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ASP, Comune di Pisa, div. F, n° 941: Un pacco contenente diverse relazioni di chiese dal 1834 al 1850, Lettera 26 agosto 1846, c. 144.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Perizia per alcuni restauri da farsi alla Chiesa di S. Michele in Borgo della città di Pisa, 30 novembre 1846

Perizia per alcuni restauri da farsi alla Chiesa di S. Michele in Borgo della Città di Pisa Illustrissimo Signor Auditore del Governo della Città di Pisa

In seguito dell’ Officiale di Vostra Signoria Illustrissima del 21 Novembre cadente, colla quale mi commette di costatare lo stato di due volticciole della navata laterale di Tramontana della Chiesa di S. Michele in Borgo di questa Città, e di proporre i lavori da farsi per risarcirle, dopo avere fatto costruire dei palchi per poterle visitare da vicino, come ebbi l’onore di accennarle sotto di 21 Novembre stesso, mi sono assicurato che dette volticciole, non sono altrimenti volterrane come si Sig.e

Provveditore

Illustrissimo Sig.e

Incaricati i sottoscritti da VS. Illustrissima di accuratamente esaminare se lo stato della Chiesa Priorale di S. Michele di Borgo di questa Città danneggiata dal tremuoto accaduto il dì 14 stante possa esser tale da essere con piccola spesa provvisoriamente riuffiziata ed in tal caso di indicare e periziare i lavori occorrenti in coerenza di che in questa stessa mattina trasferitici sulla faccia del luogo abbiamo osservato che un tale edifizio può esser nuovamente uffiziato quando vi siano eseguiti i seguenti lavori.

In primo luogo va sgombrato tutto il materiale caduto dalla volta sul sottoposto pavimento ammassandolo in una stanza addetta al Priore prossima alla Chiesa trasportando ai pubblici scarichi i calcinacci inserviti per la qual cosa si pone in previsione la somma di circa £ 200.

È necessario togliere dal posto quella porzione d’Orchestra rimasta pendente e minacciante rovina e ciò con la spesa di 60.

Va demolita quella parte di volta rimasta cadente sopra all’altare maggiore fino all’arco del Coro. Questo lavoro compresa la spesa dei ponti importerà £ 100. Va tolto di sopra alle cornici i rottami delle rovine che vi sono rimasti la qual cosa potrà farsi colla spesa di 40.

Il balaustrato di marmo presso la tribuna in parte è rimasto atterrato ed in parte mal concio. Per togliere dal posto quella parte che può servire d’ingombro per la qual cosa considerata la […] del lavoro occorrerà la somma di 80.

Si metta in previsione la somma di Lire cento per i guasti che possono essere avvenuti al pavimento di marmo, i quali oggi non possono verificarsi stanti l’ingombro dei materiali cadutivi dico 100.

Il tetto va in tutte le sue parti riveduto e mutate in varj punti le tavole marcite che sorreggono gli embrici per la qual cosa si mette in previsione la somma 500.

Un parziale restauro occorre che sia fatto alle finestre per renderle servibili fin tanto che non sia provvisto definitivamente bisogno di questa Chiesa ponendo in previsione per questo effetto la somma di 140.

Sarà necessario pulire con granate tutte le muraglie e tettoja e ciò potrà farsi colla spesa di 60.

Totale £ 1280

Aumento del decimo per lavori imprevisti e d’assistenza £ 128 Totale £ 1408

Quali lavori scrivo del subordinato parere che vengano effettuati a Nota sotto l’accreditata sorveglianza di un abile ed onesto assistente.

E pieni del più distinto ossequio a rispetto abbiamo l’onore di professarci Di VS. Illustrissima

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credeva, ma volte reali, e per conseguenza più stabili e meno soggette a rovinare, per cui sono di parere che per assicurarle siano sufficienti i seguenti lavori.

Tanto quella che trovasi prossima all’Altare del SS. Crocifisso, quanto l’altra che gli sta sul fianco sinistro presentano i medesimi difetti, consistenti in molti cretti in varj sensi e direzioni, prodotti forse dalla scossa del 14 Agosto e manifestatisi in quelle successive, per rimediare ai quali, occorre aprirle in vari punti a tutta sostanza, e riprenderle a regola d’arte, specialmente lungo l’impostatura sopra l’arco della navata di mezzo, per il quale lavoro quindi occorrere Braccia 30 quadre di volta reale in ambedue che a £ 1.13.4 il B. quadro importano £ 50

Vanno ripresi e messi in forza i due archi traversi che reggono dette volte, zeppandoli alla Chiave con biette di Ferro, avendoli prima aperti con adeguati legnami. Un tal lavoro porterà la spesa di £ 20

Sarà necessario far nuovo tutto l’intonaco di ambedue le volte, del quale ne occorrono Braccia 100 quadre, che a soldi 4

[Segue £ 70] [Riporto £ 70]

il B. quadro, importano 25

Per dare un colore simile al resto della Chiesa, alle suddette volte nei punti ove sono state fatte le nicchie per i ponti circa 20

Va zeppato con biette di Ferro l’arco setolato esistente presso l’Altare della Presentazione, che attesa la scomodità del lavoro, porterà la spesa di 18

Nelle soffitte sopra dette volte vi è un muro aperto affatto; due buone leghe di pietra lunghe ciascuna Braccia 1 ½ almeno, messe a regola d’arte, saranno sufficienti per collegarle. Le quali messe al posto, importeranno 14

Per sgravare il peso di una porzione di tetto che gravita sopra il […] di una di dette volte, si porrà sul muro esterno e su quello della navata di mezzo, un travetto di abeto grosso soldi 8 di Braccio e lunga B. 7 per sostenere

[Segue £ 147] [Riporto £ 147]

una trave che regga la tettoja lo che tutto compreso, porterà la spesa di 24 Fattura dei ponti necessari per eseguire il lavoro, e nolo dei legnami circa 60

Totale £ 231

Il lavoro sarà fatto con schietta calcina forte impastata con rena d’Arno.

