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Piano Triennale per la
Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza
(PTPCT) 2018 - 2020
Predisposto dal Responsabile per la Prevenzione della Corruzione.
Adottato in data 31 gennaio 2018 con deliberazione del Consiglio d'Amministrazione.
Pubblicato sul sito internet della Fondazione CMCC (www.cmcc.it) nella sezione
“Fondazione Trasparente”.
2
Premessa ... 3
1. Processo di adozione del P.T.P.C.T. ... 4
Indicazione degli uffici coinvolti per l'individuazione dei contenuti del Piano .. 4
Termini e modalità di adozione del Piano da parte dell'organo amministrativo 4 Indicazione delle modalità di condivisione e pubblicazione del Piano ... 5
2. Organizzazione del sistema di monitoraggio sull’attuazione del PTPC .. 5
Responsabile per la Prevenzione della Corruzione ... 5
Referenti ... 5
Attività di monitoraggio ... 5
Sanzioni in caso di mancato monitoraggio del RPC ... 6
3. Gestione del rischio ... 6
Le aree di rischio obbligatorie ... 6
Modalità di valutazione delle aree di rischio ... 8
Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi ... 9
A) Area: "Acquisizione e progressione del personale" ... 9
B) Area: "Affidamento di lavori, servizi e forniture" ... 10
C) Area "Contabilità": ... 12
D) Area: "Controllo di Gestione": ... 13
4. Codice Etico e di Comportamento ... 14
5. Trasparenza ... 14
Riferimenti normativi ... 14
Processo di attuazione del programma ... 15
Misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi ... 15
Misure di monitoraggio e di vigilanza sull’attuazione degli obblighi di trasparenza a supporto dell’attività di controllo dell’adempimento da parte del responsabile della trasparenza ... 15
Inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza ... 16
6. Altre iniziative ... 16
Formazione del personale ... 16
Tutela del personale che solleva illeciti ... 16
Indicazione dei criteri di rotazione del personale ... 16
3 Premessa
La Fondazione CMCC si configura come un organismo di ricerca con soggettività giuridica privata e con natura pubblica per gli interessi di carattere generale perseguiti e per le fonti di finanziamento pubblico utilizzate.
La Fondazione CMCC, ai fini dell'applicazione della normativa sulla prevenzione della corruzione, rientra tra gli enti di diritto privato in controllo pubblico, di cui alla Determinazione ANAC n. 1134 del 08/11/2017 "Nuove linee guida per l'attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici", in seguito anche "Nuove Linee Guida" (def. art. 2.1 e ss., pp. 11 e ss., cfr. infra).
Dalla disciplina positiva e dall'analisi giurisprudenziale emerge che il fenomeno degli enti di diritto privato in controllo pubblico è particolarmente complesso. Gli enti in questione hanno caratteristiche e strutture eterogenee, non sono riconducibili ad una categoria unitaria e non sussiste, per la loro individuazione, una nozione di controllo analoga a quella dettata dall’art. 2359 del codice civile per le società.
L'ANAC già con la Determinazione n. 8 del 17/06/2015 dal titolo "Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici", ha specificato che gli enti di diritto privato controllati o partecipati, direttamente e indirettamente, da pubbliche amministrazioni sono tenuti all'applicazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza di cui alla legge n. 190/2012 e ha definito altresì le implicazioni che ne derivano, anche in termini organizzativi, per detti soggetti e per le amministrazioni di riferimento.
Le Nuove Linee Guida cercano perciò di fare maggiore chiarezza nella normativa in questione, definendo, tra le altre, la nozione di "controllo" per le società pubbliche e per gli enti di diritto privato.
Il nuovo quadro normativo si deve all’intervento del decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, recante "Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n.
33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015 n. 124 in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche", insieme al decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175, "Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica" (TUSP), come modificato dal decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100.
Già la Determinazione n. 8 del 2015 aveva provveduto a identificare gli enti di diritto privato in controllo pubblico, comprendendovi gli altri enti di diritto privato in controllo pubblico diversi dalle società, con particolare riguardo agli enti costituiti in forma di "fondazione" o di "associazione" ai sensi del Libro I, Titolo II, Capo II, del codice civile.
4 Tale scelta è confermata e ampliata dall’art. 2-bis del d.lgs. n. 33/2013 che parla di "associazioni, fondazioni" ed "enti di diritto privato comunque denominati, anche privi di personalità giuridica".
