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ACCIAIERIE TERNI: “LA CRIMINALITÀ AN- AN-CORA IMPERVERSA CONTRO TK-AST” -

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 32-35)

NO-TA DI LIBERATI (M5S)

Andrea Liberati, capogruppo M5S all'Assemblea legislativa, avanza il dubbio che “la vertenza Ast del 2014 sia stata cagionata più dalla vasta cor-ruzione in seno alla TK di Terni che da reali con-tingenze di mercato”. Liberati, facendo riferimen-to all'inchiesta giudiziaria in corso, annuncia che verranno coinvolte “le Commissioni antimafia nazionale e regionale, oltre quella parlamentare sul ciclo dei rifiuti”.

Perugia, 26 luglio 2016 - “Il Movimento 5 Stelle non attenderà altre drammatiche vertenze per denunciare il marciume insediato in quello Stato nello Stato che è la TK-AST: l’ipotizzabile perva-siva presenza della criminalità organizzata anche a Terni e, in particolare, contro questa grande realtà produttiva internazionale, si traduce infatti in un attacco senza precedenti alla sicurezza dell’intera società umbra, con rischi per la salute dei dipendenti TK e dei residenti, nonché per la sopravvivenza della stessa impresa. Un attacco tanto spudorato da poter esser finalmente sco-perto”. Lo afferma Andrea Liberati, capogruppo M5S all'Assemblea legislativa, annunciando che verranno coinvolte “le Commissioni antimafia nazionale e regionale, oltre quella parlamentare sul ciclo dei rifiuti. Metteremo in campo ogni ini-ziativa per ricacciare nell'angolo questi vigliac-chi”.

Liberati produce immagini degli stabilimenti da cui emergerebbe che “dopo l’operazione giudizia-ria delle scorse settimane, dimostrano come ne-gli Stabilimenti un certo andazzo delittuoso (con-tro i lavoratori, con(con-tro l'impresa, con(con-tro la città) prosegue come se nulla fosse. Sta emergendo abbastanza materiale da indurci a credere che la vertenza AST del 2014 sia stata cagionata più

dalla vasta corruzione in seno alla TK di Terni che da reali contingenze di mercato. E’ bene che l’azienda e le forze politiche e sociali approfondi-scano al più presto un tema tanto cruciale, chia-rendo puntigliosamente il pesantissimo prezzo di tali fattispecie criminose”.

Andrea Liberati si chiede inoltre “se tra i rottami necessari alla produzione di acciaio fossero stati infilati per anni terra o cemento o altri 'materiali non rispondenti', come descritto da certe crona-che giudiziarie, quanti soldi reali avrebbe gettato fin qui l’acciaieria? E quanto altro inquinamento (inatteso, visti gli standard fusori) sarebbe stato generato, nemmeno catturato dai filtri, ammesso che poi tali dispositivi funzionino davvero? Quanti ulteriori ‘correttivi’ sarebbero stati poi necessari a produrre acciaio di alta qualità, con spese ag-giuntive e insostenibili?”.

Il consigliere di opposizione pone poi l'interroga-tivo di “quante ulteriori diossine e PCB sarebbero disperse nella Conca ternana se il minuscolo rot-tame di tornitura fosse spruzzato di olii, affinché, alla materia prima, si leghino scientemente gra-nuli di sabbia atti ad alterare la bilancia, fino al 30/40/50 percento della pesa? Ecco l’ultima tro-vata di certe canaglie, habitué di un’avidità cri-minale fino all’abiezione. Possibile che nessuno, tra coloro che contano, si accorga di alcunché?

Possibile che gli apicali di questa comunità e di questa regione non siano informati mai di nulla?

Oppure l’omertà è regola di vita per alcuni pro-tagonisti? E perché, di grazia? Provo imbarazzo e umano dispiacere per voi. Per chi vive nel buio e nella menzogna”.

“START-UP INNOVATIVE SENZA TASSE RE-GIONALI PER PREMIARE GLI IMPRENDITO-RI GENIALI” - LA SODDISFAZIONE DI SQUARTA (FDI) DOPO L'APPROVAZIONE UNANIME DEL SUO ORDINE DEL GIORNO Soddisfazione del capogruppo di Fratelli d'Italia, Marco Squarta, dopo l'approvazione all'unanimità del suo ordine del giorno relativo al rimborso dell'Irap per le start-up innovative: "Verranno premiati – spiega Squarta - gli imprenditori ge-niali, i quali vedranno ridotta la pressione fiscale sulle loro idee”.

