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RUP geom. Domenica Tognoli... A 3689 Ingegnere LAURAALETTI. Civile ed Ambientale Industriale dell'informazione BRE S CI A

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Academic year: 2022

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(1)

B: Quota di arrivo all'interno della proprietà della rete acque nere

Provincia di Brescia

Questo elaborato è di proprietà dei progettisti. Qualsiasi divulgazione o riproduzione anche parziale deve essere espressamente autorizzata

PROGETTO DEFINITIVO ESECUTIVO

LUGLIO 2020 REV. 00

RELAZIONE TECNICO-DESCRITTIVA

TAVOLA

RT.01

A 3689

Ingegnere

LAURA ALETTI

Civile ed Ambientale Industriale dell'Informazione

DEG

LIINGEGNERI DELLA PRO

V EN ID

R O -

BRESCIA -

INC

IADI

LIVELLODIPROGETTAZIONEART.23D.LGS50/16

CON PROGETTISTA

ROBERTO TARTARI

GEOMETRA

FABIO ZANOLA

ARCHITETTO

LAURA NODARI

ARCHITETTO

LAURA ALETTI

INGEGNERE v i a C r e m o n a n ° 1 0 2 5 0 2 5 M a n e r b i o ( B S ) T e l . 0 3 0 4 1 9 3 4 5 7 C . F . L T T L R A 7 2 C 4 2 E 8 8 4 Z P . I V A 0 2 1 0 0 0 8 0 9 8 1 E - m a i l : a l e t t i l @ l i b e r o . i t PEC: [email protected]

ADEGUAMENTO PROGETTO DEFINITIVO ESECUTIVO NUOVO PALAZZETTO DELLO SPORT

RUP geom. Domenica Tognoli ...

brescia2progetti srl

v i a M a l t a n ° 2 1 2 5 1 2 4 B r e s c i a ( B S )

T e l . 0 3 0 2 4 5 1 2 4 2 C . F . P . I V A 0 3 5 7 5 6 2 0 1 7 9 E-mail: [email protected] pec:[email protected]

IMPIANTI MECCANICI

-

Firmato digitalmente da: Dario Ferrari Data: 27/07/2020 11:57:52

Firmato digitalmente da:Aletti Laura Ruolo:Ingegnere

Descrizione:Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia, Sezione: A, Settore: a-b-c, Numero di iscrizione: 3689, Data di iscrizione: 22/02/2002, Data di abilitazione: 2001 - Sessione n.1 Organizzazione:Ordine degli Ingegneri della Provincia di Brescia

Data:27/07/2020 19:06:21

(2)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 1 SOMMARIO

1.  DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO ... 2 

2.  IMPIANTO DI RISCALDAMENTO ... 3 

3.  IMPIANTO SANITARIO ... 7 

4.  IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE ... 9 

5.  IMPIANTO ADDUZIONE GAS METANO ... 10 

6.  IMPIANTI ... 12 

7.  PROGETTO ... 14 

(3)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 2 1. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO

Il presente progetto riguarda la realizzazione degli impianti idrotermosanitari, gas e scarico a servizio di palazzetto dello sport con annessi spogliatoi, di nuova realizzazione, sito nel Comune di San Gervasio Bresciano (BS).

L’edificio è composto da due edifici adiacenti e tra loro comunicanti, entrambi si sviluppano su un unico piano fuori terra.

(4)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 3 2. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO

2.1 DISPOSIZIONI GENERALI

In conformità alla Legge n. 46, del 5 marzo 1990, gli impianti di riscaldamento devono rispondere alle regole di buona tecnica, le Norme UNI e CEI sono considerate norme di buona tecnica.

L'impianto di riscaldamento deve assicurare il raggiungimento, nei locali riscaldati, della temperatura indicata in progetto, compatibilmente con quanto previsto dalla legislazione attualmente vigente in termini di risparmio dei consumi energetici.

Nell’esecuzione dell’impianto dovranno essere scrupolosamente osservate anche le vigenti prescrizioni concernenti la sicurezza, l’igiene, l’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo.

2.2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

 D.P.R. 02 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.

 Dlgs 311 del 2006 Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19/08/2005 n°192.

 Dlgs 192 del 2005 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

 Legge 9 gennaio 1991, n. 10 e s.m.i Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

 D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10.

 D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

 D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs 192/2005.

 Dlgs 28 del 3 marzo 2011 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.

 DL 5 giugno 2013, n.63 Disposizioni urgenti per il recepimento della Direttiva 2010/31/UE del parlamento europeo e del consiglio del 19 maggio 2010, sulla prestazione energetica nell’edilizia per la definizione delle procedure d’infrazione avviate dalla commissione europea, nonché altre disposizioni in materia di coesione sociale.

 L 3 agosto 2013, n.90 Conversione, con modificazioni, del decreto legge 4 giugno 2013, n.63

 DM 26/6/2015 Applicazioni delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici

 UNI/TS 11300-1 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 1: Determinazione del fabbisogno di energia termica dell’edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.

 UNI/TS 11300-2 Prestazioni energetiche degli edifici – Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.

 UNI/TS 11300-3 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.

 UNI/TS 11300-4 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 4: Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria.

 UNI/TS 11300-5 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 5: Calcolo dell’energia primaria e della quota di energia da fonti rinnovabili

(5)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 4

 UNI/TS 11300-6 Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 6: Determinazione del fabbisogno di energia per ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili

 UNI 15193 Prestazione energetica degli edifici – requisiti energetici per illuminazione.

 UNI 10339 Impianti aeraulici ai fini del benessere. Generalità, classificazione e requisiti.

 UNI 10349 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici – Dati climatici

 UNI 10351 Materiali da costruzione – Conduttività termica e permeabilità al vapore.

 UNI 10355 Murature e solai – Valori della resistenza termica e metodo di calcolo.

 UNI EN 410 Vetro per edilizia – Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate.

 UNI EN 12831 Impianti di riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del carico termico di progetto.

 UNI EN 13779 Ventilazione degli edifici non residenziali – Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.

 UNI EN 13947 Prestazione termica delle facciate continue – Calcolo della trasmittanza termica.

 UNI EN 15242 Ventilazione degli edifici – Metodi di calcolo per la determinazione delle portate d’aria negli edifici, comprese le infiltrazioni.

 UNI EN 15251 Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico, all’illuminazione e all’acustica.

 UNI EN ISO 6946 Componenti ed elementi per l’edilizia – Resistenza termica e trasmittanza termica – Metodo di calcolo.

 UNI EN ISO 10077-1 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure oscuranti – Calcolo della trasmittanza termica – Generalità.

 UNI EN ISO 13370 Prestazione termica degli edifici – Trasferimento di calore attraverso il terreno – Metodi di calcolo.