Fatti che siano i sopradescritti lavori, si potrà aprire la Chiesa al Culto Divino senza pericolo di rovina, non presentando altro difetto che la vista di una nera tettoja, e delle pareti senza intonaco in quello spazio tra l’antica volta e il tetto.

E sembrandomi con quanto sopra di avere dato sfogo a quanto mi richiamava la di Lei Officiale, passo al vantaggio di segnarmi col rispetto dovutole

Di VS Illustrissima Pisa 30 Novembre 1846

Devotissimo Obbligatissimo Servitore G. Becherucci Ing.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Perizia dei lavori da farsi alla Chiesa di S. Michele in Borgo della Città di Pisa, 17 dicembre 1846

Illustrissimo Sig. Auditore del Governo di Pisa

I recenti ordini di VS. Illustrissima, mi richiamano ad indicare la spesa occorrente per dare un colore alla tettoja che copre la navata di mezzo della Chiesa di S. Michele in Borgo di questa Città e per ricoprire d’intonaco le mura laterali, dall’impostatura dell’antica volterrana, fino alla tettoja; e siccome tutto ciò mi induce a credere che detta Chiesa debba restare permanentemente nello stato attuale (voglio dire senza volta) mi sia permesso di rispettosamente sottoporre alle savie considerazioni di VS. Illustrissima quanto segue

Quando nel 26 Agosto ultimo decorso, l’Illustrissimo Sig. Provveditore della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa commesse al Sig. Ingegnere Cristino Giuliani ed a me sottoscritto di visitare quella Chiesa ci chiese soltanto la spesa occorrente per sgombrarla dalle

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materie cadute, e da quelle pericolanti, onde renderla provvisoriamente servibile, e quando VS. Illustrissima con Lettera del 21 Novembre prossimo passato, commesse a me sottoscritto la verificazione dei guasti sopravvenuti nelle volticciole della navata laterale di tramontana, colla successiva Perizia del 30 del mese stesso, mi feci carico di descrivere i soli lavori necessari per ripararli nel tema sempre e nella persuasiva che tali lavori fossero ordinati per rendere quella Chiesa ufiziabile provvisoriamente, e fintantoché non fosse stato ponderato e deciso qual sistema era da tenersi per nascondere la tettoja e resarcire i guasti avvenuti nelle cornici ed in altre parti del Tempio; ma ora, sul dubbio che detta tettoja debba rimanere sempre esposta agli occhi del pubblico, mi credo in dovere di descrivere come sia formata, perché VS. Illustrissima possa conoscere seri difetti.

La tettoja sopraindicata, è lunga Braccia 70, dieci delle quali coprono il Coro, ed ogni restante la navata di mezzo. La sua armatura si compone di N° 13 Cavalletti dell’ordinarie forme che sostengono un ordine di travi; a quest’ultime, sono confitti i travicelli che sorreggono un tavolato senza scempiato di mezzane sopra le nude tavole posano gli Embrici ed i Tegoli.

Il tavolato che sostiene le terre cotte, è molto lacero stante la vetustà, e tra una tavola e l’altra vi restano tali fessure, da comunicare la luce, il freddo, e spesse volte delle gocce di pioggia, alla sottostante Chiesa che non si possono rimediare con parziali restauri perché sono troppe e troppo estese; e neppure col rinnovare tutto il tavolato si otterrebbe un intento permanente, perché, essendo soggetto il legname a tutte l’intemperie dell’aria, ben presto tornerebbe a trasparire.

Questo difetto si scorgerebbe maggiormente dalla sottoposta Chiesa, allorquando fosse colorita la tettoja, venendo attentamente nascosto dall’oscurità in cui quella si trova.

Oltre di ciò, vi è un cavalletto fasciato con staffoni di ferro e tavoloni di Abeto in un punto, ove la corda che lo sostiene, avendo sofferto poteva pericolare. Tale fasciatura sono persuaso che rende al cavalletto la primiera stabilità, ma non tranquillizza l’animo dei riguardanti non esperti nell’arte (che sono i più) i quali, vedendo uno dei sostegni principali difettoso, dubita sempre di qualche sconcerto.

Parimente due travi del tetto esistenti di sopra la Cantoria sono puntellati con legni presso che verticali, perché indebolite e quasi marce nel punto ove riposano sul muro; le quali, sebbene facciano oggi il loro uffizio, danno però timore a chi le vede, cosa che non avveniva quando tali difetti erano nascosti dalla volta che cadde.

Premesso quanto sopra, io credo che dovendo restare la tettoja costantemente visibile, sia di necessità la rimonta generale della medesima per formarvi uno scempiato di mezzane, come lo hanno tutte le tettoje, dico la rimonta generale, giacché la distanza che si trova da un travicello all’altro, non ci permette di fare lo scempiato di mezzane, che è quello appunto che toglierebbe i difetti accennati.

Ad onta però di tutti i miglioramenti proposti farsi alla tettoja, restando quella visibile, non tornerebbe la Chiesa decorosa come quando esisteva la volterrana, e siccome il costruirla di nuovo di mattoni, sebbene potesse farsi con maggiore stabilità di quella che cadde, sarebbe sempre soggetta ad essere distrutta da una scossa simile a quella sofferta nel 14 Agosto prossimo passato, perciò, proporrei invece di formarci un’incannicciata centinata a guisa di volta, sorretta da una bene intesa armatura di legname, la quale non essendo soggetta ad aprirsi nella sommità come la volterrana, non potrebbe essere atterrata se non venissero distrutte anche le muraglie laterali ove posa.

