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35 4. L'ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO IN ITALIA

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4. L'ATTUAZIONE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO IN ITALIA

Gli strumenti principali di attuazione del Protocollo di Kyoto sono costituiti dall’adozione di successive delibere CIPE che hanno portato alla determinazione di un Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di emissione (PNA) e di un successivo Piano Nazionale di Riduzione (PNR).

L'Italia ha ratificato la UNFCCC con la legge n.65 del 15 gennaio 1994, con cui intendeva individuare l'obiettivo della stabilizzazione delle concentrazioni in atmosfera dei GHG ad un livello tale da prevenire effetti pericolosi per il sistema climatico.

Successivamente il CIPE con la delibera del 25 febbraio 1994 elabora un "Programma

nazionale per il contenimento delle emissioni di anidride carbonica” in attuazione della

Convenzione Quadro sui cambiamenti climatici; questa delibera si poneva l'obiettivo di raggiungere entro l'anno 2000 la riduzione delle emissioni ai livelli del 1990.

Dopo l'adozione del Protocollo di Kyoto nel 1997 con la delibera CIPE del 3 dicembre 1997, si procedette alla "Approvazione delle linee generali della Seconda comunicazione

nazionale alla Convenzione sui cambiamenti climatici"; la delibera, contenendo un invito

rivolto alle pubbliche amministrazioni di predisporre programmi in grado di contenere le emissioni di gas serra, poneva un termine entro il quale quest'ultime avrebbero dovuto intervenire ed istituiva un Gruppo di lavoro interministeriale, presieduto dal Ministro dell'ambiente, con il compito di perseguire una maggiore collaborazione tra le amministrazioni coinvolte nella predisposizione di programmi in materia ambientale; il Gruppo venne costituito con il D.P.C.M 20 marzo 1998 e ben presto procedette a redigere un dossier relativo a "Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione dei gas

serra".

Tuttavia, il primo vero passo in avanti verso l’applicazione in Italia del Protocollo di Kyoto si è realizzato solo con l'approvazione della Delibera CIPE 137 del 1998 con la quale si è data attuazione all'accordo di burden sharing e all'approvazione di varie linee guida per la riduzione delle emissioni in diversi ambiti produttivi.

L'obiettivo era la riduzione di 97-112 milioni di tonnellate di anidride carbonica entro il 2012 da attuarsi attraverso l'individuazione di sei principali tipologie di azioni:

• l'aumento dell'efficienza del parco termoelettrico; • la riduzione dei consumi energetici nel settore trasporti; • la produzione di energia da fonti rinnovabili;

• la riduzione dei consumi energetici nei settori industriale, abitativo e terziario; • la riduzione delle emissioni nei settori non energetici;

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• l'assorbimento di anidride carbonica mediante il meccanismo di afforestazione e riforestazione.

Nel 1999 è stato approvato il Programma Nazionale per la Ricerca sul Clima (Del. CIPE 226/99) con l'obiettivo di coordinare e sviluppare iniziative di ricerca, grazie alla collaborazione con organismi internazionali fra i quali l'organizzazione Metereologica Mondiale e l'IPCC, dando priorità a temi quali il cambiamento climatico su scale secolari e decennali, prevedendo lo sviluppo di modelli matematici, fisici e chimici per comprendere le dinamiche spazio-temporali delle variazioni atmosferiche e climatiche stesse e studiandone le potenziali conseguenze.

4.1. L'adozione del PNR.

Il Protocollo di Kyoto prevede l'obbligo per gli Stati ratificanti di adottare veri e propri piani nazionali relativi all'adozione di politiche e misure per ridurre l'emissione dei gas serra; la ratifica del Protocollo, intervenuta con la legge n. 120 del 2002, disponeva che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio presentasse al CIPE un Piano di azione nazionale volto a individuare le politiche necessarie per conseguire il raggiungimento degli obiettivi posti da Kyoto al fine di consentire la riduzione delle emissioni di gas serra al minor costo possibile.

