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Le affinità elettive di cui parliamo sono quelle tra Fondazione BEIC e Wikipedia. Anche Goethe aveva desunto il titolo del suo romanzo dall'affinità chimica, cioè la tendenza di alcuni elementi chimici a legarsi tra loro. Nel caso di BEIC e Wikipedia l’affinità nasce da una comunione di intenti: le due istituzioni hanno infatti l’obiettivo comune di promuovere e condividere contenuti e risorse.

Dal 2008 la Fondazione BEIC17 sta realizzando una biblioteca digitale che raccoglie collezioni tematiche, selettive e multidisciplinari18. Per le digitalizzazioni si è affidata a studiosi e a istituzioni di prestigio che, attingendo a raccolte italiane e straniere, hanno selezionato gli esemplari in base a specifici criteri, legati alla rilevanza degli autori e delle opere e al carattere internazionale delle fonti. E’ stata dedicata molta attenzione alla creazione di un catalogo amichevole che ponesse particolare cura nella presentazione dei dati e nella loro integrazione con altri cataloghi, così come nella rapida visualizzazione e nella facile manipolazione delle immagini19. In questo modo la Biblioteca Digitale BEIC si propone di rendere liberamente accessibile un vasto complesso di opere umanistiche e scientifiche, in un arco temporale che va dal medioevo all’età contemporanea20. Lo staff di Biblioteca Digitale BEIC, eterogeneo già al suo interno, ha una routine di lavoro che prevede il confronto quotidiano con cataloghi nazionali (SBN OPAC, Edit16) e internazionali (Karlsruhe, GW, ISTC), con database per il controllo delle voci di autorità (VIAF, CERL Thesaurus) e con strumenti enciclopedici (Dizionario biografico degli italiani, Wikipedia). Questa attività di consultazione ha portato alla consapevolezza di dover contribuire alle reti che si ritengono efficaci: la Biblioteca Digitale BEIC collabora quindi da tempo ad alcuni progetti, attraverso il riversamento - possibile grazie all’interoperabilità degli standard MARC - di registrazioni della biblioteca digitale in WorldCat, Europeana e ISTC.

L’obiettivo è quello di valorizzare le proprie collezioni in un contesto internazionale e di permettere il massimo riutilizzo dei metadati, per questo rilasciati con licenza CC0 (pubblico dominio). Queste caratteristiche rendono la Biblioteca Digitale BEIC particolarmente adatta alla collaborazione con Wikimedia Italia. Dal 2014 è stato così avviato un progetto GLAM21, che, nell’ottica di una condivisione aperta dei contenuti e di diffusione della conoscenza libera, ha il fine di disseminare le risorse della Biblioteca Digitale all’interno di Wikipedia e dei progetti fratelli. Dall’inizio del GLAM a oggi, le attività svolte dalla BEIC insieme al Wikipediano in residenza - inizialmente Federico Leva, poi Marco Chemello - hanno spaziato dall’arricchimento delle voci dell’enciclopedia, al caricamento di immagini digitalizzate in Wikimedia Commons, alla collaborazione con i progetti di Wikisource22. Negli ultimi anni, tuttavia, è cresciuta la consapevolezza che uno in particolare fra i progetti sarebbe stato di grande interesse dal punto di vista bibliotecario: Wikidata23. Wikidata è un database libero che si basa su principi storici e fondamentali della teoria della catalogazione, come il controllo di autorità, e li affianca alla più recente ottica Linked Open Data (LOD). L’affinità di Wikidata con i modelli per la costruzione di registrazioni di autorità nei cataloghi è confermata dal fatto che le entità descritte in Wikidata sono arricchite dagli identificativi persistenti provenienti da dataset bibliografici autorevoli, come quello della Bibliothèque nationale de France o del CERL Thesaurus. Nel 2017, dunque, si è cominciato a procedere al riversamento in Wikidata dei metadati sottoposti a controllo di autorità della Biblioteca digitale BEIC, a partire dagli autori persona che ricorressero come intestazioni principali dei record bibliografici (circa 5000 nomi), seguiti poi dagli autori persona con 17 Biblioteca europea di informazione e cultura, Biblioteca digitale, <http://www.BEIC.it/it/

articoli/biblioteca-digitale>. Per le tappe del progetto: La Biblioteca europea di Milano (BEIC): vicende e

traguardi di un progetto, a cura di Antonio Padoa-Schioppa, Milano, Skira, 2014.

