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Sistema di riconoscimento automatico di aree tematiche per immagini telerilevate

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Academic year: 2022

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Sistema di riconoscimento automatico di aree tematiche per immagini telerilevate

Cosimo DISTANTE (*), Alessandro LEONE (*), Lorenzo VASANELLI (**), Marco PALAZZO (**), Stefano ROCCA (*)

(*) CNR – IMM Sezione di Lecce, Via Provinciale per Arnesano, 73100 Lecce (**) DII – Università di Lecce, Via Provinciale per Arnesano, 73100 Lecce

Il presente lavoro propone una tecnica di classificazione automatica di aree tematiche di particolare interesse nel Salento (uliveto, seminativo e zone abitate) a partire da immagini telerilevate a diverse scale di risoluzione acquisite dal satellite QuickBird. L’approccio proposto utilizza le informazioni tessiturali di piccole regioni nelle diverse bande dell’immagine, al fine di determinare un modesto numero di features essenziali nell’attività di classificazione supervisionata basata su rete neurale auto-organizzante SOM. I descrittori che sono stati adottati esprimono l’informazione tessiturale sia in termini statistici (legati ai momenti del primo e secondo ordine), sia sfruttando le capacità di localizzazione spaziale/frequenziale esibite da un limitato insieme di funzioni 2D di Gabor opportunamente individuate mediante una strategia di Pursuit. La fase di sperimentazione ha evidenziato la validità dell’approccio proposto garantendo la discriminazione delle aree tematiche in maniera affidabile, precisa e con un esiguo dispendio computazionale.

Abstract

This work presents a new approach for automatic classification of thematic regions of the south part of Salento (olive grove, sown grove and populated regions), by using images at different spatial resolutions acquired by Quickbird. The proposed scheme describes textural information of little patches of one (or more) band of the multispettral image, in order to define few features that we can use during the supervised classification process based on SOM neural network. The extracted features describe textural information in terms of statistical parameters (mean, contrast and energy) and as linear combination of a restricted set of 2D Gabor functions selected by using a Pursuit scheme. Experimental results prove that the used features and the classification process are able to describe correctly 3 clusters in a good way and in a low-power manner.

Introduzione

L’attività di classificazione/riconoscimento delle aree tematiche in immagini telerilevate è indispensabile in diversi settori applicativi che vanno dal monitoraggio del territorio alla pianificazione urbana, dal censimento e controllo di piantagioni sottoposte a vincoli (ad esempio l’ulivo secondo le norme dell’Unione Europea) all’individuazione dell’abusivismo edilizio, ecc.. I soggetti interessati a disporre di strumenti di classificazione delle immagini da satellite si individuano sia nelle Pubbliche Amministrazioni che in enti ed aziende private. A tutti i livelli, però, si necessitano automatismi per l’analisi e l’interpretazione della grande mole di dati forniti dai diversi Imagery Provider.

Il presente lavoro affronta il problema della classificazione di 3 aree tematiche quali l’uliveto (codici Corine 223), il seminativo (codici Corine 2111 e 2112) e le zone abitate (codici Corine 111, 112, 121, 122, 131, 133), tipiche del territorio nelle immediate vicinanze del Comune di Surbo nel sud Salento (figura 1).

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In particolare sono state utilizzate immagini acquisite dal satellite QuickBird fornite dal Provider DigitalGlobe, utilizzando, a diversi livelli, l’informazione delle 5 bande (una pancromatica a risoluzione spaziale di 0.7m, tre multispettrali RGB ed il vicino infrarosso, queste ultime a risoluzione spaziale di 2.8m). Si precisa che i dati QuickBird in possesso sono del tipo Basic per cui provvisti di correzioni radiometriche e di sensore.