In esito alla legge di ratifica, il 19 dicembre 2002, in osservanza degli impegni assunti internazionalmente, venne così approvata dal CIPE la delibera n. 123 relativa alla

"Revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra"che istitutiva il Piano Nazionale di Riduzione del livello di emissione di gas

serra e l'aumento del loro assorbimento.

Il PNR ha introdotto il calcolo dei livelli massimi di emissione assegnati ai singoli settori per il periodo 2008-2012; i livelli massimi, rappresentanti in tab. 2.1, sono stabiliti sulla base di uno scenario di riferimento, ovvero sulla base dei risultati conseguibili con le misure già individuate al 30 giugno 2002 con provvedimenti, programmi e iniziative nei settori della produzione di energia elettrica, dei trasporti, dei consumi energetici negli usi civili e nel terziario e dalla cooperazione internazionale.

Il carattere peculiare della Delibera è dunque quello di considerare, da un lato, uno "scenario di riferimento", stabilito sulla base dei risultati già conseguibili con le misure individuate al 30 giugno 2002, o ancora da attuare, includendo tra queste anche i meccanismi di JI e CDM e i programmi di afforestazione e riforestazione, e dall'altro, uno "scenario tendenziale" delle emissioni di gas serra al 2010 in cui si tiene conto delle azioni di riduzione già avviate considerando una crescita media nazionale del 2%. Con l'adozione del PNA (Piano Nazionale di Assegnazione) il riferimento a questi scenari è stato successivamente oggetto di modifica poiché si è dovuto tenere conto dell'aumento dei

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valori di emissione medio tempore intervenuti che hanno di fatto aumentato la forbice con gli obiettivi posti dal Protocollo di Kyoto.

Dal PNR emerge che il nostro Paese deve adottare ulteriori misure per raggiungere una riduzione delle emissioni del 6,5% rispetto ai valori del 1990 (si tratta di una quantità di emissione corrispondente a 487,1 CO2 Mt nel periodo 2008-2012).

Tab.4.1. Livelli massimi di GHG per il periodo 2008-2012 in mton di CO2 eq (fonte del CIPE n.123/2002)

Emissioni 1990 Livello max di emissioni GHG 2008-2012

Usi energetici di cui: 424,9 444,5

Industrie energetiche, di cui: 147,4 144,4

Termoelettrico 124,9 124,1

Raffinazione (consumi diretti) 18 19,2

Altro; 4,5 1,1

Industria 85,5 80,2

Trasporti 103,5 134,7

Civile (incluso terziario e pubblica amministrazione)

70,2 68

Agricoltura 9 9,6

Altro (fughe, militari, aziende di distribuzione)

9,3 7,6

usi non energetici 96,1 95,6

processi industriali (industria mineraria, chimica)

35,9 30,4

agricoltura 43,4 41

rifiuti 13,7 7,5

altro (solventi, fluorurati) 3,1 16,7

TOTALE 521 540,1

4.2. L'adozione del I-PNA.

La Direttiva Emission Trading all'art. 9 stabilisce che ciascun Stato membro debba elaborare un Piano Nazionale di Allocazione in cui indica sia le quote di emissione che intende assegnare ai settori di attività previsti sia i metodi di assegnazione per i periodi di tempo individuati: un primo triennio dal 2005 al 2007 e successivamente il quinquennio 2008-2012.

I passaggi fondamentali che portano all'adozione di un Piano Nazionale di Assegnazione sono pertanto tre:

1) Individuazione dell'assegnazione delle quote totali per l'Italia. 2) La ripartizione delle quote per settori.

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3) L'assegnazione delle specifiche quote ai singoli impianti regolati dalla direttiva EU ETS. L'elaborazione del PNA consente di assegnare a ciascuna categoria di attività indicate nell'Allegato I della direttiva ET, e successivamente ai singoli impianti, un certo quantitativo di quote di emissione che in un secondo momento potranno essere negoziate all’interno della Comunità attraverso la creazione di appositi meccanismi di registrazione in grado di permettere la loro contabilizzazione e svolgere attività di controllo sulla loro circolazione da uno Stato membro all'altro.

