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Alcune considerazioni conclusive

Le differenze di genere nell’allocazione del tempo in Italia sono più ampie rispetto a quanto si riscontra in altri paesi europei e le disuguaglianze rispetto alla frequenza e alla partecipazione alle attività domestiche riguardano tutte le età, iniziando già dall’infanzia (Romano, Spizzichino, Cappadozzi, 2012), per poi approfondirsi all’atto della formazione della coppia e divaricarsi ulteriormente con la nascita dei figli (Mencarini, 2012). Sulla base di queste considerazioni, il presente contributo ha analizzato in maggior dettaglio un tipo di coppia che si caratterizza per un significativo impegno nella gestione della famiglia e che, in considerazione della fase del ciclo di vita e della partecipazione femminile nel mercato del lavoro, richiederebbe una partecipazione

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più attiva del genere maschile nelle attività routinarie, in modo da alleggerire il doppio - e triplo - carico femminile.

Il nostro obiettivo è stato quello di esaminare come le donne e gli uomini che vivono in questo tipo di famiglia contribuiscano alle attività familiari e le suddividano all’interno della coppia. I risultati indicano che nelle coppie in cui la donna lavora l’impegno maschile sta crescendo, ma lentamente: i divari di genere nel tempo allocato alle attività domestiche si mantengono ampi e la specializzazione degli uomini e delle donne nelle differenti mansioni è ancora marcata tanto che, ai ritmi attuali, appaiono necessari ancora molti anni prima di raggiungere una reale condivisione delle responsabilità domestiche fra i partner. Oggi gli uomini appaiono solo poco più attivi in famiglia rispetto agli anni passati e i progressi in termini di simmetria tra i due generi si manifestano principalmente a causa del minore coinvolgimento femminile e non di un significativo aumento di quello maschile. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro induce in definitiva un contenimento delle attività casalinghe e non un effetto sostituzione all’interno della coppia.

Coerentemente con la teoria della time availabilty, all’aumentare del tempo obbligato (quello destinato al lavoro extradomestico) uomini e donne riducono il loro impegno nelle attività domestiche. Il part-time femminile si conferma come una delle poche strade che le donne possono perseguire per non allontanarsi dal mercato del lavoro e, contemporaneamente, limitare le difficoltà di conciliazione. D’altro canto, come si è notato, l’opzione del part-time può però finire per sostenere la diseguale ripartizione del lavoro all’interno delle mura domestiche.

Facendo riferimento ai risultati dei modelli di regressione individuali si è visto come il lavoro autonomo produca una riduzione di attività domestiche per entrambi i generi. Se guardiamo invece all’effetto di questa stessa variabile sull’indice di asimmetria, la lettura dei risultati appare più complessa: l’impatto dell’impegno in lavori che assorbono molto tempo non ha lo stesso effetto su uomini e donne, suggerendo la presenza di un effetto di genere nella distribuzione del lavoro all’interno della coppia.

Anche nel passaggio dal ruolo di moglie a quello di madre i problemi del sovraccarico femminile si acuiscono, enfatizzando ulteriormente il ruolo della donna come perno della famiglia. Analoga relazione emerge per le coppie meridionali, dove l’impegno femminile è notevolmente più elevato rispetto a quello delle coetanee settentrionali e l’asimmetria di coppia più marcata. In questi casi sembra essere presente l’effetto di una adesione a norme sociali che richiedono all’uomo di porsi ad una certa distanza e, specularmente, alla donna di assumere il ruolo di principale protagonista della cura della casa e dei suoi componenti, in linea con gli assunti della teoria sulla costruzione sociale del genere.

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In riferimento alle convivenze, si è notato che in questo tipo di unione la donna limita il suo impegno, mentre l’uomo appare non essere particolarmente incline ad assumere un ruolo più moderno nella gestione della casa. In definitiva, il maggiore impegno delle donne che vivono in unione libera non riesce a produrre effetti significativi sulla simmetria che, per affermarsi, necessiterebbe di un contemporaneo mutamento sul fronte maschile.

In generale, per quanto la tendenza degli ultimi venti anni mostri un maggiore impegno maschile nella gestione della casa, appare essere ancora diffuso un riferimento a ruoli di genere tradizionali che risponde ad una regola non detta che assegna a uomini e donne competenze di genere e induce i primi tutt’al più ad aiutare, lasciando che sia la partner femminile a fare il “lavoro sporco”. Si deve però evidenziare che, fra tutti i tipi di coppie analizzate, è quella in cui lavora solo la donna che si osserva la più significativa riduzione del gap di genere sul tempo dedicato al lavoro domestico. Oltre a queste, è nelle coppie in cui la donna contribuisce maggiormente al reddito familiare che si registra una diminuzione della disuguaglianza. In definitiva, ciò che consente al genere femminile di esercitare una più efficace negoziazione ed ottenere una maggiore equità nella distribuzione dei lavori domestici è il raggiungimento di una condizione di superiorità - o quantomeno di parità - economica, mentre non sembra essere sufficiente un vantaggio in termini di formazione.