Invero, ai sensi dell'art. 2 bis, co. 3, del d. lgs. 33/2013, rientrano fra i soggetti cui si applica la normativa sulla trasparenza "le associazioni, alle fondazioni e agli enti di diritto privato comunque denominati, anche privi di personalità giuridica, con bilancio superiore a cinquecentomila euro, la cui attività sia finanziata in modo maggioritario per almeno due esercizi finanziari consecutivi nell'ultimo triennio da pubbliche amministrazioni e in cui la totalità dei titolari o dei componenti dell'organo d'amministrazione o di indirizzo sia designata da pubbliche amministrazioni". Il legislatore ha parametrato tali requisiti all'interno delle Nuove Linee Guida, come specificato al paragrafo 2.2 pp. 14-16.
Alla luce delle su esposte argomentazioni e delle Nuove Linee Guida, la Fondazione CMCC rientra nella definizione di ente di diritto privato in controllo pubblico.
1. Processo di adozione del P.T.P.C.T.
Il Responsabile per l'attuazione del Piano Anticorruzione (RPC) di CMCC è la dott.ssa Laura Panzera, nominata con delibera del CdA del 06/02/2015, che riveste anche il ruolo di Responsabile della Trasparenza (RT).
Per ogni area di rischio il CMCC adotta una gestione di prevenzione e controllo integrando misure di tutela per gli operatori che effettueranno segnalazioni di illeciti.
Le aree di rischio dell’attività sono prevalentemente circoscritte all’area amministrativa (acquisti, personale, contabilità, controllo di gestione, etc.).
Indicazione degli uffici coinvolti per l'individuazione dei contenuti del Piano Per l’elaborazione del presente PTPCT sono stati coinvolti i seguenti attori interni al CMCC:
− Dr.ssa Roberta Perrotta (Ufficio Legale e Compliance)
− Dr.ssa Flavia Carnicelli (Ufficio Legale e Compliance)
− Dr.ssa Milena Cagnazzo (Gestione Risorse Umane)
− Dr. Massimiliano Viva (Amministrazione e Controllo di Gestione) I soggetti sopra citati sono stati coinvolti attraverso i seguenti canali e strumenti di partecipazione:
− specifici incontri aventi come oggetto il tema della prevenzione della corruzione.
Termini e modalità di adozione del Piano da parte dell'organo amministrativo Il presente Piano è stato adottato dal Consiglio d'Amministrazione del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (in seguito anche "CMCC") con deliberazione del 06/02/2015 ed aggiornato con deliberazione del 19/12/2016 e del 31/01/2018.
5 Indicazione delle modalità di condivisione e pubblicazione del Piano
Il presente Piano sarà comunicato ai diversi soggetti interessati, secondo le seguenti modalità:
- pubblicazione nella "intranet" del sito web istituzionale della Fondazione (www.cmcc.it);
- avviso di avvenuta pubblicazione nella "intranet" del sito web istituzionale a tutte le mailing lists del CMCC;
- pubblicazione nell'apposita sezione “Fondazione Trasparente” sul sito web istituzionale.
2. Organizzazione del sistema di monitoraggio sull’attuazione del PTPC Responsabile per la Prevenzione della Corruzione
L'articolo 1, comma 10, lettera a) della legge n. 190/2012 prevede che il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (RPC) provveda alla verifica dell'efficace attuazione del Piano e della sua idoneità, nonché a proporre la modifica dello stesso quando sono accertate significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell’organizzazione o nell'attività del CMCC.
Referenti
Con l'obiettivo di adempiere alla suddetta verifica, il RPC si avvale di una serie di Referenti all’interno del CMCC. In particolare, si individuano i seguenti soggetti, che si occupano di garantire un flusso di informazioni continuo al responsabile della prevenzione della corruzione, affinché lo stesso possa costantemente vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del piano:
− Dr.ssa Roberta Perrotta (Ufficio Legale e Compliance);
− Dr.ssa Flavia Carnicelli (Ufficio Legale e Compliance);
− Dott.ssa Milena Cagnazzo (Gestione Risorse Umane);
− Dott. Massimiliano Viva (Amministrazione e Controllo di Gestione)
− Dr.ssa Eleonora Romano (Acquisti)
Attività di monitoraggio
Il RPC svolgerà, insieme al supporto dei suoi Referenti, l'attività di monitoraggio trimestrale prevista nel successivo punto 3 per ognuna delle Aree di rischio.
