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a cura di mario baggio e maria cristina gatti

Nel documento View of Vol. 17 No. 1 (2009): Issue 1/2009 (pagine 194-198)

catherine Wearing, Wearing, Metaphor and the Natural Semantic Metalanguage, “Journal of pragma-tics”, xli, 2009, pp. 1017-1028.

l’articolo prende in esame l’approccio alla metafora sviluppato nell’ambito della cornice teorica del natural semantic metalanguage. all’interno di questa teoria si sostiene che la metafora sia parafrasabile e che il suo uso sia spiegabile attraverso lo strumento dei cultural scripts. l’autrice dell’articolo mette in discussio-ne queste affermazioni, sostediscussio-nendo che la possi-bilità di parafrasare le metafore ha dato risultati deludenti. dimostra inoltre che i cultural scripts non sono sufficienti a spiegare il funzionamen-to delle metafore e che dovrebbero essere quin-di integrati da altri modelli o metoquin-di quin-di analisi per poter fornire spiegazioni adeguate.

Sarah Bigi Kasper boye – peter harder, Evidential-ity. Linguistic categories and grammaticaliza-tion, “functions of language”, xvi, 2009, 1, pp. 9- 43.

l’articolo affronta due problemi teorici stretta-mente connessi: cosa sia una categoria lingui-stica e cosa significa attribuire a un elemento linguistico status grammaticale o lessicale. i due problemi sono discussi in riferimento alla cate-goria dell’evidenzialità. gli autori cercano di dimostrare gli svantaggi di definire l’evidenzia-lità come un fenomeno unicamente semantico o grammaticale, sostenendo l’opportunità di classificarla come un ambito di tipo concettua-le-funzionale.

a partire da questa discussione viene anche ripresa la distinzione tra livello lessicale e livello grammaticale, quest’ultimo normalmente inter-pretato come portatore di informazioni secon-darie. gli autori sostengono che un approccio funzionale permetterebbe di interpretare le ca-tegorie linguistiche in maniera coerente e non ambigua.

Sarah Bigi

barend van heusden, Semiotic cognition and the logic of culture, “pragmatics and cognition”, xvii, 2009, 3, pp. 611-627.

l’articolo discute il ruolo dei sistemi semiotici nello sviluppo delle capacità cognitive umane. la capacità cognitiva semiotica si sviluppa a par-tire dall’uso di segni. i segni sono interpretabili come una specifica organizzazione del processo cognitivo e dunque la capacità cognitiva che si fonda sui segni è di tipo del tutto particolare. l’autore sostiene che, una volta a disposizione degli esseri umani, i sistemi semiotici hanno creato le premesse per un’evoluzione non stret-tamente darwiniana, ma che ha seguito una sua propria logica, quella, appunto, semiotica. a partire da questi presupposti, l’articolo indaga la logica dell’evoluzione culturale.

Sarah Bigi giovanni adamo – valeria della valle, Le pa-role del lessico italiano, carocci, roma 2008, pp. 112.

giovanni adamo e valeria della valle illustra-no, in un agile volumetto, i diversi aspetti del lessico della lingua italiana, fornendo una trat-tazione dei principali temi connessi allo studio e al dominio delle parole italiane.

dopo aver tratteggiato il quadro dell’evolu-zione storica del lessico italiano, gli autori de-dicano il primo capitolo alla presentazione del-le tipologie di repertori del-lessicografici esistenti (dizionari dell’uso, dizionari bilingui, storici, enciclopedici, etimologici, dialettali, ecc.).

nel capitolo 2 vengono analizzati i processi di formazione delle parole, mentre il capitolo 3 prende in esame le unità lessicali dal punto di vista semantico, considerando in particolare le relazioni tra i significanti e tra i significati delle parole.

nel capitolo 4 vengono illustrate le diverse componenti che hanno arricchito il lessico del-l’italiano nel corso del tempo, come i

dialetta-lismi, i gergalismi e i forestierismi, per passare poi ad esaminare gli usi settoriali (capitolo 5) e le formazioni neologiche (capitolo 6). chiude il volume una selezione di riferimenti bibliogra-fici utili per approfondire i diversi argomenti trattati.

