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Il ruolo del consumatore di un bene/servizio sta assumendo sempre maggiore rilevanza in tutte le tipologie di strategie delle imprese sia pubbliche che private e la centralità del fruitore ha iniziato ad essere presa in considerazione anche nelle iniziative di valorizzazione del patrimonio culturale.

Il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”41 definisce la valorizzazione come l'insieme

delle attività che hanno come scopo la promozione della conoscenza del patrimonio culturale e il miglioramento delle condizioni sulla fruizione e sull'utilizzo pubblico del patrimonio; quindi l'accessibilità risulta essere un requisito fondamentale per la valorizzazione del patrimonio culturale.

L'accessibilità culturale è un concetto molto ampio che non va ridotto esclusivamente a quello di accessibilità fisica.

Infatti l'accessibilità fisica è solamente il primo passo da compiere per consentire la fruizione del patrimonio culturale a tutte le tipologie di utenti, ma, come vedremo successivamente, non è il solo.

Negli ultimi anni il tema dell'abbattimento delle barriere architettoniche è stato uno degli interventi più rilevanti messi a frutto dal Mibact; sono state infatti pubblicate “le linee guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale”. Il termine barriere architettoniche non deve essere frainteso in quanto non si limita ad indicare

esclusivamente l'ostacolo fisico, ma un ostacolo in termini generali per chiunque, ovvero tutti i potenziali fruitori di un bene.

Oggi non è più sufficiente limitarsi ad esporre il bene culturale, ma bisogna anche impegnarsi a comunicare adeguatamente, identificare e soddisfare i bisogni espressi dagli utenti ed essere al loro servizio soprattutto in caso di esigenze specifiche.

Per questa ragione è stato approvato dall'Amministrazione dei Beni Culturali il progetto “A.D. Arte – L'informazione. Un sistema informativo per la qualità della fruizione del patrimonio culturale da parte di persone con esigenze specifiche”42; questo progetto è stato avviato nel

2010 dal Servizio I della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale con l'obiettivo di realizzare un sistema di rilevazione e analisi delle condizioni di accessibilità di 848 siti culturali statali che consenta di riportare sul sito istituzionale del Mibact le informazioni in modo affidabile e rendendole disponibili al pubblico.

Il target a cui si rivolge, ovvero le persone con esigenze specifiche, comprende numerose categorie di utenti che spesso non programmano visite al patrimonio culturale poiché non dispongono di informazioni affidabili sull'accessibilità di servizi e strutture.

2.4.1. Musei accessibili caso: Museo tattile di pittura antica e moderna “Anteros”

Se da un lato i principali musei presenti nel nostro Paese offrono spazi accessibili in termini di eliminazione delle barriere architettoniche, dall'altro la situazione inerente la fruibilità delle raccolte presenti al loro interno non appare purtroppo ancora molto positiva.

Non sono molte, infatti, le strutture che offrono prodotti in grado di soddisfare le esigenze dei turisti con bisogni speciali, come ad esempio audio-guide, video-guide, visite in LIS, percorsi tattili, didascalie in braille, pannelli con riproduzione delle opere in rilievi, etc.

Risulta carente anche l'offerta di intrattenimento pensata per il pubblico dei più piccoli e dei ragazzi che non vengono sufficientemente stimolati a visitare i musei.

Uno dei musei italiani che si stacca da quanto appena detto, poiché l'ha messo in pratica, è il Museo Tattile di pittura antica e moderna “Anteros”.

Il museo “Anteros” è stato fondato a Bologna nel 1999 e ha sede presso l'Istituto dei Ciechi

“Francesco Cavazza” .

Nasce in seguito ad una ricerca sull'accessibilità alla pittura da parte delle persone con deficit visivi e si pone come obiettivo quello di diventare un manuale tattile funzionale alla conoscenza del significato estetico e storico della pittura.

All'interno della struttura sono custodite ed esposte al pubblico traduzioni in formato tridimensionale di celebri dipinti appartenenti alla storia dell'arte di tutti i tempi e rappresentativi delle età comprese tra classicità e contemporaneità; esse sono state progettate e realizzate da un'equipe di esperti dell'Associazione scuola di scultura applicata di Bologna. La traduzione della pittura in bassorilievo ha permesso alle persone minorate della vista di raggiungere una maggiore e più approfondita conoscenza delle opere d'arte che prima venivano descritte verbalmente con il supporto di di disegni a rilievo.

L'ideatore delle traduzioni tridimensionale dei dipinti custoditi nel museo è Paolo Gualandi ed egli descrive il processo di creazione delle opere nel seguente modo:

la tecnica di realizzazione richiede che dapprima si decida in quale dimensione realizzare il bassorilievo: in scala reale, maggiore o minore rispetto all’originale. Segue la preparazione del prototipo, in argilla, sul quale si traccerà dapprima il disegno e si opererà nella modellazione della creta per una progressiva costruzione dei volumi. La costruzione del prototipo è artigianale e impone uno studio dei valori stilistici, formali e spaziali dell’opera esaminata. È necessario valutare il grado di leggibilità del rilievo nel rispetto delle soglie tattili tollerabili. Per questo il grado di plasticità del rilievo dipende dall’interpretazione delle qualità estetiche dell’opera tradotta e dalle esigenze di leggibilità.43

Dopo aver realizzato il prototipo si procede con la realizzazione dello stampo in gomma siliconata dal quale si ricaveranno le copie del bassorilievo in resina o in gesso.

Una delle opere esposte nel museo è “San Giorgio che combatte il drago”; qui di seguito si possono vedere le immagini del celebre dipinto della prima metà del Trecento realizzato da Vitale da Bologna (Figura 3) e della sua rappresentazione tridimensionale realizzata in scala reale situata all'interno della struttura (Figura 4).

Figura 4 Figura 5

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