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I romanismi entrati nel dialetto ciacavo dovevano essere adattati anche a livello fonologico secondo il sistema vocalico e consonantico croato.

Il sistema vocalico ciacavo contiene cinque vocali: /a/, /e/, /i/, /o/, /u/, che possono essere sia accentate che non accentate. Per quanto riguarda le consonanti, nel sistema consonantico sono presenti 23 consonanti:

a) occlusive: /b/, /d/, /g/, /p/, /t/, /k/

b) fricative: /z/, /ž/, /s/, /š/, /h/, /f/

c) affricate: /c/, /č/, /ć/

d) sonanti: /m/, /n/, /ṅ/, /v/, /r/, /j/, /l/, /l'/ (Lukežić/Turk 1998: 94).

I maggiori cambiamenti sono visibili nell'elisione delle vocali /o/ ed /e/ alla fine dei nomi maschili. Sono presenti anche numerosi adattamenti delle parole per quanto riguarda il sistema consonantico.

Il sistema consonantico croato non conosce consonanti doppie e per questa ragione i lessemi provenienti dalle lingue straniere vengono di solito semplificati. Nel nostro caso, c'è da sottolineare che la maggior parte dei romanismi presenti nel corpus è stata presa proprio dal dialetto veneziano che già di suo utilizza le consonanti semplici: calzetta - calzeta > kalceta, camiciotto - camisoto > kamižot, canottiera - canotiera > kanotjera, cappotto - capoto >

kapot, colletto - coleto > kolet, spighetta - spigheta > špigeta, spazzola - spazeta > špaceta, tacco - taco > tak, braccialetto - brazaleto > bracolet, fiocco - fioco > fijok, fibbia - fibia >

fjuba, collana - colana > kolajna, cordella - cordela > kurdela, ombrella - ombrela >

lumbrela, bottone - boton > botun, velluto - veludo > velud, baffi - bafi > bafe.

Per quanto riguarda gli adattamenti morfologici e fonologici presenti nel corpus sono degni di nota i seguenti:

a. la caduta della vocale /o/ finale nei nomi maschili: kapot < ven. capoto, kolet

< ven. coleto, kamižot < ven. camisoto, kapuč < ven. capuzzo, trliš < ven.

tarliso, vištid < ven. vestido, tak < ven. taco, bracolet < ven. brazaleto, fijok <

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c. epentesi della /j/: biancaria - bjankarija, tacuin > takujin, pieta > pijeta, fioco

> fijok

d. a > o: brazaleto > bracolet

e. o > u: frontin > fruntin, cordela > kurdela, mostra > muštra, fodra > fudra, cotola > kotula, combine > kumbine, brocheta > brukva, scarpon > škarpuni f. e > i: pendon > pinduni, vestido > vištid

g. s > š: braghesse > brageše, elastico > laštika, lusiol > lušija, bustin > buštin, traversa > traverša, vesta > vešta, borsa > borša

h. s > ž: blusa > bluža, camisoto > kamižot, buseto > bužeta i. z > c: barbuz > barbuc, calzeta > kalceta6

j. z > č: capuzo > kapuč

k. c > ć: ocial > oćali, oceto > oćet

l. st, sk, sp > št, šk, šp: scapin > škapina, spigheta > špigeta, spazeta > špaceta, sustina > šuština

m. /z/- /Ʒ/ > /ž/: frangia, franza > franža n. /Ʒ/ > /j/: orologio, relogio > reloj o. -one > -un: bottone > botun

p. il gruppo consonantico –nt, risultante dall'omissione della vocale finale, viene risolto mediante l'epentesi della vocale mobile o secondaria /a/: punto > punat q. omissione della vocale da cui risulta il gruppo consonantico inesistente nel

sistema italiano/veneto frk, trl-: forcheta > frketa, tarliso > trliš

Le categorie grammaticali nelle quali troviamo il maggior numero dei romanismi tra i termini appartenenti al campo della moda sono i sostantivi, i verbi e gli aggettivi.

I romanismi del corpus raccolto sono adattati al sistema croato di Kornić anche per quanto riguarda la formazione delle parole. »Uno dei processi applicati sui lessemi è l'affissazione, ovvero il processo morfologico derivativo più esteso e più dinamico della formazione di

6 In caso delle parole barbuz e calzeta, il fonema /z / è lo stesso come nel dialetto ciacavo, la differenza si annota soltanto per quanto riguarda i grafemi.

