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8. Criminalità organizata italiana all estero e relazioni internazionali

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Academic year: 2022

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RELAZIONE del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla

Direzione Investigativa Antimafia

1° semestre 2020

433 predittiva; realizzazione di investigazioni coordinate per l’arresto di latitanti e il sequestro e la confisca dei beni illecitamente acquisiti.

L’Italia ha costituito un hub presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, la cui componente di livello strategico coinvolge i vertici delle Forze di polizia, della DIA e della DCSA, con il supporto della DNA ed antiterrorismo. Si soggiunge come il 24 giugno 2020 si è tenuto a LIONE (Francia) il primo incontro in ambito I-Can delle polizie di tutto il mondo. Nel corso dei lavori è stato evidenziato come la pandemia da COVID­19 abbia reso prioritaria la necessità di cooperazione nell’affrontare la minaccia della ‘ndrangheta di infiltrarsi nel sistema della gestione dei fondi pubblici ed in attività essenziali come il settore agroalimentare, la fornitura di medicinali e attrezzature mediche, il trasporto su strada, ma anche nei servizi funebri, servizi di pulizia e smaltimento dei rifiuti.

I primi risultati operativi del progetto I­Can si sono ottenuti immediatamente con l’arresto, nel luglio 2020, di 6 latitanti legati a vario titolo alla cosca dei BELLOCCO di Rosarno (RC).

I soggetti sono stati rintracciati in Albania, Argentina e Costa Rica, in seguito agli sviluppi dell’“Operazione Magma” del novembre 2019. L’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, si era conclusa con l’esecuzione di n. 45 misure cautelari per associazione a delinquere di tipo mafioso, traffico internazionale di stupefacenti, detenzione illegale di armi.

In particolare, erano stati sequestrati tra l’altro circa 400 Kg. di cocaina.

Europol e strumenti di cooperazione

Nell’ambito dei canali di cooperazione internazionale di polizia Europol rappresenta per la DIA un interlocutore primario, in quanto consente di velocizzare la collaborazione multilaterale tra i vari Stati Membri nelle indagini incentrate sulla lotta alla criminalità organizzata transnazionale. Ciò anche in ragione della possibilità di coordinarsi con i Paesi extra europei comunque accreditati.

La DIA rappresenta per i diversi partner un punto di riferimento nella lotta alla criminalità organizzata sia italiana, sia straniera, avendo tra i propri obiettivi strategici il rafforzamento della cooperazione internazionale, peraltro mediante la “Rete Operativa Antimafia @ON, di cui è Project Leader.

Grazie alla sua expertise la DIA ha mantenuto, anche nel semestre di riferimento, il ruolo centrale nel contrasto alle mafie soprattutto per quanto ha riguardato il riciclaggio dei capitali illecitamente accumulati.

Con il passare del tempo si è rafforzato lo scambio informativo tra le Forze di Polizia estere attraverso Europol, canale che ha permesso di condividere un numero sempre crescente di informazioni utilizzando i “Progetti di Analisi (AP)”, sistemi di elaborazione delle informazioni che si concentrano su alcune aree tematiche di criminalità organizzata di tipo transnazionale (Analysis Projects APs, in precedenza denominati Focal Points - AWF SOC).

Gli Analysis Projects nei quali la DIA collabora sono:

­ITOC, dedicato alle organizzazioni criminali italiane radicate all’estero. Nel semestre,

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nonostante le limitazioni imposte dall’emergenza Covid­19, lo scambio informativo e il confronto tra investigatori è stato proficuo;

- EEOC, che si occupa della criminalità proveniente dall’Europa dell’est, principalmente l’area dell’ex Unione Sovietica. Una delinquenza avente caratteristiche tipiche delle organizzazioni mafiose nostrane e specializzata nel riciclaggio, attraverso società off shore con sedi nei Paesi Baltici, Malta, Cipro o nella stessa Federazione Russa;

­ ARO57 e SUSTRANS58 sono rivolti alla rilevazione all’estero dei beni frutto di attività illecite e all’analisi delle operazione sospette per il contrasto al riciclaggio internazionale. In questo ambito, la DIA ha continuato a fornire qualificati contributi e valide attività di impulso, quale punto di riferimento per le indagini patrimoniali a livello internazionale.

Rete Europea Antimafia “Operational Network-@ON” – Progetto ONNET

La DIA, tramite la già citata Rete Operativa Antimafia @ON, continua a sostenere e con sempre maggior incisività l’azione di contrasto internazionale alle mafie non solo sul piano operativo ma anche attraverso la sensibilizzazione degli omologhi organismi stranieri, finalizzata a rafforzare la consapevolezza della dimensione transnazionale del fenomeno mafioso.

La Rete @ON tende ad agevolare lo scambio di informazioni strutturali delle organizzazioni criminali “gravi”, comprese quelle denominate mafia-style, presenti negli Stati Membri (MSs) dell’Unione Europea. Lo scopo consiste nell’elaborare un miglior quadro di intelligence relativo al crimine organizzato, volto a sostenere iniziative tese ad individuare e recuperare i beni illegalmente acquisiti dalle organizzazioni criminali.