 UNI EN ISO 13786 Prestazione termica dei componenti per edilizia – Caratteristiche termiche dinamiche – Metodi di calcolo.

 UNI EN ISO 13789:2008 Prestazione termica degli edifici – Coefficiente di perdita di calore per trasmissione – Metodo di calcolo.

 UNI EN ISO 13790:2008 Prestazione termica degli edifici – Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento e il raffrescamento.

 UNI EN ISO 14683 Ponti termici in edilizia – Coefficiente di trasmissione termica lineica – Metodi semplificati e valori di riferimento.

 D.M. 22 gennaio 2008, n. 37 Riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici.

2.3 MATERIALI E PRESCRIZIONI PER L’ESECUZIONE

Tutti i componenti degli impianti di riscaldamento, in base alla regolamentazione vigente, destinati alla produzione, diretta o indiretta, del calore, alla utilizzazione del calore, alla regolazione automatica e contabilizzazione del calore, debbono essere provvisti del certificato di omologazione rilasciato dagli organi competenti. I dispositivi automatici di sicurezza e di protezione debbono essere provvisti di certificato di conformità rilasciato, secondo i casi, dall'ISPESL o dal Ministero degli Interni (Centro Studi ed Esperienze). Tutti i componenti degli impianti debbono essere accessibili ed agibili per la manutenzione e suscettibili di essere agevolmente introdotti e rimossi nei locali di loro pertinenza ai fini della loro revisione o della eventuale sostituzione.

Tubazioni

La rete delle tubazioni di distribuzione comprende:

una rete principale, costituita dalle tubazioni dalla centrale termica ai collettori di distribuzione realizzate in acciaio nero senza saldature, rispondente alle Norme UNI 10255, filettabili secondo UNI ISO 7/1. La rete principale può anche essere realizzata con tubazioni in multistrato, esso unisce le caratteristiche proprie della plastica a quelle del metallo duttile: è costituito da uno strato interno ed uno esterno di polietilene reticolato (PE-

(6)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 5 X) e da uno strato intermedio (compreso tra i due strati di polietilene) in alluminio. Il fluido circola all’interno del primo strato di PE-X e lo strato di alluminio viene formato attorno a quello di PE-X e saldato con una saldatura longitudinale. Sia le tubazioni in acciaio che quelle in multistrato sono complete di isolamento corrente sottopavimento eseguito con guaine in polietilene espanso o gomma sintetica espansa a cellule chiuse, aventi conducibilità termica massima a 50°C pari a 0.041 W/m°C e temperatura massima di esercizio di 105°C, negli spessori richiesti dalle normative vigenti, come illustrato nella seguente tabella:

77 84

71

44 58

30 0.050

da a 33 3639 60−79

43 50 46

66 62 5854

Diametro esterno della tubazione ISOLAMENTO DELLE RETI DI DISTRIBUZIONE DEL CALORE D.P.R. 26 Agosto 1993, n.412

(W/m °C) 0.030 0.032 0.034 Conduttivita’ Termica utile dell’isolante

0.036 0.040 0.038

0.048 0.046 0.044

0.042 22

28 26 24 17 20 18

43 32

41 38 35

54 50 46 25 30 28

34 40 37

< 20 13 1415 a 40 °C

20−39 40−59 19

2123 26 2931 da a da a (mm)

59 64

72 68 63

79 74 69 47 55 51

52 60 56 80−99 > 100

37 4044

40 4448 da a

Per valori di conduttività termica utile dell’isolante differenti da quelli indicati in tabella, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati in tabella. I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, verso l’interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi dell’isolamento indicati in tabella vanno moltiplicati per 0.5. Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all’esterno né su locali non riscaldati gli spessori della tabella vanno moltiplicati per 0.3.

Il materiale isolante deve essere applicato in maniera uniforme senza variazione di spessore o strozzature con particolare attenzione alle curve, i raccordi, le saracinesche e quanto altro possa costituire ponte termico.

una rete secondaria, costituita dalle tubazioni dai collettori di distribuzione agli apparecchi terminali, realizzate con tubazioni in multistrato, costituito da uno strato interno ed uno esterno di polietilene reticolato (PE-X) e da uno strato intermedio (compreso tra i due strati di polietilene) in alluminio. Il fluido circola all’interno del primo strato di PE-X e lo strato di alluminio viene formato attorno a quello di PE-X e saldato con una saldatura longitudinale. Esse saranno preisolate con rivestimento autoestinguente in polietilene espanso a cellule chiuse protetto esternamente da pellicola in polietilene. La rete secondaria può anche essere realizzata in acciaio senza saldature, rispondente alle Norme UNI 10255, filettabili secondo UNI ISO 7/1. Entrambe le tipologie di tubazioni devono essere complete di isolamento corrente sottotraccia e/o sottopavimento eseguito con guaine in polietilene espanso o gomma sintetica espansa a cellule chiuse, aventi conducibilità termica massima a 50°C pari a 0.041 W/m°C e temperatura massima di esercizio di 105°C, negli spessori richiesti dalle normative vigenti (vedi tabella sopra).

I giunti, di qualsiasi genere (saldati, filettati, a flangia, ecc.) debbono essere a perfetta tenuta e là dove non siano accessibili dovranno essere provati a pressione in corso di installazione.

I sostegni delle tubazioni orizzontali o sub - orizzontali dovranno essere previsti a distanze tali da evitare incurvamenti.

Il dimensionamento delle tubazioni, sulla base delle portate e delle resistenze di attrito ed accidentali, deve essere condotto così da assicurare le medesime perdite di carico in tutti i circuiti generali e particolari di ciascuna utenza. La velocità dell'acqua nei tubi deve essere contenuta entro limiti tali da evitare rumori molesti, trascinamento d'aria, perdite di carico eccessive e fenomeni di erosione in corrispondenza alle accidentalità.

Il percorso delle tubazioni e la loro pendenza deve assicurare, nel caso di impiego dell'acqua, il sicuro sfogo dell'aria.

Occorre prevedere, in ogni caso, la compensazione delle dilatazioni termiche; dei dilatatori, dovrà essere fornita la garanzia che le deformazioni rientrano in quelle elastiche del materiale e dei punti fissi che l'ancoraggio è commisurato alle sollecitazioni. Gli organi di intercettazione, previsti su ogni circuito separato, dovranno corrispondere alle temperature e pressioni massime di esercizio ed assicurare la perfetta tenuta, agli effetti della eventuale segregazione dall'impianto di ogni singolo circuito.

Le tubazioni e le canalizzazioni dovranno essere sostenute da apposite mensole realizzate in modo che sia permesso l’isolamento termico continuo e sia evitato il contatto delle stesse con le nervature e le strutture.