35 parola. Nell'ambito dell'affissazione la derivazione con i suffissi è quella più diffusa. Dal punto di vista distribuzionale gli affissi possono essere divisi in prefissi, infissi e suffissi, a seconda che precedano la parola base, che si inseriscano all'interno della parola base o che la seguano« (Peša Matracki 2012: 96).

Tra i romanismi appartenenti alla terminologia analizzata ci sono vari esempi di derivazione.

È stato notato soltanto un esempio di prefissazione: za- nell'esempio di zakučit (da cucire). In questo esempio sono presenti sia il prefisso za- e sia il suffisso -it.

Un numero maggiore di esempi è stato notato nella suffissazione. Il suffisso è il morfema che segue la base della parola. Esistono due tipi di suffissi, quelli derivativi e quelli flessivi. Le differenze tra di essi sono molteplici. I suffissi flessivi hanno il significato fisso mentre i suffissi derivativi possono »mutare nel significato a seconda della base a cui si aggiungono, ma non possono assumere il significato lessicale (pieno) dato che servono soltanto a modificarlo. Non appaiono mai come forme libere o autonome« (Peša Matracki 2012: 97).

Inoltre, i suffissi derivativi possono cambiare la categoria lessicale, mentre quelli flessivi non possono farlo.

6.1. Nomi

Il maggior numero di prestiti riportati nel materiale raccolto riguarda i sostantivi. I suffissi nominali denominali trovati nel corpus sono tutti di provenienza croata (-ić, -an, -ica):

-ić (suffisso diminutivo): anjelić, merlić, botunić, facolić -ica (suffisso diminutivo): verica, kučica, medaljica -an: kučan

A differenza dei derivati botunić e facolić che hanno il significato diminutivo (differenti da botun e facol), merlić e verica sono formalmente diminutivi, ma i lessemi da cui sono derivati non esistono nella parlata di Kornić.

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6.2. Verbi

I verbi entrati nella parlata ciacava di Kornić hanno subito la transmorfemizzazione completa, ovvero i suffissi italiani –are, -ere, -ire (ven. -ar, -er, -ir) sono stati sostituiti per lo più con -it per i verbi in -ere e -ire e con -at per i verbi in -are:

-at: ricat (se), piturat (se), botunat, patinat, šaldat, šumprešat -it: zakučit

6.3. Aggettivi

Come abbiamo già notato, gli aggettivi in alcuni casi mantengono la forma italiana nel nominativo maschile singolare: es. bjondo. Bjondo può essere usato anche con l'elisione della vocale finale /o/: bjond. In altri casi trovati nel corpus si nota la derivazione con i suffissi croati per gli aggettivi:

-ast: rošast, ricast

-an(o): nagrišpan, rakamano -en(o): kafen

Spesso col valore aggettivale sono usate le locuzioni sostantivali composti dalla preposizione na e od + nome (f. cr. standard nabrana haljina – dial. di Kornić vešta na pijetice). Altri esempi sono vešta na kampanu, maja na rige, brageše od veluda, brageše od laštike, postole na puntu, sandale od šuvora.

6.4. Genere

I prestiti si adattano morfologicamente al genere secondo il fonema finale e vengono automaticamente classificati nel genere che seguiranno nella declinazione. Nella maggioranza dei sostantivi il genere è rimasto uguale a quello della lingua italiana. I sostantivi che terminano in -a conservano il genere femminile e vengono declinati come tali (Gačić 1979:

30-31):

bluža bluže bluži

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blužo bluži blužon

Altri esempi riguardanti il genere femminile sono: bjankarija, flajda, incerada, jaketa, kalceta, kotula, maja, kanotjera, roba, traverša, tuta, patina.

I sostantivi maschili delle lingue e dialetti romanzi vengono accettati nella lingua croata e nel dialetto ciacavo come sostantivi maschili grazie alla consonante finale (per lo più si tratta del caso della caduta delle /o/ ed /e/ finali) (Gačić 1979: 31): kamižot, kapuč, kolet, trliš, tak...

Pertanto questi sostantivi rientrano nel gruppo di quelli maschili che terminano in consonante (ad es. brak). Gli esempi di pl. tantum, che rimangono tali anche in croato, sono butande, brageše e oćali.

In alcuni esempi si può notare il cambiamento del genere e del numero rispetto a quello della lingua originale:

1) dal maschile al femminile:

scapin > škapina buseto > bužeta lusiol > lušija elastico > laštika

capotin > kapotina (con il cambiamento di significato: cappotto vecchio) bafi > bafe

2) uso della parola al plurale, in ven. può essere usato sia al sing. che al pl.

scarpon > škarpuni pendon > pinduni

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