Inoltre, il progetto si propone di rafforzare gli strumenti di cooperazione di polizia già esistenti, attraverso l’invio in loco di investigatori specializzati nello specifico contrasto, destinati a supportare le attività investigative pianificate sotto l’egida di Europol.

Per raggiungere ambiziosi obiettivi e finanziare l’attività della Rete Operativa Antimafia @ ON, la DIA ha ottenuto dalla Commissione Europea il finanziamento del Progetto ONNET, dal 1° novembre 2018 per una durata iniziale di 24 mesi.

Su proposta della DIA, a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla pandemia del COVID 19, il termine del Progetto è stato prorogato al dicembre 2021.

Gli High Value Targets (HVT), obiettivi di alto valore strategico, sono un ulteriore settore di importanza cruciale supportato dalla Rete @ON, in coordinamento con Europol, che attraverso team ad hoc fornisce un supporto alle indagini in corso sia dal punto di vista analitico, che operativo.

L’obiettivo principale è rappresentato dai gruppi della criminalità organizzata di tipo mafioso soprattutto italiana, eurasiatica e albanese, oltre alle bande di motociclisti fuorilegge e alle nuove consorterie cinesi, nigeriane, turche, che rappresentano una crescente minaccia per gli Stati Membri europei.

57 Asset Recovery Office (Uffici per l’individuazione ed il sequestro dei beni illeciti).

58 Istituito per individuare attività di riciclaggio internazionale attraverso lo scambio d’informazioni e l’analisi delle operazioni sospette.

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RELAZIONE del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla

Direzione Investigativa Antimafia

1° semestre 2020

435 Un’altra delle finalità di ONNET è quella di sostenere l’attuale EU Policy Cycle, che manca di una priorità EMPACT59, distinta e riguardante i più rilevanti gruppi criminali.

La Rete @ON è impegnata, altresì, nel promuovere la costituzione delle “squadre investigative comuni”, strumento istituito con la Decisione Quadro 2002/456/GAI del Consiglio dell’UE, ratificata dall’Italia con il Decreto legislativo del 15 febbraio 2016 n.34.

Alla Rete attualmente aderiscono 17 Stati Membri e 22 Forze di polizia, nel dettaglio si tratta di Francia (SIRASCO60 e PJGN61), Germania (BKA)62, Spagna (UDYCO63 e Guardia Civil), Belgio (Polizia Federale) e Paesi Bassi (Polizia Nazionale) hanno aderito al Core Group della Rete mentre Ungheria (Polizia Nazionale), Austria (BK)64, Romania (Polizia Nazionale), Australia (AFP)65, Malta (Polizia Nazionale), Svizzera (Federal Police), Repubblica Ceca (NOCA)66, Slovenia (Polizia Nazionale), Polonia (CBSP)67, Croazia (Polizia Nazionale)68 e Georgia (Polizia Nazionale)69.

In seno alla progettualità l’Italia è rappresentata dalla DIA, affiancata dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei carabinieri e dalla Guardia di finanza.

La DIA, anche nel semestre in corso, ha continuato a cercare di coinvolgere nel Progetto un numero sempre crescente di Paesi partner, consolidando l’operatività che ha consentito di conseguire, in poco tempo, risultati incoraggianti.

Di notevole importanza per la cooperazione internazionale di polizia è l’incontro che si terrà a Palermo nel 2021, dal titolo “Lotta al Crimine Organizzato – Sfide per Forze di Polizia e Procuratori”, organizzato nell’ambito della Rete @ON e che vedrà la partecipazione di importanti esponenti delle forze di polizia, della magistratura e della politica degli Stati Membri.

Asset Recovery Office (A.R.O.) per l’identificazione di beni illeciti all’estero

Le sempre più mirate iniziative giudiziarie hanno messo in evidenza come la continua pressione da parte dello Stato italiano ha costretto da tempo la criminalità organizzata, anche in virtù del fenomeno della globalizzazione e delle convenienze commerciali, a “delocalizzare”

gli investimenti e le proprie attività di riciclaggio.

59 Un programma di azione europeo istituito nel 2010 dall’Unione Europea, per colpire in modo efficace le principali minacce criminali. Si tratta di un ciclo politico quadriennale, volto a garantire una maggiore continuità nella lotta contro la grave criminalità internazionale e organizzata.

60 SIRASCO (Service d’information, de renseignement et d’analyse stratégique sur la criminalité organisée): Servizio d’informazione, intelligence e analisi strategica sulla criminalità organizzata.

61 PJGN (Pôle Judiciaire de la Gendarmerie Nationale): Polizia Giudiziaria della Gendarmeria Nazionale 62 BKA (Bundeskriminalamt): Polizia Criminale Federale.

63 UDYCO (Unidad de Droga y Crimen Organizado): Unità Antidroga e Crimine Organizzato Corpo di Polizia Nazionale.

64 BK (Bundeskriminalampt): Servizio di Intelligence Criminale.

65 AFP (Australian Federal Police): Polizia Federale Australiana.

66 NOCA (National Organised Crime Agency): Agenzia Nazionale Crimine Organizzato.

67 CBSP (Central Investigation Bureau of Police): Ufficio Centrale di Investigazione.

68 Croatian Police - Criminal Police Directorate: Polizia Nazionale croata – Direzione della Polizia Criminale.

69 Georgian Police - Central Criminal Police Department: Polizia Nazionale georgiana – Direzione della Polizia Criminale.