Questa mia asserzione è stata comprovata dall’esperienza, mentre avendo coperta con tal sistema la sala del nuovo Tribunale Collegiale di questa Città, che è larga Braccia 19, e per conseguenza più larga un Braccio della navata della Chiesa ove dovrebbe costruirsi, nulla sofferse nella scossa del terremoto l’intelajatura e neppure gettò una setola nell’intonachi.

L’intelajatura della proposta incannicciata si comporrebbe di 11 Centine di buon albero Gattice, oppure Abeto, larghe ciascuna Braccia 18 quanto il vuoto della navata, alte mezzo Braccio, sviluppata sul mezzo tondo e formate di tre tavole ben confitte insieme facenti in tutto la larghezza di soldi quattro di Braccio, le quali dovrebbero mettersi ad eguali distanze di Braccia cinque e non più, internate al loro posare nella muraglia per tutta l’altezza della tavola che le compone.

Tali Centine, dovrebbero essere sorrette all’altezza di Braccia 5 sopra l’impostatura, da due staffe di Ferro una per parte, fatte a forcina, confitte alla centina con doppio chiodo e fermate nel muro con due ingessature, come pure, ognuna di esse ad eguali distanze, dovrebbe avere due tiranti di

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legno confitti alle corde de cavalletti del tetto, per sorreggerle ed impedire il benché minimo bandimento.

Sopra queste Centine, dovrebbe farsi un intelajatura di regoli di Abeto messi distanti l’un dall’altro ¾ di Braccio. Da centro a centro, grossi per una parte 8 quattrini di Braccio e per l’altra sei, confitti alle centine con doppio chiodo, ed incastrati in modo da formare una sola linea nell’intradosso della centina, avvertendo che tali regoli dovrebbero avere la lunghezza di Braccia 10 onde collegare insieme tre centine.

A questa intelajatura dovrebbe essere confitto con chiodi adeguati uno strato di canne stiacciate ben tessuto, e sopra di quello, dovrebbe essere disteso un buono e regolare intonaco composto di tre strati, il primo, quasi di gesso schietto per bene intasare le canne, il secondo di gesso e calcina forte mescolata, ed il terzo, di sola calcina forte impastata con rena d’Arno, tirando il tutto a regola, e con la massima diligenza secondo la curvatura della Centina.

Alle finestre sarà necessario formarvi delle lunette, e perché non siano mostruose come quelle della volta caduta, darei una forma diversa al vuoto delle medesime per abbassarle, riducendole semicircolari della larghezza di Braccia 5 e Braccia 2 ½ in altezza.

Abbracciando il progetto di nascondere la tettoja con la proposta incannicciata, sarebbe quella servibile nello stato attuale senza prendervi altra somma oltre quella erogata nei parziali ed indispensabili restauri già fatti, e non occorrerebbe riprendere l’intonaco delle mura laterali presso la tettoja, ma in caso diverso, sono di rispettoso e rassegnato parere, che non possiamo esimerci dal ridurre il tetto nel modo sopraindicato.

Dopo quanto sopra ho esposto, sono in dovere di farle conoscere la spesa necessaria in ambedue gli aspetti.

AMMONTARE DELLA SPESA PER COSTRUIRE L’INCANNICCIATA

N°37 Regoli lunghi Braccia 58 sono Braccia andanti 2146 che a £ 6.8 il Braccio compresi i chiodi e fattura importano £ 715.68

N°11 Centine raddoppiate, ciascuna gira Braccia 30, ed in tutto Braccia 330 a £ 3 il Braccio 990 N°18 piccole per le lunette delle finestre di Braccia 5 l’una, sono in tutto Braccia 90 a £ 1.6.8 il Braccio 120.

Braccia 1740 quadre di canne compreso gesso, chiodi e fattura a £ 13.4 il Braccio quadro, importano 1160

Per N°24 Staffoni di ferro lunghi ciascuno circa Braccia 2 lire 4 l’uno 96

Tiranti ai cavalletti e regolo da cima a fondo per collegare tutte le centine, si pone 150 Riduzione di 9 finestre, per ciò che spetta al muratore a £ 35 l’una 315

Serrami a cristalli con uno sportello da aprirsi a £ 90 l’una 810 Palchi per eseguire il lavoro 300

Imbiancatura di tutta la Chiesa ed Incannicciata 250 Restauro agli stucchi e cornici guastate circa 100 Totale £ 5006.68

AMMONTARE DELLA SPESA PER RIDURRE LA TETTOJA ED IL RIMANENTE DELLA CHIESA

Braccia 1610 quadre di tetto sfatto e rifatto aggiungendovi lo scempiato di mezzane arrotate, a £ 1.6.8 il Braccio quadro, importano £ 2146.13.4

N°150 Travicelli lunghi ciascuno Braccia 10 che mancano, dovendoli mettere più fitti di quelli attuali onde reggere le mezzane, e questi grossi ¼ per una parte ed 1/6 per l’altra, sono in tutto Braccia 1500 a £ 6.8 il Braccio messi al posto 500

N°6 Travette lunghe ciascuna Braccia 6 a £ 14 l’una 84

Terre cotte mancanti, e legname che potesse scoprirsi difettoso nel disfare il tetto circa 300

Corda da mettersi ad un cavalletto, lunga Braccia 20, grossa ¾ e larga ½ Braccio, e rimonta di tutto il cavalletto 350

Intonaco e ripresa di muro in quegli spazi che restavano coperti dalla volta, Braccia 1400 a £ 5 il Braccio quadro 350

Parete di sopramattone per serrare il vuoto che resta sopra l’arco della Tribuna fino al tetto, e sopra la Cantoria, in tutto Braccia 300 a £ 1 il Braccio 300

Restauro alle cornici come nel primo progetto 100 Idem per i Palchi 300

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Idem per l’imbiancatura 250 Totale £ 4680.13.4

Per formare l’Incannicciata la spesa ammonta a £ 5006.6.8 Per ridurre la tettoja £ 4680.13.4

Differenza £ 325.13.4

Mi resta a dichiarare che nelle somme sopra ritrovate non si comprende la spesa già presagita per resarcire le volticciole della navata a Tramontana, fatta conoscere con Rapporto del trenta Novembre prossimo passato, né quella occorrente per ripristinare l’Organo ed Orchestra stati quasi totalmente distrutti dal terremoto.

