Intervista ai docenti
L’inserimento di una nuova tecnologia in un contesto scolastico deve necessariamente prendere in considerazione l’accettazione della stessa da parte del corpo docenti. Questo perché qualunque innovazione calata dall’alto è destinata, se non a fallire, a ridurre forte-mente le proprie possibilità di successo e di integrazione nella didattica.
Al fine di comprendere l’accettazione e la successiva adozione delle stampanti 3D da parte delle docenti delle Scuole dell’Infanzia coinvolte nel Progetto, sono stati esaminati i principa-li modelprincipa-li di accettazione delle tecnologie, considerando quest’ultima in relazione ai fattori psicologici sottostanti ai comportamenti di utilizzo e successivamente di adozione (Rogers, 1962). Le teorie presenti in letteratura considerate sono molteplici: abbiamo deciso di rifar-ci alla Decomposed Theory of Planned Behaviour (DTPB) poiché tale approcrifar-cio considera una molteplicità di aspetti.La DTPB (Decomposed Theory of Planned Behaviour) riprende e amplia i contenuti della TRA (Theory of Reasoned Action) e della TPB (Theory of Planned Behavior).
Alla TRA va l’indiscusso merito di aver evidenziato come l’intenzione di comportamento e il comportamento corrispondente di un soggetto sono determinati dagli atteggiamenti verso uno specifico comportamento e dalle sue norme soggettive (Fishbein & Ajzen, 1975). I primi (cioè gli atteggiamenti) sono condizionati dalle credenze sulle conseguenze di un determina-to comportamendetermina-to, mentre le norme soggettive sono determinate dalle credenze inerenti le opinioni che le persone di riferimento hanno (ad esempio Dirigenti, colleghi e famiglie). In tale struttura la TPB (Theory of Planned Behavior) inserisce un altro elemento determinante:
“il controllo del comportamentale percepito”, ossia la percezione individuale della semplicità o della complessità di eseguire un determinato comportamento, che condiziona la nostra capacità di accettare il nuovo.
Tutti questi aspetti (cioè atteggiamenti, norme soggettive e controllo comportamentale per-cepito) vengono ripresi e ampliati dalla DTPB (Decomposed Theory of Planned Behaviour) che ne dettaglia ulteriori aspetti. Secondo tale visione la comprensione degli atteggiamenti trova spiegazione nella considerazione dell’utilità percepita, della facilità d’uso e dalla com-patibilità. L’influenza dei pari e l’influenza dei superiori, spiegano invece le norme soggettive, mentre infine il senso di autoefficacia e le condizioni facilitanti danno ragione del comporta-mento percepito. Date le molteplici interazioni «il comportacomporta-mento d’uso e le norme a esso soggiacenti possono essere compresi e indagati considerando le interazioni tra tutti i sud-detti elementi» (Messina et al., 2015, p68).
Certi che l’accettazione di una tecnologia complessa e innovativa come la stampante 3D all’interno della Scuola dell’Infanzia debba necessariamente coinvolgere un ampio numero di elementi tra loro interconnessi, sulla base della Decomposed Theory of Planned Behaviour
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sono stati ideati i quesiti di rilevazione presenti nelle interviste finalizzate a indagare l’accet-tazione delle tecnologie da parte delle insegnanti delle Scuole dell’Infanzia coinvolte nel progetto Costruire giocattoli con la stampante 3D.
4.4.1 Metodologia di investigazione
Al fine di indagare l’accettazione delle tecnologie da parte delle insegnanti aderenti al progetto di ricerca è stato deciso, come abbiamo già esplicitato nella definizione degli stru-menti, di pianificare una serie di interviste semi-strutturate “uno a uno”, con due insegnanti per ogni scuola coinvolta estratte casualmente, per un totale di sedici insegnanti (a eccezio-ne della scuola di Torino in cui partecipano solo due insegnanti).
