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Alcuni tratti della vita spirituale di Maddalena Morano

TRA DUSMET E FRANCICA NAVA

4. Alcuni tratti della vita spirituale di Maddalena Morano

Se la vita della nuova comunità progrediva benissimo sotto ogni a-spetto, tutti riconoscevano che il merito principale era dello stile della direttrice, suor Maddalena Caterina Morano.34 Il suo primario ruolo e le sue premure, connesse alla responsabilità principale della gestione quo-tidiana della vita del Conservatorio, sono già progressivamente emerse:

dalla funzionalità della casa, alla organizzazione dell’attività scolastica;

dal chiedere subito un confessore ordinario per la comunità, ad una se-conda Messa domenicale; dall’immediato inserimento nella cultura del paese, all’apertura dei momenti di preghiera della comunità a quanti lo avessero desiderato.

Da un gruppo di lettere inedite inviate a Dusmet e dalla cronaca di qualche conferenza alla comunità di Trecastagni possiamo meglio deli-neare alcuni tratti della sua sensibilità educativa e spirituale, di religio-sa intelligente ed esemplare. In queste lettere – sia in quelle di

33 Cf ACVT, Registro di iscrizione delle educande.

34 È opportuno ricordare i passaggi salienti della sua vita: nata a Chieri nel 1847, a 17 anni conseguì il diploma di maestra e nel 1879 a Nizza Monferrato fece la profes-sione religiosa di Figlia di Maria Ausiliatrice. Inviata a Trecastagni nel 1881, rimase in Sicilia fino alla morte (1908); dal 1891 al 1898 fu direttrice della nuova comunità in Ali Terme (ME), dove aprì anche il noviziato; dal 1898 visse a Catania, per 22 anni vi-sitatrice delle salesiane, aprì nell’isola 16 case; a Catania fu pure direttrice delle scuole femminili di catechismo della diocesi. Della bibliografia sulla Morano si veda il più re-cente BOSCO Teresio, Maddalena Morano, madre per molti, Leumann (Torino), LDC 1994.

ne, come per gli auguri natalizi e onomastici, sia per esporre esigenze organizzative e spirituali – colpisce di primo acchito la linearità della grafia, l’essenzialità del contenuto, l’assoluta disponibilità ad obbedire all’arcivescovo pur presentando pacatamente e con spirito filiale le proprie osservazioni, il garbo delle espressioni e i sentimenti di ricono-scenza a Dusmet per la predilezione che mostrava nei loro confronti e verso tutta la famiglia salesiana.

Un primo bilancio della vita comunitaria e delle difficoltà incontrate lo tracciava all’arcivescovo nella lettera del 18 settembre 1881. A po-chi giorni dal suo arrivo a Trecastagni la trentaquattrenne direttrice, senza frapporre tempo, aveva preso bene in mano la situazione del Conservatorio, con l’avvio di tutte quelle opere necessarie a rendere l’immobile idoneo ad accogliere una comunità di suore e le educande.

Già in questa prima lettera, per facilitare la serena partecipazione delle suore alla Messa domenicale, chiese a Dusmet che ve ne fosse una se-conda: «perché quando avremo le convittrici ci riuscirà come cosa im-possibile trovarci tutte ad un tempo in chiesa. Se Ella potesse far sì che ne avessimo due ci farebbe un vero favore». Lo informava, inoltre, che si erano già confessate con il cappellano, e poiché era sembrato loro che questi fosse «sordo, perché non fummo guari intese», probabilmen-te a causa della posizione del confessionale nella cappella, aveva prov-veduto a commissionarne subito uno nuovo da collocare in posizione più funzionale.35