Dopo quanto sopra ho esposto, potrà Vostra Signoria Illustrissima nella somma sua saviezza, decidere quali dei due partiti sia da preferirsi, e frattanto passo all’onore di rispettosamente segnarmi

Di VS. Illustrissima Pisa li 17 Dicembre 1846

Devotissimo Obbligatissimo Servitore Gaetano Becherucci Ing.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 29 APRILE 1847 29 Aprile 47

Tutto che generoso fosse il sussidio elargito dalla Sovrana Risoluzione de 29 Gennajo ultimo per i restauri di questa Chiesa Parrocchiale di San Michele nel soddisfare alle aspettazioni del Parroco il quale dice di aver umiliato al Trono nuova domanda per ottenere un supplemento.

Intanto la detta Chiesa resta sempre chiusa al culto, e ciò da occasione alla continua lagnanza dei molti individui cui per la centralità del luogo sarebbe comodo di soddisfare nella medesima ai doveri religiosi.

Reputo opportuno il denunciare l’inconveniente alla Saviezza di V. S. Illustrissima perché a me sembrerebbe opportuno che il R. Governo pronunciasse definitivamente le sue intenzioni, e senza più temporeggiare si abbracciasse in un modo o nell’altro un partito per riammettere il Pubblico in detta Chiesa. E col più distinto ossequio ho l’onore di confermarmi.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 14 giugno 1847

Illustrissimi Signori Presidenti e Deputati dell’accademia delle Belle Arti di Pisa

Per la scossa di terra del 14. Agosto 1846 la volta coprente la navata media della Chiesa di S. Michele in Borgo era caduta, e nell’adunanza accademica del tre Giugno and. venne annunziato essere cotesta volta da ricostruire. Alcuni di noi avevano di già osservato il tetto rimasto scoperto comparire all’occhio sodisfacente e sulle pareti in prima nascoste al di sopra della caduta volta esistere dei frammenti d’intonaco portanti delle indicazioni di pittura antiche di uno stile conveniente all’aspetto dello stesso tetto, ed alle primitive forme della Chiesa. Parve all’Accademia non dovere trascurare di far rivedere quegli avanzi, ed eziando informarsi se la configurazione del nuovo soffitto fosse confacente e concorde alle altre parti della Fabbrica a questo esame venimmo deputati noi sottoscritti, e fatte avendo le occorrenti ispezioni, eccoci a referire quanto appreso. Gli avanzi delle pitture altro non offrono che il modo con cui erano le interne pareti trattate, il qual modo sembra consistesse in formelle circolari tinte a fresco in varj colori, tutte insieme componenti una specie di parato: ma tanto i piccoli avanzi sono deperiti che per formarvi quell’idea fu d’uopo ajutare la mente più colla immaginazione che coll’effettiva visione.

Il tetto è costrutto a cavalletti composti di travi squadrati ben distribuiti e di quella forma conveniente alle medie navate delle nostre Basiliche. Le pareti, oltre gli avanzi di pittura preindicati, presentano tracce di finestre armate strette ed alte, alle quali sono state sostituite finestre rettangolari larghe, e sormontate da cornici.

Regio Diritto

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L’interno della Chiesa repartita in tre navi con archi posti su colonne di antico non conserva che i primi cinque intercolonni, e ne seguono poi due arconi per parte ed uno a fronte posti su pilastri di stile più moderno, e discorde da quello primitivo.

Finalmente le pareti comprese fra il pavimento e la volta caduta sono opera recente incrostate di stucchi pendenti al Barocco, ma non però barocchi affatto.

Sarebbe desiderio già esternato da alcuni dei nostri colleghi che venissero restituite a questa Chiesa le forme primitive; fosser cioè ridotte le finestre a forma armata oblunga; disfatti i pilastri di stile moderno e costituite colonne; ridotto il coro a semicerchio; ridipinte le mura ad imitazione delle tracce antiche, ed allora risarcito e lasciato il tetto scoperto alla vista del pubblico ma a questa felice e dirò anche venerabile proposizione, ci venne fatto osservare dal metis.o molto Reverendo Sig. Priore Camerino Caproni, in primo luogo che le circostanze economiche non permettevano di entrare in tanto lavoro, in secondo luogo poi avere il Popolo già dichiarato voler non vedere quell’imbrunito tetto. Ed aggiungeva, che per non esporsi alla indignazione di molti avrebbe egli stesso gradita la ricostruzione del soffitto ed il conservamento delle altre parti nelle forme attuali; ma desiderava altresì che l’accademia determinasse dello stesso soffitto la forma generale.

