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A misura che siffatti fiori si sviluppano da nodo

Nel documento METAMORFOSI D E L L E P I A N T E, (pagine 55-62)

a nodo, possiamo notare quel cambiamento nelle fo.

glie dello stelo che già osservammo nel lento pas saggio allo stato di calice. Esse ristringonsi ognor più le une contro le altre, e finiscono collo scomparire quasi del tutto. Scostandosi allora più o meno dalla apparenza di foglie, assumono il nome di Brattee. Nella stessa proporzione lo stelo si assottiglia, i nodi si ap prossimano, e tutti i sopravvertiti fenomeni si com piono; solo che alla estremità dello stelo non avviene une decisa infiorazione, perchè la natura ha già usato de' suoi diritti da una gemma all'altra.

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Ora che abbiamo osservato ad ogni modo uno ste lo provveduto del suo fiore, potremo formarci un i dea chiara dell'infiorazione comune, soprattutto tenendo presente quanto abbiamo già detto rapporto alla for

mazione del calice.

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La natura forma un calice comune di più foglie,

che serra una all'altra, e riunisce intorno ad un solo asse; con questa stessa forza di vegetazione essa svi luppa uno stelo di lunghezza indefinita, con tutte le

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sue gemme in istato di fiori, nello stesso tempo, nella massima possibile prossimità tra loro, ed allora ogni fiorellino feconda il ricettacolo del seme, che già gli si trova preparato di sotto. Le foglie dei nodi non sempre scompaiono in questa straordinaria contrazione; nei Cardi la fogliuzza accompagna fedelmente il fiorellino, che si sviluppa dalle gemme. Si confronti con questo paragrafo la forma del Dipsacus laciniatus. In molte Graminee ogni fiore è accompagnato da una simile fo.

gliuzza, che allora chiamasi gluma.

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Per tal maniera ci apparirà evidente, come tutti i semi sviluppati in una comune infiorazione altro non siano che gemme sviluppate e perfezionate dall'azione dei due sessi. Fissata bene una volta questa idea, e confrontate sotto un tal punto di vista parecchie piante, e la loro vegetazione e fruttificazione, l'osservazione ce ne verrà sempre più accertando.

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Così non ci riescirà neppure difficile di spiegare la fruttificazione dei semi coperti o nudi, che si produ cono nel centro di un fiore isolato, e che spesso tro vansi riuniti intorno ad un asse comune; poichè è affatto indifferente che un sol fiore contenga un nu mero di semi, e che i pistilli cresciuti insieme suc chino dalle antere del fiore i sughi generatori per tras metterli ai semi; oppure che ciascun seme abbia il suo proprio pistillo, le proprie antere ed i propri petali.

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Noi riteniamo che con un po' d'esercizio non sia

difficile di trovare così la spiegazione delle varie for me dei fiori e dei frutti; solo converrà poter usare

dei principi già sopra esposti sulla espansione e sulla

contrazione, sul ristringimento e sulla anastomosi, come

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se fossero formole algebriche, e saperli applicare a proposito. Siccome per ciò fare importa moltissimo di conoscere esattamente e paragonare l'un coll'altro i diversi gradi che la natura percorre tanto nella forma zione dei generi, delle specie, delle varietà, quanto nel l'incremento di ciascuna pianta individualmente, così una collezione di tavole coordinate a questo intento, ed una applicazione della terminologia botanica alle diverse parti della pianta unicamente a quest'uopo, sarebbe dilettevole e non senza profitto. Due esempi di fiori proliferi, i quali si adattano assai bene alla teoria testè esposta, dovranno apparire decisivi.

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L'esempio di una rosa prolifera ci rende sensibile tutto quello che finora abbiamo cercato di concepire soltanto colla immaginazione e colla intelligenza. Il calice e la corolla sono disposti e sviluppati intorno all'asse, solo che, laddove il ricettacolo dei semi dovrebbe essere

contratto nel centro e gli organi sessuali disposti in torno al medesimo, vedesi invece di nuovo un peduncolo metà rossiccio, metà verdastro sorgere in altezza, e

svilupparsi successivamente intorno a lui dei petali più piccoli, ripiegati sopra sè stessi, d'un rosso cupo, al cuni dei quali portano delle traccie di antere. Lo stelo continua a crescere ; già vi si scorgono intorno altre spine; i petali isolati e colorati che susseguono, diven tano più piccoli, ed in ultimo trapassano sotto i nostri occhi allo stato di foglie di una tinta mezzo rossa e mezzo verde; si vien formando finalmente una serie di nodi regolari, dalle gemme dei quali compariscono nuo vamente dei piccoli bottoni di rosa, però imperfetti.

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Questo esempio ci somministra ancora una prova evidente di quanto già asserimmo : che cioè tutti i calici non sono altro che foglie florali aderenti alla loro periferia. Qui infatti il calice regolare formato in torno all'asse consiste in cinque foglie perfettamente sviluppate, addoppiate di altre tre o cinque fogliuzze, quali gli steli delle rose sogliono produrre ai loro

nodi.

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Dopo studiato questo fenomeno, un altro ce ne ap parirà forse ancor più notabile nei garofani proli feri. Qui vediamo un fiore perfetto col suo calice con tenente una corolla doppia, e nel suo centro un ri cettacolo di semi, se non compiutamente sviluppato, però abbastanza pronunciato. Dai lati della corolla si sviluppano quattro nuovi fiori perfetti, che sono se parati dal fiore-madre per mezzo di peduncoli di tre o più nodi , essi pure hanno dei calici, essi pure sono doppi, e non tanto per ragione di foglie isolate, come per ragione di corolle fogliacee, le cui unghie sono aderenti fra loro, e soprattutto per mezzo di petali tra loro aderenti a guisa di ramoscelli , e sviluppati intorno ad un peduncolo. Malgrado questo singolare sviluppo, in alcuni si riconoscono ancora i pistilli e le antere. Le capsule cogli stili sono visibili, e i ricetta coli dei semi si espandono nuovamente in foglie; anzi in taluni di questi fiori gli arilli furono perfino trovati riuniti in un calice perfetto, e contenenti in sè tutte le condizioni necessarie per produrre un nuovo fiore doppio compiuto.

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Se abbiamo veduto nella rosa uno stato di infiora

zione soltanto semi-determinato, dal cui centro è ger minato un nuovo stelo, e intorno ad esso nuove fo glie, ora troviamo in questo garofano con un calice com

piutamente formato e con una corolla perfetta delle gem

me che si sviluppano dallo stesso circolo dei petali sul ricettacolo precisamente centrale della fruttificazione, e che producono veri steli coi loro fiori. Così questi due esempi ci mostrano che la natura chiude ordinaria mente col fiore la vegetazione, ed arresta la possibilità di uno sviluppo progressivo all'infinito, per arrivare più presto alla sua meta colla formazione dei semi.

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