intonacatrici moderne, e, inoltre, promuove un’imprenditoria artigianale capace di attivare molti posti di lavoro, svincolando parzialmente l’industria edilizia dal dominio delle grandi imprese di costruzione e delle multinazionali industriali produttrici di materiali a forte contenuto chimico. Dagli anni ’70, tuttavia, e, soprattutto dopo la famosa esposizione al centro « Georges Pompidou » di Parigi del 1981, gli studi relativi agli aspetti energetici ed ambientali degli edifici sono stati estesi ad aspetti di fisica tecnica e di collocazione urbanistica, con il chiaro intento di fare leva sui parametri propri dei materiali e dei siti urbani, come l’inerzia termica e il flusso termico, per
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A LL EGA T Iquanto riguarda i primi, e l’insolazione solare e l’esposizione ai venti, per quanto riguarda i secondi. Molti contemporanei hanno giudicato superficialmente la costruzione in terra come un arcaismo desueto o una sopravvivenza folcloristica, mentre gia` allora negli Stati Uniti d’America e in altri Paesi si tendeva a dimostrare in concreto che l’architettura in terra avrebbe avuto davanti a se´ un nuovo avvenire, soprattutto per la bassa sensibilita` alle variazioni climatiche del caldo e del freddo esterni, dovuta all’elevata inerzia termica propria della terra e dei materiali naturali pesanti in genere. Considerato che nel nostro Paese e` in corso una sempre maggiore richiesta di qualita` abitativa, che si evidenzia nella fuga dalla citta`
e dal «casermone pluripiano», cosı` nelle grandi come nelle piccole realta` urbane, appare improcrastinabile affrontare il problema con una normativa appropriata, che consenta, se non addirittura promuova, l’impiego di questa tecnologia ormai matura. Iniziative considerevoli sono state promosse anche dal Centre pour le developpement industriel dell’Unione europea. Nonostante la molteplicita` delle civilta` e delle culture tradizionali, la casa in terra cruda e` impiegata dagli Stati Uniti d’America all’Africa nera, dall’India al Maghreb, dal Medio Oriente all’America Latina, e in Europa si hanno notevoli impieghi nel nostro Paese, in Francia (zone di Lione, Grenoble, Reims, Avignone, Tolosa, Rennes e Chartres, di differente esposizione climatica), in Spagna e anche in Paesi piovosi come l’Inghilterra, la Germania e la Danimarca. Alcune realizzazioni hanno raggiunto in Germania eta` sorprendenti, anche di
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A LL EGA T Iduecento anni, e sono ancora ben conservate, anche con altezze fino a quattro- cinque piani, con muri alla base di settanta centimetri di spessore. Nei Paesi poveri si trovano intere citta` costruite in terra, in cui gli immobili raggiungono altezze talvolta di piu` di sei-otto piani fuori terra (come nella citta` di Shibam nello Yemen del sud, detta la « Manhattan yemenita »), e con eta` che, nel caso delle mura di Marrakesh, datano intorno al XII secolo, in quello delle chiese spagnole negli Stati Uniti d’America al XVI secolo e per i monasteri copti dell’Egitto al XVIII secolo. Circa il 40 per cento della
popolazione mondiale, secondo le statistiche dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, abita in case di terra. Nei Paesi industrializzati questo materiale, abbandonato negli anni della recente ricostruzione postbellica, e` stato riscoperto per le sue qualita` di risparmio energetico, ecocompatibilita` e salubrita` , e per il comfort abitativo. In Italia, diverse regioni hanno predisposto finanziamenti per il recupero degli esemplari presenti sul proprio territorio, tra le quali la regione Abruzzo mediante la legge regionale n. 17 del 1997. Esempi di case in terra cruda si trovano diffusamente nelle regioni Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Calabria, Sardegna e, con diverse costruzioni, anche in Piemonte, Lombardia, Friuli, Umbria e Basilicata, a testimonianza di una tradizione costruttiva affidabile e solida anche nelle zone sismiche, impiegata fin dall’antichita, come dimostra l’estesa produzione bibliografica in merito. Il loro degrado e` avvenuto soprattutto recentemente per l’azione dell’acqua a causa del crollo dei tetti dovuto all’incuria. La