18 Biblioteca europea di informazione e cultura, Le collezioni, <http://www.BEIC.it/it/pagina/

le-collezioni>.

19 Il protocollo catalografico BEIC ha come primo punto di riferimento le Regole italiane di catalogazione: REICAT, integrate con norme per il trattamento di risorse particolari (ad esempio, per la musica, ci si attiene a: Istituto centrale per il catalogo unico, Titolo uniforme musicale: norme per la redazione, Roma, ICCU, 2014, allo standard MARC21 e alle indicazioni di RDA. 20 Attualmente la Biblioteca Digitale BEIC conta circa 39.569 oggetti digitali per un totale di oltre 99.936 registrazioni, che spaziano per tipologia dagli incunaboli alle opere d’arte, dai libri antichi ai periodici, dai manoscritti alle risorse audio-video. 21 Progetto:GLAM/BEIC, <https://it.wikipedia.org/wiki/Progetto:GLAM/BEIC>.

22 Sono state caricate in Wikimedia Commons le immagini di migliaia di opere presenti nella Biblioteca Digitale BEIC in formato TIFF a 300 o 400 dpi; le immagini sono state inserite in migliaia di voci esistenti di Wikipedia in italiano e di altre 200 versioni linguistiche; sono stati aggiunti riferimenti bibliografici a oltre 1600 voci in italiano, aggiungendo i link agli oggetti digitali consultabili nella Biblioteca Digitale BEIC; sono state create oltre 650 nuove voci in italiano e inglese di autori; infine, sono stati creati in Wikisource gli indici di numerose opere in italiano, provenienti da Internet Archive o dalla stessa Biblioteca Digitale BEIC. Si veda: C. Consonni-F. Leva, Progetto GLAM/BEIC, «Biblioteche Oggi», 33 (marzo 2015), p. 47-50,

<http://www.bibliotecheoggi.it/rivista/article/view/24/265> ; F. Leva-M. Chemello, The effectiveness

of a Wikimedian in permanent residence: the BEIC case study, «JLIS.it», 9, 3 (September 2018), p. 141-147, <https:// www.jlis.it/article/view/12481>.

intestazione secondaria (quasi 15000 nomi)24. La fase preliminare al riversamento dei dati ha comportato la preparazione dei metadati di partenza: la Biblioteca Digitale BEIC utilizza lo standard MARC21, pertanto tutte le informazioni relative agli autori di tipo persona sono state rintracciate all’interno dei tag 100 (per le intestazioni principali) e 700 (per le intestazioni secondarie). Il fatto che il protocollo catalografico BEIC preveda in ogni caso l’inserimento delle date nel record di autorità (e non soltanto per disambiguare gli omonimi) ha permesso un’identificazione più certa nel corso del riversamento in Wikidata e ha assicurato la presenza di un dato stabile e di tipo enciclopedico in tutte le registrazioni. I metadati associati agli autori persona sono stati esportati dal catalogo, rielaborati e riversati in Mix’n’match25, un tool wiki che permette di confrontare i record del catalogo con gli elementi esistenti in Wikidata e abbinarli nel caso si riferiscano alle stesse entità. Gli elementi abbinati, cioè i casi in cui i nomi del catalogo BEIC corrispondevano a un elemento già esistente in Wikidata, sono stati arricchiti di una nuova proprietà che evidenziasse la corrispondenza con le singole entità del Catalogo BEIC (proprietà ‘Descritto nella fonte’); per gli elementi unmatched, ovvero i nomi presenti nel catalogo BEIC che non avevano alcun abbinamento con entità di Wikidata (circa il 30% del totale), si è resa necessaria la creazione da zero di elementi Wikidata. In entrambi i casi, vista la mole di dati e la difficoltà di procedere manualmente alle modifiche e alle creazioni, si è deciso di utilizzare QuickStatements, un altro tool che permette di intervenire in Wikidata in maniera semiautomatica: partendo da un elenco di elementi Wikidata, questo strumento è in grado di inserire lo stesso tipo di informazione in tutti con un’unica operazione26. Le nuove entità sono state poi arricchite di nuove informazioni, come il genere o l’occupazione, attingendo le informazioni da fonti diverse. Nel caso dell’occupazione, il dato talvolta era già stato inserito nel record di autorità (per esempio, la qualifica di santo, papa, imperatore o elementi disambiguanti per le forme omonime)27, talaltra, il dato si è basato sull’analisi dei relator code associati ai tag 100 e 700 del record bibliografico28.

