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L 2. Microrganismi a trasmissione idrica

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Academic year: 2021

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2. Microrganismi a trasmissione idrica

a contaminazione delle acque di superficie con i liquami, ha assunto ormai proporzioni allarmanti ed ha attirato l’attenzione delle competenti autorità sanitarie anche perché, a causa del depauperamento delle risorse idriche, sempre più spesso vengono utilizzate per vari scopi, acque di fiumi, di laghi, ed acqua marina.

I liquami trasportano una grandissima quantità di microrganismi, molti dei quali patogeni e responsabili di infezioni a trasmissione oro-fecale [III].

Questi microrganismi possono essere suddivisi in tre gruppi: - batteri;

- protozoi enterici;

- virus enterici [9, 10, 11].

2.1 Batteri

Questo gruppo comprende sia batteri patogeni enterici (Salmonella spp., E. coli, Shigella spp., Vibrio cholerae, Yersinia, Campylobacter), sia batteri patogeni opportunisti ambientali (Legionella spp., Aeromonas spp., Pseudomonas aeruginosa).

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_________________________________________________________________ 18 La loro sopravvivenza nell’ambiente acquatico dipende da molti parametri, ma in particolar modo dai nutrienti presenti e della temperatura.

La dose infettante dei batteri enterici è compresa tra 10⁷ e 10⁸ cellule, anche se risulta essere minore con alcune specie come Shigella spp., Campylobacter spp., e E. coli O157:H7 [9].

Anche i batteri opportunisti ambientali, vivono bene in acqua, possono sopravvivere ai trattamenti di disinfezione e riprodursi.

2.2 Protozoi enterici

Tra questi, dobbiamo elencare Giardia e Criptosporidium, che non possono moltiplicarsi nell’acqua, ma possono resistere ai comuni trattamenti disinfettanti usati per la potabilizzazione.

La dose infettante è altamente variabile e dipende dalla virulenza del ceppo e dalla suscettibilità dell’ospite [9].

2.3 Virus enterici

Questi ultimi sono distinguibili in più di 140 tipi alcuni dei quali assumono particolare importanza per quanto riguarda la salute pubblica: enterovirus, rotavirus, adenovirus 40 e 41, calicivirus umani (virus Norwalk-like e Sapporo-like), virus dell’epatite A ed E, Astrovirus [5].

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_________________________________________________________________ 19 I virus enterici sono generalmente RNAvirus molto piccoli, la loro grandezza infatti può oscillare tra i 20 e gli 85 nm.

Non sono normali costituenti della flora intestinale, ma sono esclusivamente patogeni e vengono pertanto eliminati solo da una parte della popolazione [III].

Diversamente dai batteri, questi non si possono moltiplicare nell’acqua in quanto sono parassiti intracellulari obbligati, ma vi possono sopravvivere a lungo [12, 13, 14, 15, 16] poiché forniti di un capside proteico particolarmente resistente che li protegge dagli agenti inattivanti.

Inoltre, sempre per aumentare la loro sopravvivenza nel mezzo idrico, sono in grado di formare aggregati e di adsorbirsi a particelle colloidali in sospensione.

Gli aggregati si possono formare sia nelle cellule ospiti, sia successivamente alla lisi cellulare, sono formati da 2–10 unità virali e sono chiamati “Clumps”; ciò garantisce una maggiore resistenza delle singole particelle alle condizioni ambientali avverse.

L’adsorbimento può avvenire nei confronti di qualsiasi tipo di materiale particolato organico ed inorganico (particelle argillose, silicati, batteri, cellule algali), che formando una vera e propria barriera fisica incrementano i tempi di sopravvivenza dei virus.

Così protetti infatti, essi riescono a sopravvivere nell’ambiente marino per giorni o addirittura mesi e a percorrere lunghe distanze dai punti di scarico, in relazione alle correnti marine [III].

La dose infettante dei virus enterici è molto più bassa rispetto a quella dei batteri: generalmente tra 1 e 10 UFP (unità formanti placca) [9, 17].

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_________________________________________________________________ 20 Per cui il rischio di infezione da virus presenti in acqua, risulta allo stesso livello di esposizione, molto più alto di quello dei batteri: da 10 a 10000 volte superiore secondo uno studio di Rose e Gerba del 1991 [18].

2.4 Rischio di epidemie

Tutti questi microrganismi vengono eliminati in gran numero da persone ed animali infetti attraverso le feci, arrivano nelle acque fognarie e potendo spesso resistere ai trattamenti di depurazione e disinfezione, provocano la contaminazione delle acque marine attraverso i fiumi e gli scarichi afferenti. Una volta raggiunta l’acqua, sia questa destinata al consumo umano, ad attività ricreative, alla molluschicoltura o ancora alla irrigazione di terreni coltivati ad ortaggi, la probabilità che possano dare origine ad epidemie, dipende da diversi fattori [III].

Tra questi, ne distinguiamo alcuni relativi al patogeno: tempo di sopravvivenza nell’acqua, dose necessaria per causare infezione negli individui suscettibili, capacità di moltiplicarsi nell’ambiente, periodo di tempo che intercorre tra l’escrezione e l’acquisizione del potere infettivo; ed altri che dipendono dagli individui esposti: età e stato immunitario.

La sintomatologia sostenuta dai microrganismi a tramissione idrica è spesso di tipo gastroenterico; talvolta la loro moltiplicazione avviene anche in sedi

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_________________________________________________________________ 21 diverse, con manifestazioni a decorso più grave (meningite, endocardite, setticemie, polmonite, epatite ).

L’infezione può decorrere anche in forma asintomatica e ciò ne favorisce ulteriormente la diffusione nella popolazione [5].

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