La formalizzazione dei criteri di assegnazione è stata oggetto di un lungo processo di negoziazioni tra il nostro Paese e la Commissione Europea che è iniziato con la presentazione del primo PNA italiano nel 2004, con la nota n. 5164/RAS/2004, e che si è concluso nel febbraio 2006 producendo l'accumularsi di un enorme ritardo da parte dell'Italia: i Piani Nazionali di Assegnazione per il periodo 2005-2007 avrebbero dovuto infatti essere stati notificati alla Commissione da parte degli Stati Membri entro il 31 marzo 2004. Il PNA presentato prevedeva 255 Mt di CO2.

L'adozione del Primo PNA italiano ha costituito la prima esperienza ed una piattaforma per l'acquisizione di una metodologia sulla cui base individuare gli elementi ed i dati di riferimento da utilizzare per procedere alla sua tecnica redazionale; il primo passo è stato infatti costituito dall'individuazione delle emissioni storiche di partenza per ogni singolo settore produttivo che servissero come riferimento per poter procedere alla successiva ripartizione delle quote presso ogni impianto.

E' importante sottolineare come i dati di riferimento in relazione ai quali si è proceduto ad assegnare le quote fossero infatti considerati, sin dall'inizio, provvisori proprio per l'assenza di una previsione normativa che permettesse la rilevazione dei dati storici di emissione degli impianti coinvolti dalla applicazione della direttiva ET.

La scelta adottata dal primo PNA è stata quella di adottare come riferimento le indicazioni contenute all'interno del PNR e, sulla base dei dati da quest'ultimo elaborati, ha determinato in 240 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente, il quantitativo annuale di quote da assegnare alle attività Allegato 1 interessate dall'applicazione della direttiva ET nel triennio 2005-2007.

L'assegnazione delle quote di emissione è stata stimata sulla base del così detto andamento "Businnes as usual" dei tassi di crescita delle singole attività industriali e dei relativi mutamenti di tecnologia, e senza comportare misure per una diminuzione delle emissioni complessive nel triennio iniziale: ciò al fine di non gravare eccessivamente i costi sulle attività produttive per lo meno nella prima fase pre-Kyoto.

Definito il numero totale delle quote da assegnare (240 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente) il PNA ha successivamente introdotto i criteri di assegnazione delle quote per settori di attività ed infine a ciascun impianto.

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L'assegnazione delle quote ai settori di attività (comparto termoelettrico, siderurgico, cartario, vetrario, di materiali di costruzione, raffinerie, indicate nell'Allegato I della direttiva ET) è stato determinato in base ai così detti dati storici 2000-2003 applicando i tassi di crescita attesa nel triennio 2005-2007. L'assegnazione di quote di anidride carbonica per il primo periodo è stata attribuita applicando alle emissioni dell'anno 2000 gli incrementi previsti per il 2005-2007.

I criteri di assegnazione sono stati di tipo:

- previsionale: per il settore termoelettrico;

- produzione storica: per calce, acciaio, prodotti ceramici, cemento;

- emissioni storiche: per vetro raffinazione, carta, laterizi.

Sulla base di questi elementi a ciascun impianto viene successivamente riconosciuto il diritto di ricevere un quantitativo di quote relative al "peso" che singolarmente egli riflette all'interno dell'attività industriale di riferimento.

In applicazione di tali criteri il PNA dovrà essere concordante con le politiche energetiche del paese secondo una scala di priorità che tengano conto della:

- sicurezza degli approvvigionamenti; - riduzione del costo dell'energia elettrica;

- aumento della produzione a copertura del crescente fabbisogno.

Anche gli impianti di cogenerazione (cioè a produzione congiunta di elettricità e calore) sono sottoposti dalla delibera a regole specifiche di assegnazione che prendono come riferimento il limite termico di riferimento dell'impianto nel periodo storico 2000-2003, così come espresso e calcolato dalla delibera dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas n. 42 del 2002.

Nel PNA viene data anche una definizione di "nuovi impianti", intendendo come tali gli impianti: nuovi, ripotenziati, o riavviati dopo un anno di inattività. Le quote assegnate a questa tipologia di impianti sono conferite gratuitamente.