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L’attività di contrasto messa in campo dalla DIA, per individuare e sequestrare capitali di illecita provenienza, si avvale di moderni strumenti di cooperazione come l’A.R.O. (Asset Recovery Office) e la rete CARIN (Rete interagenzie Camdem per il rintraccio dei beni), che permettono di tracciare e individuare beni all’estero, quindi, permettendone il successivo sequestro.

Europol svolge attività di coordinamento delle due piattaforme, entrambe dedicate all’identificazione a alla confisca dei patrimoni provento di reati criminali in diverse aree geografiche. A.R.O. opera a livello Europeo, mentre CARIN interviene nei territori dei 61 Paesi/

regioni del mondo, tra cui gli Stati Membri di Europol, gli USA, il Canada e altre organizzazioni internazionali, come il Consiglio d’Europa, Europol, Eurojust e l’Egmont Group.

La DIA, anche nel semestre in argomento, ha individuato all’estero patrimoni riconducibili alla criminalità organizzata, un risultato che ha messo in risalto come i suddetti strumenti di cooperazione internazionale siano, oggi, imprescindibili nella lotta alla criminalità organizzata transnazionale.

d. La collaborazione con l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia (UIF)

Nell’ambito della collaborazione internazionale prevista dall’art.13 D.Lgs 231/2007, finalizzata alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e di finanziamento al terrorismo, la DIA sviluppa a livello info­operativo i dati inviati, per il tramite dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia (U.I.F.), dalle Financial Intelligence Unit estere (F.I.U.).

Il d.lgs. 4 ottobre 2019 n. 125, in vigore dal 10 novembre 2019, ha introdotto alcuni correttivi70 connessi con il recepimento della quinta direttiva antiriciclaggio (2018/843). L’obiettivo dell’intervento normativo è quello di rafforzare la cooperazione fra le Autorità nazionali e le competenti Autorità estere, nonché realizzare uno scambio di informazioni più efficace per la prevenzione del sistema economico e finanziario.

Nel semestre, sono pervenute n. 826 note provenienti dalle F.I.U. estere, per il tramite dell’U.I.F.

della Banca d’Italia, tra le quali, n. 294 richieste di scambi informativi e n. 530 trasmissioni di informazioni. Si evidenzia, inoltre, la ricezione di n. 32 note su transazioni finanziarie anomale, con possibili connessioni all’emergenza epidemiologica COVID ­ 19.

Per l’analisi e approfondimento dei dati ricavati da tali flussi informativi, si è provveduto al monitoraggio di oltre n. 3.500 persone fisiche e n. 1.200 persone giuridiche segnalate.

70 In particolare, ha modificato il sopra citato art. 13 e ha introdotto gli artt. 13 bis e ter.

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1° semestre 2020

437 RELAZIONE del Ministro dell’Interno al Parlamento

sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia

9. APPALTI PUBBLICI

a. Monitoraggio delle imprese interessate alla realizzazione di appalti pubblici.

La prevenzione delle infiltrazioni criminali nonché e più in generale la trasparenza nel settore dei lavori pubblici e degli appalti rappresentano tematiche alle quali la DIA riserva una particolare attenzione. In merito continua ad interpretare un ruolo propulsivo e di supporto alle attività dei Prefetti ai fini del rilascio della documentazione antimafia nelle due forme della comunicazione e della informazione antimafia, oggetto di uno specifico approfondimento nella Relazione.

Basti qui ricordare come questi provvedimenti sono concepiti per individuare in chiave preventiva avanzata i tentativi di infiltrazione mafiosa nell’economia, precludendo alle imprese in odore di mafia la possibilità di intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni.

Impedire l’inserimento delle mafie nel settore degli appalti e dei servizi pubblici, attraverso il monitoraggio specie dei primi, costituisce un interesse sociale irrinunciabile. Si tratta di recidere quel circolo vizioso che alimenta le organizzazioni criminali che in taluni casi hanno colto l’opportunità per riciclare i capitali illecitamente accumulati proprio con l’aggiudicazione o l’affidamento di commesse pubbliche.

L’esperienza investigativa maturata nel corso del tempo ha dimostrato come una delle modalità utilizzate dall’impresa mafiosa per aggiudicarsi gli appalti più consistenti sia l’appoggiarsi ad aziende di più grandi dimensioni in grado di far fronte per capacità organizzativa e tecnico­

realizzativa anche ai lavori più complessi. Tali requisiti aziendali escluderebbero dalla licitazione l’azienda infiltrata che, utilizzando la predetta tecnica, supera l’ostacolo dei limiti fissati dal bando per la partecipazione alla gara.

Tra le modalità d’infiltrazione praticate è emersa recentemente anche quella della partecipazione a Consorzi di Imprese, seguendo la prassi della scomposizione di un lavoro in vari sub contratti allo scopo di eludere l’obbligo della preventiva autorizzazione.

