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Addestramento delle scimmie e compiti sperimentali

Nel documento ANNO ACCADEMICO 2007/2008 (pagine 31-35)

Durante un periodo di circa tre mesi, preliminare all’esperimento elettrofisiolo-gico, le due scimmie venivano condotte quotidianamente sulla sedia per primati ed abi-tuate a sedere in posizione confortevole ma in condizioni di parziale restrizione. Qui, ri-cevevano per l’intera durata del periodo di addestramento la loro razione giornaliera di cibi, liquidi e solidi. In questo modo, potevano abituarsi ad interagire direttamente con gli sperimentatori, afferrando il cibo che veniva loro offerto e ricevendo stimoli tattili e propriocettivi, e imparando così a prestare attenzione alle azioni eseguite intorno a loro dagli sperimentatori stessi.

Dopo un primo periodo variabile di abituazione alla situazione sperimentale, le scimmie sono state sottoposte all’addestramento vero e proprio nei due compiti motori sperimentali, il CmS e il CmC.

Un ulteriore compito sperimentale, che non ha richiesto alcun addestramento specifico degli animali consisteva nell’osservazione, da parte della scimmia, del compi-to semplice effettuacompi-to da uno sperimentacompi-tore (CvS).

2.1.1. Il compito motorio semplice (CmS)

Il CmS (vedi figura 2.1.A) richiedeva di afferrare un cubetto di cibo e compren-deva due condizioni. Nella Condizione 1, la scimmia portava alla bocca il cibo afferrato e lo mangiava; nella Condizione 2, il cibo afferrato veniva piazzato all’interno di un contenitore collocato lateralmente alla bocca dell’animale.

L’apparato utilizzato per il CmS era costituito da un tavolo in plexiglass quadra-to (laquadra-to 42 cm), fissaquadra-to alla sedia per primati. Un cilindro metallico (diametro 28 mm, altezza 25 mm) era fissato al tavolo sul piano sagittale della scimmia, a 16 cm dal corpo.

All’inizio di ciascuna prova, la scimmia doveva tenere con la mano il cilindro che fun-geva quindi da punto di partenza fisso. Un sottile schermo in plexiglass trasparente (40 x 23 cm) veniva interposto tra la posizione iniziale fissa della mano e il cibo da afferrare durante gli intervalli tra una prova e la successiva. Un contenitore in materiale plastico opaco (diametro interno 5 cm) era fissato al tavolo di plexiglass ad una distanza di 15 cm dal cilindro di partenza ed era provvisto di una fessura (larghezza e profondità 1cm) di lunghezza uguale al suo diametro interno, per l’alloggiamento del cubetto di cibo.

Questo dispositivo aveva la funzione di costringere la scimmia ad afferrare sempre il ci-bo mediante una presa di precisione (“presa a pinza”), implicante l’opposizione di polli-ce e indipolli-ce con la mano in posizione prona. Un secondo recipiente in plastica (diametro interno 5 cm, profondità 4 cm), era fissato 4 cm lateralmente alla bocca della scimmia, inclinato di quasi 90° in modo da agevolare al massimo per l’animale l’introduzione al suo interno del pezzetto di cibo quando era richiesto di “piazzarlo” (Condizione 2).

La scimmia era stata addestrata a tenere la mano sul cilindro di partenza mentre lo schermo trasparente era interposto fra il cilindro e il recipiente contenente il cubetto di cibo. Quando lo schermo veniva rimosso (segnale di partenza), la scimmia poteva raggiungere e afferrare il cibo per portarlo alla bocca e mangiarlo (Condizione 1), oppu-re per piazzarlo nel contenitooppu-re (Condizione 2). Normalmente, nella Condizione 2 la scimmia piazzava un cubetto di cibo identico a quello che mangiava durante l’esecuzione della Condizione 1: per ottenere questo risultato, all’inizio di ciascuna pro-va della Condizione 2 venipro-va presentato all’animale un pezzetto di cibo preferito che poteva essere ottenuto soltanto piazzando quello afferrato nel contenitore di fianco alla bocca. In alcuni casi, tuttavia, il cibo da piazzare veniva sostituito con un cubetto metal-lico.

2.1.2. Il compito motorio complesso (CmC)

Il CmC (vedi figura 2.1.B) era analogo al CmS e comprendeva le stesse due con-dizioni sperimentali, ma includeva un atto motorio di afferramento in più.