Come è stato suggerito in molti dei contributi che hanno analizzato i gap di genere in famiglia, il lavoro domestico potrà essere compreso in maniera compiuta solo mediante una lettura più articolata e un’analisi delle molteplici sfaccettature del fenomeno: la recente disponibilità della terza edizione dell’indagine uso tempo italiana (e, nel prossimo futuro, di quelle condotte in altri paesi) consentirà di proseguire nel controllo delle ipotesi derivanti dagli attuali – ed eventualmente nuovi - approcci teorici, in modo da comprendere più a fondo le ragioni che guidano i comportamenti sociali e i meccanismi sottostanti le disuguaglianze che caratterizzano le attività domestiche.

Non vi è dubbio che il raggiungimento di un sistema di genere più equilibrato debba essere sostenuto da misure in grado di promuovere e valorizzare un modello di coppia a ruoli condivisi e non complementari, in cui le funzioni di gestione della casa e di cura non vengano determinate dal genere, ma attuate attraverso equilibrate negoziazioni e contrattazioni tra i partner. Si tratta di misure da attivare in diversi contesti, da quello educativo e formativo a quello lavorativo, in modo da rispondere alle sollecitazioni della Commissione europea e disegnare una società garante delle pari opportunità.

32 Apppendice

Prospetto 1 Le attività dell’Indagine uso tempo 2008-2009

L’indagine classifica le attività svolte dalla popolazione nelle seguenti 10 macro categorie: 1. Cura della propria persona: dormire e stare a letto malato; mangiare e bere; altre cure della propria persona.

2. Attività lavorativa: lavoro principale, secondo lavoro; altro tempo legato al lavoro. 3. Istruzione, studio: scuola e università; altri studi e corsi.

4. Cura della propria casa e della propria famiglia: cucinare, lavare e riordinare le stoviglie; pulizia e riordino della casa; lavorazione, produzione, riparazione e cura di abiti, biancheria, calzature; giardinaggio e cura degli animali; costruzione e riparazioni; acquisti di beni e servizi; gestione della famiglia; cura di bambini/ragazzi della propria famiglia; cura e aiuti ad adulti della famiglia.

5. Attività di volontariato, aiuti gratuiti ad altre famiglie, partecipazione sociale e religiosa 6. Vita sociale, divertimenti, attività culturali e riposo.

7. Sport e attività all’aperto.

8. Arti, passatempi e giochi: arti; passatempi; informatica e comunicazioni; giochi. 9. Mass media: letture, televisione e video; musica e radio.

10. Spostamenti e viaggi, codici speciali: spostamenti anche legati alla vita sociale, ai divertimenti e alle attività culturali, codici speciali.

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Prospetto 2 Le attività domestiche

Nell’ambito di questo rapporto nelle attività domestiche sono incluse quelle comprese nella macro categoria Cura della propria casa e della propria famiglia, con l’esclusione della cura di bambini/ragazzi della propria famiglia e della cura e aiuti ad adulti della famiglia.

Pertanto, le attività considerate sono le seguenti:

1. Cucinare, lavare e riordinare le stoviglie: preparare i pasti, lavare le stoviglie, apparecchiare e sparecchiare la tavola, altre attività collegate alla preparazione dei pasti.

2. Pulizia e riordino della casa: pulizia e riordino dell'abitazione, dei balconi, della cantina, del garage; separazione ed eliminazione dei rifiuti; pulizia del cortile, del giardino e altre parti esterne della casa; approvvigionamento di materiale per il riscaldamento e di acqua; sistemazione di oggetti e beni della propria famiglia, altre attività relative alla cura della casa. 3. Produzione, riparazione e cura degli abiti, biancheria, calzature: lavare, stendere e ritirare il

bucato, stiratura, produzione di capi di abbigliamento, biancheria, calzature; lavorazioni manuali e a macchina; altre attività.

4. Giardinaggio e cura degli animali: Cura delle piante e degli animali domestici, da cortile e da allevamento; portare a passeggio il cane; altre attività relative al giardinaggio e alla cura degli animali.

5. Costruzione e riparazioni: costruzione, ristrutturazione e riparazione della propria abitazione; costruzione, riparazione e cura di mobili o altri beni della propria abitazione; manutenzione e riparazione di veicoli; altre attività.

6. Acquisti di beni e servizi: acquisti di beni, spesa quotidiana, acquisto di servizi commerciali e amministrativi per la casa e la famiglia; servizi medici e altri servizi personali a pagamento; servizi veterinari; altre attività legate agli acquisti di beni e servizi.

7. Gestione della famiglia: Gestione della vita familiare e gestione della vita familiare con l’uso del Personal Computer o di Internet.