In questo senso, particolari sforzi investigativi sono stati profusi proprio nel settore dei sub affidamenti i quali, avvalendosi delle collaudate metodiche dei subappalti, dei noli a caldo e a freddo, del movimento terra, del trasporto e della fornitura dei materiali e delle materie prime, rappresentano per definizione le principali tecniche volte ad annullare ogni possibile forma di concorrenza estromettendo dal mercato le aziende “sane”.

Anche il ricorso alla turbativa dei sistemi legali di scelta del contraente allo scopo di accaparrarsi appalti e contratti pubblici figura tra le forme di infiltrazione spesso praticate dai sodalizi mafiosi al fine di condizionare concretamente ed a proprio vantaggio la partecipazione delle imprese alle gare pubbliche.

La casistica appena citata riporta solo alcuni dei molteplici metodi di inquinamento degli appalti pubblici riscontrati dalla DIA nel corso dello svolgimento delle sue attività di prevenzione e contrasto delle infiltrazioni criminali nel delicato settore.

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La centralità della DIA nel suddetto ambito è stata più volte ribadita dall’Autorità di Governo1 e confermata nella Direttiva del 28 dicembre 2016 del Ministro dell’Interno2, nonché più recentemente con i decreti del Ministro dell’Interno del:

- 20 novembre 2018 (Disposizioni urgenti per la città di Genova. Misure amministrative di semplificazione in materia antimafia) per quanto concerne la realizzazione delle attività per la demolizione, la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, nonché per la progettazione, l’affidamento e la ricostruzione dell’infrastruttura e il ripristino del connesso sistema viario, in seguito al crollo di un tratto del viadotto Polcevera dell’autostrada A10, avvenuto a Genova il 14 agosto 20183;

- 15 luglio 2019 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, per la realizzazione dei lavori di completa messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso4.

In attuazione dei predetti atti ministeriali, nel semestre in esame la DIA ha continuato a profondere uno straordinario impegno operativo attraverso il suo Osservatorio Centrale Appalti Pubblici (O.C.A.P.)5 e le proprie articolazioni periferiche.

1 La Direttiva del Ministro dell’Interno in data 6 agosto 2015, scaturita all’esito della riunione del Consiglio Generale per la lotta alla criminalità organizzata, ha affermato il ruolo di “centro servente” della DIA nel dispositivo di prevenzione e contrasto e dettato linee operative di prevenzione anticrimine, finalizzate, tra l’altro, ad assicurare la piena attuazione della “circolarità del flusso informativo” tra Forze di Polizia e DIA a supporto dell’azione dei Prefetti.

La Direttiva in parola e le disposizioni attuative, emanate il successivo 12 novembre dal Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, rappresentano una pietra miliare nell’attuazione del modello organizzativo antimafia disegnato negli anni ’90.

2 In detto provvedimento alla Direzione viene assegnato un ruolo baricentrico nell’attività di raccolta degli elementi informativi funzionali al rilascio dell’informazione antimafia nei confronti delle imprese interessate alla ricostruzione post-terremoto che ha colpito l’Italia centrale tra i mesi di agosto e ottobre del 2016, attività per la quale è preliminarmente necessaria l’iscrizione nell’anagrafe degli esecutori.

3 Il 17 gennaio 2019 è stato siglato il Protocollo d’Intesa (tra la Prefettura di Genova ed il Commissario Straordinario per la ricostruzione) per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità di origine mafiosa nelle precitate attività. Tenuto conto dell’art. 5 del predetto decreto ministeriale, nel protocollo viene sancito che la DIA costituisce il “punto di snodo degli accertamenti antimafia - fornisce al Prefetto, entro il termine di dieci giorni dall’avvio dell’istruttoria, le risultanze dei propri atti relativamente ad ogni istruttoria volta al rilascio della documentazione antimafia con riferimento alle imprese che intervengono a vario titolo.

4 Tenuto conto dell’art. 5 del predetto decreto ministeriale in data 16 gennaio 2020 è stata diramata la nota del Gabinetto del Ministero dell’Interno n. 25520 che rimarca la significativa rilevanza della DIA in relazione agli accertamenti preliminari antimafia, “quando il patrimonio informativo disponibile dovrà essere canalizzato in modo mirato verso un’attività di approfondimento e monitoraggio del rischio mafioso ascritto al contesto ambientale”.L’art. 5 menzionato, ai commi 1 e 2 recita infatti che:“Ferme restando le competenze di monitoraggio e di analisi del contesto che fanno capo alla Prefettura di L’Aquila con il supporto operativo e di intelligence delle Forze di polizia e del Gruppo interforze presso la stessa, per accelerare i controlli senza pregiudicarne l’incisività, la Direzione Investigativa Antimafia fornisce al Prefetto, entro il termine di dieci giorni dall’avvio dell’istruttoria, le risultanze dei propri atti, incluso l’esito delle interrogazioni alla banca dati SIRAC ed al Sistema di indagine delle Forze di polizia (SDI). In considerazione della missione istituzionale e del patrimonio informativo di cui dispone, la Direzione Investigativa Antimafia costituisce il punto di snodo degli accertamenti preliminari di cui all’art. 95, comma 3, del Codice Antimafia, il cui esito deve essere immediatamente comunicato al Prefetto per la successiva segnalazione alla stazione appaltante”.

