Per fronteggiare l’emergenza creatasi già con la scossa del 24 ago-sto, il Governo ha immediatamente attivato le strutture operative del Servizio nazionale impegnate in attività di ricerca e soccorso e deliberato lo stato di emergenza per le Regioni Abruzzo, Lazio, Mar-che e Umbria, con un primo stanziamento di 50 milioni di euro del Fondo per le emergenze nazionali.
La lunga serie di provvedimenti statali
In tre anni si sono succeduti tre governi, tre commissari straordinari, sono stati stanziati milioni di euro tramite, emanate più di 80 ordinanze e un’infinità di determinazioni e provvedimenti.
Un elenco che si allunga ogni giorno di più fino ad arrivare al 22 ot-tobre 2019, data in cui il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto Sisma (D.L. n. 123/2019)20.
In vigore dal 25 ottobre 2019, la norma introduce ulteriori provvedi-menti urgenti per l’accelerazione e il completamento degli interventi per la riparazione e la ricostruzione degli immobili, l’assistenza alla popolazione e la ripresa economica nei territori colpiti.
Tra le principali disposizioni, la proroga fino al 31 dicembre 2020 dello stato d’emergenza. Inoltre il decreto prevede: la riduzione del 60% degli importi da restituire in relazione alla c.d. “busta paga pesante”, ovvero il taglio degli oneri fiscali, previdenziali e assistenziali che erano stati sospesi dall’agosto del 2016 a tutto il 2017 e che non dovranno più essere restituiti
20 https://www.repubblica.it/politica/2019/10/22/news/consiglio_ministri_norme_ter-remoto_emergenza-239158748/
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in misura integrale ma limitata al 40% e per la ricostruzione privata, una procedura accelerata per l’avvio dei lavori basata sulla certificazione redatta dai professionisti. Il controllo non verrà realizzato più a monte sul 100%
dei richiedenti, come avviene oggi, ma solo a campione sul 20%. Restano fermi i controlli a campione a valle già oggi previsti dalla legge.
Nel decreto, per agevolare l’approvazione dei progetti per la ricostru-zione, sono previste nuove modalità. Per la ricostruzione degli edifici pub-blici, è prevista l’attribuzione della priorità alle scuole che, se site nel centro storico, dovranno essere ricostruite nel luogo nel quale si trovavano, salvo impedimenti oggettivi; in ogni caso, la destinazione d’uso dell’area in cui sorgevano non potrà essere modificata.
E ancora misure per favorire lo smaltimento delle macerie, tra cui l’ob-bligo di aggiornamento da parte delle Regioni del piano per la gestione delle macerie e dei rifiuti, da effettuarsi entro il 31 dicembre 2019, al fine di individuare nuovi siti di stoccaggio temporaneo e, in caso di inadem-pienza, l’aggiornamento sarà realizzato dal Commissario straordinario.
Sono previste anche misure anti-spopolamento volte a incentivare gli im-prenditori a non abbandonare i territori, come l’estensione ai Comuni del cratere della misura “Resto al Sud”, prevista a favore dei giovani impren-ditori nel Mezzogiorno e gli interventi finanziari a favore delle imprese agricole del territorio.
Il decreto, approvato su proposta del presidente del Consiglio Giusep-pe Conte e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, è stato accolto positivamente dal dirigente della Protezione Civile Piccinini secondo cui
“dal punto di vista tecnico la proroga dello stato di emergenza è una scel-ta corretscel-ta perché” tra le altre cose “consente di racchiudere in una sola persona – che è il capo dipartimento – le funzioni del Parlamento e del governo”.
Non mancano però alcune considerazioni meno positive. “Per alcu-ne procedure, come gli interventi di messa in sicurezza che ormai si sono conclusi, sarebbe opportuno evitare la proroga per non creare ancora più confusione”.
Popolazione assistita
L’aiuto dello Stato però non è fatto solo di norme e finanziamen-ti. Ci sono anche uomini e donne che in questi anni hanno lavorato per assistere nel migliore dei modi la popolazione.
A poche ore dal terremoto è stato immediatamente attivato l’inte-ro Servizio Nazionale della Pl’inte-rotezione Civile: amministrazioni dello Stato centrali e periferiche, strutture operative, servizio sanitario na-zionale, centri di competenza scientifica, gestori dei servizi essenziali e volontari. Tutte realtà impegnate – con ruoli e compiti ben precisi – nella gestione dell’emergenza. Corpo Nazionale dei Vigili del Fuo-co, Forze Armate, Forze di Polizia, Croce Rossa, Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico, Servizio sanitario nazionale, hanno lavorato in modo integrato e coordinato sul territorio nelle diverse attività necessarie a superare l’emergenza: ricerca e soccorso, assisten-za alla popolazione, verifiche di agibilità, ripristino della viabilità, ri-mozione delle macerie, recupero e messa in sicurezza del patrimonio culturale sono stati realizzati grazie a loro. Anche i gestori dei servizi essenziali (luce, gas, acqua, strade) hanno avuto un ruolo importante nelle attività di ripristino dei servizi, dove possibile, di monitoraggio della rete e di assistenza ai cittadini. Sono stati migliaia i volontari di Protezione Civile sul campo, appartenenti ad organizzazioni nazio-nali e locali, impegnati principalmente in attività di assistenza alla popolazione, di supporto ai centri di coordinamento sul territorio e alle diverse realtà dei servizi sanitari locali21.