Pompe di circolazione

La circolazione dovrà essere assicurata mediante pompe elettroniche a rotore bagnato. Esse, provviste del certificato di omologazione, dovranno assicurare portate e prevalenze idonee per alimentare tutti gli apparecchi utilizzatori. Ogni pompa dovrà essere provvista di organi di intercettazione sull’aspirazione e sulla mandata e di valvole di non ritorno.

(7)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 6 Sulla pompa, o sui collettori di aspirazione e di mandata delle pompe, si dovrà prevedere una presa manometrica per il controllo della pressione e un termometro a quadrante con apposito pozzetto per il controllo della temperatura.

Apparecchi utilizzatori

Tutti gli apparecchi utilizzatori debbono essere costruiti in modo da poter essere impiegati alla pressione ed alla temperatura massima di esercizio, tenendo conto della prevalenza delle pompe di circolazione.

Saranno posati con il piano superiore perfettamente orizzontale e le tubazioni di attacco dovranno uscire dalla parete perpendicolarmente alla stessa.

Tutti gli elementi riscaldanti saranno dotati di valvole e detentori di regolazione micrometrica e di intercettazione.

Qualunque sia il tipo prescelto, i corpi scaldanti debbono essere provvisti di un certificato di omologazione che ne attesti la resa termica, accertata in base alla norma UNI EN 442-3. Essi debbono essere collocati in posizione e condizioni tali che non ne risulti pregiudicata la cessione di calore all'ambiente. Non si debbono impiegare sullo stesso circuito corpi scaldanti dei quali sia notevolmente diverso l'esponente dell'espressione che misura la variazione della resa termica in funzione della variazione della differenza tra la temperatura del corpo scaldante e la temperatura ambiente (esempio radiatori, convettori e pannelli radianti). Sulla mandata e sul ritorno del corpo scaldante si debbono prevedere organi atti a consentire la regolazione manuale e, ove occorra, l'esclusione totale del corpo scaldante, rendendo possibile la sua asportazione, senza interferire con il funzionamento dell'impianto.

Regolazione automatica

Ogni impianto centrale dovrà essere provvisto di un'apparecchiatura per la regolazione automatica della temperatura del fluido termovettore, in funzione della temperatura esterna e del conseguente fattore di carico.

È indispensabile prevedere un sistema di regolazione automatica della temperatura ambiente per ogni zona termica e una valvola termostatica su ciascun corpo scaldante ai fini di conseguire la necessaria omogeneità delle temperature ambiente e di recuperare i cosiddetti apporti di calore gratuiti, esterni ed interni.

Generatori di calore

Il generatore di calore deve essere in grado di fornire il calore necessario con il rendimento previsto ai vari carichi e di esso dovrà essere precisato il tipo e la pressione massima di esercizio, il materiale impiegato, lo spessore della superficie di scambio e il volume del fluido contenuto.

Il generatore sarà dotato degli accessori previsti dalla normativa ed in particolare: dei dispositivi di sicurezza, di protezione, di controllo; previsti dalle norme ISPESL.

In particolare:

a) dispositivi di sicurezza

b) dispositivi di protezione sono quelli destinati a prevenire l'entrata in funzione dei dispositivi di sicurezza, ossia termostati, pressostati e flussostati. Essi devono funzionare e rispondere alle normative vigenti.

c) dispositivi di controllo sono: il termometro con l'attiguo pozzetto per il termometro di controllo e l'idrometro con l'attacco per l'applicazione del manometro di controllo. Questi dispositivi devono rispondere alle normative vigenti.

La caldaia ed il bruciatore dovranno essere in opera rispettando la normativa dei Vigili del Fuoco, le “Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione”, come da raccolta R-I.S.P.E.S.L. e le normative UNI-CIG vigenti.

La regolazione del bruciatore dovrà essere fatta da personale specializzato che rilascia dichiarazione scritta del N.

“Bacharach” del contenuto di CO2 e della temperatura dei fumi ottenuta dalla regolazione medesima.

I bruciatori devono essere in grado di cedere al fluido termovettore il calore corrispondente al carico massimo del generatore servito. In ogni caso la potenza del bruciatore non deve superare la potenza massima del generatore in questione. Il bruciatore deve essere corredato da dispositivi che ne arrestino il funzionamento ed intercettino l'afflusso del combustibile nel caso che la fiamma non si accenda o si spenga in corso di funzionamento. In particolare le rampe di alimentazione dei bruciatori a gas debbono corrispondere esattamente per tipo e composizione a quelle prescritte dalle norme UNI CIG ed essere quindi dotate, oltre che di elettrovalvole di intercettazione, anche del dispositivo atto ad accertare l'assenza di perdite delle valvole stesse. L'arresto dei bruciatori, in generale, deve verificarsi anche nel caso di intervento dei vari apparecchi di protezione: termostati, pressostati, flussostati, livellostati.

Pompe di calore

Possono essere del tipo: che forniscono all'evaporatore acqua da far circolare nelle batterie di riscaldamento dell'aria, che prevedono l'espansione nelle batterie di riscaldamento del fluido frigorigeno (batterie ad espansione diretta).

In ogni caso la potenza termica resa deve corrispondere alla potenza massima richiesta dall'impianto e la potenza meccanica o termica assorbita deve essere compatibile con quella sicuramente disponibile. Salvo il caso di piccole potenze la potenza deve essere parzializzabile così da far fronte alla variabilità del carico. Oltre alle valvole di sicurezza, applicate al condensatore e all'evaporatore, prescritte per tutti gli apparecchi a pressione di capacità superiore a 25 l (e pertanto provviste di certificato di conformità) ogni pompa di calore deve essere provvisto di idonei apparecchi per il controllo del funzionamento (manometri sull'alta e sulla bassa pressione, manometro per la misura della pressione dell'olio, termometri sulla mandata e sul ritorno dell'acqua, nonché sull'ingresso e sull'uscita del fluido di riscaldfamento) ed altresì di apparecchiature di protezione atte ad arrestare il gruppo in caso di: pressione temperatura troppo alta (pressostato di massima), pressione temperatura troppo bassa (pressostato di minima), pressione troppo bassa dell'olio lubrificante (pressostato sul circuito dell'olio), temperatura troppo bassa dell'aria refrigerata (termostato antigelo), arresto nella circolazione del fluido raffreddante.

Il raffreddamento del condensatore può essere attuato mediante circolazione di aria esterna (condensatore ad aria), nel qual caso occorre assicurarsi che l'aria esterna possa affluire nella misura necessaria e che l'aria espulsa possa defluire senza mescolarsi con la prima e senza arrecare danni in conseguenza del notevole contenuto di vapore acqueo. Deve avvenire l'arresto automatico del gruppo frigorifero ogni qualvolta venisse meno la circolazione del fluido raffreddante.