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A LL EGA T IGermania ha disciplinato i principali aspetti tecnologici mediante le norme DIN. Sulla materia, inoltre, sono stati editi, negli ultimi quindici anni, diversi impor- tanti manuali tecnici, due dei quali in Francia e nel Regno Unito, a conferma della raggiunta maturita` tecnica del settore. Se la terra ha consentito di costruire nelle civilta` preindustriali, tanto palazzi sontuosi e giganteschi quanto abitazioni modeste, lo stesso avviene oggi nelle nazioni ipersviluppate o sottosviluppate, con il comune denominatore di affrontare il risparmio energetico sia relativamente alla fase di cavatura delle materie prime, sia del trasporto in loco dei materiali, sia della costruzione vera e propria, sia del riscaldamento/climatizzazione nella fase di gestione e nella manutenzione e, non ultimo, del riciclo dei materiali componenti al termine del ciclo di vita utile, che per un’abitazione puo` essere dimensionato su un arco temporale di cinquanta-cento anni. Sono stati realizzati recentemente diversi interventi costruttivi, come quello di Lione in Francia, per diverse centinaia di alloggi in terra cruda. Nel nostro Paese da anni sono in corso ricerche e sperimentazioni su nuove modalita` di posa in opera con l’intervento di diverse universita` , anche in collegamento con universita` estere e nell’ambito di progetti con contributi finanziari dell’Unione europea. Fra tutti i materiali naturali, la terra cruda, oltre ad essere uno dei piu` diffusi e piu` anticamente usati, e` anche quello che oggi puo` rispondere meglio a esigenze di ecologia, di sviluppo sostenibile nonche´ di qualita` del costruire e dell’abitare. Cenni tecnologici. Il materiale base, costituito da terra cruda nella forma di argilla, talora con
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A LL EGA T Ipresenza di sabbia e ghiaia fine, viene generalmente cavato sul posto della costruzione da erigere ed impiegato con quattro tecnologie prevalenti: adobe, il mattone e` formato con impasto molle, prima seccato al sole, e poi posato con legante, sempre del medesimo impasto; bauge, l’impasto molle mescolato a paglia o ad altre fibre vegetali, in forma di cilindri, viene posato e compresso a mano, quindi si procede all’asportazione delle irregolarita` mediante apposito attrezzo; pise´, l’impasto molle viene gettato e compresso entro una cassaforma a corsi di altezza di mezzo metro per volta, nello spessore del muro da eseguire, quindi lasciato asciugare prima di procedere al corso successivo; colombage, predisposta una struttura lignea, che sara` strutturalmente collaborante, si procede all’applicazione dell’impasto molle, fino ad ottenere tramezzi e perfino muri portanti. Qualora le caratteristiche fisiche del materiale cavato sul posto siano scadenti, o al fine di conferire maggiori prestazioni meccaniche, si puo` oggi ricorrere all’aggiunta di leganti, come cemento, calce e bitume, in percentuale variabile dal 2 al 4 per cento, da impastare con la terra nella forma tecnologica detta della « terra stabilizzata », usata anche nella costruzione dei sottofondi stradali e per piste di aeroporti, a conferma della maturita` tecnologica raggiunta in altri settori di impiego. Caratteristiche di bio-sostenibilita`. Riguardo al comfort occorre ricordare: la stabilita` termica dovuta alla grande massa termica che consente, in inverno, un accumulo di energia solare e bassa dispersione, e, in estate, mediante semplici aggetti per schermare dal sole, di mantenere una temperatura interna
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A LL EGA T Idi almeno 5 gradi inferiore rispetto all’esterno; l’alto grado di isolamento acustico; la capacita` di regolare l’umidita` atmosferica interna, mantenendola su valori ottimali del 40-45 per cento, evitando sia gli eccessi di umidita` che quelli di secchezza. L’umidita` trattenuta dalla terra cruda ha valori simili ai valori ottimali per un efficiente mantenimento e una buona conservazione delle strutture in legno ad essa adiacenti, come le travi di solai o gli architravi in legno di vani di porte e finestre. La capacita` di assorbire le spinte sismiche e la resistenza ai grandi venti sono state dimostrate negli Stati Uniti d’America ed in Canada con l’adozione di una apposita normativa tecnica. Tale requisito puo` comunque essere migliorato con l’adozione di una struttura interna costituita da un graticcio di pali di legno di piccolo