Ai sensi dell’articolo 1, comma 14 della legge n. 190/2012, il RPC entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull'efficacia delle misure di prevenzione definite dal PTPCT.
Questo documento sarà pubblicato sul sito istituzionale del CMCC, nella sezione "Fondazione Trasparente".
6 Sanzioni in caso di mancato monitoraggio del RPC
In caso di mancato monitoraggio da parte del RPC o di mancata esecuzione dei compiti a lui ascritti, si applicheranno le sanzioni prescritte dalla normativa in materia.
A fronte dei compiti che la legge attribuisce al RPC sono previste infatti consistenti responsabilità in caso di inadempimento da parte del RPC (cfr.
Allegato 1 PNA e Circolare n. 1/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica).
In particolare all'art. 1, comma 8, della L. n. 190/2012 si prevede una responsabilità dirigenziale per il caso di mancata predisposizione del PTPC e di mancata adozione delle misure per la selezione e la formazione dei dipendenti destinati ad operare in settori particolarmente esposti al rischio di corruzione.
All’art. 1, comma 12, della l. n. 190/2012 si prevede inoltre l’imputazione di una responsabilità dirigenziale, disciplinare ed amministrativa in capo al RPC per il caso in cui all’interno dell'amministrazione vi sia una condanna per un reato di corruzione, accertato con sentenza passata in giudicato.
La responsabilità è esclusa se il RPC prova entrambe le circostanze di cui alle lett. a) e b), dell'art.1, comma 12 della l. n. 190/2012 ovvero: "a) di avere predisposto, prima della commissione del fatto, il piano di cui al comma 5 e di aver osservato le prescrizioni di cui ai commi 9 e 10 del presente articolo; b) di aver vigilato sul funzionamento e sull'osservanza del piano".
Il successivo comma 13, quantifica l’entità della responsabilità disciplinare a carico del RPC, che "non può essere inferiore alla sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di un mese ad un massimo di sei mesi".
L’art. 1, comma 14, individua due ulteriori ipotesi di responsabilità: a) una forma di responsabilità dirigenziale ai sensi dell’art. 21, d.lgs. n. 165 del 2001, che si configura nel caso di: "ripetute violazioni delle misure di prevenzione previste dal piano"; b) una forma di responsabilità disciplinare "per omesso controllo".
È esclusa la responsabilità del RPC ove l’inadempimento degli obblighi summenzionati di cui al comma 1, dell’art. 46, sia "dipeso da causa a lui non imputabile".
Sull'applicazione e la commisurazione di tali sanzioni decide il Comitato Etico del CMCC sulla base dei principi e delle norme su richiamate.
3. Gestione del rischio Le aree di rischio obbligatorie
A) Area acquisizione e progressione del personale:
1. Reclutamento
2. Progressioni di carriera
3. Conferimento di incarichi di collaborazione
B) Area affidamento di lavori, servizi e forniture:
1. Definizione dell’oggetto dell’affidamento
2. Individuazione dello strumento/istituto per l’affidamento
7 3. Requisiti di qualificazione
4. Criteri di aggiudicazione 5. Valutazione delle offerte
6. Verifica dell’eventuale anomalia delle offerte 7. Procedure negoziate
8. Affidamenti diretti 9. Revoca del bando
10. Redazione del cronoprogramma
11. Varianti in corso di esecuzione del contratto 12. Subappalto
13. Utilizzo di rimedi di risoluzione delle controversie alternativi a quelli giurisdizionali durante la fase di esecuzione del contratto
C) Area contabilità:
1. Gestione pagamenti
2. Gestione di una piccola cassa presso ogni sede
D) Area Controllo di Gestione:
1. Censimento dei progetti
2. Verifica andamento dei costi mediante SAL periodici dei progetti 3. Rendicontazione progetti
4. Verifica del rispetto dei requisiti richiesti dai progetti
5. Verifica della corretta imputazione dei costi sui progetti e relativi centri di costo
6. Verifica dell'uso delle overheads di ogni singola Divisione scientifica.
La Fondazione CMCC recepisce i principi riportati nell'allegato 6 del Piano Nazionale Anticorruzione relativamente alla gestione del rischio:
a) La gestione del rischio crea e protegge il valore
b) La gestione del rischio è parte integrante di tutti i processi dell’organizzazione
c) La gestione del rischio è parte del processo decisionale d) La gestione del rischio tratta esplicitamente l’incertezza e) La gestione del rischio è sistematica, strutturata e tempestiva f) La gestione del rischio si basa sulle migliori informazioni disponibili g) La gestione del rischio è “su misura”
h) La gestione del rischio tiene conto dei fattori umani e culturali i) La gestione del rischio è trasparente e inclusiva
j) La gestione del rischio è dinamica
k) La gestione del rischio favorisce il miglioramento continuo dell’organizzazione.
Il Responsabile attiva un collegamento continuo con i Manager di Divisione, che operano nelle diverse Divisioni Scientifiche eseguendo attività di supporto
8 amministrativo, in modo da creare un meccanismo di comunicazione e informazione, input/output per l'esercizio della loro funzione.
I Manager di Divisione forniscono informazioni in merito alle attività aventi carattere amministrativo al fine di:
• verificare la legittimità degli atti adottati;
• monitorare il rispetto dei termini previsti dalla legge o dai regolamenti e dalle procedure interne;
• monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dipendenti dell'amministrazione. Il Responsabile può inoltre chiedere in ogni momento, procedendo anche a ispezioni e verifiche presso gli uffici della Fondazione, tramite l’ausilio di funzionari interni competenti, informazioni circa i termini di conclusione dei procedimenti amministrativi di competenza delle Divisioni.
Modalità di valutazione delle aree di rischio
Per la valutazione delle aree di rischio è stata utilizzata la metodologia indicata nell’allegato 5 del PNA 2012.
Sulla base di tale metodologia sono emerse le valutazioni riportate nella tabella sottostante.
Aree di rischio Valore medio della probabilità
Valore medio dell’impatto
Valutazione complessiva del
rischio A) Area: acquisizione
e progressione del personale
2 3 6
B) Area: affidamento di lavori, servizi e forniture
2 3 6
C) Area: contabilità 1 3 3
D) Area: controllo di gestione
1 2 2
9 Misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi
Le tabelle seguenti riportano le misure di prevenzione utili a ridurre la probabilità che il rischio si verifichi, in riferimento a ciascuna area di rischio, con indicazione degli obiettivi, della tempistica, dei responsabili, degli indicatori e delle modalità di verifica dell’attuazione, in relazione alle misure di carattere generale introdotte o rafforzate dalla legge n. 190/2012 e dai decreti attuativi, nonché alle misure ulteriori introdotte con il piano nazionale anticorruzione.
A) Area: "Acquisizione e progressione del personale"
criticità potenziali misure previste
• previsioni di requisiti di accesso
“personalizzati” ed insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in
relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari;
• abuso nel processo di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari;
• irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di candidati particolari;
• omessa o incompleta verifica dei requisiti;
• determinazione dei requisiti al fine di assicurare la
partecipazione di specifici soggetti;
• interventi ingiustificati di modifica del bando.
• verifica del rispetto dei vincoli di assunzione, di cui alle "Linee Guida per il reclutamento, selezione e gestione del personale CMCC";
• rispetto del regolamento delle assunzioni e delle progressioni;
• rispetto delle norme regolamentari in tema di valutazione del personale;
• predeterminazione dei criteri di ammissione e valutazione dei titoli;
• assolvimento degli obblighi di pubblicità e trasparenza;
• verifica dei requisiti di nomina e conferibilità dei componenti delle commissioni;
• verifica delle motivazioni che possano avere generato eventuali revoche del bando;
• verifica dei requisiti dei dipendenti eventualmente assunti;
• acquisizione di dichiarazioni in ordine all’assenza di conflitti di interesse.