All’arcivescovo Dusmet la Morano chiedeva sempre il sostegno del-la preghiera e del-la benedizione per l’opera educativa che svolgevano af-finché fosse improntata ai più genuini valori cristiani: «Il numero delle educande va crescendo gradatamente: faccia il Signore che noi le colti-viamo collo spirito della vera educazione cristiana.36 Ma sa pure chie-dere molto di più per sé, e per le sue consorelle, sa cogliere l’essenziale della loro consacrazione e della responsabilità educativa: «Ella pure degnisi rammentarci nella Gran notte e nel Gran Giorno [di Natale] e qualche parola diriga lassù acciò ci facciamo Sante e col nostro esem-pio santifichiamo pure le anime delle care fanciulle alle quali abbiamo consacrata la nostra vita».37 E ancora, il 15 novembre 1884: «Ci

35 Il testo per intero in Allegato VIII, insieme con altre 11 lettere inedite inviate a Dusmet. Le lettere sono tutte di pugno della Morano, anche se qualcuna è firmata «Le Figlie di Maria Ausiliatrice colle loro Educande», oppure «Le Suore di Maria Ausilia-trice di Trecastagni».

36 Lettera del 30 gennaio 1882, in Allegato VIII.

37 Lettera per gli auguri natalizi, 21 dicembre 1882, in Allegato VIII.

mandi tutte al buon Dio che ci faccia sante».38

Anche l’esigenza di un buon confessore per la comunità e per le ra-gazze, soprattutto a causa dell’infermità dell’arciprete Grassi loro con-fessore ordinario, rivela una fine sensibilità spirituale della Morano e, al contempo, il coraggio e la franchezza che sapeva all’occorrenza mo-strare, anche nei confronti del Dusmet, pur di ottenere delle risposte idonee e sollecite. Le lettere in cui la Morano affronta con il Dusmet la questione del confessore testimoniano, inoltre, una particolare delica-tezza perché il Grassi non venisse esautorato del suo compito e, fin quando fosse stato possibile, venisse soltanto sostituito quando non po-teva recarsi al Conservatorio per le confessioni.39

Tono pacato ma molto fermo ebbe a usare con l’arcivescovo per ga-rantire alle ragazze la regolare periodicità della confessione, la serenità nella celebrazione del sacramento e la progressione nella vita spiritua-le: il confessore delle educande, don Arcangelo Fragalà, andava di

«mala voglia e coglie con piacere ogni occasione per rimandare le con-fessioni dall’una all’altra settimana, con vero danno della pietà delle ragazze che debbono troppo spesso nelle più belle occasioni di care So-lennità rimanere senza Comunione. È cosa questa che mi fa troppa pe-na, ed è contraria ed in piena opposizione a tutta la premura che noi Suore abbiamo per istillare nelle alunne la soda virtù confortata, pro-mossa coll’efficacia dei SS. Sacramenti».40 E le sue rimostranze otten-nero buoni risultati se il 22 luglio 1887 assicurava a Dusmet che don Fragalà «s’è fatto più diligente e le confessa circa metà ogni volta: di più non si può pretendere perché è occupato» nella chiesa di S. Alfio.41

All’interno del Conservatorio volle pure istituire la Pia Unione del-le Figlie dell’Immacolata, e, in seguito, tramite il Dusmet ne chiese l’aggregazione alla primaria di Roma. Attraverso le specifiche pratiche di pietà proposte ai membri, alle educande volle offrire ulteriori ele-menti di formazione cristiana e l’inserimento nella scia dell’evoluzione della spiritualità del secondo Ottocento: spiritualità che aveva uno dei suoi cardini proprio nella devozione mariana e si caratterizzava per l’azione e l’apostolato in difesa della Chiesa e dei principii cristiani nella società.42

38 Allegato VIII.

39 Cf in particolare la lettera del 15 novembre 1884, in Allegato VIII.

40 Lettera del 23 aprile 1887, in Allegato VIII.

41 Cf Allegato VIII.

42 Cf in particolare la lettera del 31 maggio 1887, in Allegato VIII. L’8 giugno 1886 era stato lo stesso arciprete Grassi a chiedere a Dusmet il decreto per l’istituzione