diametro e da opportune legature agli angoli perimetrali e negli incroci dei muri. La produzione di cemento genera, per reazione chimica, una quantita` di anidride carbonica pari a circa la meta` del proprio peso, alla quale va aggiunta un’analoga quantita` di anidride carbonica prodotta dalla combustione del carbone necessario alla cottura delle marne da cemento: in totale, per una tonnellata di cemento si rilascia nell’atmosfera circa una tonnellata di anidride carbonica e si consuma circa altrettanto combustibile pregiato. Con l’impiego della terra cruda tale dispendio energetico e di inquinamento viene risparmiato, permanendo pressoche´ analoghe, sia nel caso di terra cruda che di terra cotta o cemento, le esigenze energetiche per le lavorazioni di messa in opera. I costi per l’escavazione del materiale sono gli stessi di quelli necessari allo sbancamento
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A LL EGA T Idei locali scantinati degli edifici tradizionali, con il pregio di non produrre rifiuti speciali da inoltrare a discarica. Anche i costi per il trasporto dalla cava alla fabbrica e da questa al cantiere vengono del tutto eliminati. Ne risulta, in media, un risparmio in termini monetari di circa il 20-40%, valore che
considerato in termini energetici e` senz’altro superiore.
PROPOSTA DI LEGGE __
ART. 1. (Finalita`).
1. La presente legge ha la finalita` di promuovere e sostenere l’edificazione in terra cruda, sia attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione del patrimonio costruito, sia attraverso l’incentivazione alla produzione, in determinate aree geografiche, di manufatti che meglio possono rispondere alle attuali esigenze di sviluppo sostenibile, di risparmio e controllo energetici, nonche´ di miglioramento della salubrita` e del microclima degli ambienti confinanti.
2. I compiti relativi alle finalita` di cui al comma 1 del presente articolo che fanno capo ai diversi livelli di governo sono definiti ai sensi dell’articolo 3.
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A LL EGA T I ART. 2. (Definizione).1. Per « edificazione in terra cruda » si intende l’insieme delle tecniche costruttive, tradizionali o innovative che utilizzano elementi gettati in opera o sagomati con procedimenti manuali o meccanizzati, impieganti come materia prima terre argillose con possibilita` di aggiunta di stabilizzanti e fibre naturali, essiccati senza processi di cottura e impiegati sia per strutture portanti che per elementi di completamento o di finitura.
ART. 3.
(Compiti di Stato, regioni ed enti locali).
1. Ai fini di cui all’articolo 1, lo Stato: a) incentiva l’edificazione, il recupero e la manutenzione degli edifici e delle costruzioni in terra cruda, anche preve- dendo apposite misure di sostegno finanziario, nell’ambito delle risorse del Fondo di cui all’articolo 5; b) effettua, nell’ambito delle ordinarie risorse finanziarie e senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio statale, il censimento e il monitoraggio del patrimonio edilizio in terra cruda esistente su base nazionale e dei livelli di incremento annuale; c) promuove e finanzia attivita` di studio a livello nazionale e internazionale delle problematiche oggetto della presente legge, anche in collaborazione con le universita` italiane e straniere. 2. Le regioni e gli enti locali possono programmare interventi per il perseguimento delle finalita` di cui all’articolo 1, diretti in particolare a: a)
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A LL EGA T Idisporre, anche in concorso con lo Stato e con l’Unione europea, incentivi finanziari e altre agevolazioni, anche di natura urbanistica, per la costruzione, la ristrutturazione e la manutenzione del patrimonio abitativo edificato in terra cruda; b) attivare forme di sostegno e di collaborazione con soggetti pubblici e privati che, per loro natura e competenza, possono offrire un contributo nella divulgazione della tecnica dell’edificazione e del recupero degli edifici realizzati in terra cruda; c) promuovere iniziative di informazione e di aggiornamento tecnico-professionale nel campo dell’edificazione in terra cruda; d) disporre ulteriori strumenti di incentivazione a favore delle imprese operanti nella produzione dei materiali impiegati nella costruzione o nella ristrutturazione di edifici in terra cruda.