Uffici coinvolti Attività di verifica messa in atto
Indicatori utilizzati
CdA CE
Ufficio personale
• Reportistica in corrispondenza di
assunzioni o progressioni;
• N. di candidati convocati per ogni procedura di
10
• Verifica del rispetto delle prescrizioni relative alla trasparenza amministrativa, come previsto nel piano della trasparenza vigente;
• Acquisizioni di eventuali dichiarazioni relative all’assenza di cause di astensione o incompatibilità.
selezione
• Verbali di valutazione
• N. di assunzioni
• N. progressioni
• N. report
B) Area: "Affidamento di lavori, servizi e forniture"
criticità potenziali misure previste
• definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di qualificazione);
• accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti, utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;
• uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire un’impresa;
• ammissione ingiustificata di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire indebiti profitti;
• ingiustificata revoca del bando di gara;
6. discrezionalità nella definizione dei criteri di aggiudicazione;
• discrezionalità nella definizione dell'oggetto della prestazione e delle specifiche tecniche;
• previsione di clausole di garanzia;
• discrezionalità nella definizione delle
• esplicitazione dei requisiti di ammissione in modo logico, ragionevole e proporzionale, in modo da assicurare la massima partecipazione, con
predeterminazione, nella nota a contrarre, dei criteri che saranno utilizzati per l'individuazione dei soggetti ammessi alla
partecipazione;
• specificazione dei criteri di aggiudicazione in modo da assicurare la qualità della
prestazione richiesta; divieto del subappalto;
• definizione certa e puntuale dell'oggetto della prestazione, con riferimento a tempi, dimensioni e modalità di attuazione a cui ricollegare la valutazione delle offerte e il diritto alla controprestazione;
• prescrizione di clausole di
garanzia in funzione della tipicità del contratto;
• indicazione puntuale degli strumenti di verifica della regolarità delle prestazioni oggetto del contratto;
11 modalità e tempi di verifica delle
prestazioni;
• discrezionalità nella definizione delle modalità e tempi di pagamento delle controprestazioni;
• eventuale contiguità tra il CMCC e il soggetto fornitore;
• eventuale ricorrenza degli affidamenti ai medesimi soggetti;
• indebita previsione di subappalto;
• abuso del ricorso alla proroga dell'affidamento;
• inadeguatezza o eccessiva discrezionalità nelle modalità di effettuazione dei sopralluoghi;
• rispetto della normativa in merito agli affidamenti di energia elettrica, gas, carburanti rete ed extrarete, combustibile per riscaldamento, telefonia fissa e telefonia mobile (se previsto);
• rispetto del benchmark di convenzioni e accordi quadro Consip se esistenti.
• indicazione del responsabile del procedimento;
• acquisizione delle dichiarazioni relative alla inesistenza di cause di incompatibilità, conflitto di interesse od obbligo di astensione;
• attribuzione del CIG;
• eventuale patto di integrità con clausole di garanzie;
• verifica dei requisiti soggettivi dell’aggiudicatario (DURC, tracciabilità del flusso finanziario ecc.);
• nomina del RUP;
• verifica della regolarità della prestazione, prima della liquidazione del corrispettivo;
• pubblicazione di tutti i dati previsti dall'Allegato 1 al Programma Triennale per la Trasparenza e l'Integrità (PTTI) del CMCC in relazione alle procedure di gara, cui si rimanda;
• rilascio da parte dei commissari del MOD. 44 SGQ06-Assenza conflitto interesse, debitamente compilato, per dichiarare l'assenza di conflitto di interesse.
• Utilizzo dei fornitori su Consip tutte le volte che è possibile e opportuno
Uffici coinvolti Attività di verifica messa in atto
Indicatori utilizzati
Divisioni di Ricerca Ufficio gare e acquisti
• Reportistica periodica, con cadenza trimestrale
(Comunicazioni Trimestrali fatte dal CE al CdA e compilate sulla base dei contributi di ciascun ufficio),
• N. di procedure negoziate
• N. di affidamenti fatti con il criterio OEPV
• N. di procedure per le quali è pervenuta una
12 con l’indicazione degli
affidamenti e delle eventuali criticità riscontrate;
• Verifica periodica, con cadenza trimestrale
(Comunicazioni Trimestrali fatte dal CE al CdA e compilate sulla base dei contributi di ciascun ufficio), del rispetto delle
prescrizioni relative agli obblighi di pubblicità e trasparenza amministrativa di cui all'Allegato 1 del PTTI del CMCC cui si rimanda;
• Utilizzo di modulistica certificata conforme al sistema di qualità.