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Prospetto 3 - Attività svolte dalla popolazione di 15 anni e più in un giorno medio settimanale per sesso, classe di età e tipo di attività. Anni 1988-1989, 2002- 2003 e 2008-2009 (durata media generica in ore e minuti )

Attività Maschi Femmine Maschi e femmine

1988-1989 2002-2003 2008-2009 1988-1989 2002-2003 2008-2009 1988-1989 2002-2003 2008-2009

Dormire, mangiare e altra cura della

persona 11:55 11:25 11:23 11:36 11:26 11:25 11:45 11:26 11:24 Lavoro retribuito 4:01 3:42 3:43 1:32 1:35 1:43 2:42 2:36 2:41 Istruzione e formazione 0:31 0:25 0:25 0:27 0:26 0:26 0:29 0:25 0:26 Lavoro familiare 1:18 1:32 1:37 5:50 4:57 4:46 3:42 3:19 3:15 Volontariato, aiuti, partecipazione

sociale e religiosa 0:09 0:13 0:11 0:12 0:22 0:19 0:11 0:18 0:15 Vita sociale, attività culturali e

riposo 1:16 1:43 1:41 1:08 1:33 1:32 1:11 1:38 1:36 Sport e attività all'aperto 0:49 0:39 0:38 0:26 0:23 0:24 0:37 0:31 0:31 Arti, passatempi, informatica,

comunicazione e giochi 0:17 0:22 0:25 0:20 0:08 0:11 0:18 0:15 0:18 Letture, tv, radio 2:23 2:21 2:26 2:01 1:57 2:03 2:11 2:09 2:14 Tempo libero 4:48 5:06 5:10 3:41 4:01 4:10 4:12 4:32 4:39 Spostamenti finalizzati 1:17 1:34 1:29 0:41 1:10 1:09 0:58 1:22 1:19 Tempo non specificato 0:01 0:03 0:01 0:01 0:03 0:01 0:01 0:03 0:01 Totale 24h 24h 24h 24h 24h 24h 24h 24h 24h

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Prospetto 4 Caratteristiche delle coppie con donna occupata di 20-49 anni, 2008-2009*.

Variabili Modalità %

Tipo di nucleo Senza figli 19

Coppie con figli 81

Coppie che fanno ricorso ad un aiuto familiare retribuito

No 90

Si 10

Tipo di famiglia

Senza altre persone 95 Con isolati e

plurinucleari 5

Orario di lavoro donne Full-time 68

Part-time 32

Orario di lavoro uomini Full-time 93

Part-time 3

Tipo di unione Coppie coniugate 90

Unioni libere 10

Settore di attività donna Dipendente 80

Autonomo 20

Settore di attività uomo

Dipendente 66 Autonomo 29 Non lavora 5

Contributo al reddito familiare

Lei<lui 54 Lei più o meno lo stesso

reddito di lui

35 Lei >lui 10

Età media Donna 39

Uomo 43

Anni di istruzione Donna 12

Uomo 11 Ampiezza demografica <50mila abitanti 63 >50mila e aree metropolitane 37 Ripartizione Nord 55 Centro 19 Mezzogiorno 26

Giorno di compilazione del diario Lunedì-venerdi 37

Sabato e domenica 63

N. coppie 2930

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Indagine Uso tempo , 2008-2009 (*) Valori riferiti alle coppie i cui partner hanno compilato il diario giornaliero.

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Grafico A1 Tempo(in minuti) dedicato dalle donne alle attività domestiche, 2008-2009

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Indagine Uso tempo, 2008-2009

180 186 189 194 198 199 199 201 204 204 206 207 208 213 214 215 215 215 215 215 217 217 217 218 219 219 220 222 223 224 228 238 252 254 160 170 180 190 200 210 220 230 240 250 260 Si aiuto ret. Unioni libere Senza figli Con isolati e plurinucleari Istruz.lei < lui Lei più o meno lo stesso reddito di lui Lei full-time Lunedì-venerdi Redd.lei >lui >50mila e aree metropolitane Età lei=lui Nord Lei autonomo Età lei>lui Istruz lei=lui Lui autonomo Lui full-time Centro Lui dipendente totale Senza altre persone Età lei<lui Lei dipendente Istruz. lei > lui Lui part-time No aiuto ret. Coppie coniugate Lui non lavora Coppie con figli <50mila abitanti Redd lei<lui Mezzogiorno Sabato e domenica Lei part-time

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Grafico A1 Indice di asimmetria nelle attività domestiche, 2008-2009(*). Coppie con donna di 20-49 anni occupata.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat, Indagine Uso tempo, 2008-2009

57 66 72 73 73 73 74 74 75 75 75 75 76 76 76 76 76 76 77 77 77 77 77 77 78 78 78 79 79 79 79 80 80 81 55 60 65 70 75 80 85

Lui non lavora Redd.Lei >lui Lui part-time Sabato e domenica Istruz.lei < lui Si aiuto ret. Nord Senza figli Lei full-time Lei più o meno lo stesso reddito di lui Istruz. lei > lui >50mila e aree metropolitane Lui dipendente Lei dipendente Età lei<lui Coppie coniugate Senza altre persone TOTALE No aiuto ret. Istruz lei=lui Coppie con figli <50mila abitanti Età lei=lui Lui full-time Unioni libere Con isolatii/plurinucleari Lunedì-venerdi Lei autonomo Età lei>lui Redd lei<lui Mezzogiorno Lei part-time Centro Lui autonomo

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