Silvia Gilardoni douglas Walton, Dialectical Shifts Underlying Arguments from Consequences, “informal log-ic”, 29, 1, 2009, pp. 54-83.

l’argomento per conseguenze è un tipo di ra-gionamento argomentativo usato molto spesso in alcuni tipi di contesti dialogici finalizzati a stabilire la ragionevolezza di una decisione. la struttura di questo schema argomentativo, o modello inferenziale, può essere rappresentato come “se si compie l’azione A, la situazione B si realizza. dal momento che B è positiva, è consi-gliabile compiere A”. come l’autore sottolinea, questo ragionamento è accettabile in un conte-sto di decision making, ma è fallace se applicato ad un dialogo persuasivo in cui la finalità non è stabilire se un’azione sia desiderabile oppure no, ma se una tesi sia plausibile oppure inaccet-tabile. Walton spiega questa differenza con un esempio di ragionamento manipolatorio, in cui la legittimità della guerra degli stati uniti con-tro il messico del 1848 è giustificata dal fatto che posizioni contrarie non sarebbero patriot-tiche. in questo caso, come spiega l’autore, la plausibilità della conclusione non è valutata, mentre è la desiderabilità della decisione ad assumere o meno una determinata posizione a suo riguardo ad essere considerata. nell’articolo il confine tra l’uso ragionevole e quello manipo-latorio dell’argomento per conseguenze è ana-lizzato per mezzo di due parametri: le condizio-ni di applicazione dello schema argomentativo ed il contesto dialogico. in particolare l’autore evidenzia come il passaggio da un tipo di dialo-go all’altro spesso comporti un uso non corret-to di un argument scheme e quindi provochi il rischio di fallacia.

Fabrizio Macagno

francisca snoeck henkemans, Manoeuvring Strategically with praeteritio, “argumentation”, 23, 2009, pp. 339-350.

l’articolo esamina come la strategia retorica e stilistica della praeteritio, cioè la dichiarazione di voler omettere o non dire ciò che in realtà si afferma, sia usata in discorsi argomentati-vi. dopo aver analizzato la preterizione da un punto di vista pragmatico come infrazione alle condizioni preparatorie o alla condizione di sincerità dell’atto linguistico di asserzione, l’au-trice ne mostra la funzione argomentativa nella critical discussion, individuando come essa operi ai diversi livelli della fase di confronto delle tesi, di inizio della discussione, di argomentazione e di conclusione. in ogni stage questo strumen-to restrumen-torico ha un particolare effetstrumen-to dialogico, come per esempio presentare il proprio punto di vista o criticare quello contrario, presupporre l’accettazione di una proposizione non condivi-sa, rafforzare un argomento o evitare di accet-tare lo standpoint dell’interlocutore. ad ogni livello l’autrice mostra come la prateritio possa intervenire per realizzare una particolare fina-lità retorica forzando senza violare le differenti regole che stabiliscono la ragionevolezza della discussione.

Fabrizio Macagno michael leff, Perelman, ad hominem Argu-ment, and Rhetorical Ethos, “argumentation”, 23, 2009, pp. 301-311.

l’articolo presenta uno degli aspetti più im-portanti ed innovativi della nuova retorica di perelman, cioè l’enfatizzazione del ruolo delle persone in argomentazione, per mostrare al-cune debolezze di questo approccio retorico alla dialettica. l’autore mostra come, in con-flitto con il paradigma razionalista che voleva escludere il pathos e l’ethos, cioè i fattori “uma-ni”, dal ragionamento naturale considerandoli semplicemente irrilevanti, perelman abbia sot-tolineato come l’argomentazione avvenga tra persone e come la relazione tra il parlante ed il discorso sia inevitabilmente essenziale. tut-tavia leff nota come l’approccio teorico di pe-relman non sia stato poi applicato ad un’analisi profonda della fallacia ad hominem. dopo aver confrontato come le differenti teorie

contem-poranee abbiano affrontato e spiegato questa tecnica manipolatoria, l’articolo esamina il ruo-lo dell’ethos nel testo di W.e.b. du bois Of Mr. Booker T. Washington and Others. esaminando i risultati di questa analisi, l’autore evidenzia una contraddizione tra il progetto di perelman di studiare l’argomentazione contestualizzata e la sua teoria retorica ancorata ad una metodo-logia dialettica finalizzata alla classificazione di tecniche argomentative decontestualizzate ed astratte.

rassegna di glottodidattica

Nel documento View of Vol. 17 No. 1 (2009): Issue 1/2009 (pagine 194-198)

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