Il risultato di questo lavoro vede per ora l’entità “Biblioteca digitale BEIC” associata a quasi 15000 elementi Wikidata e fotografa lo stato attuale del progetto che, come si è detto, è ancora molto ampio. Una volta concluso il progetto sugli autori di tipo persona, l’obiettivo è quello di estendere la prassi descritta anche agli altri metadati sottoposti al controllo di autorità (autori ente, editori, luoghi e titoli): si sta già lavorando sulle forme normalizzate degli editori antichi e moderni – includendo anche quelli presenti nel catalogo dell’Archivio della Produzione Editoriale Lombarda, sempre allestito dalla BEIC – e sui titoli. Una volta raggiunto l’obiettivo di esportare i dati di autorità dal catalogo a Wikidata, la prospettiva sarà quella di integrare le informazioni presenti nelle entità di Wikidata all’interno dei record di autorità del catalogo, a partire dagli identificativi persistenti e dalle forme varianti del nome. Un’ulteriore prospettiva sarà quella di migliorare la struttura dei record di autorità del catalogo BEIC, creando per ciascuno di essi un identificativo persistente, che diventerà il riferimento stabile al di fuori del catalogo, in primo luogo negli elementi Wikidata, nel rispetto di un’ottica Linked Open Data.

L’incontro (e talvolta scontro) tra catalogo BEIC e Wikidata ha dato risultati molto positivi: l’esposizione dei dati di autorità della Biblioteca digitale BEIC al di fuori del contesto del catalogo ha permesso il loro arricchimento, ha messo alla prova la loro struttura profonda in termini di interoperabilità e possibilità di riuso. In generale, la contribuzione ai contenuti di tutti i progetti Wikimedia ha portato notevole visibilità agli oggetti digitali, sia nei siti Wikimedia (con 23 milioni di visualizzazioni mese) sia nel sito di provenienza: a novembre 2019 il 75% delle visite al portale BEIC proveniva dai progetti Wikimedia. Quindi il progetto GLAM-wiki, come CERL, Europeana, ISTC, continua a essere per la Biblioteca Digitale BEIC un modo per guardare oltre i propri confini e per amplificare le competenze delle persone che lavorano al suo interno.

24 L’eterogeneità delle collezioni della Biblioteca Digitale BEIC si riflette sull’insieme di autori che le rappresentano: autori classici greci e latini, sconosciuti commentatori medievali, incisori e disegnatori Seicenteschi, fotografi del Novecento, direttori d’orchestra e musicisti contemporanei.

25 Creato da Magnus Manske, uno dei membri della comunità wiki internazionale.

26 I dati sono stati impostati secondo una struttura che accoppia la proprietà “Descritto nella fonte” (P1343) al valore “Biblioteca digitale BEIC” (Q51955019), a sua volta arricchito da due riferimenti: la forma del nome così come ricorre nel Catalogo BEIC e l’URL che lancia una ricerca corrispondente nel Discovery tool della biblioteca digitale. Nel secondo caso, gli elementi da creare non avrebbero dovuto contenere solo la coppia proprietà-valore relativa alla presenza nella Biblioteca digitale BEIC, ma anche alcune informazioni canoniche usate per descrivere le persone: nome, cognome, date di nascita e morte. Queste informazioni sono state desunte con facilità dai metadati bibliografici presenti nel catalogo e sono state successivamente normalizzate in una struttura adatta all’immissione in Wikidata.

27 Emblematico il caso di “Francesco Rossi”, nome presente nel Catalogo BEIC che si riferisce a quattro diverse persone, distinte proprio in base alla loro professione: chirurgo, egittologo, filologo, giurista.

28 Il relator code è un codice standard che permette di associare al nome dell’autore il ruolo che tale autore ha rivestito nell’ambito della risorsa descritta, ad esempio curatore, editore, illustratore, regista.