Sono stati invece considerati "chiusi" gli impianti ai quali è stata sospesa l'autorizzazionc in modo provvisorio o definitivo o qualora l'impianto sia sottoposto a modifiche di ordine sostanziale. Gli impianti chiusi sono sottoposti comunque all'obbligo di restituire un numero di quote equivalente alle emissioni prodotte nel periodo di attività, ma con la facoltà di conservare il possesso delle quote assegnate in modo da poterle cedere ai nuovi entranti nello stesso settore.

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4.3. L'adozione del I-PNA: il definitivo piano di assegnazione delle emissioni.

Nel primo periodo, ovvero il triennio che è iniziato il 01.01.2005, gli stati membri assegnano almeno il 95% delle quote a titolo gratuito. Inoltre ciascuno stato ha allocato i permessi disponibili interamente a titolo gratuito, riservandosi di vendere a titolo oneroso, a mezzo asta, solo i permessi non utilizzati della riserva per i nuovi entranti.

Come abbiamo già avuto modo di accennare, il PNA italiano è stato redatto in prima bozza nell'aprile 2004 che si trasformerà in versione definitiva 3 mesi più tardi con il conseguente invio alla Commissione Europea. Nel febbraio 2005 viene però inviata un'integrazione al piano.

Il 22 febbraio 2006 la Commissione Europea fornisce il parere finale in merito all'assegnazione delle quote di CO2 per il primo periodo 2005-2007 attraverso il

DEC/RAS/074/2006.

Nel PNA possono essere individuate le seguenti fasi: 1. assegnazione delle quote all'Italia

2. assegnazione delle quote per settore di attività 3. assegnazione delle quote per ogni singolo impianto

Fase 1.

Le quote attribuite all'Italia sono state calcolate sommando le assegnazioni settoriali ottenute applicando alle emissioni storiche di CO2 del 2000 (224 milioni di tonnellate di

CO2) i tassi di crescita annuali stimati per il periodo 2000 - 2010. Tale quantità è

comprensiva della riserva da destinare ai "nuovi entranti".

Tab. 4.2. PNA ETS: quote allocate per il periodo 2005-2007 a ogni singolo paese

Paese membro Totale permessi allocati 2005-2007

Media annua Impianti conivolti

Austria 99 33 205 Belgio 188,8 62,9 363 Cipro 16,98 5,7 13 Danimarca 100,5 33,5 378 Estonia 56,85 19 43 Finlandia 136,5 45,5 535 Francia 469,5 156,5 1172 Germania 1497 499 1849 Grecia 223,2 74,4 141 Irlanda 67 22,3 143 Italia 666,47 222,2 1240 Lettonia 13,7 4,6 95 Lituania 36,8 12,3 93

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Lussemburgo 10,07 3,4 19 Malta 8,83 2,9 2 Olanda 285,9 95,3 333 Polonia 717,3 239,1 1166 Portogallo 114,5 38,2 239 Repubblica ceca 292,8 97,6 435 Slovacchia 91,5 30,5 209 Slovenia 26,3 8,8 98 Spagna 523,3 174,4 819 Svezia 68,7 22,9 499 UK 736 245,3 1078 Ungheria 93,8 31,3 261 Totale 6.541,3 2.180,8 11.428

Tab. 4.3. Quantità assegnata per gli anni 2005-2006-2007 all'Italia

Anno 2005 Mt CO2 2006 Mt CO2 2007 Mt CO2 Totale dei tre

anni Mt CO2

Totale delle quote

assegnate 222,31 225,88 221,15 669,34*

*i valori sono diversi a causa degli arrotondamenti

Nello specifico, il numero totale di quote annuali per l'Italia è risultato pari a 251,3 Mt CO2/anno, inferiore a quanto previsto inizialmente ovvero 255,5 Mt CO2/anno. Le

differenze pari a: 29.6 MtCO2 per il 2005

28.1 MtCO2 per il 2006

39.37 MtCO2 per il 2007

si spiegano con:

1) la richiesta di non assegnare un numero totale di quote superiore ai 225.5 MtCO2/annui

effettuata dalla Commissione;

2) l'aggiornamento della banca dati contenente le informazioni necessarie per attribuire le quote a ciascun impianto;

3) l'esclusione di taluni impianti dal campo di applicazione della Direttiva 2003/87/CE invece inclusi nella I-PNA

Fase 2.