• controllo su base mensile di tutti i pagamenti effettuati a fornitori e consulenti.
sola offerta
• N. di aggiudicazioni ai medesimi operatori economici
• N. di varianti
• N. di proroghe
• N. di affidamenti fatti con procedure negoziate
• N. misure applicate
• N. misure non applicate
• N. moduli di qualità prodotti
• N. di dati pubblicati per ogni affidamento
• N. e importo complessivo
affidamenti effettuati allo stesso fornitore
C) Area "Contabilità":
criticità potenziali misure previste
• discrezionalità sulle tempistiche di pagamento;
• mancata verifica sull'esito della fornitura;
• non applicazione della corretta procedura d'acquisto;
• errori nell'imputazione delle voci di costo;
• acquisti fatti per cassa,
senza adeguato
controllo;
• rimborso spese effettuato senza
• rispetto delle tempistiche di pagamento usuali, salvo eccezioni giustificate dalla tipologia di acquisto;
• autorizzazione del Direttore di Divisione di competenza per ogni singolo pagamento;
• modulistica per la richiesta di autorizzazione di spesa;
• produzione dei giustificativi di spesa nel rimborso spese (fatture, ricevute, bollette, contratti, ecc.);
• imputazione della voce di spesa al corretto centro di costo;
• valutazione necessità e urgenza nel fare un acquisto per cassa da parte del Direttore di Divisione;
13 adeguato controllo. • valutazione emissione fattura a nome del CMCC per qualsiasi acquisto, pena inammissibilità rimborso spese;
• Applicazione delle norme contabili e fiscali previste dalla normativa nazionale ed EU;
• Verifica periodica da parte del Dirigente.
Uffici coinvolti Attivitù di verifica messa in atto
Indicatori utilizzati
Divisioni di ricerca CdA
Ufficio acquisti Ufficio progetti Ufficio legale Ufficio contabilità
• Controllo del rispetto delle linee-guida di progetto nell'ambito del quale si effettuano i pagamenti.
• Valutazione impatto fiscale singolo acquisto.
• Valutazione della corretta compilazione dei moduli di richiesta.
• Valutazione di pervenuta
autorizzazione da parte del Direttore di
Divisione.
• Rispetto delle procedure interne.
• N. pagamenti
• N. moduli autorizzazione
• Indicazione soggetti che ricevono il numero maggiore di rimborsi spese
• Indicazione Divisioni di provenienza delle richieste
• Congruenza tra previsione costi ammissibili e costi
effettivamente ammessi a fine progetto
D) Area: "Controllo di Gestione":
criticità potenziali misure previste
• rendicontazione di costi non sostenuti o duplicati;
• mancata verifica requisiti dei progetti.
• verifica dei giustificativi di spesa;
• rispondenza di ogni spesa alle regole dei programmi di
finanziamento;
Uffici coinvolti Attività di verifica messa in atto
Indicatori utilizzati
14 Divisioni di ricerca
Ufficio Progetti e Controllo di
Gestione
• Rendiconti periodici di progetto;
• Attività di audit interna;
• Attività di audit esterna.
• N. di rendiconti presentati
• N. di rendiconti approvati
• N. di rendiconti certificati
• N. e importo complessivo spese non ammesse a finanziamento
4. Codice Etico e di Comportamento
In data 06 Luglio 2015 il Consiglio di Amministrazione ha approvato in via definitiva il Codice Etico del CMCC, aggiornato con successive delibere del Consiglio di Amministrazione.
Qualunque violazione del Codice Etico deve essere segnalata al RPC, che valuterà l'organo da investire a seconda del tipo di violazione segnalata. Il RPC valuterà solo e soltanto le segnalazioni non anonime e che riportino una dettagliata e motivata descrizione dei fatti, degli atti e dei comportamenti di violazione.
Il RPC o l'organo da questi investito della questione, al fine di adottare una decisione, potrà convocare, congiuntamente o separatamente, i soggetti coinvolti nei fatti oggetto della segnalazione o chiunque sia a conoscenza dei fatti, nel rispetto della dignità delle persone, nonché del diritto alla riservatezza.
L'organo che assumerà la decisione in merito alla segnalazione dovrà farlo in maniera tempestiva e nel rispetto del principio del contraddittorio.