Figura 1 - Caratteristiche strutturali delle 3 aree tematiche di interesse (seminativo, zone abitate ed uliveto in banda pancromatica) acquisite da QuickBird e relative all’agro di Surbo (LE)

La metodologia

L’approccio proposto in questo lavoro effettua la classificazione automatica delle 3 aree tematiche utilizzando una rappresentazione semplice e compatta della tessitura di piccole regioni centrate in ciascun pixel di una banda (o più) dell’immagine multispettrale considerata. I primi tre descrittori della tessitura di cui ci si è avvalsi sono definiti sulla base di informazioni statistiche locali delle diverse regioni in accordo alle seguenti relazioni:

∑∑

= =

= m

i m j

n y x n

y

x I i j

m 1 1

) , 2 (

) ,

( 1 (, )

µ [1]

n y x n

y n x

y

Cx

) , (

) , ( )

,

( µ

= σ [2]

[ ]

∑∑

= =

= m

i m j

n y x n

y

x I i j

E

1 1

2 ) , ( )

,

( ( , ) [3]

dove rappresenta la media dei livelli di intensità nella n-esima banda della regione quadrata di dimensione

n y x ),

µ( n

y

I(x, ) m×m centrata nel pixel a coordinate , , e rispettivamente il contrasto, la varianza e l’energia per la medesima regione.

) ,

(x y C(nx,y) σ(nx ),y E(nx,y) In aggiunta a tali descrittori, l’approccio caratterizza l’informazione tessiturale in termini di combinazione lineare di un numero ristretto di funzioni 2D di Gabor (Weldon et al., 1996) estratte da un grande insieme di funzioni kernel opportunamente generato (dizionario overcompleto). Un approccio greedy di Pursuit (Vandergheynst P., Frossard P., 2001) è stato adottato nell’ottica di limitare le funzioni di base capaci di rappresentare correttamente qualsivoglia tessitura: l’algoritmo Matching Pursuit MP (Phillips P.J., 1998 – Mallat S., Zhang Z., 1993 – Bergeaud F., Zhang Z., 1995) consente la selezione di poche funzioni appartenenti al dizionario capaci di descrivere la tessitura delle piccole regioni in input allo schema con una bassa perdita di informazione. Tale procedura viene eseguita offline una sola volta, al fine di definire il sottoinsieme (sub-dizionario) delle funzioni che meglio descrivono le caratteristiche tessiturali delle regioni in input. Definito il sub-dizionario, l’estrazione dei descrittori della tessitura di una regione richiede un’esigua richiesta computazionale poiché ottenuti come prodotto interno tra la regione ed il sub-dizionario (o una sua parte). Le successive sezioni di questo lavoro forniranno indicazioni in merito sia alle caratteristiche delle funzioni di Gabor adottate per la generazione dei dizionari overcompleti, sia ad una nuova versione generalizzata dell’algoritmo MP usato per la selezione delle funzioni 2D di Gabor maggiormente caratterizzanti le tessiture delle regioni considerate.

(3)

I dizionari overcompleti 2D di Gabor

Negli ultimi dieci anni si è manifestato un progressivo interesse nei confronti dell’analisi basata sull’uso di funzioni 2D di Gabor, soprattutto nell’ambito dell’image processing, nei contesti di analisi della tessitura, di pattern recognition e di analisi/sintesi di immagini. Nel dominio spaziale, la funzione di Gabor è definita come una funzione Gaussiana modulata da un esponenziale complesso orientato:

) , (x y g

( )

[

jω x ω y

]

exp σ

y σ x 2 exp 1 σ σ

g(x,y) 1 2 0x 0y

y 2 2 x 2 y

x

⎥ +

⎥⎦

⎢⎢

⎟⎟

⎜⎜

⎛ +

= ~ ~

[4]

dove:

⎩⎨

+

=

+

=

ycosθ xsinθ

y

ysinθ xcosθ

x

~

~

[5]

con σx,σy le deviazioni standard della funzione di Gabor lungo gli assi coordinati,

(

0 0y

)

x

ω il

vettore frequenza angolare e θ la direzione lungo la quale la funzione Gaussiana è orientata.