(8)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 7 3. IMPIANTO SANITARIO

3.1 DISPOSIZIONI GENERALI

In conformità alla legge n. 46 del 12 marzo 1990 gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle regole di buona tecnica; le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.

Nell’esecuzione dell’impianto dovranno essere scrupolosamente osservate anche le vigenti prescrizioni concernenti la sicurezza, l’igiene, l’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo.

Si intende per impianto di adduzione dell'acqua l'insieme delle apparecchiature, condotte, apparecchi erogatori che trasferiscono l'acqua potabile (o quando consentito non potabile) da una fonte (acquedotto pubblico, pozzo o altro) agli apparecchi erogatori.

3.2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

 D.P.R. 02 aprile 2009, n. 59 Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.

 Dlgs 311 del 2006 Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19/08/2005 n°192.

 Dlgs 192 del 2005 Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

 Legge 9 gennaio 1991, n. 10 e s.m.i Norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia.

 D.P.R. 26 agosto 1993, n. 412 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’art. 4, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 10.

 D.Lgs. 19 agosto 2005, n. 192 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.

 D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311 e s.m.i. Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs 192/2005.

 Dlgs 28 del 3 marzo 2011 Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE.

 UNI 9182 Edilizia. Impianti di alimentazione e distribuzione di acqua fredda e calda. Criteri di progettazione, collaudo e gestione.

 UNI EN 10225 Tubi di acciaio non legato adatti alla saldatura e alla filettatura - Condizioni tecniche di fornitura.

3.3 MATERIALI E PRESCRIZIONI PER L’ESECUZIONE Apparecchi sanitari

Gli apparecchi sanitari in generale, indipendentemente dalla loro forma e dal materiale costituente, devono soddisfare i seguenti requisiti: robustezza meccanica, durabilità meccanica, assenza di difetti visibili ed estetici, resistenza all'abrasione, pulibilità di tutte le parti che possono venire a contatto con l'acqua sporca, resistenza alla corrosione (per quelli con supporto metallico), funzionalità idraulica.

Per gli apparecchi di ceramica la rispondenza alle prescrizioni di cui sopra si intende comprovata se essi rispondono alle seguenti norme: UNI 997 per i vasi, UNI 4543/1 e 997 per gli orinatoi, per i lavabi e per i bidet. Per gli altri apparecchi deve essere comprovata la rispondenza alla norma UNI 4543/1 relativa al materiale ceramico ed alle caratteristiche funzionali.

Rubinetti sanitari

I rubinetti sanitari considerati nel presente punto sono quelli appartenenti alle seguenti categorie:

- rubinetti singoli, cioè con una sola condotta di alimentazione;

(9)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 8 - gruppo miscelatore, avente due condotte di alimentazione e comandi separati per regolare e miscelare la

portata d'acqua. I gruppi miscelatori possono avere diverse soluzioni costruttive riconducibili nei seguenti casi:

comandi distanziati o gemellati, corpo apparente o nascosto (sotto il piano o nella parete), predisposizione per posa su piano orizzontale o verticale;

- miscelatore meccanico, elemento unico che sviluppa le stesse funzioni del gruppo miscelatore mescolando prima i due flussi e regolando dopo la portata della bocca di erogazione, le due regolazioni sono effettuate di volta in volta, per ottenere la temperatura d'acqua voluta. I miscelatori meccanici possono avere diverse soluzioni costruttive riconducibili ai seguenti casi: monocomando o bicomando, corpo apparente o nascosto (sotto il piano o nella parete), predisposizione per posa su piano orizzontale o verticale;

- miscelatori termostatici, elemento funzionante come il miscelatore meccanico, ma che varia automaticamente la portata di due flussi a temperature diverse per erogare e mantenere l'acqua alla temperatura prescelta.

I rubinetti sanitari di cui sopra, indipendentemente dal tipo e dalla soluzione costruttiva, devono rispondere alle seguenti caratteristiche: inalterabilità dei materiali costituenti e non cessione di sostanze all'acqua, tenuta all'acqua alle pressioni di esercizio, conformazione della bocca di erogazione in modo da erogare acqua con fletto a getto regolare e comunque senza spruzzi che vadano all'esterno dell'apparecchio sul quale devono essere montati, proporzionalità fra apertura e portata erogata, minima perdita di carico alla massima erogazione, silenziosità ed assenza di vibrazione in tutte le condizioni di funzionamento, facile smontabilità e sostituzione di pezzi possibilmente con attrezzi elementari, continuità nella variazione di temperatura tra posizione di freddo e quella di caldo e viceversa (per i rubinetti miscelatori).

La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per i rubinetti singoli e gruppi miscelatori quando essi rispondono alla norma UNI EN 200 e ne viene comprovata la rispondenza con certificati di prova e/o con apposizione del marchio UNI. Per gli altri rubinetti si applica la UNI EN 200 per quanto possibile o si fa riferimento ad altre norme tecniche (principalmente di enti normatori esteri).

I rubinetti devono essere forniti protetti da imballaggi adeguati in grado di proteggerli da urti, graffi, ecc. nelle fasi di trasporto e movimentazione in cantiere. Il foglio informativo che accompagna il prodotto deve dichiarare le caratteristiche dello stesso e le altre informazioni utili per la posa, manutenzione, ecc.

Scarichi di apparecchi sanitari e sifoni (manuali, automatici)

Gli elementi costituenti gli scarichi applicati agli apparecchi sanitari si intendono denominati e classificati come riportato nelle norme UNI sull'argomento. Indipendentemente dal materiale e dalla forma essi devono possedere caratteristiche di inalterabilità alle azioni chimiche ed all'azione del calore, realizzare la tenuta tra otturatore e piletta e possedere una regolabilità per il ripristino della tenuta stessa (per scarichi a comando meccanico). La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta quando essi rispondono alle norme EN 274; la rispondenza è comprovata da una attestazione di conformità.

Tubi di raccordo rigidi e flessibili (per il collegamento tra i tubi di adduzione e la rubinetteria sanitaria);

indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, essi devono rispondere alle caratteristiche seguenti; inalterabilità alle azioni chimiche ed all'azione del calore, non cessione di sostanze all'acqua potabile, indeformabilità alle sollecitazioni meccaniche provenienti dall'interno e/o dall'esterno, superficie interna esente da scabrosità che favoriscano depositi, pressione di prova uguale a quella di rubinetti collegati.