Perugia, 27 luglio 2016 - “In tempi di crisi è im-portante che vengano adottate politiche per fa-vorire i giovani. Su temi così importanti non de-vono esserci distinzioni politiche": è il commento del capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Mar-co Squarta, dopo l'approvazione in Aula all'una-nimità dell'ordine del giorno (di cui era prima primo firmatario) relativo al rimborso dell'Irap per le start-up innovative, che impegna la Giunta a "concedere un contributo per lo sviluppo dei processi innovativi rimborsando l'Irap per il bien-nio 2016-2017 alle aziende umbre".

"Verranno premiati – spiega Squarta - gli im-prenditori geniali, i quali vedranno ridotta la pressione fiscale sulle loro idee. In questa ma-niera nasceranno nuovi progetti nella nostra

re-gione. Ce n'è bisogno perché nella classifica na-zionale siamo al quartultimo posto, solo l'1,48 per cento delle start-up italiane sono 'made in Umbria'. L'abbattimento dell'Irap è un ottimo incentivo per rilanciare la new-economy. La mia proposta, arrivata dopo un'attenta analisi della manovra di assestamento del bilancio regionale, è un segnale importante per sostenere le start-up e offrire benefici agli imprenditori geniali che finora hanno lasciato nel cassetto idee valide.

L'obiettivo – conclude - è quello di far crescere l'economia umbra per renderla competitiva e aumentare quella ridicola percentuale dell'1,48 per cento".

“LA SVENDITA DELL’ITALIA CONTINUA. LA ESKIGEL, GRUPPO PAI/NESTLE’, GUADA-GNA MILIONI, MA ORA PRETENDE PURE CHE IL COSTO DEI DIPENDENTI, SOTTOPA-GATI, PESI SULLO STATO” - NOTA DI LIBE-RATI (M5S)

Il capogruppo regionale del M5S, Andrea Libera-ti, punta il dito contro la Eskigel, società del gruppo multinazionale Pai/Nestlè, che sarebbe in procinto di ricorrere all'utilizzo degli ammortizza-tori sociali: “la Cig per i lavoraammortizza-tori fissi – spiega Liberati -; la famigerata Naspi per quelli stagio-nali che ne avessero eventualmente diritto. Per gli indeterminati-esternalizzati Ranstad si ricorre-rà a un fondo di tesoreria da 750 lordi”. Liberati denuncia “l'ulteriore regressione dei diritti dei lavoratori” e accusa la Giunta regionale di “non tutelare a sufficienza i cittadini”.

Perugia, 29 luglio 2016 - “A brevissimo la Eskigel ricorrerà agli ammortizzatori sociali: la Cig per i lavoratori fissi; la famigerata Naspi per quelli stagionali che ne avessero eventualmente diritto.

Per gli indeterminati-esternalizzati Ranstad si ricorrerà a un fondo di tesoreria da 750 lordi. Mi chiedo se sia tutto normale o se siamo dinanzi al rischio di una truffa allo Stato”: l'interrogativo è sollevato dal capogruppo del Movimento 5 stelle dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Andrea Liberati, che accusa la Giunta regionale di “non tutelare a sufficienza i cittadini sui quali – secon-do Liberati – ricadranno i costi per il personale dell'azienda”.

“Era una domenica di gennaio – ricorda Liberati - quando i portavoce umbri del M5S si incatenaro-no davanti all'azienda Eskigel per denunciare il comportamento antiumano della multinazionale ora franco-svizzera Pai/Nestlè. Eskigel è di fatto il simbolo del nuovo caporalato legalizzato, con il giochino dell'esternalizzazione a cooperative che assumono stagionalmente a 2/3 euro l'ora di-pendenti che, in precedenza, percepivano un salario assai maggiore. Denunciammo altresì l'indifferenza della politica, che alimenta la spe-culazione forsennata delle multinazionali sulla pelle dei lavoratori: si pensi a quel che, con Ne-stlé, è già accaduto per la Perugina, depauperata di uomini, mezzi e prodotti”.

“Allo stesso modo – prosegue - denunciamo oggi l'ulteriore regressione dei diritti dei lavoratori, mentre la medesima multinazionale non sembra avere limiti, con un contegno indecente, ma ac-cettato con estrema benevolenza da chi dovreb-be tutelare i propri cittadini e i propri territori.

Frattanto Eskigel, nell'indifferenza generale, per-severa e perfino peggiora le sue condotte. Si assumono nuove persone ancor prima che si sia formalizzato il contratto; a volte, alle lavoratrici non si consentono nemmeno le pause di legge.

Perché il sindacato non avvia una sacrosanta vertenza? Perché l’azienda intende far pesare su tutti noi il costo di ammortizzatori sociali non dovuti, viste le floride condizioni dell’impresa medesima? Ricordiamo che, con le gestioni pas-sate, nessuno vi ha mai fatto ricorso. E’ indecen-te la preindecen-tesa di far pagare i dipendenti allo Stato:

non c’è alcuna moralità in tutto questo. E’ solo un abuso del diritto da parte dell’ennesima mul-tinazionale senza regole”.