Papoulis A. (1998) ha dimostrato che per una funzione 2D di Gabor con banda passante di B ottave, i valori di σx e σy sono:

( )

(

22 11

)

22ln2F0

σ B

B

x − π

= + [6]

2 tanθ F 2 σy 2ln2

π 0

= [7]

con:

( ) ( )

y0 2 0 2

x

0 f f

F = +

π ω 2

0 0 x

fx =

π ω 2

0 0 y

fy = [8]

Un dizionario overcompleto è la collezione di versioni traslate (denominate atomi) e campionate (in una griglia diadica) di , al variare dei suoi parametri caratteristici. La figura sottostante riporta le caratteristiche di 3 differenti dizionari di Gabor ottenuti variando le dimensioni degli atomi, considerando 4 frequenze centrali, 8 frequenze angolari ed 1ottava.

) , (x y g

Dimensione degli atomi

Numero di atomi

λmin λmax

8 × 8 2048 3.02 307.61

16 × 16 8192 1.92 563.54

32 × 32 32768 1.15 627.86

Figura 2 – Parametri per la generazione di 3 dizionari di Gabor al variare della dimensione degli atomi

L’algoritmo Matching Pursuit

In questa sezione sarà descritto un nuovo approccio per l’estrazione di features descrittive della tessitura. Il problema è quello di descrivere le strutture fondamentali della tessitura, individuandone una rappresentazione efficiente di basso livello. Il metodo proposto usa i coefficienti della decomposizione di Matching Pursuit ricorrendo a dizionari 2D di Gabor ed alla teoria dei sistemi overcompleti di funzioni.

Lo schema caratterizza la tessitura in un modo computazionalmente poco oneroso, riducendosi ad una operazione di prodotto interno tra matrici. MP è un algoritmo non-lineare che decompone i segnali in input in espansioni lineari di funzioni elementari appartenenti ad un dizionario overcompleto precedentemente generato, raffinando progressivamente le approssimazioni secondo una procedura iterativa; MP seleziona ad ogni iterazione l’atomo del dizionario che maggiormente

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riduce il “residuo” tra l’approssimazione corrente del segnale e il segnale stesso. L’approccio necessita di un processo di training offline al fine di definire un solo sub-dizionario di Gabor in grado di descrivere correttamente (e compattamente) la tessitura di qualsivoglia piccola regione quadrata di pixels. La semplicità nel processo di estrazione delle features di Gabor permette di evitare l’uso di altre misure tipiche caratterizzanti la tessitura quali matrice di co-occorrenza, energia, entropia, ecc..

La variante di MP qui proposta seleziona elementi da un grande insieme di funzioni di Gabor con lo scopo di minimizzare il residuo di ciascuna training patch (regione quadrata) in input allo schema (

{ }

j lj 1

F = ϕ =

p if R

[

1,...,m

]

p con m la quantità di training patch ). La scelta dell’elemento

m 2 1,f ,...,f f

ϕj dipende sia dal residuo , sia dai coefficienti delle precedenti iterazioni. In particolare, all’i-esima iterazione è selezionata la funzione

p if R

ϕj che soddisfa la seguente relazione:

(

i m i 1

)

1 i F i

j argmin C R f ,...,R f ,∆

j

=

ϕ

ϕ [9]

dove è l’insieme dei coefficienti generati all’i-esima iterazione. Le figure 3 e 4 mostrano lo pseudo-codice per la selezione delle funzioni 2D di Gabor e per la valutazione del parametro rispettivamente. Si osserva che lo schema di MP approssima i segnali in input descrivendo inizialmente il contenuto in bassa frequenza e via via il contenuto in alta frequenza (l’informazione di dettaglio). All’i-esima iterazione il p-esimo segnale è approssimato dal prodotto interno tra i coefficienti generati e la matrice di sintesi ottenuta come pseudo-inversa della matrice contenente i primi i-esimi atomi del sub-dizionario, in accordo a quanto proposto nella teoria dei frame (Mallat S., Zhang Z., 1993).