Cassette per l’acqua (per vasi, orinatoi e vuotatoi)

Indipendentemente dal materiale costituente e dalla soluzione costruttiva, devono rispondere alle caratteristiche seguenti: troppo pieno di sezione tale da impedire in ogni circostanza la fuoriuscita di acqua dalla cassetta, rubinetto a galleggiante che regola l'afflusso dell'acqua, realizzato in modo che, dopo l'azione di pulizia, l'acqua fluisca ancora nell'apparecchio sino a ripristinare nel sifone del vaso il battente d'acqua che realizza la tenuta ai gas, costruzione tale da impedire ogni possibile contaminazione della rete di distribuzione dell'acqua a monte per effetto di rigurgito, contenimento del livello di rumore prodotto durante il funzionamento.

La rispondenza alle caratteristiche sopra elencate si intende soddisfatta per le cassette dei vasi quando, in abbinamento con il vaso, soddisfano le prove di pulizia/evacuazione di cui alla norma UNI 997.

Tubazioni e raccordi

Le tubazioni utilizzate per realizzare gli impianti di adduzione dell'acqua devono rispondere alle prescrizioni seguenti:

a) i tubi metallici di acciaio devono rispondere alle norme UNI 10224 e UNI 10255. Le filettature per giunti a vite devono essere del tipo normalizzato con filetto conico; le filettature cilindriche non sono ammesse quando si deve garantire la tenuta.

b) I tubi di PVC, polietilene ad alta densità (PEAD) devono rispondere rispettivamente alle norme UNI 1452 e UNI 10910.

I tubi di piombo sono vietati nelle distribuzioni di acqua.

La collocazione dei tubi dell'acqua non deve avvenire all'interno di cabine elettriche, al di sopra di quadri per apparecchiature elettriche, od in genere di materiali che possono diventare pericolosi se bagnati dall'acqua, all'interno di immondezzai e di locali dove sono presenti sostanze inquinanti. Inoltre i tubi dell'acqua fredda devono correre in posizione sottostante i tubi dell'acqua calda. La posa entro parti murarie è da evitare. Quando ciò non è possibile i tubi devono essere rivestiti con materiale isolante e comprimibile, dello spessore minimo di 1 cm; la posa interrata dei tubi deve essere effettuata a distanza di almeno un metro (misurato tra le superfici esterne) dalle tubazioni di scarico. La generatrice inferiore deve essere sempre al di sopra del punto più alto dei tubi di scarico. I tubi metallici devono essere protetti dall'azione corrosiva del terreno con adeguati rivestimenti (o guaine) e contro il pericolo di venire percorsi da

(10)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 9 correnti vaganti; nell'attraversamento di strutture verticali ed orizzontali i tubi devono scorrere all'interno di controtubi di acciaio, plastica, ecc. preventivamente installati, aventi diametro capace di contenere anche l'eventuale rivestimento isolante. Il controtubo deve resistere ad eventuali azioni aggressive, l'interspazio restante tra tubo e controtubo deve essere riempito con materiale incombustibile per tutta la lunghezza. In generale si devono prevedere adeguati supporti sia per le tubazioni sia per gli apparecchi quali valvole, ecc., ed inoltre, in funzione dell'estensione ed andamento delle tubazioni, compensatori di dilatazione termica; le coibentazioni devono essere previste sia per i fenomeni di condensa delle parti non in vista dei tubi di acqua fredda, sia per i tubi dell'acqua calda per uso sanitario (con spessore minimo 9 mm, secondo quanto prescritto dalla Normativa vigente). Quando necessario deve essere considerata la protezione dai fenomeni di gelo.

Valvolame, valvole di non ritorno

Le valvole a saracinesca flangiate per condotte d'acqua devono essere conformi alla norma UNI 1074. Le valvole disconnettrici a tre vie contro il ritorno di flusso e zone di pressione ridotta devono essere conformi alla norma UNI 9157.

La rispondenza alle norme predette deve essere comprovata da dichiarazione di conformità completata con dichiarazioni di rispondenza alle caratteristiche specifiche previste dal progetto.

4. IMPIANTO DI SCARICO ACQUE NERE 4.1 DISPOSIZIONI GENERALI

In conformità alla Decreto Ministeriale n.37 del 22 gennaio 2008 gli impianti di scarico ed i loro componenti devono rispondere alle regole di buona tecnica, le norme UNI sono considerate norme di buona tecnica.

Si intende per impianto di scarico delle acque usate l'insieme delle condotte, apparecchi, ecc. che trasferiscono l'acqua dal punto di utilizzo alla fogna pubblica. Il sistema di scarico deve essere indipendente dal sistema di smaltimento delle acque meteoriche almeno fino al punto di immissione nella fogna pubblica. Il sistema di scarico può essere suddiviso in casi di necessità in più impianti convoglianti separatamente acque fecali, acque saponose, acque grasse. Il modo di recapito delle acque usate sarà comunque conforme alle prescrizioni delle competenti autorità.

L'impianto di cui sopra si intende funzionalmente suddiviso come segue: parte destinata al convogliamento delle acque (raccordi, diramazioni, colonne, collettori), parte destinata alla ventilazione primaria, parte designata alla ventilazione secondaria, raccolta e sollevamento sotto quota, trattamento delle acque.

4.2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

 UNI EN 12056 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno degli edifici – Requisiti generali e prestazioni.

 UNI EN 1085:2007 Trattamento delle acque di scarico – Vocabolario.

 UNI EN 12056-4:2001 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Stazioni di pompaggio di acque reflue - Progettazione e calcolo.

 UNI EN 13476-1:2018 Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi interrati non in pressione - Sistemi di tubazioni a parete strutturata di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U), polipropilene (PP) e polietilene (PE) - Parte1: Requisiti generali e caratteristiche prestazionali

 UNI EN 13476-2:2018 Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi interrati non in pressione - Sistemi di tubazioni a parete strutturata di policloruro di vinile non plastificato(PVC-U), polipropilene (PP) e polietilene (PE) - Parte 2: Specifiche per tubi e raccordi con superficie interna ed esterna liscia e il sistema, Tipo A

 UNI EN 13476-3:2018 Sistemi di tubazioni di materia plastica per fognature e scarichi interrati non in pressione - Sistemi di tubazioni a parete strutturata di policloruro di vinile non plastificato(PVC-U), polipropilene (PP) e polietilene (PE) - Parte 3: Specifiche per tubi e raccordi con superficie interna liscia e superficie esterna profilata e il sistema, Tipo B.

 UNI CEN/TS 13476-4:2020 Sistemi di tubazioni di materia plastica per connessioni di scarico e collettori di fognatura interrati non in pressione - Sistemi di tubazioni a parete strutturata di policloruro di vinile non plastificato (PVC-U), polipropilene (PP) e polietilene (PE) - Parte 4: Guida per la valutazione delle conformità.