ART. 4.
(Norme tecniche).
1. Il Ministro delle infrastrutture, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con proprio decreto avente natura non regolamentare, previo parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici, provvede a: a)
disciplinare i casi per i quali e` ammesso l’inserimento della terra cruda tra i materiali da costruzione regolarmente riconosciuti, anche per interventi edilizi
in zona sismica; b) stabilire le norme tecniche per la costruzione degli edifici in terra cruda, individuando altresı` le specifiche aree geografiche in cui e` consentita la realizzazione di tali edifici; c) istituire presso il Ministero delle
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A LL EGA T Iinfrastrutture, senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica, un’apposita commissione di lavoro composta da riconosciuti esperti del settore, con il compito di provvedere all’individuazione dei presupposti e delle
modalita` di natura tecnica per la disciplina delle modalita` di realizzazione di
edifici in terra cruda.
ART. 5.
(Fondo nazionale per la promozione delle costruzioni in terra cruda).
1. Al fine di contribuire all’attuazione degli interventi di cui all’articolo 3, presso il Ministero dell’economia e delle finanze e` istituito il Fondo nazionale per la promozione delle costruzioni in terra cruda. 2. Le risorse assegnate annualmente al Fondo di cui al comma 1 sono ripartite tra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano dal Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, proporzionalmente alle richieste di finanziamento relative agli interventi effettivamente approvati da ciascuna regione o provincia autonoma e anche in rapporto alla quota di risorse messe a disposizione dalle singole regioni o province autonome.
3. Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono stabilite le tipologie delle iniziative e degli interventi finanziabili, nonche´ le modalita` per
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A LL EGA T Iil riparto delle risorse assegnate al Fondo di cui al comma 1.
4. Per gli anni 2006, 2007 e 2008, la dotazione del Fondo di cui al comma 1 e` determinata in 2 milioni di euro annui. A decorrere dall’anno 2009, al finanziamento del Fondo si provvede ai sensi dell’articolo 11, comma 3, lettera f), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
ART. 6. (Copertura finanziaria).
1. All’onere derivante dall’articolo 5, comma 4, pari a 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell’ambito dell’unita` previsionale di base di conto capitale « Fondo speciale » dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
2. Il Ministro dell’economia e delle finanze e` autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
434
A LL EGA T IElenco delle normative europee sulle tecniche del risparmio energetico in edilizia
2UNI 8477-2: 1985. Energia Solare. Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia. Valutazione degli apporti ottenibili mediante sistemi passivi o attivi.
UNI 10339:1995. Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’ordine e la fornitura.
UNI 10349: 1994. Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
UNI 10351:1994. Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore UNI 10355: 1994. Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodi di calcolo.
UNI EN 410:2000. Vetro per edilizia. Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate
UNI EN 673:2005. Vetro per edilizia. Determinazione della trasmittanza termica (U). Metodo di calcolo.
UNI EN 675:1999. Vetro per l’edilizia. Determinazione della trasmittanza termica. Metodo dei termo flussimetri.
UNI EN 1745: 2005. Murature e prodotti per muratura. Metodi per valutare i valori termici di progetto.
UNI EN 12792:2005. Ventilazione degli edifici. Simboli, terminologia e simboli grafici.