Le lettere ci offrono, inoltre, uno spaccato delle difficoltà incontrate dalla Morano e dalle suore per superare alcune remore proprie della mentalità paesana locale e, al contempo, per mantenere spontanei e saldi i legami con i confratelli e i superiori salesiani. Come superare i pettegolezzi della gente per l’accoglienza ai sacerdoti salesiani che pe-riodicamente andavano al Conservatorio per «far un po’ di bene a noi e alle ragazze alla nostra cura affidate»? Dusmet, sentito il parere dei su-periori della congregazione, accetto che alloggiassero nella canonica della chiesa madre di Trecastagni.43

Da “visitatrice” delle comunità sorte nell’isola, sovente la Morano tornava nella “sua” casa di Trecastagni. Per conservare fedele memoria delle esortazioni da lei fatte, le consorelle hanno provveduto a trascri-vere i concetti fondamentali da lei sviluppati durante le conferenze, te-nute loro per alimentare la vita spirituale e ravvivare lo spirito salesia-no. Da questi appunti emergono indicazioni di notevole portata per la conoscenza della statura spirituale e dell’amore al lavoro della Morano, e per comprendere come lei intendeva la vita comunitaria e l’esemplarità da testimoniare. Mi limito a trascrivere alcuni brani tratti da due conferenze tenute nel 1899.

Il 12 febbraio: «Le Figlie di Maria Ausiliatrice trovano dappertutto ove vanno, e sempre, molto lavoro. Nessuna s’è mai lagnata di non sa-per come occupare il tempo; sibbene di non potersi sbrigare delle molte occupazioni. Ora la Figlia di Maria Ausiliatrice per farsi santa deve fa-re bene le cose che capitano giornalmente a fafa-re, e sono: lavoro, ubbi-dienza, sofferenza».

E il 12 giugno: «Filare il proprio filo, tessere la propria tela; ecco quanto compete ad ognuna di noi. Nella casa tutte abbiamo ufffizi dif-ferenti: chi deve far cucina, chi scuola, chi assistere, ecc. ognuna deve nel suo ufficio metter tutto l’impegno possibile per farlo bene, il che viene a dire “Filar bene il proprio filo” [...]. La parola muove, ma l’esempio trascina. Non basta che vi vedano a fare la S. Comunione, ad ascoltare la S. Messa, dovete loro dare buon esempio nel precederle al lavoro, nella carità vicendevole, nell’ubbidienza, nel sacrificio

della Pia Unione nel Conservatorio, direttore della quale sarebbe stato il salesiano don Giovanni Chiesa, il primo ad essere inviato a Catania da don Bosco nel 1885: lettera a Della Marra in ASDC, Miscellanea Paesi: Trecastagni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2.

43 Lettera della Morano a Dusmet del 25 ottobre 1886, in Allegato VIII. Minuta della risposta di Dusmet del 30 ottobre successivo in ASDC, Miscellanea Paesi: Treca-stagni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2.

ma in tutta la vostra vita [...]. Ma ricordatevi che non è l’abito che fa il monaco, né le mura fra cui vivete; ma l’esercizio della virtù, la violen-za, i sacrifizi».44

L’invio della Morano a Trecastagni, da parte dei superiori della congregazione salesiana, non si è rivelato di peculiare importanza sol-tanto per la famiglia delle Figlie di Maria Ausiliatrice, bensì pure per la diocesi di Catania. E del notevole e qualificato apporto da lei dato alla vita della diocesi, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del No-vecento, è testimonianza significativa il necrologio pubblicato nel Bol-lettino Ecclesiastico in occasione della sua morte: così lungo e articola-to, elogiativo e al contempo veritiero, nell’organo ufficiale della dioce-si dioce-si stenta a trovarne uno dioce-simile per qualche sacerdote.45

Conclusioni

La ricostruzione degli eventi che hanno portato all’impianto dell’o-pera salesiana nel Conservatorio delle Vergini di Trecastagni ha pro-gressivamente fatto emergere due elementi in particolare: uno relativo al comune di Trecastagni e l’altro alle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Nella fondazione del Conservatorio e della Pia Adunanza dei Chierici, ambedue istituiti da membri del clero locale, come nell’ane-lito del consiglio comunale di ottenere un istituto educativo maschile, mi pare si possa individuare con chiarezza una sollecitudine del-l’ambiente trecastagnese per l’educazione dei minori.

