3 Analisi preliminare
3.2 Aggiunte e modifiche desiderabili in EVT
Per permettere all’editore di fornire informazioni riguardo le fonti e la fortuna di un’opera, è necessario che EVT supporti l’apparato delle fonti e i passi paralleli. Gestendo queste altre due fasce d’apparato, l’editore potrebbe realizzare delle edizioni critiche complete nei contenuti.
Per rendere l’interfaccia del software più conforme alle aspettative del filologo, sono necessari alcuni interventi di tipo grafico. Il primo ha lo scopo finale di consentire all’editore di suddividere le varianti in due o più gruppi all’interno di una voce dell’apparato delle varianti.
Il secondo intervento consiste nella collocazione dell’apparato al di fuori del testo. Collocare l’apparato non più in linea ma esternamente al testo è vantaggioso ai fini dello sviluppo futuro di EVT perché faciliterebbe la realizzazione di apparati molto più ricchi di funzionalità e complessi per contenuti, senza compromettere la fruibilità del testo critico. Modificando la collocazione dell’apparato è necessario progettare dei sistemi di riferimento, che colleghino ogni variante con la rispettiva voce d’apparato e viceversa, e che siano adatti a un layout fluido e dinamico.
L’ultimo intervento di tipo grafico dovrebbe risolvere la questione della “visione d’insieme”, ottenendo un’interfaccia in cui l’utente ha una percezione immediata di tutti i fenomeni filologici e degli elementi critici presenti. Al momento le uniche informazioni immediatamente visibili nell’interfaccia sono i testi (dei testimoni e il testo critico) e alcuni riferimenti contestuali, per esempio il livello di edizione del testo principale e le sigle dei manoscritti attivi. Tutte le altre informazioni sono facilmente accessibili (tramite bottoni, pannelli a comparsa, ecc.) e ben segnalate, ma non sono immediatamente visibili. Per questo motivo, è interessante studiare un layout per l’interfaccia che renda visibili anche i contenuti dell’apparato critico. In un’edizione critica digitale lo spazio a disposizione dell’editore, per inserire i propri contenuti, è potenzialmente infinito e privo di costi aggiuntivi significativi, rispetto alle edizioni a stampa. Ad ogni modo anche la progettazione del layout delle edizioni digitali è vincolata a un limite fisico: lo schermo del dispositivo elettronico. Mostrare tanti elementi diversi contemporaneamente inficerebbe la leggibilità dell’edizione. Per cui la chiave per risolvere il problema della “visione d’insieme” risiede nel trovare il giusto compromesso tra leggibilità e immediatezza di reperimento delle informazioni.
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Mettendo a confronto EVT con l’apparato a stampa era stata individuata un’ulteriore differenza, ma ritenuta di secondaria importanza per mantenere l’omogeneità tra i due: l’uso di abbreviazioni e simboli. In un contesto digitale, non dovendo risparmiare carta, il loro utilizzo non è indispensabile. Servirsi abbondantemente di abbreviazioni latine o altre abbreviazioni tradizionali, da un lato velocizzerebbe la lettura di un utente esperto, ma dall’altro potrebbe mettere in difficoltà utenti che si approcciano allo studio della filologia, contravvenendo a un principio alla base della progettazione di EVT: l’adeguatezza dell’applicazione come strumento sia per gli addetti ai lavori sia per i meno esperti di filologia.
3.2.1 La “doppia recensione”, per la collaborazione con PhiBor
Gli studiosi del progetto PhiBor, durante la fase di recensione della Metafisica, si sono accorti di uno sdoppiamento all’interno della tradizione: alcuni testimoni riportano una certa versione dell’opera, mentre altri riportano un testo che i ricercatori della Scuola Normale ipotizzano essere una versione scritta da Avicenna in parallelo alla prima. Per cui pare che la tradizione non tramandi un unico testo, ma due versioni diverse della Metafisica.
Questo espediente grafico serve a segnalare la presenza in quel punto di una diramazione del testo su due (o più) versioni differenti. Questo tipo di fenomeno filologico è detto della “doppia recensione” o “doppia redazione”, e si verifica quando l’editore, basandosi su delle varianti particolari, ipotizza che all’origine dello stemma non ci sia un solo testo, ma due (o più) testi diversi.
La doppia recensione è un fenomeno raro, che può verificarsi all’interno di tradizioni molto ricche e articolate. Ad ogni modo, ai fini della collaborazione con il progetto PhiBor e per rendere EVT uno strumento completo, è stato scelto di svilupparne la gestione. Inoltre, il confronto con un fenomeno così raro e complesso stimola lo studio di soluzioni implementative e la riflessione sui mezzi messi a disposizione dallo schema di codifica TEI.
3.2.2 La gestione di più documenti XML TEI
Il digitale non pone limiti di spazio per la selezione dei contenuti da inserire in un’edizione. Molte edizioni digitali, infatti, si propongono anche come archivio di tutti i materiali disponibili riguardo a un certo autore o a un certo argomento.
EVT è stato pensato per la visualizzazione di un’edizione critica, generata da un unico file XML. Ciononostante, in EVT potrebbero essere visualizzate le informazioni ricavate anche da altri documenti.
La gestione di più file comporterebbe due vantaggi. Il primo è la possibilità di organizzare i materiali preparatori per l’edizione critica in tanti file distinti: faciliterebbe il lavoro dell’editore, diminuendo drasticamente le dimensioni dei documenti da marcare. Il secondo vantaggio consiste nella possibilità di arricchire l’edizione critica, mettendo a confronto il testo
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critico con altri testi. In particolare, sarebbe interessante poter confrontare il testo edito con i testi delle fonti in esso citate.
All’interno del presente progetto di tesi è stato scelto di sperimentare le possibilità di espansione di EVT con la gestione di più file, permettendo all’editore:
• di creare dei file per la codifica dell’apparato delle fonti e per l’apparato dei passi paralleli separati dal file contenente il testo critico;
• di aggiungere i testi delle fonti, codificati in file a sé.
In questo modo sarebbe possibile presentare altri testi, oltre ai testi dei testimoni, che tradizionalmente non rientrano nelle edizioni a stampa.