• Non ci sono risultati.

Agricoltura civica Un tentativo di classificazione delle attività

Nel documento Agricoltura sociale e civica (pagine 109-112)

UN’ESPERIENZA DI SCOUTING

5.3 Agricoltura civica Un tentativo di classificazione delle attività

Le forme di agricoltura civica si traducono concretamente in varie espe- rienze: le pratiche di Community Supported Agriculture (CSA), i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), le forme di agricoltura sociale realizzate dalle aziende agricole e dal mondo della cooperazione sociale, i community gardens, la didattica aziendale e la produzione di servizi alla persona, le forme di vendita diretta innovative che favoriscono l’incontro duraturo fra il consumatore e il produttore. Si può dire che le pratiche riferite all’agricoltura civica sono ben più diffuse e note dell’espressione in sé. Le ricadute positive di tali esperienze sono molteplici e riguardano diversi ambiti: le abitudini alimentari, l’ambiente, la creazione di relazioni, la community building, i servizi e il welfare. Più in generale tali esperienze attivano e “stimolano soluzioni adatte a favorire inclusione, servizi, capacità di resilienza delle comuni- tà locali e diritti di cittadinanza legati alla produzione di beni comuni” (Di Iacovo, 2011a). si tratta di pratiche riconducibili a diverse aree di attività dell’agricoltura civica, dall’agricoltura urbana alla filiera corta, dalla formazione all’agricoltura so- ciale.

5.3.1 Agricoltura urbana

L’agricoltura urbana consiste nel coltivare, trasformare e distribuire il cibo all’interno di contesti urbanizzati o peri-urbani (città, paesi, villaggi, ecc.). Essa contribuisce a incrementare la disponibilità di cibo per gli abitanti della città, sia attraverso la vendita dei prodotti da parte delle imprese localizzate nelle aree ur- bane e peri-urbane sia attraverso forme di auto-produzione e auto-consumo per le imprese stesse e per gruppi di orticoltori urbani non professionisti (Fao, 2010). Alla produzione di cibo, in molti casi, si unisce la motivazione tesa a recuperare e resti- tuire ai cittadini (singoli o in forma collettiva) la fruizione di spazi verdi urbani, di proprietà pubblica o privata, coltivati dagli stessi appartenenti a una comunità. L’agricoltura urbana, quindi, svolge un ruolo fondamentale sia nei confronti della

sicurezza alimentare sia dell’urbanizzazione, contribuendo allo sviluppo urbano sostenibile e alla creazione e al mantenimento di paesaggi urbani multifunzionali. I dati a disposizione sono scarsi, ma l’agricoltura urbana è una realtà importante in molti paesi in via di sviluppo ed è in crescita nei paesi occidentali, sebbene con modalità ed esigenze differenti fra questi ultimi e i primi (Fao, 2010). E’ utile, tutta- via, sottolineare che il 53% della popolazione mondiale vive nelle città (che occu- pano il 2% della superficie terrestre), che la popolazione urbana è in crescita co- stante (più rapidamente in Asia e in Africa) ed entro la metà di questo secolo arriverà a rappresentare oltre i due terzi dell’intera popolazione, mentre le popo- lazioni dell’Europa occidentale e delle Americhe sono già quasi completamente urbane (Unicef, 2012). Tutto questo pone interrogativi e sfide complesse riguardo all’accesso al cibo e agli alimenti sani e nutrienti, i luoghi di produzione di questi ultimi, le condizioni di salute nelle città e la loro sostenibilità ambientale e sociale. L’agricoltura urbana può avere importanti benefici e svolgere un ruolo rilevante per alcuni gruppi di società, come fasce deboli di cittadini, bambini, famiglie, agri- coltori, aumentando la sicurezza alimentare dei poveri, promuovendo attività al- ternative generatrici di reddito, ampliando le opportunità di lavoro non agricolo. Anche gli amministratori di molte città e gli urbanisti iniziano ad approfondire la conoscenza dell’agricoltura urbana, a promuoverla attivamente in alcuni casi e a sperimentare modalità e strumenti per integrarla nella pianificazione dell’uso del suolo urbano. Soggetti pubblici e privati realizzano guide e manuali rivolti ai citta- dini sulle buone tecniche agricole di produzione, sull’utilizzo sostenibile delle ri- sorse, sulla sicurezza alimentare. Tra le esperienze di agricoltura urbana hanno sempre maggiore diffusione i cosiddetti “orti urbani”. Spesso questi spazi diventa- no occasione per la realizzazione di attività ricreative, diffusione di pratiche agri- cole sostenibili fra cittadini, convivialità, accoglienza, inclusione, rafforzamento dei legami sociali. Sempre più spesso, inoltre, si sente parlare di “giardini condivi- si” con i quali si intende la coltivazione collettiva di un appezzamento di terra de- stinato alla produzione di fiori, frutta, ortaggi, che trovano riscontri prossimi nella cultura anglosassone con i Community Gardens e in quella francese con i Jardins Partagés. In funzione delle caratteristiche possono di volta in volta anche essere definiti giardini (o orti) sociali, comunitari, didattici, collettivi, ecc.. Il Comune di Parigi nel 2001 ha avviato il progetto Main Verte (Pollice Verde), con l’obiettivo di promuovere e sostenere la realizzazione di giardini condivisi (Jardins Partagés) all’interno del territorio parigino. I Jardins Partagés sono realizzati e gestiti da associazioni di quartiere su terreni messi a disposizione dal Comune (Caggiano,