In questo contesto civile, come in quello più ampio della vita dioce-sana, l’innesto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e la presenza della Morano in specie, rispose dunque ad un persistente desiderio e venne a collocarsi in un ambiente fondamentalmente predisposto ad accogliere la loro opera educativa socio-religiosa, e per realizzarla non si lasciaro-no condizionare da alcuna difficoltà.

Di queste suore inviate in Sicilia, quando ancora viaggiare non era molto agevole e per delle donne in special modo – a maggior ragione se bisognava attraversare tutta la penisola –, va evidenziato lo spirito di obbedienza nell’accettare di andare là dove i superiori, con coraggio e lungimiranza, che a distanza di anni si è rivelata ben riposta, le hanno

44 ACVT, Quaderno delle Conferenze.

45 Il testo è riportato in Allegato VII.

inviate: dal Piemonte ... a Trecastagni. E dove si trovava?! e come vi si arrivava?!

L’accettazione di fondare nuove comunità nell’isola va, nondimeno, collocata nell’ambito ecclesiale del secondo Ottocento che vide la don-na muovere i primi passi da protagonista nell’apostolato e assumere re-sponsabilità pastorali, grazie anche alle nuove modalità di consacrazio-ne religiosa.46

Di grande rilievo, inoltre, la lezione che emana dallo stile e dall’o-pera della Morano: rendere accoglienti e funzionali gli ambienti del Conservatorio come espressione di rispetto per le educande; esporre chiaramente le esigenze materiali e spirituali della comunità ed esigere con pacata fermezza che vengano risolte; procedere con gradualità e in-telligenza nell’inculturazione contribuendo alla progressione della real-tà in cui si è inseriti; avere a cuore la formazione integrale della perso-nalità delle ragazze; guardare all’attività educativa come promozione della persona e come “luogo” di santificazione per sé e per le edu-cande.

È plausibile, allora, attribuire anche alla capacità di incarnare questi ideali – ma ve ne sarebbero ancora altri da evidenziare – la diffusione di case salesiane e lo sviluppo vocazionale per le Figlie di Maria Ausi-liatrice, registratosi in Sicilia durante gli anni di attività della Morano.

E va pure osservato che i suoi primi anni coincisero con gli ultimi di ministero episcopale di Giuseppe Benedetto Dusmet: la vita della co-munità civile ed ecclesiale della diocesi di Catania, alla fine del-l’Ottocento, fu dunque attraversata dall’incrociarsi della esemplarità di vita di questi due modelli che la Chiesa ha proclamato “beati”.

46 Si veda il saggio di ROCCA Giancarlo, Donne religiose. Contributo a una storia della condizione femminile in Italia nei secoli XIX-XX, Roma, Paoline 1992.

BIBLIOGRAFIA 1. Fonti archivistiche

ARCHIVIO STORICO DIOCESANODI CATANIA, Fondo episcopati. Giuseppe Benedet-to Dusmet.

ARCHIVIODEL CONSERVATORIODELLE VERGINIDI TRECASTAGNI.

2. Studi

DI FAZIO Giuseppe, Il sindacalismo bianco a Catania, in Synaxis 3 (1985) 357-386.

DI FAZIO Giuseppe (a cura di), La diocesi di Catania alla fine dell’Ottocento nella visita pastorale di G. Francica Nava, Roma, Edizioni di Storia e Let-teratura 1982.