5 Che assolve alle funzioni previste dal Decreto (istitutivo) Interministeriale del 14 marzo 2003 e, più di recente, dal Decreto Ministeriale del 21 marzo 2017. L’Osservatorio Centrale Appalti Pubblici, struttura che, avvalendosi di un apposito sistema telematico, ha lo specifico compito di mantenere un costante collegamento con i Gruppi Interforze, finalizzato all’acquisizione e allo scambio di dati relativi alla vigilanza sui cantieri. È annoverato inoltre tra i soggetti istituzionali che, ai sensi dell’articolo 91comma 7 bis, ricevono la comunicazione dei Prefetti in merito alle interdittive emesse.

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1° semestre 2020

439 b. Le attività del semestre

Nei primi sei mesi del 2020 le verifiche effettuate in relazione alle procedure di affidamento ed esecuzione degli appalti pubblici svolte dalla DIA hanno riguardato la “Ricostruzione post sisma 2016” e le “Grandi Opere” (così come definite dalla “legge obiettivo”), nonché, e più in generale tutti gli appalti di opere pubbliche ritenuti particolarmente sensibili oltre che i lavori di demolizione e ricostruzione del ponte Morandi di Genova.

Le attività di controllo sono state svolte sia mediante i monitoraggi eseguiti e le approfondite analisi delle compagini societarie e di gestione delle imprese sia attraverso gli accessi disposti dai Prefetti e tesi alla verifica delle effettive presenze dei lavoratori nei cantieri.

In particolare, sono stati eseguiti n. 787 monitoraggi nei confronti di altrettante imprese in tabella riassunti e distinti per macro-aree geografiche:

AREA I SEMESTRE 2020

Nord 234

Centro 59

Sud 493

Estero 1

TOTALE 787

(Monitoraggi svolti per macro-aree geografiche)

Congiuntamente, sono stati svolti n. 15.364 accertamenti su persone fisiche a vario titolo collegate alle suddette imprese.

Nonostante i stringenti termini normativi previsti6, la DIA ha riscontrato tempestivamente le richieste di accertamenti antimafia pervenute dalla Struttura di Missione7.

Si tratta di accertamenti funzionali all’iscrizione, nell’“Anagrafe antimafia degli esecutori”, degli operatori economici interessati all’esecuzione di interventi urgenti di riparazione o di ripristino ex art. 8, decreto legge 189/2016 e art. 9, decreto legge 205/2016.

In tale delicata fase di gestione e coordinamento della grande mole di flussi informatici “da”

e “per” la citata Struttura di Missione, le articolazioni territoriali della DIA, in sinergia con il I Reparto – OCAP, hanno evaso n. 3.388 richieste di accertamenti antimafia a carico di n. 4.449 imprese che hanno permesso di estendere i controlli a n. 17.996 persone fisiche collegate.

6 In ossequio alle disposizioni emanate con decreto legge 17 ottobre 2016, n. 189 (recante “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016”) e alle “Prime e Seconde Linee-guida antimafia” adottate dal Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e degli Insediamenti Prioritari (C.C.A.S.I.I.P.).

7 L’art. 30 del decreto legge 17 ottobre 2016, n. 189 ha demandato a un’apposita “Struttura di Missione”, costituita nell’ambito del Ministero dell’Interno, lo svolgimento delle attività finalizzate alla prevenzione e al contrasto delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’affidamento e nell’esecuzione dei contratti pubblici e di quelli privati che fruiscono di contribuzione pubblica per i lavori, i servizi e le forniture connessi agli interventi per la ricostruzione delle aree del centro Italia colpite dagli eventi sismici.

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Riepilogate nella tabella che segue, le richieste di iscrizione e rinnovo nella menzionata Anagrafe.

I semestre 2020

Richieste pervenute Imprese esaminate Persone controllate

Amatrice L’Aquila Ponte GE Amatrice L’Aquila Ponte GE Amatrice L’Aquila Ponte GE

Gennaio 364 32 9 545 36 12 2.002 171 37

Febbraio 561 43 7 633 97 9 3.187 228 189

Marzo 304 39 8 391 39 8 1.670 143 69

Aprile 343 12 7 475 26 10 1.850 129 32

Maggio 667 55 6 777 55 10 3.338 216 27

Giugno 858 67 6 1.138 181 7 4.326 345 37

TOTALE 3.097 248 43 3.959 434 56 16.373 1.232 391

(Tabella riepilogativa degli accertamenti informativi effettuati)

L’esigenza di anticipare la verifica di possibili infiltrazioni mafiose si è tradotta nella sottoscrizione di protocolli di legalità che hanno visto partecipi Prefetture, Pubbliche Amministrazioni appaltanti e operatori imprenditoriali. Anche in questo caso, e su richiesta del Gabinetto del Ministro dell’Interno, la DIA ha fornito il proprio contributo per la stesura di n. 28 accordi nei quali sono state prospettate diverse soluzioni in grado di favorire le sinergie operative tra i vari attori coinvolti.

c. Gruppi Interforze Antimafia

La DIA partecipa in modo significativo alle attività dei Gruppi Interforze Antimafia8. Si tratta di consessi che rientrano nell’articolato sistema di monitoraggio antimafia degli appalti che opera tanto a livello centrale quanto a quello provinciale.

