CAPITOLO III ANALISI EMPIRICA
3.1. QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO E IPOTESI DI RICERCA
3.1.2. IPOTESI DI RICERCA
Come è possibile desumere da quanto trattato nei precedenti capitoli, si stanno diffondendo sempre di più le associazioni di Business Angels, grazie alle quali il mercato in questione ha subito trasformazioni significative. Facendo parte di un BAN, infatti, un Angel Investor ha una gamma più ampia di opportunità di investimento, anche di qualità superiore, tra cui scegliere. Altri aspetti positivi che si possono trarre dall’appartenenza a un BAN sono sicuramente legati alla condivisione delle informazioni e delle conoscenze tra i diversi membri della comunità. I gestori di questi gruppi, infatti, organizzano periodicamente degli incontri affinchè venga promossa l’interazione tra Angel Investor e imprenditori alla ricerca di finanziamenti (Aernoudt, R. , Josè, S.A. , Roure, J. , 2007).
Alcuni gruppi di Angels hanno dato vita anche a vere e proprie accademie interne che formano e istruiscono sia gli affiliati che gli imprenditori (Shane S., 2000). In tal modo i
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Business Angels meno esperti possono sfruttare le conoscenze di quelli più esperti per cercare di contribuire maggiormente alla crescita futura dell’impresa che andranno a finanziare. La sempre crescente importanza dei BAN ha attirato l’attenzione delle istituzioni politiche e delle autorità di regolamentazione, che hanno iniziato a guardare con maggiore attenzione a tali realtà, soprattutto per quanto riguarda il monitoraggio post-investimento delle startup. E’ possibile affermare, quindi, che una forte rete di Business Angels può generare ottime opportunità per gli Angels stessi, permettendo loro di avere accesso a un maggior numero di informazioni sulle startup e sui possibili percorsi di crescita all’interno del proprio contesto competitivo di riferimento.
Considerando quindi l’adesione ad un BAN come un tentativo di cogliere opportunità sia a livello di capitale umano che sociale, è possibile formulare la prima ipotesi di ricerca.
H1: la performance delle imprese finanziate dai Business Angels è influenzata positivamente dall’adesione ad un BAN.
Come più volte affermato nel corso del presente lavoro, è comune ritenere che i Business Angels contribuiscano nelle società da essi finanziate non solo a livello monetario, ma anche in altri modi, come ad esempio l’affiancamento all’imprenditore e ai dirigenti aziendali, l’estensione delle opportunità di networking e di business, la messa a punto della governance e dei sistemi di controllo interno, mettendo a disposizione tutte le risorse acquisite anche grazie alle esperienze professionali passate. Uno studio di Bonnet e Wirtz (2013) e Goldfarb et. Al (2014) suggerisce che questo contributo non monetario sia guidato dalla somiglianza tra finanziatore e imprenditore nei tratti personali. Si ritiene, in tal senso, che il coinvolgimento dei Business Angels all’interno delle imprese finanziate generi risultati positivi. E’ stato riscontrato anche che vi è una relazione positiva tra i contributi non monetari apportati dagli Angels e le probabilità di ottenere successivi finanziamenti da venture capitalist. Tale effetto positivo può essere notato anche nel ritorno che i Business Angels hanno sul loro investimento al momento dell’uscita, in quanto anche grazie ad essi l’impresa aumenta di valore. Nonostante ciò, però, alcuni Business Angels preferiscono adottare un approccio diverso, che non prevede il loro coinvolgimento attivo nelle imprese finanziate: ciò, ovviamente, implica una partecipazione tacita alla vita e all’operatività dell’impresa, nonché una bassa quota
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di contributi non monetari. Ciò dovrebbe portare a concludere che tali comportamenti possono essere associati a prestazioni inferiori.
Ecco che, allora, può essere formulata la seconda ipotesi di ricerca.
H2: la performance delle imprese finanziate da Business Angels è influenzata positivamente dal coinvolgimento attivo degli stessi.