Ritenute ora come insuperabili le difficoltà addotte dal prelodato Sig. Priore, si consigliò, e si consiglia, che, ferme le finestre e tutte le altre parti della fabbrica nelle forme attuali, venga ricostruito il soffitto non in volta ma in piano, con incannicciato affisso alle corde dei cavalletti del tetto esistente, previa rivista e risarcimento stabile ovunque occorra, e dipinto poi a […]1

a grande epartito. Questo è quanto 14 Giugno 1847 Alessandro Gherardesca Florido Galli Concordato

Filippo Pierazzini Segretario

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, indicazione della spesa occorrente ad eseguire il soffitto a stojato piano nella chiesa di S. Michele in Borgo di Pisa, 1° settembre 1847

N°1 Per legnami, funi, chiodazione e costruzione di ponti, compreso il rattoppo del

pavimento £ 1050

2 Accomodatura del tetto compreso il rinforzamento de’ cavalletti 1150 3 Esecuzione dello stojato affisso alle corde, compreso il legname di secondario

sostegno. N 1170 a £ 2 ½ importa 2925

4 Intonaco occorrente nella parti elevate della Chiesa. N 1000 200

5 Pittura su circa a N 2000 superfice 1000

Somma 6325

Si aggiunga 1/10 per spese impreviste 632,50

Ammontare della spesa occorrente in aspetto semplice £ 6957,50

Da Pisa 1° settembre 1847 Florido Galli Architetto

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 30 ottobre 1847 Illustrissimo Signore

È stata richiamata l’attenzione di S. A. I. e Reale sul progetto dei lavori che codesta Magistratura Comunitativa secondando i voti di quella Accademia delle Belle Arti ha avanzato in coerenza al parere degl’Architetti Gherardesca e Galli per il riordinamento della Chiesa di S. Michele in Borgo di detta Città in luogo e vece degl’altri lavori di che nella Sovrana Risoluzione del 29 Gennajo ultimo decorso.

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E la lodata A. S. I. e Reale con venerata Ris.e dei 24 cadente mentre à dovuto convenire che i nuovi lavori restituendo alla Chiesa il primitivo carattere di antica Basilica meriterebbero di essere nei rapporti dell’Arte preferiti a quelli come sopra approvati, pure non ha creduto conveniente di declinare dalle già emanate disposizioni, considerando che occorrendo sulla fatta previsione [Sig.

Auditore del Governo di Pisa] un aumento di spesa di circa £ 2000 sarebbe forza per sopperirvi il

dar luogo alla concessione di un correspettivo sussidio sulla Cassa della Real Depositeria quandochè per i carichi rilevantissimi cui è stata questa assoggettata per dependenza dei bisogni delle Fabbriche Parrocchiali, e per i pesi ben gravi cui per altre esigenze dello stato del provvedere, non è altrimenti conciliabile nel caso un ulteriore aggravio in specie trattandosi di lavori che non rivestono il carattere d'assolutamente necessarj.

Per altro ove avvenga che in qualunque altro modo sia dato di raccogliere mezzi per portare a compimento l’opera di che si tratta S. A. I. e Reale dichiara fin d’ora che sarà per approvarne l’esecuzione a condizione che non venga di soverchio ritardata l’apertura della sud.a

Chiesa necessaria al servizio spirituale di codesta Città.

Partecipo a V. S. Illustrissima questa Sovrana Risoluzione per notizia, e regola, e perché mi si compiaccia di renderne inteso il Parroco della mentovata Chiesa, prevenendola che per mezzo della Soprintendenza Generale alle Comunità è stata comunicata a codesta Magistratura Comunitativa. E con distinta stima mi confermo

Di V. S. Illustrissima

Dalla Segreteria del R. Diritto Firenze 30 Ottobre 1847

Devotissimo Obbligatissimo Servitore V. Bani

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 12 novembre 1847 R.˚

Diritto

12 Novembre 47

Il Parroco di questa Chiesa di S. Michele Sacerdote Camerino Caproni giovandosi della latitudine lasciatogli dalla Sovrana Risoluzione di 24 Ottobre ultimo ha dichiarato con l’acclusa lettera di prescegliere di far eseguire i restauri di d.a

Fabbrica secondo il Progetto degli Architetti Gherardesca, e Galli secondato da questa Magistratura Civica sotto la condizione che il R. Erario non debba andar sottoposto ad altro aggravio al di là delle Lire tremila assegnategli in sussidio fino dal di 29 Gennajo dell’anno corrente. La proposizione mi sembra abbracciabile, giacché tengo d. Ecclesiastico per idoneo a ben corrispondere all’impegno che assumesse per mezzo di regolare obbligazione.

Onde questa possa debitamente esser posta in essere occorrerebbe aver sott’occhio il summentovato Progetto che io non ho mai veduto, e suppongo esistere in cotesta Segreteria.

Mi auguro che V. S. Illustrissima si compiacerà di ordinare che mi sia trasmesso quanto la di Lei Saviezza creda opportuno, come io lo crederei, di annuire alla domanda.

Ed ove le cose restino combinate a seconda di questa sarei d’avviso potesse anche aderirsi al desiderio del Postulante dichiarando che alla regolarità della esecuzione dovessero sopravvedere gli stessi compilatori del Progetto Gherardesca, e Galli che rivestono anche la pubblica qualità di RR. Deputati a questa Accademia delle Belle Arti. Mentre starò attendendo il favore di una sua replica passo all’onore di ripetermi col più distinto ossequio.

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 26 novembre 1847 Illustrissimo Signore

Dall’Officiale di VS. Illustrissima de’12 stante rilevo che il Sacerdote Camerino Caproni Parroco della Chiesa di S. Michele in Borgo di codesta Città valendosi della latitudine accordatagli dalla Sovrana veneratissima Risoluzione de’24 Ottobre prossimo passato, si sarebbe dichiarato pronto a portare ad esecuzione il progetto di lavori proposto dagli Architetti Gherardesca e Galli senza

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veruno ulteriore aggravio per parte del R.° Erario al di là del sussidio stanziato dalla Sovrana Risoluzione de’ 29 Gennajo del corrente anno.

E ferma stante una tal condizione non potrebbe questa R. Segreteria fare alcuna contraria osservazione alla determinazione del sunnominato Parroco Caproni, conforme VS. Illustrissima potrà far servire al medesimo.