In proposito e nei rispettivi ambiti territoriali, la Direzione nell’ambito del sistema della prevenzione degli appalti pubblici è particolarmente attiva da un lato mediante l’Osservatorio Centrale sugli Appalti (O.C.A.P.)9, dall’altro attraverso i suoi rappresentanti che prendono parte alle riunioni dei citati tavoli di confronto provinciali presso le Prefetture. Questi ultimi sono coordinati dalle Prefetture ed hanno il compito di svolgere accertamenti, anche attraverso l’esecuzione di accessi ai cantieri, sulle imprese aggiudicatarie di appalti e subappalti o

8 I gruppi interforze sono dei “pool” provinciali coordinati dalle Prefetture e composti da rappresentati territoriali delle Forze di polizia e dei centri operativi della Dia, nonchè per il contrasto al fenomeno del lavoro nero e la vigilanza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro da rappresentanti degli Ispettorati del lavoro e delle strutture periferiche del Ministero del Lavoro e dell’INPS.

9 Che assolve alle funzioni previste dal Decreto (istitutivo) Interministeriale del 14 marzo 2003 e, più di recente, dal Decreto Ministeriale del 21 marzo 2017, avvalendosi di un apposito sistema telematico. Nello specifico, svolge il compito di mantenere un costante collegamento con i Gruppi Interforze Antimafia, finalizzato all’acquisizione e allo scambio di dati relativi alla vigilanza sui cantieri. È annoverato inoltre tra i soggetti istituzionali che, ai sensi dell’articolo 91comma 7 bis del Codice Antimafia, ricevono la comunicazione dei Prefetti in merito alle interdittive antimafia emesse.

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1° semestre 2020

441 affidatarie di servizi, ordini e forniture riguardanti le opere pubbliche al fine di verificare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa.

d. Accessi ai cantieri

Gli accessi ai cantieri disposti dai Prefetti ai sensi dell’art. 93 del D.lgs. 6 settembre 2011 n. 159 ed eseguiti dai menzionati Gruppi Interforze rappresentano uno dei più incisivi strumenti a disposizione per far emergere possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nelle varie fasi di realizzazione di un’opera pubblica. Al riguardo, va altresì evidenziato che il patrimonio informativo che viene acquisito in esito all’accesso confluisce nella banca dati Sistema Informatico Rilevazione Accessi ai Cantieri (S.I.R.A.C.) gestita dalla DIA. Nel semestre la DIA, come dal riepilogo che segue, ha partecipato ad accessi in n. 28 cantieri a seguito dei quali si è proceduto al controllo di n. 449 persone fisiche, n. 132 imprese e n. 196 mezzi.

Area Regione intervento Numero

Accessi Persone

fisiche Imprese Mezzi

Nord

Valle d’Aosta ­ ­ ­ ­

Piemonte ­ ­ ­ ­

Trentino­Alto Adige ­ ­ ­ ­

Lombardia 1 100 24 0

Veneto ­ ­ ­ ­

Friuli-Venezia Giulia ­ ­ ­ ­

Liguria 1 10 5 10

Emilia Romagna 1 8 2 2

TOTALE Nord 3 118 31 12

Centro

Toscana 3 18 5 9

Umbria 1 3 2 2

Marche 8 68 21 42

Abruzzo 9 105 34 43

Lazio ­ ­ ­ ­

Sardegna 1 50 12 39

TOTALE Centro 22 244 74 135

Sud

Campania 3 87 27 49

Molise ­ ­ ­ ­

Puglia ­ ­ ­ ­

Basilicata ­ ­ ­ ­

Calabria ­ ­ ­ ­

Sicilia ­ ­ ­ ­

TOTALE Sud 3 87 27 49

TOTALI 28 449 132 196

(Tabella riepilogativa degli accessi ai cantieri svolti nel I semestre)

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e. La documentazione antimafia

Più approfondito oggetto del focus la documentazione antimafia ha il fine di impedire che imprese potenzialmente infiltrate dalla criminalità organizzata possano ottenere o mantenere licenze, concessioni, abilitazioni e contributi pubblici (art. 67 del d. lgs. n. 159 del 2011, Codice Antimafia)10 o avere rapporti e stipulare contratti con la Pubblica Amministrazione.

Il sistema della documentazione antimafia11 comprende le comunicazioni antimafia e le informazioni antimafia. In entrambi i casi si tratta di due fondamentali misure amministrative, previste dal Codice Antimafia, volte a prevenire l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale.

Esse scaturiscono da un sistema di valutazione incrementale operato dai Prefetti sulla permeabilità dell’impresa ai tentativi di infiltrazione mafiosa.

Nel primo caso attraverso la verifica della sussistenza di una delle misure di prevenzione personali previste dal Codice Antimafia, nonché di condanne penali con sentenza anche non definitiva di secondo grado per i delitti elencati all’art. 51, comma 3- bis c.p.p., quindi di competenza delle Direzioni Distrettuali Antimafia.