UNI EN 12831: 2006. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo di calcolo del carico termico di progetto
2
2009, CORRADO V., BALLARINI I., “UNI/TS 11300. La nuova normativa nazionale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici”, Rockwool Building School
435
A LL EGA T IUNI EN 13363-1: 2008. Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate. Calcolo della trasmittanza solare e luminosa. Parte 1: metodo semplificato
UNI EN 13363-2: 2006. Dispositivi di protezione solare in combinazione con vetrate. Calcolo della trasmittanza solare e luminosa. Parte 2: metodo di calcolo dettagliato
UNI EN 13465: 2004. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d’aria negli edifici residenziali
UNI EN 13779: 2008. Ventilazione degli edifici non residenziali. Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e climatizzazione
UNI EN 13947: 2007. Prestazione termica delle facciate continue. Calcolo della trasmittanza termica UNI EN 14501: 2006. Tende e chiusure oscuranti. Benessere termico e visivo. Caratteristiche prestazionali e classificazione
UNI EN 15241: 2008. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo delle perdite di energia dovute alla ventilazione e alle infiltrazioni in edifici commerciali
UNI EN 15242: 2008. Ventilazione degli edifici. Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d’aria negli edifici, comprese le infiltrazioni.
UNI EN 15243: 2008. Ventilazione degli edifici. Calcolo delle temperature nei locali, del carico termico e dell’energia per edifici dotati di impianto di climatizzazione degli ambienti
UNI EN 15251: 2008. Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica.
UNI EN 15316-1: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte1: generalità.
UNI EN 15316-2-1: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 2-1: sistemi di emissione del calore negli ambienti. UNI EN 15316-2-3: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 2-3: sistemi di distribuzione del calore negli ambienti
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A LL EGA T IUNI EN 15316-3-1: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 3-1: impianti per la produzione di acqua calda sanitaria, caratterizzazione dei fabbisogni. (fabbisogni di erogazione).
UNI EN 15316-3-2: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 3-2: impianti per la produzione di acqua calda sanitaria. Distribuzione.
UNI EN 15316-3-3: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 3-3: impianti per la produzione di acqua calda sanitaria. Generazione.
UNI EN 15316-4-1: 2008. Impianti di riscaldamento degli edifici. Metodo per il calcolo dei requisiti energetici e dei rendimenti dell’impianto. Parte 4-1: sistemi di generazione per il riscaldamento degli ambienti, sistemi a comubustione (caldaie), caldaie.
UNI EN 15603: 2008. Prestazione energetica degli edifici. Consumo energetico globale e definizione dei metodi di valutazione energetica.
UNI EN ISO 6946: 2007. Componenti edilizi ed elementi per l’edilizia. Resistenza termica e trasmittanza termica. Metodo di calcolo.
UNI EN ISO 7345: 1999. Isolamento termico. Grandezze fisiche e definizioni
UNI EN ISO 10077-1: 2007. Prestazione termica di finestre, porte e chiusure. Calcolo della trasmittanza termica. Parte1:generalità.
UNI EN ISO 10077-2: 2004. Prestazione termica di finestre, porte e chiusure. Calcolo della trasmittanza termica. Metodo numerico per i telai.
UNI EN ISO 10211: 2008. Ponti termici in edilizia. Flussi termici e temperature superficiali. Calcoli dettagliati.
UNI EN ISO 13370: 2008. Prestazione termica degli edifici. Trasferimento di calore attraverso il terreno. Metodi di calcolo.
UNI EN ISO 133786: 2008. Prestazione termica dei componenti per l’edilizia. Caratteristiche termiche dinamiche. Metodi di calcolo.
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A LL EGA T IUNI EN ISO 13789: 2008. Prestazione termica degli edifici. Coefficiente di trasferimento del calore per trasmissione e ventilazione. Metodo di calcolo.
UNI EN ISO 13790: 2008. Prestazione energetica degli edifici. Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento
UNI EN ISO 14683: 2008. Ponti termici in edilizia. Coefficiente di trasmissione termica lineare. Metodi semplificati e valori di riferimento
UNI EN ISO 15927-1: 2004. Prestazione termo igrometrica degli edifici. Calcolo e presentazione dei dati climatici. Medie mensili dei singoli elementi meteorologici.
UNI/TS 11300-1: 2008. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.
UNI /TS 11300-2: 2008. Prestazioni energetiche degli edifici. Parte2: determinazione dell’energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari
UNI/TS 11300-3: 2010. Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.
[UNI/TS 11300-4 3. Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per riscaldamento di ambienti e produzione di acqua calda sanitaria]4
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in corso di preparazione
4 la specifica tecnica (TS) definisce le modalità per l’applicazione nazionale della UNI EN ISO 13790:2008 per il