Il Progetto suindicato venne dal Superior Governo ritornato direttamente a codesta Comunità per mezzo della Soprintendenza Generale alle Comunità, pel di cui organo venne ad esser partecipata la Sovrana Risoluzione de’ 24 Ottobre conforme già significai a VS. Illustrissima colla Ministeriale di questa Segreteria del R.° Diritto de’ 30 dello stesso mese, e solo esiste in questo Dipartimento la ingiunta nota della relativa spesa fatta a di [Sig. Auditore del governo di Pisa] Lei richiesta dall’Architetto Galli, e da VS. Illustrissima accompagnatami con Officiale del 1° Settembre prossimo passato, quale le invio per l’uso occorrente.

E con distinto ossequio mi confermo Di VS. Illustrissima

Dalla Segreteria del R.° Diritto Li 26 Novembre 1847

Devotissimo Obbligatissimo Servitore V. Bani

ASP, Governatore di Pisa, n° 234, Lettera 29 novembre 1847 Signor Provveditore Della Camera di Soprintendenza Comunitativa di Pisa 29 Novembre 47

Il Parroco di S. Michele in Borgo ha prescelto, senza chiedere ulteriore sussidio, di fare eseguire i restauri della sua Chiesa secondo il Progetto Gherardesca e Galli, che questa Magistratura Civica aveva sottoposto alle considerazioni del R. Governo.

Dovendosi ora portare ad effetto i lavori ai termini della Relazione dei prelodati Architetti, che io debbo supporre esistere nell’Archivio di cotesta Camera prego la di Lei gentilezza a volermene fare avere una copia qualora non potesse farmi comodo dell’originale per servire alle debite verificazioni.

Ed in aspettativa di tal favore godo di confermarmi col più distinto ossequio. ASP, Prefettura di Pisa, inventario 28, N° 61, Lettera 15 settembre 1877

N°1327/6793

Al Sig. Ingegnere Capo del Genio Civile Gov.to Pisa Oggetto

Fulmine caduto sul campanile della Chiesa di S. Michele in Pisa Allegati N°1

Pisa 15 Settembre 1877

Il Priore della Chiesa di S. Michele di questa Città con Lettera, che nel suo originale qui accludo, mi avverte che il giorno 10 corrente un fulmine percosse il campanile di quella Chiesa arrecandovi molti guasti, e che ora vi occorrono pronte riparazioni per impedire qualche catastrofe. Onde prevenire qualsiasi disgrazia, prego la S. V. a far visitare il campanile in parola e la fabbrica attigua, e referire in proposito.

Il Prefetto Menichetti

ASoP, F 125 M. 37, Pratica n° 2382, Lettera 11 maggio 1892 R. ISPETTORATO DEI MONUMENTI E DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ PISA Oggetto

Facciata della Chiesa di S. Michele in Borgo

Pisa, 11 Maggio 1892

La facciata della Chiesa di S. Michele in Borgo, in questo rifiorire di primavera ha preso addirittura l’aspetto di un prato verdeggiante tutto smaltato di fiori, tante sono le erbe che la ricoprono dal primo ordine delle colonne alla cuspide. Mi si fanno proteste per questo non certo lodevole stato di conservazione di opera così monumentale, e si rivolgono al sottoscritto lamenti e censure, e s’invoca rimedio all’inconveniente. Io, non già per risparmiarmi critiche che so di non meritare, e che quindi non

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Al Chiarissimo Com. Architetto Direttore dell’Ufficio Regionale per la Conservazione de’ Monumenti Firenze

mi toccano punto, ma per l’interesse e la migliore conservazione di quell’artistica facciata, nonché per il decoro della città nostra, partecipo alla S. V. il fatto invocando più prontamente che sia possibile l’opportuno rimedio.

Con più distinti ossequi Il R. Ispettore

Igino Benvenuto Supino

ASP, Genio Civile, Classe XXXI, n° 4, Fascicolo 178, Lettera 13 novembre 1909 R. Economato dei Benefizi

Vacanti di Firenze R. Subeconomato di Pisa N. di Posiz. 39

N. di Prot. 1479

Ente Pisa S. Michele in Borgo Oggetto Restauri alle porte della Chiesa

All’Illustrissimo Sig. Cav. Ingegnere Capo dell’Ufficio del Genio Civile di Pisa

Pisa, li 13 Novembre 1909

Dovendosi provvedere ai danni arrecati agli affissi della Chiesa di S. Michele in Borgo di questa Città, da alcuni teppisti, e facendo difetto le rendite di quell’Ente a provvedere alla spesa corrente, è necessario vi debbano supplire i fondi del R.˚ Economato Generale. All’effetto di conseguire il detto concorso è d’uopo che la prodotta perizia del falegname Sig. Vittorio Melani, che qui compiego, possa munirsi, ai termini dell’Art. 12 del Regolamento 2 Marzo 1899, dell’approvazione di codesto On. Ufficio, come di consueto. Di ciò prego, quando nulla osti, la S. V. Illustrissima. Con osservanza

Il R.˚ Subeconomo

ASP, Genio Civile, Classe XXXI, n° 4, Fascicolo 208, Lettera 3 febbraio 1921 R. Subeconomato dei Benefizi Vacanti

della Diocesi di Pisa N° 39/113

Oggetto Pisa S. Michele in Borgo Danni del terremoto

All. 1

Illustrissimo Signore Cav. Ingegnere Capo del Genio Civile di Pisa

Pisa 3 Febbraio 1921

Il sottoscritto trasmette alla S. V. Illustrissima l’unito preventivo di spese occorrenti a riparare i danni arrecati dagli ultimi movimenti tellurici nella Canonica di S. Michele in Borgo in questa Città, redatto dal M.˚ Muratore Sig. Emilio Parra, con preghiera, quando nulla osti, di munirla del visto della stessa S. V. giusta l’Art. 12 del Regolamento del 23 Maggio 1918 N°978.