Nell’altro a fronte dell’esito degli accertamenti previsti per la comunicazione antimafia e della valutazione dei possibili tentativi di infiltrazione mafiosa.

Nelle sue forme di comunicazione o informazione, la documentazione antimafia è liberatoria quando non sono state reperite indicazioni ostative, nel caso contrario è interdittiva.

La ratio dell’istituto va individuata nella salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica Amministrazione in sostanza, l’interdittiva antimafia ha come conseguenza che il Prefetto escluda che un imprenditore meriti la fiducia delle Istituzioni (vale a dire che risulti “affidabile”) e che possa essere titolare di rapporti con le pubbliche Amministrazioni (titoli abilitativi, concessioni, finanziamenti, contratti di appalto etc.) sia pur dotato di adeguati mezzi economici e di un’adeguata organizzazione.

Il processo di semplificazione delle procedure di rilascio della documentazione antimafia è garantito dall’operatività della Banca Dati Nazionale unica della documentazione Antimafia”

(BDNA) istituita presso il Ministero dell’interno - Dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie, in attuazione dell’art. 96 del Codice Antimafia.

La BDNA è attiva dal 7 gennaio 201612 ed è collegata con altre banche dati, in particolare con il Centro Elaborazione Dati (CED) del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di cui all’art. 8 della L.

1° aprile 1981, n 121 e permette di accelerare il rilascio della documentazione antimafia liberatoria in modalità automatica alle Amministrazioni pubbliche, agli Enti pubblici e alle Aziende vigilate

10 Consiglio di Stato, III Sezione, Sent. 6057 del 2 settembre 2019.

11 Art. 84 del d. lgs. n. 159 del 2011.

12 Il sistema informativo e la relativa infrastruttura tecnologica sono stati realizzati dall’Ufficio IV-Innovazione tecnologica per l’Amministrazione generale entro i dodici mesi decorrenti dal Regolamento attuativo adottato con il D.P.C.M. 30 ottobre 2014, n. 193, che individua le modalità di funzionamento, accesso e consultazione (pubblicato sulla G.U. - Serie Generale - n. 4 del 7 gennaio 2015).

(11)

1° semestre 2020

443 dallo Stato13, nel rispetto delle garanzie a tutela del trattamento dei dati sensibili.

La documentazione rilasciata dalla BDNA è necessaria prima di stipulare, approvare o autorizzare i contratti e i sub contratti relativi a lavori, servizi e forniture pubbliche.

In questo fondamentale ambito di prevenzione antimafia la DIA assicura un importante contributo al monitoraggio delle commesse e degli appalti attraverso una rapida istruttoria delle richieste di verifiche antimafia inoltrate dalle Prefetture e volte a vagliare tempestivamente l’assetto delle imprese coinvolte e la loro possibile infiltrazione mafiosa senza intralciare l’esecuzione delle opere. Durante lo svolgimento delle attività di raccolta degli elementi informativi funzionali al rilascio della menzionata documentazione antimafia, pertanto, la DIA fornisce un qualificato contributo conoscitivo a fronte di un consistente patrimonio conoscitivo accumulato nel tempo. Come previsto dall’art. 91 comma 7-bis del Codice Antimafia, le Prefetture devono comunicare anche all’OCAP istituito presso la DIA i provvedimenti interdittivi emessi. Consapevole della delicatezza della missione istituzionale affidatale, la DIA continuerà a contrastare i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici sostenendo, nel contempo, tutte le componenti istituzionali impegnate nell’attività di contrasto mediante il supporto offerto dalle sue articolazioni centrali e periferiche.

Di seguito una sintesi grafica dei provvedimenti interdittivi emessi dagli Uffici Territoriali del Governo14 suddivisi per regione e nel periodo di riferimento:

13 Per accedere alla BDNA, le amministrazioni pubbliche, gli enti pubblici e le aziende vigilate dallo Stato devono essere accreditate dalle prefetture competenti con il rilascio di credenziali di accesso.

14 Comunicati all’Osservatorio Centrale Appalti Pubblici della DIA (OCAP), come previsto dall’art. 91, co. 7-bis, del Codice antimafia (D.Lgs. 159/2011).

(12)
(13)

1° semestre 2020

445 La tabella riepiloga i provvedimenti emessi nel corso del 1 semestre 2020:

Regione I semestre 2020

ABRUZZO 2

BASILICATA 8

CALABRIA 108

CAMPANIA 51

EMILIA ROMAGNA 22

FRIULI VENEZIA GIULIA 3

LAZIO 13

LIGURIA 1

LOMBARDIA 33

MARCHE 2

MOLISE 4

PIEMONTE 2

PUGLIA 55

SARDEGNA 5

SICILIA 45

TOSCANA 17

TRENTINO ALTO ADIGE 1

VALLE D’AOSTA 0

UMBRIA 1

VENETO 11

Totale 384

(14)

A seguire il riepilogo delle interdittive suddivise per aree geografiche.