I dati storici ai quali il PNA si è richiamato per procedere alla ripartizione delle quote per settore hanno fatto riferimento alle emissioni di CO2 nell'anno 2000:

Tab.4.4. Emissione di CO2 per le attività regolate dalla diretiva EU-ETS.Anno 2000

Settore Emissioni anno 2000 (Mt CO2)

Attività energetiche

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- Altri impianti di combustione

Compressione metanodotti 0,76

Teleriscaldamento 0,15

Altro 13,50

- Raffinazione 23,29

Produzione e trasformazione dei metalli ferrosi 15,93

Ciclo integrato, sinterizzazione, cokeria 14,72

Forno elettrico 1,21

Industria dei prodotti minerali

(Emissione da combustione + processo)

- Cemento 25,87

- Calce 2,96

- Vetro 2,90

- Prodotti ceramici e laterizi 0,78

Altre attività

(Emissione da combustione + processo)

- Pasta per carta/carta e cartoni 4,68

Totale 223,69

Nella tabella seguente si riportano le quote annuali per categorie produttive. Dai dati in essa contenuti è evidente che il settore al quale è stato assegnato il maggior numero di quote sia stato quello termoelettrico.

Tab. 4.5 Quote assegnate per settore. Anni 2005-2006-2007

Settore 2005 Mt CO2 2006 Mt CO2 2007 Mt CO2

Attività energetiche 168.97 172.49 167.69

Termoelettrico cogenerativo e non cogeneretivo. 130.40 133.83 128.95

Altri impianti di combustione 14.81 14.90 14.98

Raffinazione 23.76 23.76 23.76

Produzione e trasformazione dei metalli ferrosi 14.95 14.76 14.58

Industria dei prodotti minerali 26.41 26.52 26.63

Altre attività: pasta per carta/carta 5.02 5.09 5.16

Totale 222.31 225.88 221.15

Tali quote includono la riserva da destinare ai "nuovi entranti". Anche in questa sezione della Decisione di assegnazione si riscontrano differenze fra i valori delle quote assegnate a ciascun settore di attività e i corrispondenti valori assegnati dalla I-PNA: 1. l'anno in cui sono stati previsti tagli maggiori alle quote di emissione in tutti i settori regolati dalla direttiva comunitaria è il 2007;

2. il settore in cui sono state minori le riduzioni delle quote assegnate rispetto; agli altri settori è quello delle Attività energetiche. In tutti e tre gli anni del triennio ha subìto tagli inferiori rispetto a quelli previsti per le altre attività disciplinate;

3. il settore che ha subito maggiori riduzioni in tutti e tre gli anni del triennio di riferimento è quello dell'industria dei prodotti minerali.

Fase 3.

L'assegnazione delle quote per gli impianti esistenti viene calcolata nel seguente modo: Q(esistenti)t,j = Q (totale)t,j - Q (nuovi entranti)t,j

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Il numero di quote assegnate per singolo impianto è quindi calcolata come segue: Qt,j,n = Qt,j *Xn,j

Dove:

Qt,j,n = quote assegnate all'impianto n appartenente all'attività di riferimento j per l'anno t

Qt,j = quote assegnate all'attività di riferimento j nell'anno t per gli impianti esistenti Xn,j = quota parte relativa all'impianto n nel settore di attività di riferimento j a cui esso appartiene

Nell'ambito della formula di cui sopra la quota parte viene determinata in questomodo: Xn,j = Ln,j /

m

1

Li,j Dove

Ln,j = livello di attività dell'impianto n nell'ambito dell'attività di riferimento j comprendente m impianti

Li,j = livello di attività dell'impianto i nell'ambito dell'attività di riferimento j comprendente m impianti

Il livello di attività Ln,j dell'impianto viene determinato in funzione di due variabili: il parametro descrittivo ed il periodo storico di riferimento sulla base del quale viene quantificato tale parametro.

In tabella sono indicate le quote in tonnellate per ogni impianto e nella successiva sono indicati i quantitativi delle riserve settoriali previste.