Il R.˚ Subeconomo Reggente

ASP, Genio Civile, Classe XXXI, n° 4, Fascicolo 303, Lettera 20 luglio 1923 R. Economato Generale dei

Benefizi Vacanti di Firenze R. Subeconomato di Pisa N. di Pos. 39

N. di Prot. 636

Ente Pisa Parrocchia di S. Michele in Borgo

Oggetto Riparazioni ad un tetto

Allegati N. 1

All’Illustrissimo Sig. Cav. Ingegnere Capo dell’Ufficio del Genio Civile Pisa

Pisa, li 20 Luglio 1923

Al seguito della rottura di una trave al tetto della stanza soprastante alla Sagrestia della Chiesa parrocchiale al margine indicata, essendo caduto il tetto medesimo, occorre subito ripararlo e dal Maestro Muratore Sig. Emilio Parra si prevede la spesa di £ 502, giusta l’allegata perizia. Siccome il rettore della parrocchia medesima, avrebbe avanzata istanza al R.˚ Economato Generale per conseguire a titolo di sussidio un contributo alla spesa prevista, è necessario che la perizia prodotta sull’Art. 12 del Regolamento 23 Maggio 1918 n. 978 sia riveduta da un ufficio tecnico governativo, perciò lo scrivente la trasmette alla S. V. Illustrissima con preghiera, quando nulla osti, venga munita di tale formalità.

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ASoP, F 125, M. 37, A, G 34-4, Pratica n° 2437: Ristrutturazioni cripta, 1925-1938, Lettera 3 gennaio 1938

Ill.mo Sig. Com.e

Pisa 3 Gennaio 1938 XVI

Sono il Parroco di S. Michele in Borgo di Pisa ed il fatto che l’Operaio del Duomo mi richiede i due sarcofagi che da anni sono nell’acqua della cripta di questa chiesa, desta in me una folla di ricordi e di desideri.

Bisogna premettere che il Soprintendente Bacci quando fece questa cripta la intonacò con una certa materia, venuta dalla Germania, che, secondo lui, la doveva rendere perfettamente refrattaria ad ogni umidità per sempre. Il giorno dopo c’era un po’ d’acqua. Pensando che fosse stato il sagrestano a mettere quell’acqua portò via le chiavi del cancello. Trovando i giorni successivi ancora acqua pensò e disse che era la rarefazione dell’aria.

È un fatto che dal 1914 un metro e più d’acqua non ha abbandonato il fondo di detta cripta. Preoccupato del danno che può provenire ai fondamenti della Chiesa ed in modo speciale all’igiene, nell’estate del 1936 chiamai l’Ing. Casanova e si tentò di prosciugarla. Ricordo che per due giorni continui due potenti pompe dei pompieri lavorarono per fare un po’ d’asciutto. Essendo la polla vicino al muro, il detto Casanova la fece chiudere con un piccolo muro circolare credendo con ciò di aver risoluto il problema. Invece, la mattina dopo, altre due o tre piccole polle si erano aperte a poca distanza. Inutile dire che subito l’acqua si allivellò all’altezza di prima e così è rimasta fino ad oggi.

Qualche Ditta in materia si è offerta per il prosciugamento ed anche dando garanzia per qualche anno. Io dubito forte che si riesca a togliere per sempre quest’acqua. Il Card. Maffi non ci credeva. In questo stato di cose io prego Lei, Sig. Comm. quando viene a Pisa, a fare un sopraluogo e, per carità, ordinare che questa cripta sia rimessa nello stato di prima cioè riempirla. In questa speranza Le porgo i miei ossequi

Dev.mo D. G. Banti Priore di S. Michele in B.o

ASoP, F 125, M. 37, A, G 34-4, Pratica n° 2843: Restauro generale dell’edificio, 1942, Perizia di restauro chiesa S. Michele in Borgo, 20 settembre 1942

PERIZIA DEI LAVORI DI RESTAURO CHIESA DI S. MICHELE N BORGO CHIESA DI S. MICHELE DI BORGO IN PISA

PERIZIA DEI LAVORI URGENTI DA ESEGUIRSI ALLA CHIESA E ANNESSI

Il sottoscritto Dott. Ing. Gino del fu Antonio Giunti, domiciliato in Pisa in adempimento del fiducioso incarico ricevuto di descrivere e valutare i lavori occorrenti per riparare d’urgenza la Chiesa e le stanze annesse, rimette la seguente

Relazione critica

La Chiesa di S. Michele di Borgo, situata nel centro della Città di Pisa, nel caratteristico Borgo Stretto, fu fondata nell’anno 1018, sulle rovine di un Tempio dei Romani consacrato a Marte. L’anno 1040 la Chiesa fu ampliata e così negli anni 1219, 1262 e l’anno 1304 vide terminata la facciata. Fino al 1781 fu illustre Abazia Camaldolese.

La Chiesa è attualmente molto frequentata sia da cittadini pisani, sia da forestieri, essendo situata, come abbiamo detto, nella porzione migliore della città, ed essendo anche molto officiata.

L’interno presenta delle belle e serie decorazioni a stucco (v. foto) che contornano e si alternano con degli affreschi di discreto valore.

Bellissimi la volta del Coro e l’altar Maggiore.

Attualmente la Chiesa ha bisogno di riparazioni urgenti se si vuole conservare il nostro patrimonio artistico. Gli affreschi sono tutti anneriti dal tempo e dal fumo delle candele, che fanno faticare a distinguere la loro bellezza; gli stucchi non spiccano più, avendo perduto la loro splendida tinta, per le stesse ragioni.

Inoltre il soffitto minaccia rovina essendo diviso trasversalmente e longitudinalmente da lesioni di una certa importanza, lesioni che si prolungano fino sui muri laterali della Chiesa.