2010). Sul sito web del Comune di Parigi4 vi è un’intera sezione dedicata ai Jardins

Partagés, contenente la descrizione della filosofia e degli obiettivi dei giardini, la mappa dei giardini della capitale francese, strumenti tecnici per la realizzazione e gestione dei giardini da parte dei cittadini, album fotografici, newsletters periodi- che. In Italia, tra le diverse esperienze si è distinto5 il progetto L’Orto e la Luna del

Comune di Udine, una rete di orti urbani, realizzati su aree di proprietà comunale, attrezzate per bambini, anziani, famiglie e associazioni, per la nascita di comunità green, unite da una coscienza civica, culturale ed ambientale. Sono progettati con il metodo partecipativo dell’Agenda 21, protocollo ONU internazionale per la pro- mozione della sostenibilità. Il regolamento di gestione prevede coltivazioni biologi- che, tutela del paesaggio, qualità e decoro, riduzione degli sprechi e recupero del- le risorse. Il progetto nasce dalla richiesta dei cittadini di nuovi luoghi di aggregazione, per riqualificare nel contempo le aree sottoutilizzate. I cittadini sono stati coinvolti in ogni fase progettuale, in uno spirito di trasparenza e condivisione. Sul sito web del Comune di Udine6 è possibile trovare informazioni riguardanti gli

orti urbani già realizzati, gli orti in fase di progettazione, un giornale periodico de- dicato agli orti urbani, materiali didattici e le attività dell’Ufficio Agenda 21 del Comune in tema di orti urbani. Nella categoria Orti condivisi 2013 è stato premiato Ortigami, un progetto promosso da i Friarielli Ribelli, un gruppo di cittadini che si batte contro il degrado di Napoli e si contraddistingue per vivacità, capacità comu- nicativa e di inclusione, metodologie partecipative ed innovative che con semplicità mettono in campo e per la reale attenzione all’ambiente. Nati come gruppo di guerrilla gardening nel 2011 (il primo attacco verde a Cavalleggeri - quartiere Fuo- rigrotta di Napoli - è datato 10 aprile 2011), attraverso una lunga serie di azioni “dal basso”, di pulizia e di giardinaggio in piazze ed aiuole partenopee che hanno coinvolto numerosi cittadini, i Friarielli Ribelli hanno creato una rete, il cui obietti- vo è risvegliare il senso di appartenenza e di amore verso la propria terra. Da qui nasce anche il progetto con cui si sono aggiudicati l’Agricoltura Civica Award 2013 per la sezione Orti condivisi. Ortigami è un progetto di orto sociale creato a febbra- io 2012 dal gruppo dei Friarielli Ribelli ad Agnano, a pochi minuti da Napoli. Attual-

4 Comune di Parigi - Jardins partagés www.paris.fr/pratique/jardinage-vegetation/jardins-partages/ p9111

5 Premio Nuovi stili di vita 2013 (Associazione Nazionale Comuni Virtuosi), Premio Pubblica Ammini- strazione Virtuosa Agricoltura Civica Award 2013 (AiCARE Agenzia Italiana Campagna Agricoltura Responsabile Etica)

6 Si rimanda al sito:

http://www.comune.udine.it/opencms/opencms/release/ComuneUdine/cittavicina/territorio/agen- da21/orto_luna/?style=1

mente l’orto coinvolge circa 30 ortisti tra ragazzi, anziani, famiglie, disabili che si incontrano per coltivare con i metodi dell’agricoltura sinergica un fazzoletto di ter- ra, condividendo saperi, esperienze e pranzi a km 0. I rapporti tra le persone ad Ortigami vengono coltivati con gli stessi principi: il gruppo si considera parte inte- grante dell’ecosistema, rispettandolo e prendendolo come esempio. L’orto apre le porte a tutti di domenica organizzando incontri sull’agricoltura, il compostaggio e il ciclo e riciclo dei rifiuti.

5.3.2 Incontro fra consumatore e produttore

Accanto all’aumento della preferenza verso prodotti locali, varietà e razze autoctone da parte dei consumatori, e all’aumento della vendita diretta da par- te di aziende medio-piccole nelle diverse forme (punti vendita aziendali ed extra, mercati, gruppi di acquisto, adozioni di animali per il consumo successivo da parte delle famiglie) (Rama, 2010; Giarè, Giuca, 2012), si assiste anche ad una sempre maggiore diffusione di nuovi modi di intendere il rapporto tra produzione e con-

Nel documento Agricoltura sociale e civica (pagine 109-112)