Tab. 4.6.Quote assegnate per il triennio ai diversi settori

Tipologia Numero Quote 2005

t CO2

Quote 2006 t CO2

Quote 2007 t CO2

Impianti termoelettrici cogenerativi e non 158 125.459.633 113.975.939 112.102.860 Impianti per la compressione metanodotti 12 812.369 812.369 812.369 Impianti per il teleriscaldamento 14 194.663 194.663 194.663 Altri impianti di combustione 374 13.262.457 13.262.457 13.262.457 Impianti di raffinazione 20 23.760.156 23.760.156 23.760.156 Impianti di prod. acciaio: ciclo integrato 4 8.280.456 8.280.456 8.280.456 Impianti di prod. acciaio: forno elettrico 39 1.248.415 1.248.415 1.248.415 Impianti di prod. acciaio: cokeria 4 3.062.432 3.062.432 3.062.432 Impianti di prod. acciaio: sinterizzazione 2 1.964.272 1.964.272 1.964.272 Impianti di prod. della calce 33 3.009.446 3.009.446 3.009.446 Impianti di prod. del cemento 52 26.169.118 26.169.118 26.169.118

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Impianti di prod. del vetro 56 2.964.351 2.964.351 2.964.351 Impianti di prod. di ceramica e laterizi 144 752.707 752.707 752.707 Impianti di prod. di pasta per carta/carta e

cartoni

164 4.899.076 4.899.076 4.899.076

Tab. 4.7. Dimensioni iniziali della riserva settoriale per il periodo 2005-2007

Dimensioni iniziali della riserva in Mt CO2

Attività energetiche

- termoelettrico cogenerativo e non - altri impianti di combustione - raffinazione

41,64 1,89

--

Produzione e trasformazione dei metalli ferrosi 0,62

Industria dei prodotti minerali

- cemento - calce - vetro

prodotti ceramici e laterizi

1,04 0,18 0,56 0,15

Altre attività

- pasta per carta/carta e cartoni 0,58

Totale riserva nuovi entranti 46,65

dove per nuovo impianto il PNA, conformemente a quanto indicato nella direttiva EU ETS, dà le seguenti definizioni:

Tab. 4.8. Nuovi entranti

Impianto Definizione

Impianto ex novo Caso in cui l'impianto viene costruito ex novo ed in tal caso necessita di una autorizzazione ad emettere gas serra a fronte dell'avvio dell'attività dopo il 31.12.2003

Riavvio di attività esistente Caso in cui l'impianto riprenda le proprie attività dopo il 31.12.2003 dallo stato di sospensione o chiusura totale

Ripotenziamento o riavvio da chiusura/sospensione

Caso in cui, dopo il 31.12.2003, sono state apportate modifiche sostanziali alla natura di un impianto preesistente ed il gestore dell'impianto ottiene un aggiornamento dell'autorizzazione ad emettere gas serra

Chiusura o sospensione parziale

Caso in cui, dopo il 31.12.2003, l'impianto interrompe o dismette parzialmente le proprie attività in via definitiva o in via temporanea ed il gestore dell'impianto ottiene un aggiornamento della sua autorizzazione ad emettere gas serra

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Le quote assegnate agli impianti nuovi entranti vengono calcolate sulla base di una metodologia standard che tiene conto della previsione di produzione e dei coefficienti di emissione basati sugli impianti più efficienti del settore o sulle Migliori Tecnologie Disponibili (MTD).

4.4. PNA italiano per il periodo 2008-2012.

Il 18 dicembre 2006 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e il ministro dello sviluppo economico con Decreti DEC/RAS/1448/2006 hanno approvato il PNA per il periodo 2008-2012. Il piano è stato finalizzato a conclusione del processo di consultazione avviato il 13 luglio 2006 sullo schema di PNA attraverso il sito del Ministero dell'ambiente.