Le docenti sono state avvisate della volontà di realizzare tale intervista tramite e-mail e sms pochi giorni prima dell’intervista stessa, senza fornire informazioni dettagliate sull’oggetto di nostro interesse. Tale strategia di “reclutamento” è stata scelta per evitare di ottenere rispo-ste preconfezionate e calibrate; la spontaneità è stato infatti un aspetto per noi importante
Grafico 1. Schematizzazione della teoria del comportamento pianificato (DTPB) Utilità
percepita
Atteggiamenti
Norme
soggettive Intenzioni di
comportamento
Controllo comportamento
percepito Influenza
pari/superiori Facilità d’uso
Autoefficacia Compatibilità
Condizioni
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Tabella 1. Elementi del modello DTPB e relative domande poste durante le interviste
nella raccolta delle informazioni.
Nella stesura della scaletta sono state utilizzate sia domande dirette che indirette (anche non riferite al soggetto) riprendendo, come ambiti di indagine, gli elementi individuati dalla Decomposed Theory of Planned Behaviour.
Ambiti di indagine (Elementi del DTPB) Contenuti delle Domande
Comportamento
Possibilità di coinvolgere tutta la classe
Facilità d’uso
Gli aspetti considerati maggior-mente difficili e quelli che più facili nell’utilizzare la stampante 3D nella scuola dell’infanzia
Compatibilità Compatibilità della stampante 3D con l’organizzazione degli spazi Norme soggettive Influenza dei pari
e influenza dei superiori
Accoglienza da parte dei colleghi e dai genitori dell’attività didattica con la stampante 3D
Gli ambiti in cui le insegnanti si sen-tivano maggiormente sicure delle loro competenze
Condizioni
facilitanti Come l’attività è stata inserita nella didattica.
Le insegnanti si sono dimostrate disponibili ed entusiaste di partecipare all’attività di ricerca, fornendo un proprio contributo così come avevano fatto nella definizione dei compiti e più in generale nell’evoluzione della stessa.
4.4.2 Le interviste alle docenti
La sezione Atteggiamenti è la prima che è stata considerata; il campione intervistato ha espresso aspettative positive rispetto all’utilità dello strumento, dettate non tanto dalla cono-scenza delle potenzialità della stampante 3D, in alcuni casi non ne avevano mai vista una, quan-to dalla considerazione dell’ente di ricerca che ha proposquan-to l’iniziativa e dall’immediaquan-to entusia-smo dimostrato dai bambini. Più di un insegnante si è detta “onorata” di poter partecipare ad un’iniziativa tanto innovativa, che le avrebbe consentito di partecipare attivamente all’evoluzione e allo sviluppo della Scuola dell’Infanzia, evidenziando tra l’altro come anche per i bambini più piccoli sia importante l’accostarsi e il lavorare con le nuove tecnologie. Le maggiori difficoltà ri-scontrate dalle docenti sono state segnalate come appartenenti alla sfera tecnica soprattutto in relazione alle sovrastrutture della scuola (in primis la carenza di connessione Internet
adegua-4 Il Pr ogetto di Ricer ca
ta); solo in un caso è stato registrato il cattivo funzionamento della stampante, aspetto per altro risolto in tempi brevi. L’impossibilità di interagire a livello privato con tale tecnologia ha rappre-sentato per alcune un primo elemento di perplessità, in quanto - come hanno affermato - molte delle conoscenze acquisite in campo tecnologico appartengono alla sfera “dell’autoformazione”, provando e riprovando a casa e facendosi aiutare da amici e parenti e ciò non poteva avvenire con la stampante 3D, sia perché era presente solo a scuola sia perché implica competenze di utilizzazione di limitata diffusione. L’efficacia del supporto tecnico offerto è stato unanimemente riconosciuto dalle insegnanti e ciò ha rappresentato un’importante rassicurazione. Per quanto concerne la compatibilità della stampante 3D con gli spazi, e le norme di sicurezza della Scuola dell’Infanzia, non è stata rilevata nessuna difficoltà sebbene siano state individuate soluzioni (connesse al collocamento) differenti. Sia nel caso in cui la stampante è stata lasciata all’interno della sezione sia nelle realtà in cui è stata portata nei luoghi preposti solo in occasione dell’at-tività, i bambini sono stati in grado di seguire le norme di utilizzo dettate dalle insegnanti. Tale aspetto era stato invece una fonte di preoccupazione dei ricercatori durante la fase di indivi-duazione delle stampanti maggiormente funzionali al contesto (ad esempio in relazione al filo caldo, alla trasparenza dello sportellino e così via). Anche per quanto riguarda la realizzabilità delle attività, la presenza costante della stampante nella sezione o l’inserimento sporadico della stessa non ha condotto a differenze rilevanti nella riuscita delle proposte didattiche. Per quanto riguarda l’area delle norme soggettive lo strumento è stato in parte ben accettato dai colleghi, come mezzo di innovazione didattica (e non di rado intravedendo una certa pubblicità per la scuola), sebbene con qualche perplessità perché considerato uno strumento lento rispetto allo svolgimento delle attività quotidiane e potenzialmente di impaccio.
