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La somministrazione del test di produzione elicitata di frasi relative complesse ideato in occasione della tesi di laurea di Mulas (2000) è stata preceduta da un

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procedimento di adattamento e di modifiche apportate al test originale per adeguarlo al campione di soggetti partecipanti ai test di questo lavoro di tesi e alle ipotesi linguistiche che sono state formulate e confermate nel periodo successivo alla creazione del test originale nel 2000. Il test di produzione elicitata di frasi relative complesse ha lo scopo di indagare in questo progetto di tesi la competenza degli studenti nella produzione delle strutture complesse proposte sulla base dei dati ottenuti dalla somministrazione del test di ripetizione (riportati brevemente nell’introduzione a questo capitolo) e, in particolare, le strategie di risposta messe in atto dai tre gruppi di studenti (ND, DSA e B).

Come viene descritto nel capitolo primo di questa tesi, le frasi relative sono strutture complesse che, attraverso l’applicazione della regola del movimento sintattico, modificano un nominale (Cinque, 1988) stabilendo due tipi di relazioni tematiche all’interno e all’esterno della frase subordinata, la prima tra la testa della relativa e il verbo della frase principale, la seconda tra la testa della relativa e la sua posizione d’origine a cui è coindicizzata attraverso una catena a lunga distanza. Infatti l’elemento mosso lascia una traccia nella posizione interna al VP a cui rimane legato tramite la catena e si colloca in [spec/CP] assumendo il ruolo di testa della relativa.

Dati emersi dagli studi più recenti condotti nell’ambito della comprensione e produzione di frasi relative su diverse popolazioni (Adani et al., 2010; Friedmann et al., 2009) suggeriscono che il tratto di numero [+pl] possa essere un elemento che facilita la comprensione di frasi relative complesse. Lo studio di Friedmann, Belletti, Rizzi (2009) afferma che la difficoltà nell’interpretazione di frasi relative sull’oggetto risiede nella condivisione di tratti argomentali [+NP] tra l’interveniente e l’elemento mosso, nonché la sua traccia. Un sistema grammaticale non maturo, com’è quello dei bambini, non riesce a distinguere i tratti tra la testa della relativa e la restrizione lessicale, al contrario di un adulto. Inoltre un sistema linguistico immaturo o compromesso incorre, nell’estrazione dell’oggetto, in un carico computazionale del sistema di memoria che impedisce di portare a termine il processo. L’interpretazione corretta di RO aumenta nel caso in cui l’elemento mosso e la restrizione lessicale non condividono i tratti argomentali. Gli studi di Adani et al. (2010) dimostrano che la manipolazione dei tratti dei sintagmi nominali all’interno della frase può facilitare la comprensione di RO. Lo studio dimostra che le frasi relative sull’oggetto in cui i DP X, Y e Z non condividono gli stessi tratti sono comprese più facilmente perché non vi è nessun elemento che interviene sulla catena coindicizzata:

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(2) il leone che i coccodrilli stanno toccando <il leone> è seduto per terra [-pl] [+pl] [-pl]

(3) i coccodrilli che il leone sta toccando <i coccodrilli> sono seduti per terra

[+pl] [-pl] [+pl]

I tratti del plurale attivano la proiezione del numero nell’albero sintattico e rendono il DP più visibile, di conseguenza la comprensione della RO è facilitata. Questo fenomeno si presenta con maggior evidenza nelle RO (2) in cui il DP incassato ha il tratto [+pl]: secondo la teoria di Salvi e Vanelli (2004) la morfologia della terza persona plurale nei verbi è una forma marcata in italiano al contrario della terza persona singolare, in quanto si ottiene aggiungendo il morfema -no alla terza persona singolare.

Per questo motivo è stato deciso di manipolare la variabile del numero per ottenere delle frasi relative con Match di tratti al singolare ed evitare l’ancoraggio al tratto di numero; inoltre considerando che il genere maschile è il genere di default nella lingua italiana, è stato scelto di utilizzare esclusivamente DP al genere maschile per evitare che la presenza di entrambi i generi potesse influenzare l’esito della prova e portare a dei risultati non valutabili esaustivamente, in quanto la manipolazione di genere e numero comporterebbe l’aggiunta di molti item al test originale, con il conseguente e probabile affaticamento per i partecipanti.

Tutti gli stimoli sono stati creati sulla base degli item originali ma con l’obiettivo di ottenere frasi relative con Match di tratti SG_SG e masch_masch.

Nonostante il test originale abbia riservato agli adulti partecipanti la somministrazione di 7 stimoli, si è deciso di costruire l’adattamento mantenendo i 20 stimoli dedicati al gruppo di bambini, per avere più item a disposizione nell’indagine della produzione delle frasi relative.