i

Ci

p

ci

p p

0f f

R = con 1pm ed m la quantità di patch di training volute

funzioni mero di

0 to nu For i =

Calcola Ci per ciascun atomo del dizionario F Seleziona ϕj che minimizza Ci

Aggiorna i coefficienti per ciascuna patch: cip = Rifp,ϕj Aggiorna i residui Ri+1fp =Rifpcipϕj

End for

Figura 3 - Pseudo-codice per la selezione degli atomi di Gabor mediante lo schema di MP

(

c ,...,ci-1p

)

coefficienti calcolati per (i-1) esima iterazione per la p-esima patch

p

0 = −

(

p i

)

i p i-1 p

0,...,c ,R f , c

di de µ l centroi

Calcola i ϕ

(

p i

)

i p i-1 p 0

i tra µ e c ,...,c ,R f , C

za media a dis

Calcola l tan ϕ

( )

= 0p i-1p i p i

i µ c ,...,c , R f ,

m 1

C ϕ

Figura 4 - Pseudo-codice per la valutazione del parametro C i

Il sistema di classificazione

Per ogni pixel di ciascuna banda dell’immagine multispettrale, il processo di classificazione prevede l’attività di normalizzazione delle features precedentemente estratte (media µ(nx ),y ,

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contrasto , energia e gli h coefficienti ottenuti come prodotto interno tra la regione quadrata ed i primi h atomi del sub-dizionario di Gabor) e la successiva definizione del cluster di appartenenza, in accordo alla risposta del classificatore usato. In particolare, il sistema di classificazione impiega una rete neurale auto-organizzante SOM (Kohonen T. 1997), operante sul feature vector ottenuto come concatenazione delle features estratte da 4 delle 5 bande QuickBird (un’analisi preliminare ha evidenziato la scarsa capacità discriminatoria della banda del vicino infrarosso).

n y

C(x, ) E(nx,y)

Nello spazio dei vettori di ingresso, la rete SOM definisce una mappa elastica di neuroni che in seguito all’addestramento andranno ad approssimare la distribuzione che caratterizza i dati di input:

dopo l’addestramento i neuroni saranno disposti in maniera tale che feature vector simili siano associati allo stesso neurone (o comunque a neuroni topologicamente vicini), mentre feature vector diversi siano associati a neuroni tra loro molto distanti. La fase di training è stata condotta fornendo in input alla rete le features estratte da 3000 regioni aventi caratteristiche tessiturali note.

Durante la fase di classificazione la rete calcola la distanza euclidea tra il feature vector e ciascun neurone, individuando come vincente quello a distanza minima (BMU) e considerando come etichetta del cluster quella associata al BMU.

Risultati conseguiti e conclusioni

Durante la fase di sperimentazione si è provveduto a verificare la metodologia proposta inizialmente su immagini sintetiche (immagini per cui per ogni pixel è nota la relativa area tematica), stabilendo la capacità discriminatoria delle diverse bande, variando sia la dimensione delle regioni di pixel di cui caratterizzare la tessitura (8×8, 16×16 e 32×32), sia il numero di coefficienti di Gabor impiegati. L’approccio ha fornito i migliori risultati caratterizzando la tessitura di regioni di dimensioni 16×16, ricorrendo all’uso di poche funzioni di Gabor. Si osserva che un elevato numero di coefficienti di Gabor permette una sintesi/ricostruzione precisa della patch che rappresenta ma, di contro, è poco adatto nell’attività di classificazione dove si richiedono feature vectors di limitate dimensioni.

La tabella seguente mostra i migliori risultati ottenuti in termini di percentuale di corretta classificazione ed in termini di tempi di elaborazione (PC basato su Intel Pentium IV, 512MB) di immagini sintetiche, estraendo le features sia su ciascuna banda singolarmente, sia concatenando le features estratte da ogni banda.

