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UN ALTRO PUNTO DI VISTA: DON MARIO

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Academic year: 2021

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APPENDICE II

UN ALTRO PUNTO DI VISTA: DON MARIO

In Brasile e ad Assisi avevo raccolto un po’ di materiale e interviste, tuttavia mi sarebbe piaciuto riportare anche un punto di vista di qualcuno che fosse esterno alla dottrina ma che allo stesso tempo la conoscesse abbastanza da vicino.

Don Mario lo incontrai a una lezione del corso di antropologia culturale alla quale assistetti quest’anno. Durante la lezione fece un intervento parlando della sua esperienza in Amazzonia e questo mi incuriosì. Non sapevo che fosse un missionario. Scoprii in seguito che aveva vissuto diversi anni in Brasile e nello stato dell’Acre.

Ci incontrammo a Pisa per una chiacchierata.

Don Mario mi parlava delle religioni ayahuasqueras, sostenendo, punto di vista nuovo e interessante, che tra l’Uniao do Vegetal e il Santo Daime ci sia stata una scissione

“ora non so dirti bene le date ma una decina di anni fa, sull’uso proprio, sulla frequenza, sull’ammissione all’uso del sacramento e sull’età, per cui si è formata questa chiesa separata che si chiama CHIESA VEGETALE[1]”.

Mi raccontò di aver avuto a che fare con dei bambini che avevano iniziato a prendere il Daime a sei mesi d’età e che “hanno delle sequele abbastanza pesanti, hanno smesso a quattordici anni ma continuano a avere dei problemi, sono in cura con uno psichiatra, hanno dei momenti di panico”. Mi raccontò di aver incontrato questi due bambini, C. e D., perché la madre era andata a chiedere aiuto economico, visto che a quei tempi facevano la fame:

“erano due gemelli: C. e D., la mamma Maria, era vedova aveva altri figli ma questi erano gli

ultimi due, quindi io sono entrato in contatto con loro, abbiamo cominciato a fare il lavoro

e… lei si è avvicinata alla chiesa cattolica. Sono stati perseguitati, sono iniziate subito le

persecuzioni da parte della chiesa di San Francesco di Rio Branco e poi s’è iniziato a

approfondire e per esempio è venuto fuori che C. era usato sessualmente dal capo (della

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Chiesa del Santo Daime) da quando aveva otto, nove anni… dicendogli che lui aveva una

sensibilità particolare, che era dio che si incarnava in lui, allora lui doveva essere introdotto per diventare il suo successore… e l’ha abusato… e anche questo gli ha creato non pochi problemi, per cui siamo dovuti intervenire anche con la polizia dicendo che li lasciassero in pace”.

Gli chiesi come avvenissero le persecuzioni.

“Minacce, minacciavano che se non tornavano gli mandavano gli spiriti, gli facevano succedere le cose e comunque loro hanno ogni tanto questa… questa anima nera… tutti e due, anche perché avendo iniziato tutti e due così piccini sicuramente qualche danno c’è stato… è uno dei motivi per cui la chiesa vegetale si è divisa. Perché: l’uniao do vegetal non dà (Daime) prima dei 18 anni, lo fa solo una volta alla settimana e se la persona ha un equilibrio

psichico, persone problematiche… non le ammettono. Nel Santo Daime invece chiunque lo può fare e anche tutti i giorni

Domandai a Don Mario se avesse avuto altri contatti con le comunità del Santo Daime.

“Sì ci siamo stati…c’era una signora tra l’altro tedesca, che veniva la mattina lì da noi a

pregare, è venuta per un periodo e poi ha fatto la proposta di mettere al momento della

comunione, mettere da una parte anche il Daime perché avrebbe portato a una comunione più

intima…al che tentammo di parlarci… era proprio un tentativo di sfruttamento tra virgolette,

ha cercato di fare una captatio benevolentiae… poi c’è stato un collega di San Paolo che andò

e tornò un po’ sconvolto. Però poi conobbe una ragazza e rimase là… ma ne parlava

malissimo all’inizio… diceva che c’era tutto un… lavaggio del cervello poi lui diceva: “io

non ho nessun tipo di problema quindi non mi ha dato nessuna sensazione” però questa gente

che vede le immagini… gli animali che ha gli incubi e tutte queste cose e poi questo controllo

molto rigido sulle persone, su… anche la vita spicciola delle persone, c’è proprio questo

dominare. Una volta che entri dentro…”

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Don Mario sosteneva che questo controllo sulla vita delle persone fosse esercitato attraverso i periodi che un adepto trascorre all’interno della comunità. C’è da dire che, tranne Céu do Mapià, nel Santo Daime non esistono comunità come quella, villaggi dove i daimisti vivono sempre insieme.