Il 13 ottobre 2006 è stato raggiunto l’accordo tra i ministri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico per il via libera del Piano Nazionale di Assegnazione 2008-2012 relativo all'individuazione dei criteri di assegnazione delle quote di CO2 alle industrie italiane. Il via

libera ancora una volta è giunto con un margine di ritardo che non ha impedito all'Unione Europea, appena ventiquattrore prima della sua approvazione, di aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per i ritardi nella presentazione del piano, la cui scadenza era stata prevista per il 30 giugno 2006 dalla Comunicazione (2005) 703 della Commissione. Il Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di emissione per il periodo 2008-2012 era già stato predisposto ai sensi dell'art. 8 comma 2 del D. Lgs, 4 aprile 2006, n. 216 ma mancava il via libera per il necessario concerto da parte del Ministero dello Sviluppo economico. Il 29 febbraio 2008 il Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e il Ministro dello Sviluppo Economico hanno approvato la Decisione di assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012. Tale Decisione è stata notificata alla Commissione

Europea per un controllo di conformità.

Il piano in oggetto prevede una riduzione di 24 milioni di tonnellate di CO2 assegnate,

passando dalle 224 annue del periodo 2005-2007 alle 200 annuali per il periodo 2008-2012. Tali quote, hanno sottolineato i ministri, dovranno essere assegnate in modo da favorire l'impiego delle tecnologie più efficienti.

Nelle seguenti tabelle si riporta un estratto della Decisione.

Tab. 4.9. Quantità media totale assegnata nel periodo

2008 – 2012 Mt CO2

Quantità assegnata agli impianti esistenti 184,70 Quantità media annua riservata agli impianti

"nuovi entranti" 16,93

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Tab. 4.10. Nuovi entranti Settore PNA2 Mt CO2/anno PNA2 consolidato + allargamento Mt CO2/anno Riduzioni Mt CO2/anno DA Mt CO2/anno Attività energetiche - Termoelettrico cogenerativo e non cogeneretivo. 100,66 94,79 9,5 85,29

- Altri impianti di combustione

Compressione metanodotti 0,88 0,88 0,88

Teleriscaldamento 0,23 0,23 0,23

Altro 13,41 16,78 16,78

- Raffinazione 20,06 20,06 1 19,06

Produzione e trasformazione dei

metalli ferrosi 15,76 24,44 22,72

Ciclo integrato, sinterizzazione,

cokeria 14,47 21,89 1,72 20,17

Forno elettrico 1,29 2,55 2,55

Industria dei prodotti minerali

- Cemento 27,63 27,63 27,63

- Calce 3,07 3,07 3,07

- Vetro 3,15 3,15 3,15

- Prodotti ceramici e laterizi 0,80 0,80 0,80

Altre attività

(Emissione da combustione + processo)

- Pasta per carta/carta e cartoni 5,09 5,09 5,09

Totale 190,74 196,92 184,70

Le imprese che svolgono la propria attività nel settore termoelettrico potranno fare ricorso ai crediti CER ed ERU derivanti dai meccanismi flessibili di Clean Development Mechanism e Joint Implementation nella misura del 25% rispetto alle quote assegnate, con lo scopo di ridurre i costi considerato che il prezzo dei crediti è mediamente inferiore del 50% rispetto a quello delle quote di CO2.

Il 27 novembre 2008 il Comitato nazionale di gestione e attuazione della direttiva 2003/87/CE ha approvato la Deliberazione 20/2008 che dà esecuzione alla Decisione di Assegnazione delle quote di CO2 per il periodo 2008-2012 in osservanza al nulla osta della

Commissione Europea.

In data 28 novembre 2008 sono pertanto state avviate dall’Amministratore del Registro delle emissioni e delle quote di emissione le operazioni per il rilascio delle quote di CO2

per l’anno 2008, facendo seguito al caricamento informatico sul Registro comunitario (CITL) di tabelle di assegnazione coerenti con le disposizioni della Deliberazione 20/2008.

Figura

Tab. 4.2. PNA ETS: quote allocate per il periodo 2005-2007 a ogni singolo paese
Tab. 4.3. Quantità assegnata per gli anni 2005-2006-2007 all'Italia
Tab. 4.5 Quote assegnate per settore. Anni 2005-2006-2007
Tab. 4.6.Quote assegnate per il triennio ai diversi settori
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