4.3 MATERIALI E PRESCRIZIONI PER L’ESECUZIONE

Per la realizzazione delle diverse parti funzionali si utilizzeranno i materiali ed i componenti indicati nelle Norme UNI di riferimento.

I materiali di cui sono costituiti i componenti del sistema di scarico devono rispondere alle seguenti caratteristiche:

minima scabrezza, al fine di opporre la minima resistenza al movimento dell'acqua, impermeabilità all'acqua ed ai gas per impedire i fenomeni di trasudamento e di fuoriuscita odori, resistenza all'azione aggressiva esercitata dalle sostanze contenute nelle acque di scarico, con particolare riferimento a quelle dei detersivi e delle altre sostanze chimiche usate per lavaggi, resistenza all'azione termica delle acque aventi temperature sino a 90 °C circa, opacità alla luce per evitare i fenomeni chimici e batteriologici favoriti dalle radiazioni luminose, resistenza alle radiazioni UV, per i componenti esposti alla luce solare, resistenza agli urti accidentali.

(11)

FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 10 I prodotti e i componenti devono rispondere inoltre alle seguenti caratteristiche: conformazione senza sporgenze all'interno per evitare il deposito di sostanze contenute o trasportate dalle acque, stabilità di forma in senso sia longitudinale sia trasversale, sezioni di accoppiamento con facce trasversali perpendicolari all'asse longitudinale, minima emissione di rumore nelle condizioni di uso, durabilità compatibile con quella dell'edificio nel quale sono montati.

Nel suo insieme l'impianto deve essere installato in modo da consentire la facile e rapida manutenzione e pulizia; deve permettere la sostituzione, anche a distanza di tempo, di ogni sua parte senza gravosi o non previsti interventi distruttivi di altri elementi della costruzione; deve permettere l'estensione del sistema, quando previsto, ed il suo facile collegamento ad altri sistemi analoghi.

Le tubazioni orizzontali e verticali devono essere installate in allineamento secondo il proprio asse, parallele alle pareti e con la pendenza di progetto. Esse non devono passare sopra apparecchi elettrici o similari o dove le eventuali fuoriuscite possono provocare inquinamenti.

I raccordi con curve e pezzi speciali devono rispettare le indicazioni predette per gli allineamenti, le discontinuità, le pendenze, ecc. Le curve ad angolo retto non devono essere usate nelle connessioni orizzontali (sono ammesse tra tubi verticali ed orizzontali), sono da evitare le connessioni doppie e tra loro frontali ed i raccordi a T. I collegamenti devono avvenire con opportuna inclinazione rispetto all'asse della tubazione ricevente ed in modo da mantenere allineate le generatrici superiori dei tubi.

I cambiamenti di direzione devono essere fatti con raccordi che non producano apprezzabili variazioni di velocità od altri effetti di rallentamento. Le connessioni in corrispondenza di spostamento dell'asse delle colonne dalla verticale devono avvenire ad opportuna distanza dallo spostamento e comunque a non meno di 10 volte il diametro del tubo ed al di fuori del tratto di possibile formazione delle schiume.

Gli attacchi dei raccordi di ventilazione secondaria devono essere realizzati come indicato nella norma UNI 12056. Le colonne di ventilazione secondaria, quando non hanno una fuoriuscita diretta all'esterno, possono: essere raccordate alle colonne di scarico ad una quota di almeno 15 cm più elevata del bordo superiore del troppopieno dell'apparecchio collocato alla quota più alta nell'edificio, essere raccordate al di sotto del più basso raccordo di scarico, devono essere previste connessioni intermedie tra colonna di scarico e ventilazione almeno ogni 10 connessioni nella colonna di scarico.

I terminali delle colonne fuoriuscenti verticalmente dalle coperture devono essere a non meno di 0,15 m dall'estradosso per coperture non praticabili ed a non meno di 2 m per coperture praticabili. Questi terminali devono distare almeno 3 m da ogni finestra oppure essere ad almeno 0,60 m dal bordo più alto della finestra.

Punti di ispezione devono essere previsti con diametro uguale a quello del tubo fino a 100 mm e con diametro minimo di 100 mm negli altri casi. La loro posizione deve essere: al termine della rete interna di scarico insieme al sifone e ad una derivazione, ad ogni cambio di direzione con angolo maggiore di 45°, ogni 15 m di percorso lineare per tubi con diametro sino a 100 mm ed ogni 30 m per tubi con diametro maggiore, ad ogni confluenza di due o più provenienze, alla base di ogni colonna. Le ispezioni devono essere accessibili ed avere spazi sufficienti per operare con gli utensili di pulizia.

Apparecchi facilmente rimovibili possono fungere da ispezioni. Nel caso di tubi interrati con diametro uguale o superiore a 300 mm bisogna prevedere pozzetti di ispezione ad ogni cambio di direzione e comunque ogni 40/50 m.

I supporti di tubi ed apparecchi devono essere staticamente affidabili, durabili nel tempo e tali da non trasmettere rumori e vibrazioni. Le tubazioni vanno supportate ad ogni giunzione ed inoltre quelle verticali almeno ogni 2,5 m e quelle orizzontali ogni 0,5 m per diametri fino a 50 mm, ogni 0,8 m per diametri fino a 100 mm, ogni 1,00 m per diametri oltre 100 mm. Il materiale dei supporti deve essere compatibile chimicamente ed in quanto a durezza con il materiale costituente il tubo.

Si devono prevedere giunti di dilatazione, per i tratti lunghi di tubazioni, in relazione al materiale costituente ed alla presenza di punti fissi quali parti murate o vincolate rigidamente. Gli attraversamenti delle pareti a seconda della loro collocazione possono essere per incasso diretto, con utilizzazione di manicotti di passaggio (controtubi) opportunamente riempiti tra tubo e manicotto, con foro predisposto per il passaggio in modo da evitare punti di vincolo.

Gli scarichi a pavimento all'interno degli ambienti devono sempre essere sifonati con possibilità di un secondo attacco.

5. IMPIANTO ADDUZIONE GAS METANO

5.1 DISPOSIZIONI GENERALI

Per impianti di adduzione del gas si intende l'insieme di dispositivi, tubazioni, ecc. che servono a fornire il gas agli apparecchi utilizzatori (cucine, bruciatori di caldaie, ecc.). In conformità alla legge n. 37 del 22 gennaio 2008, gli impianti di adduzione del gas devono rispondere alle regole di buona tecnica; le norme UNI (in particolare la norma UNI 7129:

Impianti a gas per uso domestico alimentati da rete di distribuzione, progettazione, installazione e manutenzione ed il Decreto Ministeriale 12/04/1996 “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi”) sono considerate norme di buona tecnica.