Ognuno dei 20 stimoli consiste nella lettura da parte dell’autrice di questa tesi di un contesto pragmatico, così come propone il test originale, di cui viene riportato un esempio:

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“Ci sono due bambini. Entrambi stanno studiando. Uno dei due bambini si alza e inizia a saltare perché può andare a giocare. Cosa devi dire a Carolina se vuoi che lei tocchi questo bambino?”

Tutti i contesti pragmatici sono stati creati in modo da non contenere frasi relative, per evitare qualsiasi effetto di priming nei soggetti partecipanti al test.

Come si nota dall’esempio, si è deciso di mantenere la presenza del pupazzo Carolina, una marionetta a forma di civetta, anche per la somministrazione del test adattato, in modo tale che ogni individuo potesse rivolgerle il comando introdotto dalla forma imperativa “tocca”, che essa eseguiva per mano dell’autrice.

Figura 1 – Pupazzo Carolina, marionetta utilizzata durante la somministrazione del test

La produzione attesa come risposta alla domanda dello stimolo riportato qui sopra è una frase relativa sul soggetto:

TARGET: “Tocca il bambino che salta/sta saltando.”

Alcuni item originali sono stati completamente sostituiti con altri, inventati appositamente per questo adattamento con lo scopo di ottenere condizioni di match di tratti di genere e numero, cercando costantemente di creare un test più fedele possibile a quello di partenza.

Un altro motivo per cui è stato necessario modificare – e reinventare – gli stimoli è la creazione del power-point che rappresenta i diversi contesti pragmatici che sono stati di volta in volta letti ad alta voce dall’autrice.

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Seguendo l’impronta del test originale, si è ritenuto fondamentale utilizzare sostantivi e verbi conosciuti, frequenti, del vocabolario comune per evitare un’interferenza sull’esito della prova da parte della mancata conoscenza di alcuni vocaboli; questa decisione sembra essere la più adeguata anche nei confronti degli studenti bilingui.

Il power-point è stato pensato come una sorta di spettacolo teatrale, i personaggi entrano per recitare il proprio ruolo e poi escono dalla scena: allo stesso modo i personaggi di ogni evento compaiono sulla slide nel momento in cui sono richiamati dalla voce che legge. Inizialmente si è pensato di costruire ogni evento con fumetti e disegni, ma il power-point sarebbe risultato poco adatto ad un gruppo di soggetti adulti; si è deciso quindi di modificare le slide utilizzando delle fotografie e creando dei collage. È stata presa questa decisione, in quanto il test viene somministrato a studenti della scuola superiore e non a bambini, che potrebbero non sentirsi a proprio agio con fumetti e disegni.

Si ritiene interessante notare che le fotografie presenti in rete molto spesso riflettono la conoscenza del mondo: una frase come “il bambino che spinge il papà” (intesa come RS e non come ROp) risulta difficile da trovare sul web in quanto, secondo la nostra conoscenza del mondo, si verifica normalmente il contrario. Le fotografie a disposizione in rete hanno influenzato la strutturazione degli eventi da narrare.

Il power-point è composto da 36 diapositive: gli eventi di elicitazione di RS, RO, Relative con caso dativo e con PP sono descritti ciascuno attraverso due slide, come viene illustrato nelle pagine seguenti.

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Frase relativa sul soggetto:

Figura 2 – Slide Powerpoint di supporto al test di produzione e le frasi di riferimento pronunciate dall’autrice (target: RS)

Target: Tocca il bambino che salta/sta saltando.

Frase relativa sull’oggetto:

Figura 3 – Slide Powerpoint di supporto al test di produzione e le frasi di riferimento pronunciate dall’autrice (target: RO)

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Frase relativa obliqua al caso dativo:

Figura 4 – Slide Powerpoint di supporto al test di produzione e le frasi di riferimento pronunciate dall’autrice (target: Relativa obliqua dativa)

Target: Tocca il ragazzo a cui il caposquadra lancia la palla.

Frase relativa obliqua introdotta da preposizione:

Figura 5 – Slide Powerpoint di supporto al test di produzione e le frasi di riferimento pronunciate dall’autrice (target: Relativa obliqua locativa)

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I racconti, cioè i contesti pragmatici che hanno la funzione di elicitare le frasi relative genitive, sono, invece, descritte attraverso una sola slide, nella quale i partecipanti all’evento (siano essi animali o persone) compaiono sulla scena mano a mano che vengono introdotti dalla lettura del racconto:

Figura 6 – Slide Powerpoint di supporto al test di produzione e le frasi di riferimento pronunciate dall’autrice (target: Relativa obliqua genitiva)

Target: Tocca il papà il cui figlio gioca a calcio.

Nel caso specifico di questo esempio, i due papà compaiono per primi e poi i due bambini. La slide è costruita in modo da mostrare visibilmente la somiglianza tra i due padri e tra i due bambini, con l’unica sottile ma fondamentale differenza dell’immagine del pallone: infatti l’elicitazione di una frase relativa di questo tipo parte proprio da quella particolare differenza.

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