Banda usata

Coefficienti di Gabor estratti oltre a µ(nx ),y ,C(nx,y),E(nx,y)

Dimensione immagine

Dimensione mappa SOM

% corretta classificazione

Tempo impiegato

(sec.)

Pancromatico 256 1416×819 20×8 91 706

R 6 1029×504 29×9 97 272

G 6 1029×504 20×9 96 255

B 6 1029×504 24×8 93 271

R + G + B 6 1029×504 20×9 98 590

R 256 1029×504 29×9 97 4070

G 256 1029×504 20×9 97 3896

B 256 1029×504 24×8 94 4043

Figura 5 - Risultati del processo di classificazione ricorrendo a patch 16 × 16

Le percentuali di corretta classificazione sono molto soddisfacenti in tutte le condizioni sperimentali, esibendo valori sempre superiori al 90%; tuttavia si è notato che l’informazione contenuta nella banda pancromatica è meno discriminatoria rispetto a quella contenuta nelle tre bande colore RGB. Le migliori performance si hanno in corrispondenza di un esiguo numero di coefficienti di Gabor (solo 6), considerando contemporaneamente l’informazione tessiturale di tutte

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e tre le bande RGB. Tali risultati sono giustificati dal fatto che i primi coefficienti della decomposizione MP trasportano la più alta quantità di informazione tessiturale (con soli 6 coefficienti è possibile ricostruire una regione 16×16 con un errore di sintesi inferiore al 15%), mentre i successivi caratterizzano l’informazione in alta frequenza delle regioni quadrate (tali coefficienti sono scarsamente discriminanti poiché attribuibili a fenomeni di rumore presente nell’immagine). A tal proposito, si osservi che l’estrazione e la classificazione di un numero elevato di descrittori di Gabor (ad esempio 256) richiede tempi di calcolo decisamente elevati, pur tuttavia non garantendo miglioramenti in termini di classificazione.

La figura successiva mostra i buoni risultati conseguiti su una immagine reale (in rosso sono visualizzate le aree abitate, in verde le aree di oliveto ed in blu le colture seminative).

Figura 6 - Risultato della classificazione usando solo 6 coefficienti di Gabor sulla banda B

L’approccio proposto tende tuttavia a generare errori in prossimità di repentini cambi di tessitura (ad esempio in corrispondenza di piccole strade in zone extraurbane) e ciò è dovuto al fatto che tali regioni contengono informazioni tessiturali di più cluster.

In conclusione, la discriminazione delle diverse aree tematiche (a diverse scale di risoluzione) è avvenuta in maniera affidabile, precisa e con un esiguo dispendio computazionale. L’approccio proposto ha validità del tutto generale, per cui è facilmente adattabile alla classificazione di ulteriori aree tematiche previo addestramento del sistema di classificazione supervisionato.

Riferimenti bibliografici

Weldon T., Higgins W.E., Dunn D.F. (1996), “Efficient Gabor-filter design for texture segmentation,”

Pattern Recognition, vol. 29, no. 12, 2005-2016

Vandergheynst P., Frossard P. (2001), “Efficient image representation by anisotropic refinement in matching pursuit,” Proc. IEEE Conference ICASSP Salt Lake City (UT), vol. 3, 1757-1760

Phillips P.J. (1998), “The design of matching pursuit filters,” Computation in Neural Networks, vol. 9, no. 1, 1-17

Mallat S., Zhang Z. (1993), “Matching pursuit with time-frequency dictionaries,” IEEE Trans. on Signal Processing, vol. 41, no. 12, 3397-3415

Bergeaud F., Mallat S. (1995), “Matching pursuit of images,” Proc. of IEEE International Conference on Image Processing Washington DC, vol. 1, 53-56

Papoulis A. (1984), “Signal analysis,” McGraw-Hill International Editions Auckland Kohonen T. (1997), “Self-Organizing Map,” Second Edition, Springer, 203-217

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