(15)

1° semestre 2020

447 f. Partecipazione ad Organismi Interministeriali

La DIA partecipa in via permanente e con un proprio rappresentante al Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza delle Infrastrutture e degli Insediamenti Prioritari (CCASIIP, ex CCASGO)15 ed è inserita nel sistema di “Monitoraggio finanziario delle Grandi Opere” (M.G.O.)16. Proprio su proposta del CCASGO, il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), con la delibera n.15/2015, ha reso obbligatorio il c.d.

monitoraggio finanziario per tutte le infrastrutture strategiche ed insediamenti produttivi con l’applicazione di direttive rivolte tra l’altro a tutti i soggetti della filiera che a qualunque titolo intervengono nel ciclo di progettazione e realizzazione dell’opera, quindi non solo al contraente generale o al concessionario.

Il predetto monitoraggio consiste nel controllo dei flussi finanziari mediante una stringente tracciabilità che consente di processare, in via automatica, tutti i movimenti di denaro che intercorrono fra le imprese grazie all’utilizzo del Codice Unico di Progetto che in forza di legge deve contrassegnare ogni progetto di investimento pubblico.

Per la verifica della corretta attuazione delle rammentate procedure operative è stato istituito un Gruppo di Lavoro presso il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DIPE). Si tratta, in estrema sintesi, di una struttura di supporto al menzionato CIPE costituita da rappresentanti del DIPE, che dirige i lavori del Gruppo, della DIA, della Segreteria tecnica del CCASIIP, dell’ABI, del Consorzio CBI dell’ABI e dei gestori informatici della banca dati.

15 Il Comitato è composto da rappresentanti del Ministero dell’Interno, del Dipartimento per la Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Giustizia, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, oltre a componenti dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia.

16 Il M.G.O. rappresenta la prosecuzione operativa della sperimentazione denominata “progetto C.A.P.A.C.I.”

- “Creation of Automated Procedures Against Criminal Infiltration in public contracts” – a cui la DIA ha fattivamente collaborato sia nella fase di realizzazione informatica della procedura sia in quella di divulgazione ai partner europei. Il monitoraggio dei flussi finanziari delle grandi opere, previsto dapprima dall’articolo 176 del “Codice degli Appalti” per le Grandi Opere è stato poi esteso, ai sensi dell’art. 36, comma 3, del decreto-legge n. 90/2014, convertito dalla legge n. 14/2014, a tutti i lavori relativi a infrastrutture strategiche e insediamenti produttivi.

(16)

10. ATTIVITÀ DI PREVENZIONE SULL’UTILIZZO DEL SISTEMA FINANZIARIO A SCOPO DI RICICLAGGIO

a. Analisi e approfondimento delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (s.o.s.) In virtù delle attribuzioni ex D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 la DIA riveste un ruolo cruciale nella prevenzione dell’utilizzo del sistema economico-finanziario legale per riciclare proventi illeciti, in particolare attraverso l’analisi e l’approfondimento investigativo delle segnalazioni di operazioni sospette (s.o.s.).

Nel senso, le relative procedure necessitano di un costante adeguamento mediante implementazioni volte a rendere l’azione preventiva sempre più incisiva. In tale prospettiva, nel primo semestre è proseguito lo sviluppo di nuove metodologie di analisi finalizzate alla selezione di target connotati da maggiore valenza operativa.

Nel dettaglio, si è proceduto innanzitutto all’implementazione e all’estensione dell’analisi di rischio (condotta sulla base di profili soggettivi, oggettivi e geografici), valorizzando i collegamenti tra le diverse entità di interesse (persone fisiche, società, rapporti finanziari e operazioni). Si è inoltre dato corso al perfezionamento della piattaforma informatica a disposizione attraverso la realizzazione di nuovi moduli operativi che consentono di integrare i dati rilevati dalle s.o.s. con i vari patrimoni informativi disponibili, allo scopo di rilevare i flussi finanziari riconducibili alla criminalità mafiosa. Sperimentate in una prima fase a livello centrale e alla luce della loro constatata validità, le più attuali procedure sono state replicate autonomamente anche dalle articolazioni territoriali DIA. In tal modo l’attività è stata orientata allo scopo di individuare anche a livello locale specifici target per la proposizione di misure di prevenzione patrimoniali ovvero per l’avvio di specifiche attività giudiziarie.

Nel periodo in esame sono state inoltre sviluppate singole progettualità focalizzate su taluni fenomeni, individuati per settore commerciale o finanziario, con alto rischio di infiltrazione mafiosa. In tale ambito si è avuto riguardo anche all’emergenza sanitaria da coronavirus in relazione alla quale sono stati adottati dei modelli di analisi relazionale specifici. Ciò ha consentito di rilevare:

- schemi/modelli di operatività finanziaria sospetta che vengono replicati;

- origine e destinazione dei flussi finanziari e relative tipologie;

­ collegamenti tra soggetti riconducibili a strutture criminali organizzate, altrimenti non rilevabili.

Per quanto concerne l’ordinaria attività istituzionale svolta nel comparto in argomento, nel primo semestre 2020 la DIA ha analizzato n. 54.228 s.o.s., con il conseguente esame di n. 364.550 posizioni segnalate o collegate, n. 245.206 delle quali attinenti a persone fisiche e le restanti n. 119.344 a quelle giuridiche, in un intero ambito costante di circa n. 430.000 operazioni finanziarie.

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