5. Trasparenza Riferimenti normativi
La sezione Fondazione trasparente, accessibile dalla “home page” del sito web della Fondazione CMCC www.cmcc.it, contiene numerose informazioni previste dalla normativa di cui alla legge n. 190/2012, successivamente ampliate e completate come indicato dal d. lgs. 33/2013. In particolare nel corso dell’anno 2015 è stata completata la specifica sezione del sito web della Fondazione CMCC con l’obiettivo di:
• rendere note le informazioni relative a ogni aspetto dell'organizzazione e dell'attività della Fondazione CMCC allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche;
• coordinare a livello informativo e informatico i dati, per soddisfare le esigenze di uniformità delle modalità di codifica e di rappresentazione delle informazioni e della loro successiva rielaborazione.
In base all’art. 2, co. 1, del d.lgs. 33/2013, come modificato dal d. lgs. 97/2016, la Fondazione prevedrà, con apposito regolamento "la libertà di accesso di
15 chiunque ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni e dagli altri soggetti di cui all’articolo 2-bis, garantita, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, tramite l’accesso civico e tramite la pubblicazione di documenti", ovvero il c.d. accesso generalizzato. Tale regolamento terrà conto delle esclusioni e dei limiti di cui all’art. 5-bis del d.lgs. n. 33 del 2013. A tal fine la Fondazione CMCC applicherà le richiamate Linee guida (delibera n. 1309 del 2016), valutando caso per caso la possibilità di diniego dell’accesso a tutela degli interessi pubblici e privati indicati dalla norma citata. Tra gli interessi pubblici vanno considerati quelli curati dalla Fondazione qualora svolga attività di pubblico interesse. Tra gli interessi privati, particolare attenzione dovrà essere posta al bilanciamento tra il diritto all’accesso e la tutela degli "interessi economici e commerciali di una persona fisica o giuridica, ivi compresi la proprietà intellettuale, il diritto d’autore e i segreti commerciali".
Processo di attuazione del programma
Il RPC con l’obiettivo di adempiere agli obblighi di pubblicazione e aggiornamento dei dati nella sezione "Fondazione trasparente", si avvale dei seguenti referenti all’interno del CMCC:
− Dr.ssa Roberta Perrotta (Ufficio Legale e Compliance)
− Dr.ssa Flavia Carnicelli (Ufficio Legale e Compliance)
− Dr.ssa Manuela Santagata (Ufficio Comunicazione)
− Sig. Carlo Palma (Ufficio Comunicazione)
Misure organizzative volte ad assicurare la regolarità e la tempestività dei flussi informativi
Il CMCC, per il tramite del RPC e dei propri referenti individuati nel precedente paragrafo, pubblica i dati indicati nell'Allegato 1) - SEZIONE "SOCIETÀ TRASPARENTE/AMMINISTRAZIONE TRASPARENTE - ELENCO DEGLI OBBLIGHI DI PUBBLICAZIONE" alle Nuove Linee Guida per gli obblighi applicati agli enti di diritto provato in controllo pubblico secondo le scadenze previste dalla legge (D. Lgs. 33/2013) e riportate nel succitato Allegato 1) e, laddove non sia presente una scadenza, secondo il principio della tempestività.
Il concetto di tempestività è interpretato in relazione ai portatori di interesse: la pubblicazione deve essere effettuata in tempo utile a consentire loro di esperire tutti i mezzi di tutela riconosciuti dalla legge quali la proposizione di ricorsi giurisdizionali.
Misure di monitoraggio e di vigilanza sull’attuazione degli obblighi di trasparenza a supporto dell’attività di controllo dell’adempimento da parte del responsabile della trasparenza
Viste le ridotte dimensioni del CMCC, il monitoraggio per la verifica dei dati viene effettuato dal RPC con cadenza trimestrale.
16 Inosservanza degli obblighi di pubblicità e trasparenza
L'inosservanza degli obblighi di Trasparenza prescritti dal presente PTPCT e dalle norme in esso richiamate, secondo quanto prescritto dalla Circolare n. 2 del 19/07/2013 del Dipartimento della Funzione Pubblica "Attuazione della Trasparenza", può comportare responsabilità disciplinare, dirigenziale e amministrativa (art. 46 del D. Lgs. 33/2013), nonché l'applicazione di sanzioni amministrative, di pubblicazione del provvedimento (art. 47 del D. Lgs. 33/2013) e mancato trasferimento di risorse a favore di enti e di organismi (art. 22 e 28 del D. Lgs. 33/2013).
Le sanzioni riguardano tutti i soggetti che sono tenuti a contribuire agli adempimenti e, quindi, non solo il RPC per le sue attribuzioni specifiche, ma anche i dipendenti e i componenti dell'organo di indirizzo politico-amministrativo che debbono fornire i dati per realizzare la pubblicazione.