FALZONE Maria Teresa, Presenza sociale degli istituti religiosi nelle realtà ur-bane siciliane (1890-1920), in AA.VV., Chiesa e società urbana in Sicilia (1890-1920). Atti del Convegno di studi - Catania 18-20 maggio 1989, A-cireale, Galatea 1990.

ROCCA Giancarlo, Donne religiose. Contributo a una storia della condizione femminile in Italia nei secoli XIX-XX, Roma, Paoline 1992.

ZITO Gaetano, Garibaldi, Celesia e il VI centenario dei Vespri Siciliani. Un momento della polemica anticlericale nel sec. XIX, in Benedictina 30 (1983) 173-194.

–, La cura pastorale a Catania negli anni dell’episcopato Dusmet (1867--1894), Acireale, Galatea 1987.

–, La cura pastorale a Catania tra Vaticano I e Vaticano II, in AA.VV., Pro-blemi di storia della Chiesa dal Vaticano I al Vaticano II, Roma, Dehonia-ne 1988, 215-238.

DOCUMENTI ALLEGATIErrore. Il segnalibro non è definito.

ALLEGATO I

Minuta della lettera del Dusmet con cui chiede l’invio delle prime suore per Trecastagni «con somma urgenza»: agosto 1881 (ASDC, Miscellanea Paesi:

Trecastagni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2/A).

«La Superiora di questo Conservatorio di Carcaci che si è recata a compiere gli esercizi spirituali fu da me pregata d’interessare il R.mo D. Bosco perché al bisogno spedisse tre Suore per il Conservatorio di Trecastagni in questa Diocesi. E il bisogno è venuto, ed è grave. So che il Reclusorio di S. Agata al Borgo di questa città ha fatto simile di-manda alla S. V. R. E che Ella si e addimostrata piuttosto favorevole.

Frattanto, per questo secondo esistono difficoltà che per ora impedi-scono il progetto, ed invece per Trecastagni l’urgenza è divenuta som-ma. Trattasi d’un Conservatorio interessante per educazione di ragazze che troveranno vuoto, poiché sono uscite le poche religiose che vi era-no ricoverate, e le Suore saranera-no sole.

Come avevo detto alla Superiora sarebbe utile che insieme alle tre Suore si unisse una Maestra laica di loro fiducia e di loro scelta. Ove poi ciò sia impossibile, vengano le tre Suore, con una o due almeno pa-tentate. E la prego caldamente che si faccia presto, poiché non si può attendere, e ogni giorno che passa è un danno pel Conservatorio, sul quale altri voleva spiegare diritti che non sono stati riconosciuti. Il Conservatorio per la parte spirituale e morale è sotto la mia tutela;

l’amministrazione delle rendite è tenuta da fidecommissarii che io scelgo, e che come tutte le opere pie danno i conti alla Deputazione Provinciale.

Mi onori d’una pronta risposta che sicuramente sarà favorevole.

Quell’impianto di Suore è il terzo nella mia diocesi, e sarà seguito da altri. Vengano subito, e di presenza aggiusteremo tutto il resto. La pre-go di presentare i miei ossequii al R.mo D. Bosco».

ALLEGATO II

Lettera di suor Orsola Camisassa al Dusmet: comunica la disponibilità di massima ad inviare le suore: 14 agosto 1881 (ASDC, Miscellanea Paesi: Tre-castagni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2/A).

Eccellenza Reverendissima

Col cuore compreso dalla più viva gratitudine mi sento in dovere di porgere sentiti ringraziamenti all’Ecc. V. Rev. per la stima in cui degna tenere la nostra Congregazione, e devo in pari tempo pregar l’Ecc. Vo-stra d’un benevolo compatimento, se per motivi abbastanza importanti, ho dovuto tardare fino a quest’ora a scrivere a V. E. R. giusta la mia promessa.