Le famiglie invece hanno accolto con entusiasmo e stupore le innovazioni intravedendovi un importante cambiamento dell’offerta formativa. In tutte le scuole coinvolte le maestre hanno avuto cura di predisporre momenti di restituzione in cui alle famiglie sono stati fatti vedere i ma-teriali di documentazione (i video girati e le foto) e i compiti proposti. I genitori hanno in più occa-sioni richiesto informazioni su come i propri figli avevano familiarizzato con la nuova tecnologia.
Senza dubbio però i racconti entusiasti dei bambini ai loro genitori hanno funto da canali di co-municazione maggiormente efficaci (in alcuni casi i familiari hanno chiesto alle insegnanti conto sulla veridicità di quanto raccontato dai figli).
Il senso di autoefficacia dei docenti è risultato fortemente corroborato dall’utilizzo della stam-pante 3D, in relazione alla percezione che le maestre coinvolte hanno avuto della capacità del
“potercela fare” nonostante le difficoltà tecniche incontrate e l’impossibilità di confrontarsi con esperienze pregresse. In un caso le insegnanti sono state coinvolte nella docenza di alcuni corsi di formazione interni indirizzati ai colleghi della Scuola Primaria e della Scuola Secondaria. Ciò evidenzia in primo luogo una certa sicurezza nelle proprie capacità di utilizzo del mezzo per ciò che concerne la trasversalità di utilizzo della stampante 3D nei diversi livelli scolastici.
Sulla base delle interviste ma anche in relazione alle attività osservate in classe (sottolineiamo
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questo aspetto in quanto la padronanza dichiarata può non corrispondere ad un reale utilizzo) (Cavalli & Argentin, 2010), possiamo affermare che le insegnanti hanno evidenziato una buona padronanza nell’utilizzo della nuova tecnologia, su cui non avevano esperienze esterne al conte-sto scolastico. I livelli di padronanza tra le docenti sono evidentemente differenti ma tutte sono riuscite a portare a termine, senza eccessive difficoltà, i compiti assegnati. L’atteggiamento posi-tivo ed entusiasta ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale nello sviluppo delle abilità di utilizzo, così come il senso di autoefficacia: le insegnanti erano convinte circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le sequenze di azioni necessarie per produrre determinati risultati.
Senza dubbio la consapevolezza di poter contare su un supporto tecnico esterno ha ridotto gli stati d’ansia che talvolta accompagnano le docenti nell’accogliere le nuove tecnologie a scuola.
L’alto senso di autoefficacia è testimoniato anche dall’apertura a nuove idee di sviluppo nell’uti-lizzo della stampante 3D (evidenziate anche durante le analisi dei video come sopra esplicitato).
Il rinforzo e il supporto da parte dei Dirigenti e dei genitori ha inoltre rappresentato un valido elemento di conferma della bontà del proprio operato.
Un aspetto interessante può infine essere evidenziato in merito alle credenze. Secondo Ton-deur (2008), se i docenti attribuiscono valore ad un dispositivo sono più propensi a inserirlo fattivamente nelle pratiche d’aula. In questo caso un elemento importante è stato giocato dalla proposta di attività didattiche consuete, a livello contenutistico per le insegnanti della Scuola dell’Infanzia, a cui la stampante ha dato un valore aggiunto. Non vi è stato quindi uno stravolgi-mento contenutistico del proprio operato, quanto piuttosto l’opportunità di uno strustravolgi-mento di arricchimento (e semplificazione) dello stesso. La volontà di aderire per il terzo anno consecuti-vo alla sperimentazione rappresenta infine l’ultimo tassello che dà prova di come la stampante 3D possa trovare accoglienza nelle proposte didattiche della Scuola dell’Infanzia.