Oltre alle sanzioni a carico dei soggetti, sono previste sanzioni sull'atto che bloccano l'efficacia del provvedimento (art. 15, comma 2 e art. 26, comma 3 del D. Lgs. 33/2013).
Sull'applicazione e la commisurazione di tali sanzioni decide il Comitato Etico del CMCC sulla base dei principi e delle norme su richiamate.
6. Altre iniziative
Formazione del personale
All'interno di una strategia globale di prevenzione della corruzione, particolare attenzione viene riservata alla formazione del personale in tale ambito. Si prevede, pertanto, la programmazione di adeguati percorsi di formazione strutturati sia a livello generale, rivolti a tutti i dipendenti, e miranti all'aggiornamento sulle tematiche e sulle competenze dell'etica e della legalità, sia a livello specifico, coinvolgendo il Responsabile della prevenzione della corruzione, i suoi referenti, i dirigenti e i responsabili dei procedimenti ad elevato rischio di corruzione.
Tutela del personale che solleva illeciti
La segnalazione di fatti illeciti per come previsti dall'articolo 3 della Determinazione ANAC n. 6 del 28/04/2015, può avvenire da parte dell'interessato al RPC, per mezzo dell'apposito modulo (Mod.
28_SGQ_segnalazione-condotte-illecite) reperibile nella intranet del sito web www.cmcc.it, compilato secondo quanto prescritto dal Regolamento per le segnalazioni di illeciti e irregolarità del CMCC (Whistleblowing policy) (REG09 SGQ06-Regolamento per le segnalazioni di illeciti e irregolarità del CMCC), cui si rimanda.
Indicazione dei criteri di rotazione del personale
La rotazione del personale addetto alle aree a più elevato rischio di corruzione rappresenta una misura di importanza cruciale tra gli strumenti di prevenzione
17 della corruzione e l’esigenza del ricorso a questo sistema è stata sottolineata anche a livello internazionale.
La rotazione degli incarichi è infatti considerata uno degli strumenti più efficaci per allontanare il privilegio o la consuetudine da coloro che potrebbero adottare comportamenti tesi a subordinare l’interesse generale del soggetto pubblico all’interesse particolare del soggetto privato. La corruzione può essere perciò favorita dall’incrostarsi di funzioni, responsabilità e relazioni negli stessi incarichi, non fosse altro per la confidenza e la forza dell’abitudine che emergono.
L’alternanza tra professionisti diversi nell’assunzione delle decisioni e nella gestione delle procedure, infatti, riduce il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazioni ed utenti, con il conseguente consolidarsi di situazioni di privilegio e l’aspettativa a risposte illegali improntate a collusione.
Tuttavia, la rotazione dei dirigenti e del personale costituisce un aspetto delicato e complesso, poiché si pone in contrapposizione con l’importante principio di continuità dell’azione amministrativa a garanzia della valorizzazione della professionalità acquisita dai dipendenti in specifici settori di attività. Pertanto, lo strumento della rotazione non deve essere visto come una misura da applicare in modo generalizzato a tutte le posizioni lavorative, ma come “misura”
operativa da prendere eventualmente in considerazione, in relazione all’identificazione delle aree a maggior rischio. Inoltre, laddove sussista una dotazione particolarmente ristretta di personale, come nel caso della Fondazione CMCC, la rotazione può costituire un rilevante problema organizzativo e, dunque, rappresenta una misura che potrà essere eventualmente presa in considerazione solo in casi eccezionali.
Infatti, come previsto nel piano nazionale anticorruzione, il CMCC in ragione del numero limitato di personale amministrativo operante al suo interno ritiene che la rotazione del personale causerebbe inefficienza e inefficacia dell’azione amministrativa tale da precludere in alcuni casi la possibilità di erogare in maniera ottimale i servizi ai cittadini. Pertanto, il CMCC non è in grado di programmare una rotazione del personale periodica e sistematica. Tuttavia, compatibilmente con l'organico e con l'esigenza di mantenere continuità e coerenza delle attività delle divisioni, il CMCC applica il principio di rotazione prevedendo che nei settori più esposti a rischio di corruzione siano alternate le figure di responsabili del procedimento, nonché dei componenti delle commissioni di gara.