Un altro aspetto che si è scelto di analizzare è quello relativo al numero di imprese all’interno del portafoglio di investimenti dei Business Angels. Come affermato più volte nel corso del lavoro, gli investimenti da parte dei Business Angels comportano un rigido processo valutativo e decisionale, da svolgersi con la massima accuratezza a causa della scarsità di informazioni sulle imprese che necessitano di fondi. Lo svolgimento di queste procedure, quindi, potrebbe implicare un dispendio di tempo ed energia non indifferenti per gli investitori, anche nel caso in cui questi si rivolgano a professionisti, in quanto l’ultima decisione spetta in ogni caso a loro. Ecco che, in tal senso, la decisione di investire in più imprese potrebbe far si che il processo di analisi delle imprese da finanziare venga svolto in maniera meno scrupolosa, proprio a causa della molteplicità di aziende da valutare. Tra le diverse fasi del processo di investimento vi è, tra le altre cose, quella del monitoraggio e gestione dell’impresa, ossia quella durante la quale l’investitore dovrebbe apportare il proprio contributo non monetario. L’investitore dovrà quindi osservare l’andamento dell’impresa finanziata per poter contribuire alla soluzione di eventuali criticità e potrà capire se l’andamento è in linea con gli obbiettivi prefissati. Il monitoraggio e la partecipazione attiva all’interno dell’azienda permettono all’investitore di ridurre i rischi di asimmetria informativa e di comportamenti opportunistici, oltre a quelli connessi all’attività stessa.
La presenza dei Business Angels che monitorano l’impresa finanziata, in generale, porta quindi ad un aumento delle performance della stessa. Si è allora interessati a capire quale può essere l’effetto esercitato dalla presenza di più imprese all’interno del portafoglio investimenti sulle performance delle stesse.
Qualora l’investitore possedesse, nel suo portafoglio di investimenti, più imprese dovrebbe partecipare attivamente alle attività di tutte o delegare tale compito a professionisti di sua fiducia. Ciò che ci si chiede è quindi se il fatto di delegare il
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monitoraggio dell’impresa a soggetti terzi o il fatto di dover monitorare più imprese simultaneamente possa intaccare negativamente le performance delle imprese finanziate.
Ecco allora che si può giungere alla terza ipotesi di ricerca:
H3: le performance delle imprese finanziate dai Business Angels sono influenzate negativamente dal numero di imprese che questi detengono nel portafoglio investimenti.
L’ultimo aspetto che ci si propone di analizzare, strettamente collegato al precedente, è il numero di investimenti già effettuati dall’Angel Investor al momento della decisione di finanziare un’impresa. Come visto nel Capitolo 2, paragrafo 2.1.1, esistono diverse metodologie attraverso le quali distinguere i Business Angels. Una di queste fa proprio riferimento agli investimenti già operati dagli Angels al momento in cui decidono di finanziare una nuova azienda. In particolare, si distinguono Active Angels, che hanno già operato investimenti e che continuano a farlo, Latent Angels che hanno operato investimenti ma non negli ultimi tre anni e i Virgin Angels, che non hanno mai investito ma che hanno il desiderio di iniziare a farlo.
Il fatto che il Business Angel possa aver già effettuato degli investimenti in passato induce a pensare che egli abbia maturato una maggiore esperienza nel settore dell’angeling. Di conseguenza, con una maggiore esperienza di investimenti finanziari alle spalle, in aggiunta a quella lavorativa, ci si aspetta che sia in grado di scegliere le imprese con migliori margini di crescita futura. Così ragionando si è portati ad affermare che un maggior numero di investimenti effettuati dal Business Angel dovrebbe essere correlato a maggiori performance realizzate dall’impresa finanziata. D’altro canto, però, potrebbe essere anche che tutti gli investimenti passati dell’Angel non abbiano ottenuto i rendimenti attesi e, se così fosse, le performance sarebbero sicuramente negative.
Ecco che allora si può formulare la quarta e ultima ipotesi di ricerca.
H4: la performance delle imprese finanziate dai Business Angels è influenzata positivamente dal numero di investimenti effettuati dallo stesso.
88 3.2. METODOLOGIA E ANALISI DEI DATI