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Seppie e calamari

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Tra gli ospiti delle vasche è possibile incontrare talvolta altri due cefalopodi, molluschi parenti del polpo, che sono piuttosto frequenti nel nostro golfo.

I calamari comuni (Loligo vulgaris) sono animali spettacolari: rapidi ed eleganti nel nuoto, si sono adattati a vivere nella colonna d’acqua, proprio come i pesci. Il loro colore bianco iridescente è una tavolozza su cui si allargano chiazze di altri colori, quasi come nuvole nel cielo. I calamari, come molti altri cefalopodi, usano infatti i cambiamenti cromatici per comunicare, ma anche per mimetizzarsi nell’ambiente pelagico dove – come forse ricorderete – nascondersi è decisamente complicato.

Il calamaro è un predatore che vive in branco, ed è armato benissimo per cacciare le sue prede, in genere piccoli pesci: i due tentacoli sono armati di uncini e afferrano la preda trascinandola tra le otto braccia, e poi a portata del morso del suo micidiale becco. Come la maggior parte dei

cefalopodi, i calamari si riproducono una volta sola nella vita: i maschi muoiono dopo

l’accoppiamento e le femmine dopo la deposizione delle uova, dando vita a fenomeni di mortalità in massa di grandi dimensioni.

Al contrario, la seppia (Sepia officinalis) è decisamente meno socievole, ma molto più brava nell’utilizzare colori e forme per mimetizzarsi. Le seppie vivono sul fondo, per lo più su substrati sabbiosi che usano per mimetizzarsi... o, come potrete vedere in vasca, per seppellirvisi. Infatti la seppia è un predatore d’agguato, e nascondersi è parte fondamentale della sua tecnica di caccia principale. Ma una seppia è anche un bocconcino prelibato per molti pesci e altri invertebrati, e quindi questo cefalopode è davvero un maestro nel camuffarsi, usando non solo i colori, ma anche il cambiamento di forma del corpo: in questa specialità è secondo solo al polpo. Come i calamari, le seppie usano i due tentacoli per afferrare la preda, e le otto braccia per manipolarla prima del morso; ma le braccia vengono anche usate nella comunicazione tra simili, o anche per minacciare gli avversari, o per sembrare più grande se viene percepito un pericolo. Non è raro, quando vedete una seppia in vasca, osservarne le varie manovre e i cambi di colore: la sua livrea è in genere zebrata, ma la vedrete passare dal grigio uniforme alle forti striature nere, e persino cambiare colore continuamente, quasi come un’insegna luminosa scorrevole.

Le seppie depongono le uova attaccandole ai rami delle gorgonie o delle piante o alghe che trovano nella loro area: nella vasca che ospita questo mollusco sarà spesso possibile vedere degli oggetti simili a acini d’uva attaccati alle gorgonie, e si tratta proprio delle uova della nostra seppia.

Non va dimenticato che tra le armi straordinarie in possesso dei cefalopodi, c'è la cefalotossina, una sostanza secreta dalle ghiandole salivari degli animali che, una volta iniettata con l'aiuto del becco, è in grado di paralizzare la preda in pochi secondi. Insieme ad altre importanti caratteristiche della biologia di questi animali, anche la cefalotossina ed altri componenti del secreto, tra cui

l'octopamina, sono stati scoperti alla Stazione Zoologica.

Infine, come quasi tutti i cefalopodi, calamari e seppie ricorrono a un ultimo, formidabile trucco quando tutto sembra perduto contro un predatore: un getto di denso inchiostro che nell’acqua

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prende quasi la forma dell’animale, mentre il nostro cefalopode scatta nella direzione opposta utilizzando una vera e propria propulsione a getto (proprio come negli aerei).

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