È necessario verificare l'insieme dell'impianto a livello di progetto per accertarsi che vi sia la dichiarazione di conformità alla legislazione antincendio (legge 818 e circolari esplicative) ed alla legislazione di sicurezza (legge n. 1083 del 6 dicembre 1971 e legge n. 46 del 12 marzo 1990). Per il rispetto della legge 1083 si devono adottare e rispettare tutte le norme UNI che i decreti ministeriali hanno reso vincolanti ai fini del rispetto della legge stessa.

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FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 11 5.2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI

 DM 12/04/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi.

 UNI 7129-1 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 1: Impianto interno.

 UNI 7129-2 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione, e aerazione dei locali di installazione.

 UNI 7129-3 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione.

 UNI 7129-4 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi.

 UNI 7129-5 Impianti a gas per uso domestico e similare alimentati da rete di distribuzione - Progettazione, installazione e messa in servizio - Parte 5: Sistemi per lo scarico delle condense.

5.3 MATERIALI E PRESCRIZIONI PER L’ESECUZIONE

L’impianto di distribuzione del gas comprende la rete di distribuzione ed i materiali a garantire l’erogazione del gas alle varie utenze.

L’erogazione del gas deve avvenire nel pieno rispetto di quanto richiesto dalle Autorità che per legge hanno competenza in merito, dalle prescrizioni dell’Ente erogatore del gas, da quanto stabilito dalle norme UNI-CIG, legge 06.12.1975 N°1083.

La rete di distribuzione partirà dai contatori principali e si svilupperà fino a permettere un agevole allacciamento dei vari gruppi termici.

Negli attraversamenti dei muri le tubazioni dovranno essere poste in guaina metallica, non dovranno presentare giunti ed i fori passanti dovranno essere sigillati con malta di cemento (mai gesso) per i muri interni e solo l’interno per i muri esterni.

Nei tratti interrati le tubazioni in acciaio nero o zincato dovranno essere provviste di un adeguato rivestimento protettivo contro la corrosione (tela di juta catramata o bitumata, adesivi plastici o simili) ed isolati, mediante giunti dielettrici, da collocarsi fuori terra, nelle immediate prossimità delle risalite delle tubazioni.

Le tubazioni devono essere posate su un letto di sabbia lavata, di spessore minimo 100 mm, e ricoperte, per altri 100 mm, di sabbia dello stesso tipo. Per le tubazioni in polietilene è inoltre necessario prevedere, a circa 300 mm sopra la tubazione, la sistemazione di nastri di segnalazione.

L’interramento della tubazione, misurato fra la generatrice superiore del tubo ed il livello del terreno, deve essere almeno pari a 600 mm. Nei casi in cui tale profondità non possa essere rispettata occorre prevedere una protezione della tubazione con tubi di acciaio, piastre di calcestruzzo o con uno strato di mattoni pieni.

Le tubazioni in polietilene dovranno essere interrate alla profondità di almeno 60 cm e saranno collegate alle tubazioni metalliche prima della loro fuoriuscita dal terreno e/o prima del loro ingresso nel fabbricato.

Prima di allacciare le apparecchiature, l’impianto dovrà essere provato con aria o gas ad una pressione di almeno 100 mbar.

La durata della prova deve essere di almeno 30 minuti.

La tenuta della prova deve essere controllata mediante manometro ad acqua od apparecchi di equivalente sensibilità; il manometro non deve accusare una caduta di pressione fra le due letture eseguite dopo 15 e 30 minuti.

Se si verificano delle perdite, queste devono essere ricercate con l’ausilio di una soluzione saponosa; le parti difettose dovranno essere sostituite e le guarnizioni rifatte.

È vietato riparare dette parti con mastici, ovvero cianfrinarle.

Eliminate le perdite, occorre rifare la prova di tenuta riscontrando un esito favorevole e congruente.

La tubazione del gas non dovrà essere utilizzata come dispersione, conduttore di terra o conduttore di protezione di impianti e apparecchiature elettriche, telefono compreso.

La tubazione del gas non dovrà essere collocata in canne fumarie, in vani e cunicoli destinati a contenere servizi elettrici, telefonici, ascensori o per lo scarico di immondizia.

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FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 12 6. IMPIANTI

6.1 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO SPOGLIATOI

L’impianto di riscaldamento è alimentato da due caldaie a condensazione con potenzialità ciascuna pari a 35kW e funzionamento in cascata, collocate in locale tecnico. Le caldaie sono integrate da una pompa di calore ad acqua condensata ad aria con potenzialità pari a 10 kW alle condizioni nominali (ossia temperatura esterna di 7°C e acqua a 45°C), posizionata esternamente e dai pannelli solari (5 collettori) posizionati sulla copertura.

Dalle caldaie, dalla pompa di calore e dai pannelli solari si dipartono le tubazioni in acciaio nero a norma UNI 10255, isolate secondo gli spessori da normativa, per fino al raggiungimento di un serbatoio dotato di tre serpentini con funzione di puffer e volume pari a 2000 litri. Dal serbatoio si dipartono le tubazioni anch’esse realizzate in acciaio senza saldature, isolate secondo gli spessori da normativa, posizionate staffate a vista in centrale termica fino al collettore di distribuzione principale su cui si attestano i circuiti riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria.

Ciascun circuito è dotato di pompa di circolazione elettronica gemellare a rotore, valvole di intercettazione e non ritorno, manometri e termometri.

È presente un solo circuito riscaldamento, realizzato, all’esterno del locale tecnico, mediante tubazioni in multistrato preisolato posizionate sottotraccia, fino al raggiungimento dei collettori di distribuzione per l’impianto termico. I collettori complanari ricavati da fusione, con attacchi in linea e derivazioni bilaterali, sono caratterizzati da corpo in ottone nichelato, attacchi in derivazione, interasse 37 mm filettati M standard per tubo in multistrato, attacchi in linea, filettati FF UNI EN ISO 228, temperatura massima 110 °C, pressione massima di esercizio 1000 kPa, attacchi in testa diametro 26x3 e sono completi di valvole di sfogo automatico aria; cassetta di ispezione collettori in materiale plastico a pareti asportabili, completa di coperchio di chiusura asportabile; staffe di sostegno collettori; valvola di zona a 2 vie servocomandata.

I terminali di erogazione dell’energia termica sono radiatori in alluminio, dotati di valvole termostatiche, collocati in ciascun locale. Il collegamento tra i radiatori ed il collettore è realizzato mediante tubazioni in multistrato preisolate collocate sottotraccia.

L’accensione/spegnimento dei radiatori è regolata da un orologio (di fornitura da parte dell’elettricista), posizionato nell’ufficio.