L’apparato utilizzato era lo stesso del CmS. La scimmia teneva la mano sul ci-lindro di partenza mentre lo schermo trasparente era interposto tra la posizione iniziale fissa della mano e il recipiente contenente il cibo. In questo caso però, dopo che il cibo era stato collocato nella fessura, il contenitore veniva chiuso con un coperchio mentre la

scimmia poteva osservare liberamente l’operazione attraverso lo schermo trasparente. Il coperchio era costituito da un disco di plastica opaco (diametro 4cm, spessore 1 cm) do-tato, sulla porzione superiore, di una fessura identica a quella presente all’interno del contenitore. Al centro di questa fessura era fissato un appiglio metallico sferico (diame-tro 1cm) che la scimmia doveva afferrare per rimuovere il coperchio. Tali accorgimenti avevano la funzione di costringere la scimmia ad effettuare sempre una identica presa di precisione (“presa a pinza”), in tutti gli atti motori della sequenza implicanti un afferra-mento.

Figura 2.1. I compiti motori semplice (A) e complesso (B).

La scimmia teneva la mano sul cilindro di partenza fino a quando lo schermo trasparente veniva rimosso (segnale di partenza), consentendole di raggiungere e

affer-rare l’appiglio sul coperchio, rimuoverlo, e quindi raggiungere e afferaffer-rare il cibo nel contenitore per portarlo alla bocca e mangiarlo (Condizione 1), oppure per piazzarlo nel recipiente collocato di fianco alla bocca (Condizione 2). Dopo l’afferramento e rimo-zione del coperchio, identica nelle due condizioni sperimentali, il compito proseguiva di fatto ricalcando esattamente la sequenza del CmS.

Procedura sperimentale per CmS e CmC

Le condizioni sperimentali 1 e 2 venivano acquisite in modo alternato (10 prove per condizione), registrando simultaneamente CmS e CmC. Tuttavia, se la scimmia to-glieva la mano dal punto di partenza prima dell’inizio della prova, commetteva errori nell’esecuzione delle condizioni sperimentali o compiva movimenti diversi da quelli per i quali era stata addestrata in precedenza, la prova in questione veniva scartata e ripetu-ta, e l’animale non riceveva il rinforzo. Le prove relative ai due compiti nelle due con-dizioni sperimentali risultano perciò acquisite in un ordine “pseudo-randomizzato”.

2.1.3. Il compito visivo semplice (CvS)

Nel CvS lo sperimentatore eseguiva, di fronte alla scimmia, la stessa sequenza di atti motori che la scimmia eseguiva nel CmS. L’apparato utilizzato per il compito consi-steva di un tavolo in plexiglass (40 x 50 cm) posizionato di fronte allo sperimentatore a 97 cm dalla scimmia. Una superficie metallica (5 x 6 cm) utilizzata come punto di par-tenza era localizzata all’estremità del piano vicina allo sperimentatore, sullo stesso asse sagittale passante per il cilindro di partenza della scimmia. Il bersaglio che lo sperimen-tatore afferrava nel corso delle prove previste dal compito era posizionato sul tavolo ad una distanza di 20 cm dal punto di partenza. L’oggetto afferrato poteva essere un cubet-to di cibo o un piccolo solido metallico. Un contenicubet-tore identico a quello utilizzacubet-to per la Condizione 2 del CmS era fissato a 14 cm di distanza dal target, verso lo spazio ipsi-laterale all’emisfero dal quale venivano effettuate le registrazioni. Il contenitore era però presente soltanto durante le prove in cui l’oggetto afferrato doveva essere piazzato (Condizione 2), fornendo quindi un’informazione essenziale alla scimmia per poter pre-vedere l’esito più probabile dell’azione in corso.

Analogamente al CmS, anche il CvS constava di due distinte condizioni speri-mentali. Entrambe prevedevano che lo sperimentatore afferrasse un cubetto di cibo o un oggetto metallico nella posizione fissata; dopodichè, il cibo veniva portato alla bocca e mangiato (Condizione 1), mentre il cubetto veniva spostato lateralmente e piazzato nel contenitore (Condizione 2). La scimmia osservava la scena senza dover fare nulla e

sal-tuariamente riceveva un pezzetto di cibo (diverso da quello utilizzato nel CvS dallo spe-rimentatore) o succo di frutta, per mantenere un buon livello di attenzione sulle azioni dello sperimentatore.

Se durante una prova la scimmia si muoveva attivamente o non prestava atten-zione all’aatten-zione dello sperimentatore, la prova veniva scartata e ripetuta. Le condizioni venivano effettuate in piccoli blocchi costituiti da un numero compreso tra 2 e 4 prove, mantenendo solamente le informazioni contestuali rilevanti per il tipo di azione da ese-guire (ovvero il tipo di bersaglio e la presenza/assenza del contenitore, in relazione alla condizione sperimentale).

2.2. Impianto del sistema di fissaggio della testa e della camera di registrazione

Nel documento ANNO ACCADEMICO 2007/2008 (pagine 31-35)