Don Mario confermava che gli interessati al Santo Daime sono nella gran maggioranza appartenenti alle classi “bene”: spesso cantanti, attori, gente di spettacolo, giudici.

Lui non aveva mai partecipato ai riti del Santo Daime, perché la condizione per partecipare è di prenderlo e ancora non si era spinto così in là. Capii da alcune sue affermazioni che Don Mario non conosceva benissimo la storia del Santo Daime, per esempio quando mi disse che il fondatore faceva parte della classe medio alta brasiliana.

Gli chiesi perché, secondo lui, molte persone fossero attratte da questo tipo di spiritualità.

“io penso perché queste (sette), fondamentalmente, non ti chiedono un cambio nello stile di vita, per cui te continui a fare i tuoi sporchi affari, la tua vita borghese… dai una risposta a quella che è un’esigenza anche spirituale e un’insoddisfazione, perché questa gente tutto sommato rimane insoddisfatta altrimenti non ci sarebbe tutta ‘sta gente che s’ammazza che si droga… (le persone)Trovano lì dentro (nella setta) un momento di autorealizzazione, di liberazione, di svuotamento dalle frustrazione che sicuramente quello stile di vita (borghese) porta, io non penso che l’uomo è portato per questo stile di vita, altrimenti non ci sarebbero nevrosi depressioni… Quindi è una forma terapeutica in qualche modo anche, vissuta in modo inconscio, inconsapevole, vissuta un po’ così… Anche la new age è in contraddizione con lo stile di vita del quotidiano (penso che si riferisca al fatto che la New Age propone un ritmo di vita differente da quello in cui quotidianamente viviamo, seguendo ritmi della produzione)

però concretamente non ti chiede non ti comporta nessun cambiamento nello stile di vita, e poi il sincretismo te lo fai da te. Che poi è la tendenza di oggi che è molto incentrata sull’individualismo.

La cultura cattolica è di tipo comunitario, invece il mondo di oggi è individualista. Allora come si può fare a fare un collegamento che possa… è difficile! Questi lo fanno…”

Don Mario era aperto rispetto alla New Age, e mi precisò: “sono tutte cose utilissime, io ho

fatto training autogeno, l’autoipnosi, dinamica mentale… ho fatto a Belo Horizonte la

conoscenza dell’inconscio attraverso il conscio, cose che non sono di per sé in contrasto con

quella che può essere poi la mia dottrina, però possono aiutarmi, ma sono uno strumento.

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Sono il mezzo, non il fine. Qui invece diventa il fine. Molte volte anche il contatto con il trascendente è finalizzato a se stesso.”

Finimmo per parlare di tutt’altro rispetto al Santo Daime, lasciandoci prendere dalla conversazione ma mi stupì una frase che mi disse Don Mario, forse perché me la diceva un prete:

“Marx aveva ragione “la religione è l’oppio dei popoli”, può essere l’oppio dei popoli… se te guardi, che conseguenze sociali ha questo (intende la religione del Santo Daime e le nuove religioni che lui considera un po’ “sette”)? Che educazione mi fa alla socialità, alla

costruzione della città, dello stato eccetera? Te non ci trovi nessun tipo di riposta, non c’è nessun tipo di preoccupazione rispetto al sociale, alla costruzione del sociale, della res publica, non c’è! Per cui è utile. A chi, per chi detiene il potere è utile perché non gli daranno mai fastidio da un lato, dall’altro diventa un modo per arricchirsi, i capi. Perché se io voglio, anch’io come prete, pensa cosa sono state certe esperienze di chiesa anche nel passato, quando te mi deleghi, ti poni nelle mie mani con il tuo spirito, ti ritrovi nelle mie mani, io faccio di te quello che voglio. Quindi diventi per me una fonte di ricchezza. Di arricchimento.”

[1]

Uniao do Vegetal

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