Anche il pavimento, nella massima parte costruito in marmo, ha bisogno di essere completato; perché ancora in qualche punto è costruito in mattoni, cosa che disturba l’armonioso e ritmico

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insieme di linee. Si notano, in facciata e nella navata laterale destra, delle forti infiltrazioni di acqua che, oltre a danneggiare la Chiesa dal lato stabilità, ne deturpano in modo stridente l’uniforme colorazione, e fanno cadere l’intonaco; occorre rimediare al più presto costruendo dei robusti […] in zinco o in lamiera zincata.

Volendo l’attuale Priore riportare la Chiesa al suo giusto valore, in modo che il visitatore provi un senso di sollievo entrando e volendo anche assicurare l’incolumità dei fedeli, dava incarico al sottoscritto, come abbiamo già detto, di descrivere e stimare i lavori occorrenti.

I lavori da eseguirsi sono di natura assai delicata e devono essere affidati a provetti artisti, specialmente per quel che riguarda la pulitura degli affreschi. Occorre fare dei ponti di servizio tali da permettere la continuazione delle funzioni religiose anche durante l’esecuzione dei lavori. Dopo accurato sopralluogo, si è potuto stabilire quanto segue:

Descrizione e valutazione dei lavori

1. Costruzione dei ponteggi di servizio, per la demolizione di parte del soffitto pericolante e per la sistemazione degli […] eseguiti sia nella stabilità, sia nella forma da permettere la continuazione delle funzioni; tutto compreso per la durata del lavoro £ 15850,00

2. Pulizia e rinfresco dei dipinti £ 24800,00

3. Ripresa degli stucchi con tinteggiatura dei fondi degli specchi con una leggera velatura di verde £ 28450,00

4. Ripresa della pittura della volta del Coro £ 2000,00 5. Pulizia dei marmi costituenti l’altar maggiore £ 5700,00 6. Pulizia di tutti gli altari £ 5000,00

7. Demolizione di mq. 160 di soffitto pericolante, ricostruzione a nuovo di tale porzione e ripresa del rimanente £ 12000,00

8. Ripresa delle lesioni, mediante leghe di muratura, tutto compreso £ 3200,00

9. Costruzione di un [… ] in lamiera zincata per allontanare l’acqua filtrante dalla facciata 10x0,6x0,4 £ 1800

10. Costruzione di altro […] simile per il tetto della navata laterale destra lungo 12 m. £ 2135,00 11. Riparazione radicale al tetto con cambio di copertura minuta o di travicelli £ 1780

12. Riparazione al soffitto della sagrestia, imbiancatura, e costruzione del pavimento a mattonelle £ 5200

Totale lavori £ 107915 Per imprevisti £2085

Totale generale £ 110.000,00 Diconsi Lire Centodiecimila Pisa 20 Settembre 1942 XX

Il perito incaricato Dott. Ing. Gino Giunti In carta libera per richiesta di sussidio

ASoP, F 125, M. 37, A: Restauri strutturali (e non) conseguenti ad eventi bellici, Fascicolo (a), Pratica n° 2492: Interventi strutturali all’edificio in seguito a danni bellici, Lettera 18 ottobre 1946

18 Ottobre 1946

PISA: Chiesa di S. Michele in Borgo Al Ministero della Pubblica Istruzione

Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti ROMA

Nel corso dei lavori alla Chiesa di S. Michele in Bogo di Pisa le condizioni statiche dell’edificio sono apparse talmente precarie da consigliare il puntellamento di tre arcate della navata destra, dopo che, rimovendo una parte del rivestimento settecentesco in stucco da un pilastro della navata stessa, se ne era constatato lo schiacciamento con conseguente grave pericolo di crollo. Analogo puntellamento si è dovuto fare a quella porzione di tetto non del tutto distrutto dal bombardamento e che insiste sugli archi che si sono dovuti appuntellare. Questa constatazione ha indotto a fare dei saggi nelle altre strutture tuttora ricoperte dalle decorazioni settecentesche.

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I risultati di questa hanno confermato il grave timore sulla consistenza dei pilastri e delle murature. Poiché, inoltre, la forma dell’edificio originale del XIII secolo si rivela assai differente da quanto si poteva supporre, e poiché essa rappresenta l’effettiva struttura resistente sulla quale deve operarsi il risanamento indispensabile, si presenta la necessità di procedere alla demolizione di tutto il rivestimento settecentesco e degli ambienti che, all’atto della trasformazione barocca, erano stati [aggiunti] agli estremi delle navate ad uso di sacrestia, nonché dell’altare maggiore. Tali provvedimenti implicano però una totale liberazione del vano dell’antico edificio, con che si viene a recuperare un monumento di insperata bellezza, ma si richiede, magari distribuita in più esercizi, una spesa assai più alta di quella che la Soprintendenza aveva previsto.

Per una decisione e per maggiori chiarimenti che non possono darsi se non a voce, questa Soprintendenza sarebbe grata a cotesta Direzione Generale di voler inviare a Pisa, con una certa sollecitudine, l’arch. De Angelis o altro funzionario tecnico della Direzione Generale con l’incarico di accertare e riferire su quanto si è esposto.

IL SOPRINTENDENTE P Sanpaolesi

ASoP, F 125, M. 37, A: Restauri strutturali (e non) conseguenti ad eventi bellici, Fascicolo (a), Pratica n° 2492: Interventi strutturali all’edificio in seguito a danni bellici, Lettera 18 settembre 1947

Prioria di S. Michele in Borgo di Pisa

Il sottoscritto Priore della Chiesa di S. Michele in Borgo di Pisa Gentilissimo Professore,

mi si allarga il cuore vedere ripresi i lavori sotto la sua personale direzione. Questa volta spero davvero che si arrivi in fondo…

Le esprimo la mia riconoscenza e prego il Signore secondo le sue intenzioni. Devoti ossequi

Obb.mo

Sac. Paolo Battini Pisa 18 settembre 1947

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