Il numero della popolazione soccorsa ha seguito un andamento altalenante, caratterizzato da picchi, all’indomani degli eventi sismi-ci, e da fasi decrescenti. Le modalità di assistenza sono invece forte-mente dipese, nelle differenti fasi, anche dalle condizioni climatiche del periodo.
Dopo la scossa del 24 agosto sono state allestite 43 aree di acco-glienza e, parallelamente, predisposte soluzioni provvisorie in
strut-21 http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/forze_in_campo.wp
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ture polivalenti, agibili e utilizzabili: palestre e palazzetti già presenti sui territori colpiti. A due mesi dal terremoto, nei giorni precedenti le scosse di fine ottobre, gran parte della popolazione aveva trovato una sistemazione alternativa e sul territorio restava un’unica area di accoglienza ancora aperta.
Successivamente, con gli eventi di fine ottobre, il numero di per-sone aiutate direttamente dal sistema di Protezione Civile ha rag-giunto, il 7 novembre, un picco di quasi 32mila. In vista dell’in-verno, è stato favorito il trasferimento degli sfollati nelle strutture alberghiere sulla costa o in centri abitati a breve raggio: per i cittadini delle Marche prevalentemente sulla riviera adriatica.
Tra le soluzioni a disposizione, le aree con moduli container col-lettivi e la possibilità per i cittadini di accedere a un contributo di autonoma sistemazione.
Dopo un anno dalle scosse dell’autunno del 2016, circa 6.500 cittadini erano ancora assistiti.
Riguardo le attività della Protezione Civile della Regione Mar-che, invece, secondo le cifre fornite dal dirigente David Piccinini “Il numero di persone assistite sta lentamente diminuendo. Dopo aver raggiunto una punta di 35mila persone, adesso (ottobre 2019, ndr) siamo poco sotto ai 30mila. 30mila persone alle quali stiamo ancora fornendo assistenza in tutte le Marche”.
Le forze messe in campo: il lavoro dei Vigili del Fuoco
Alle 23.00 del 10 gennaio 2018 sono stati oltre 148mila22 gli in-terventi effettuati dai Vigili del Fuoco con una media di circa 318 operazioni al giorno. Sono più di 37mila23 i sopralluoghi e le verifi-che effettuati dai tecnici, raggiungono quota 111.731 gli interventi di soccorso tecnico urgente ad opera delle squadre. Dai dati forniti
22 Il numero esatto è 148.791 23 La cifra esatta 37.060
dal Centro Operativo Nazionale, risultano impegnati oltre 70024 uo-mini, con più di 40025 mezzi di soccorso26.
L’attività della Protezione Civile nazionale e regionale
Per quanto concerne gli operatori27 della Protezione Civile attivi nei mesi delle scosse non si hanno dati ben precisi riguardo il nume-ro di persone impiegate. La stessa Pnume-rotezione Civile, fornendo i dati, sottolinea che i numeri sono indicativi e riguardano le attività in tutte e quattro le regioni colpite. Dopo la scossa del 24 agosto 2016 le persone a lavoro erano circa 6mila e 80028. Dopo il 30 ottobre era-no operative circa 6mila e 900 persone, di queste 1350 circa eraera-no volontari. Dopo il 18 gennaio 2017 le cifre si aggiravano intorno alle 11mila persone. La Protezione Civile sottolinea che, in tutta la fase di emergenza, oltre 30mila persone sono state mobilitate a livello nazionale. Un numero a cui va sommato il lavoro del volontariato regionale e locale dei territori colpiti. È uno dei dati più significativi dell’impegno del Dipartimento nazionale della Protezione Civile nel coordinare le attività nel dopo terremoto.
Riguardo l’attività della Protezione Civile della Regione Marche, sempre secondo la lettera aperta di David Piccinini, si registrano
“61mila giornate uomo per 5mila persone”.
24 Il numero esatto è 765 25 La cifra esatta è 460
26 http://www.vigilfuoco.it/sitiVVF/marche/notizia.aspx?codnews=37680&s=506 27 Si intende in senso ampio. Vengono quindi inclusi sia i volontari che i funzionari 28 Dati forniti dall’ufficio stampa della Protezione Civile il 28 maggio 2018