6.2 IMPIANTO DI RISCALDAMENTO PALAZZETTO DELLO SPORT

L’impianto di riscaldamento del palazzetto dello sport è realizzato mediante un generatore ad aria calda a condensazione, camera di combustione in acciaio ISI 430 spessore mm 2, con giunzioni saldate ad elettrodo, progettata per qualsiasi tipo di bruciatore (ugello a 60C°) canna fumaria in acciaio inox lucido ISI 304 a doppia parete con isolante termico, spessore mm 25, come da normativa UNI 9615, serranda tagliafuoco REI 120 con relais di stop fiamma, quadro elettrico costituito da una cassetta esterna IP 65 completa di tutti gli organi di supervisione e controllo a norme UNI – CEI, con potenzialità pari a 270 kW. Il gruppo ventilante è realizzato su basamento portante, dove vengono collocati un ventilatore centrifugo a pale avanti a giranti disallineate ad alta prevalenza motore elettrico 4 HP, cassa di protezione con intelaiatura in alluminio e pannelli in acciaio zincato e verniciato.

All’interno del palazzetto, al colmo della struttura viene installato, per tutta la lunghezza, un destratificatore di aria per ottenere un completo ricircolo dell’aria ed evitare che l’aria calda stratifichi all’interno della copertura ed attenuare il fenomeno della condensa.

6.3 IMPIANTO IDROSANITARIO SPOGLIATOI

La necessità d’acqua è soddisfatta dall’acquedotto comunale. La produzione di acqua calda sanitaria è realizzata dai pannelli solari posizionati in copertura, dalle 2 caldaie a condensazione e dalla pompa di calore. Il circuito produzione acqua calda sanitaria, descritto precedentemente, viene collegato ad un bollitore ad accumulo da 1500 litri, posizionato nel locale centrale termica.

Dal bollitore si diparte la rete di distribuzione acqua calda e fredda; eseguita in acciaio zincato senza saldature adeguatamente isolato secondo normativa vigente nel locale centrale termica e in multistrato opportunamente coibentato secondo gli spessori dettati dalla normativa vigente, minimo 9 mm (per le reti di distribuzione acqua calda e fredda), posizionato sottotraccia negli altri locali, nei diametri di progetto, fino al raggiungimento dei collettori di distribuzione dell’impianto sanitario. Questi ultimi sono caratterizzati da corpo in lega antidezincificazione, pressione massima di esercizio 10 bar, campo di temperatura 5-100°C, interasse derivazione 35mm, composti da collettore semplice componibile con valvole di intercettazione, coppia di supporti in acciaio inox, raccordi di testa, n° attacchi X (acqua fredda)+Y (acqua calda). La distribuzione all’interno di ciascun bagno e spogliatoio è realizzata in multistrato, opportunamente coibentato secondo gli spessori previsti dalla normativa, minimo 9 mm, (per le reti di distribuzione acqua calda e fredda), fino agli attacchi degli apparecchi sanitari.

Dal bollitore fino ai collettori di distribuzione dell’impianto sanitario viene realizzata una rete di ricircolo, mediante tubazioni in acciaio zincato senza saldature adeguatamente isolato secondo gli spessori dettati dalla normativa vigente all’interno del locale tecnica, e mediante tubazioni in multistrato preisolate collocate sottotraccia negli altri locali.

Nei bagni per disabili viene installata una apposita attrezzatura di sicurezza realizzata con tubo metallico del diametro di mm 21/27 rivestito con nylon (diametro esterno finito 35 mm), completa di flange, tasselli e viti per fissaggio alle pareti, costituito da maniglione mobile a due posizioni (orizzontale e verticale) incernierato alla parete.

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FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 13 6.4 IMPIANTO DI SCARICO SPOGLIATOI

Le colonne di scarico verticale saranno realizzate con tubi in polietilene nero termosaldabile, tipo Geberit Silent (polietilene insonorizzato), conformemente alle norme vigenti.

Le colonne di scarico proseguono oltre la copertura così da realizzare la ventilazione dello scarico stesso.

In ciascun bagno cieco è prevista l’installazione di un ventilatore per l’estrazione forzata di 8 vol/h Il ventilatore di estrazione è collegato ad un canale di espulsione (uno per ciascun ventilatore), da realizzarsi in pvc pesante di colore rosso, diametro Ø200.

Le colonne di scarico, descritte precedentemente, vengono convogliate in un collettore orizzontale interrato all’esterno dell’edificio.

6.5 IMPIANTO GAS SPOGLIATOI E PALAZZETTO DELLO SPORT Si prevede l'alimentazione delle caldaie.

Dal contatore completo di valvola di intercettazione per gas metano a sfera a passaggio totale, situato in apposita nicchia nella muratura esterna dove indicato sulle tavole di progetto, si dipartono le tubazioni in polietilene alta densità per la realizzazione delle reti di distribuzione gas metano, fino al raggiungimento del pozzetto esterno alla centrale termica e del generatore ad aria calda a servizio del palazzetto.

Per l’allaccio delle caldaie e generatore ad aria calda si utilizzano tubazioni in acciaio posizionate a vista.

Sulla muratura esterna del locale tecnico e nei pressi del generatore ad aria calda, in posizione visibile e ben segnalata, è collocata la valvola generale di intercettazione combustibile, verniciata di colore giallo.

L’impiego dei giunti a tre pezzi è utilizzato esclusivamente per il collegamento iniziale e finale dell’impianto interno. Le giunzioni dei tubi in acciaio sono realizzate mediante raccordi con filettature.

Nell’utilizzo del raccordo con filettatura si è utilizzata la canapa con mastici adatti. Non sono comunque utilizzati liacca, minio o altri materiali simili.

Le valvole saranno di facile manovrabilità e di manutenzione e si rileva facilmente le posizioni di aperto e chiuso. Esse sono in acciaio con sezione libera di passaggio non minore del 75% di quella del tubo sul quale sono inserite.

Il percorso tra punto di consegna ed apparecchi utilizzatori dovrà essere il più breve possibile ed in particolare sarà posato all’esterno del fabbricato (parte interrata e parte aerea) oppure all’interno del fabbricato (in vista o sottotraccia con tubazione in rame inguainata).

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FILE:RT01-Relazione tecnica impianti meccanici 14 7. PROGETTO

A fine lavori dovranno essere consegnati da parte della ditta aggiudicataria dell’appalto i disegni as built. I disegni in scala 1:50 dovranno riportare l’esatta posizione di tutti gli apparecchi facenti parte dell’impianto termico e delle tubazioni di adduzione acqua sanitaria. Dovranno inoltre essere espletate tutte le pratiche per rendere l’impianto a norma (per esempio pratica ISPESL per la centrale termica).

Riferimenti

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