“E' pur vero – conclude Liberati - che i vertici di questa Regione sono strettamente asserviti alle multinazionali e legati a coop che hanno imbri-gliato l'economia dell’Umbria, ma è possibile che lor signori non sentano mai l'esigenza etica di tutelare chi, per poche centinaia di euro, è con-dannato a sopravvivere, restando sempre indie-tro?”.

“RENZI, LA ROCCHETTA E I MESSAGGI O-BLIQUI ALLA LIBERA MAGISTRATURA” - LIBERATI (M5S): “DIMENTICATE LE AZIEN-DE STORICHE AZIEN-DEL TERRITORIO”

Il capogruppo del Movimento 5 stelle, Andrea Liberati, critica le dichiarazioni sulla Rocchetta rilasciate ieri in Umbria dal premier Matteo Renzi il quale, secondo Liberati, “se la prende con la burocrazia e con il Tribunale amministrativo re-gionale perché 'bloccano lo sviluppo”, mentre invece Rocchetta “ha avuto tutto: lavori eseguiti in spregio a norme edilizie e ambientali, sette anni di anticipo per la proroga della concessione, fino al 2040. E neanche una parola – sottolinea - sulle tante aziende del territorio in difficoltà”.

Perugia, 29 luglio 2016 - “Dobbiamo adoperarci per rimuovere ostacoli che, come un ricorso al Tar, bloccano lo sviluppo di un'azienda e quindi del Paese. Firmato: Matteo Renzi, in visita ieri alla Rocchetta di Gualdo Tadino. È normale che un Primo ministro consideri ‘ostacolo’ un Tribuna-le?”: il capogruppo del Movimento 5 stelle del-l'Assemblea legislativa, Andrea Liberati, com-menta le dichiarazioni del premier dopo la visita di quest'ultimo in Umbria.

“C’è modo e modo per sviluppare un Paese. Non è ‘sviluppo’ - secondo Liberati - trasferire i diritti dei lavoratori in capo alla multinazionale di turno.

Né si può chiamare ‘sviluppo’ svendere il patri-monio ambientale e culturale di un territorio.

Matteo Renzi se l’è anche presa con la burocra-zia, colpevole di frenare l’economia. Chi non sa-rebbe d’accordo, in teoria? Su Rocchetta, però,

qualcuno deve averlo informato male: Rocchetta, dalla burocrazia, ha avuto tutto. Lavori eseguiti in spregio a norme edilizie e ambientali. Sette anni di anticipo per la proroga della concessione, fino al 2040. Un emungimento più che raddop-piato, rischiando di prosciugare le fonti locali. E questo mentre pendeva un ricorso giudiziario che ha poi stabilito come il Comune non fosse affatto titolare dei terreni: infatti, come farebbe uno per beni non suoi, il sindaco Presciutti non aveva certo lottato per aumentare i canoni concessori o per far convergere su Gualdo i relativi importi.

Frattanto il M5S scoprì che, in 15 anni, Gualdo aveva guadagnato dalla svendita dell’acqua ben 16.000 euro!”.

“Renzi – prosegue - oggi è preoccupato che l'iter giudiziario in atto blocchi l'assunzione di 20 per-sone. Nessuna preoccupazione, invece, per Mer-loni, che dai 1.200 dipendenti dei tempi d'oro, viaggia ormai attorno ai 300, peraltro operanti a singhiozzo. Nessuna attenzione per Tagina, fior fiore della ceramica, simbolo di Gualdo Tadino in tutto il mondo: da 600 dipendenti è scesa a 350 ed entro la fine dell'anno forse saranno ancor meno. Nessun grido di dolore per tante piccole aziende gualdesi in sofferenza, quelle che costi-tuiscono il tessuto economico, artigianale, com-merciale, sociale della comunità: dimenticate le aziende storiche, esaltate le multinazionali”.

“Il futuro – continua - è dunque Rocchetta, ideal-tipo PD: pochissime tasse pagate in Italia; decine di milioni in pubblicità per tutti; forti esternaliz-zazioni alle coop; pochissimi posti di lavoro in virtù all’alta automazione. La presenza di Renzi alla Rocchetta va inquadrata quale deminutio dei diritti dei cittadini, ma soprattutto come autenti-co messaggio trasversale alla libera Magistratura.

Come se non bastasse la politicizzazione del ptere giudiziario in Italia – conclude - si tenta o-bliquamente di forzare i giudici che rispondono

‘solo alla legge’, come da dettato costituzionale”.

PRIMA COMMISSIONE: “SPESE DI

Nel documento Affari Istituzionali (pagine 32-35)