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8 CONCLUSIONI
L’esposizione di piante dei due cloni di pioppo I-214 ed Eridano, diversamente sensibili all’ O3, ai due fattori di stress cadmio ed ozono, ha mostrato che i due inquinanti interagiscono tra di loro in modo diverso a seconda dei parametri analizzati. In particolare:
- la presenza di cadmio non alterava il quadro sintomatico legato all’esposizione all’O3, evidenziabile nelle foglie mature come lesioni ed aree necrotiche nel clone Eridano e come clorosi e caduta prematura in I-214;
- la crescita delle piante, valutata tramite la misura del peso secco di foglie, germogli e radici, veniva influenzata negativamente dalla presenza di Cd, mentre la successiva fumigazione con O3 non apportava alcuna variazione significativa, ad eccezione di una diminuzione del peso fogliare in I-214, legata alla perdita di foglie indotta dall’O3 su tale clone;
- relativamente alla capacità di assorbimento e traslocazione del Cd, l’esposizione all’O3 e alla concentrazione più elevata del metallo, determinava la riduzione della concentrazione di cadmio nella parte epigea delle piante di entrambi i cloni. In I-214 tale comportamento era probabilmente legato alla diminuzione della conduttanza stomatica evidenziata tramite le misure degli scambi gassosi fogliari, mentre in Eridano poteva essere ascrivibile ad altri meccanismi non studiati nella presente tesi, tra i quali un’azione negativa esercitata dall’O3 sulla traslocazione degli assimilati alle radici, con conseguente riduzione nella loro crescita e quindi nell’assorbimento dell’elemento; - il trattamento con entrambi gli inquinanti non modificava l’assorbimento e la
traslocazione dei principali cationi ed anioni rispetto a quanto mostrato in presenza del solo Cd, ad indicare la mancata influenza dell’O3 nei confronti di tali parametri.
- i due fattori di stress Cd ed O3 mostravano un effetto antagonistico nei confronti dell’indice di depossidazione DEPS, che rappresenta una stima dell’attivazione del ciclo fotoprotettivo delle xantofille. Nei confronti di tale indice, infatti, la presenza del cadmio aveva un effetto nullo (in I-214) o negativo (in Eridano), mentre la fumigazione con ozono ne provocava un incremento. Solamente l’esposizione all’O3 risultava perciò in grado di attivare il ciclo fotoprotettivo di depossidazione della Violaxantina a Zeaxantina ed anche di incrementare la concentrazione di β-carotene, una potente molecola antiossidante che svolge un ruolo importante nel difendere l’apparato fotosintetico dai danni ossidativi;
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- la misura della concentrazione di H2O2 evidenziava come la forte stimolazione della produzione di tale molecola da parte del Cd mascherasse gli effetti dovuti alla presenza dell’O3. Si osservava infatti una forte proporzionalità tra la concentrazione fogliare di cadmio e la concentrazione di H2O2, in grado di spiegare la minore produzione di tale molecola proprio nelle foglie delle piante fumigate con O3 e trattate con la concentrazione più elevata del metallo, caratterizzate rispetto alle altre tesi da una concentrazione fogliare del Cd molto più bassa.
- nei confronti della concentrazione di NO, i due fattori di stress agivano in modo
antagonistico, in quanto la presenza di Cd tendeva a farla incrementare, mentre l’O3 aveva su di essa un effetto nullo (in Eridano) o di abbattimento (in I-214);
- i due diversi cloni, diversamente sensibili all’O3, in questo esperimento hanno manifestato un diverso comportamento in presenza dell’inquinante atmosferico solamente per quanto riguarda la sintomatologia e le concentrazioni e gli andamenti delle molecole H2O2 e NO. Nei confronti degli altri parametri analizzati mostravano, invece, un comportamento analogo, caratterizzato solo da alcune differenze nei valori medi, ma non negli andamenti. In presenza di cadmio, i due cloni mostravano un comportamento molto simile, come evidenziato dall’andamento analogo ottenuto per i diversi parametri. L’unica differenza si riscontrava a proposito della conduttanza stomatica nelle piante sottoposte alla concentrazione più elevata di Cd e fumigate con O3, che in I-214 subiva una riduzione rispetto ai controlli, mentre in Eridano non mostrava alcuna variazione.
In conclusione, i risultati ottenuti hanno evidenziato un’interazione non sempre univoca tra i due fattori di stress, in dipendenza sia del parametro analizzato sia del clone in esame, a testimonianza della complessità del fenomeno di risposta delle piante agli stress ambientali.
Inoltre, i dati riportati in questa tesi indicano la necessità di indagare ulteriormente gli effetti dell’interazione di diversi tipi di stress, che se imposti separatamente inducono, negli organismi vegetali, risposte alquanto diverse e difficilmente comparabili.