Parlai adunque ai Rev.di Superiori della nuova Casa che la bontà dell’Ecc. V. R.ma desidera aprire costì, ed il Rev.do Sig. Teologo Ca-gliero in un colla Rev.da Superiora Generale, son premurosi di cercar-ne il personale, compresa la Maestra, secondo il concetto espressomi dall’Ecc. Vostra. I superiori desidererebbero avere circostanziate le condizioni attive e passive di detta Casa per rispetto al nostro Istituto.

Per nostra norma porgiamo umil preghiera all’Ecc. V. Rev.ma af-finché voglia degnarsi risponderci a posta corrente, dovendosi aprire varie altre Case, per le quali già si è compromessi. L’Esimia Ecc. Vo-stra però ne avrà il privilegio sopra ogni altra, e perché è troppa la pa-terna bontà con cui degna trattarci, e perché desideriamo dimostrarle col fatto quanto sia vivo il desiderio in noi e quanto reputiamo ad onore il poter servire l’E. V. R.

Degnisi onorarmi de’ suoi comandi, mentre colla più profonda stima e gratitudine ho l’onore di confermarmi

dell’Ecc. V. R.ma

Nizza Monferrato 14 Agosto 1881

Umil.ma e Dev.ma serva Suor Orsola Camisassa.

ALLEGATO III

Lettera di don Giovanni Cagliero al Dusmet: comunica la partenza delle suore per Trecastagni: 4 settembre 1881 (ASDC, Miscellanea Paesi: Trecasta-gni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2/A).

ORATORIO

DI

S. FRANCESCO Dl SALES Torino, Via Cottolengo, n. 32

Eccellenza Reverendissima

Il nostro Rev.mo e Carissimo Signor Don Bosco sentì con piacere che abbiamo in poco tempo potuto soddisfare ai desideri della Ecc.za Vostra Rev.ma e provvederLe il personale per il Conservatorio di Tre-castagni.

E per mezzo mio la ringrazia per l’affetto e protezione che dispensa alla nostra umile Congregazione e si promette la speranza di presto far-ne la sua personale conoscenza; perché stima ed onora molto la Ecc.za Vostra Reverendissima.

Domani sono di partenza per Roma le Superiore di Catania e di Bronte e conducono secoloro un aumento di personale per Bronte e tut-to quello destinatut-to per Trecastagni e sono:

Direttrice: Suor Maddalena Morano Maestra normale di corso Superiore, abile educatrice ed esperta nell’insegnamento

Vicaria: Suor Carlotta Dessegni Sorvegliatrice prudente ed abile economa

Assistente e Maestra: Suor Luigia Bordino novizia professa e paten-tata di grado inferiore

Maestra Coadiutrice: Suor Maria Brigatti Maestra patentata di scuola e di lavoro, novizia vestita secondo il nostro si-stema particolare e secolare

Esse hanno tutte buone volontà e faranno del bene, specialmente se dirette con il consiglio ed opera della Eccellenza Vostra.

Fummo richiesti pure per due altre Suore (portinaia e cuciniera) che

daremo con tutta facilità e per le quali tratterà personalmente con la Ecc.za Vostra la Signora Direttrice.

I Salesiani avranno col tempo [... parola illeggibile] la protezione della Ecc.za Vostra una mansione anche in Catania e ciò appena trovar possiamo una terna.

Ci benedica e mi creda sempre dell’Ecc.za Vostra Rev.ma 4 Settembre 1881

Umile servo Sac. Giovanni Cagliero

ALLEGATO IV

Lettera di don Alfio Grassi, arciprete di Trecastagni, al segretario del Du-smet padre Della Marra: informa della visita di Cagliero al Conservatorio e del colloquio avuto con questi: 24 ottobre 1881 (ASDC, Miscellanea Paesi: Treca-stagni, Conservatorio delle Vergini, busta II, fasc. 2/B).

Rev.mo Padre Segretario

Rev.mo Padre Segretario