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Aldo Rondina, nato ad Adria nel 1937, ha lavorato come dirigente bancario ma da sempre si è occupato di storia locale. Giornalista e pubblicista, dal 1960 è corrispondente per Adria de «La Settimana», settimanale della diocesi di Adria – Rovigo. Collabora inoltre con varie riviste e periodici locali scrivendo articoli di carattere storico riguardanti l’ambiente polesano100. Ha pubblicato numerosi volumi sulla storia del Polesine, quali,

Appunti di storia adriese, Adria com’era…, Una Diocesi millenaria, Leggende, miti, fatti e curiosità del Delta, Antica città di Maria, I 75 anni della Croce Verde, Alluvione 1951 la grande paura, Polesine 1944/45. Guerra e Liberazione Dossier, Due quartieri, una città, Sulle ali della gloria e soprattutto negli ultimi anni, associandosi alla casa editrice

adriese Apogeo, ha pubblicato Il Convento racconta, I Conti Vescovi del Polesine,

L’ultimo Interdetto, Storia di una devozione, Adria – la Città, le sue vie, la sua storia e La Croce Verde di Adria 1911 – 2011 – un secolo di solidarietà laica101.

In particolare, come si era già accennato, sono due le opere che raccolgono le testimonianze dell’alluvione: Il Convento racconta, in cui Rondina vuole riportare «uno spaccato di vita parrocchiale vissuta dalla Comunità della Tomba nell’arco di 12 anni»102

99 Ivi, p. 18

100

Cfr. frontespizio dell’opera di Aldo Rondina, Il Convento racconta, cit.

101

A. Rondina, Appunti di storia adriese, Minelliana, Rovigo, 1981; A. Rondina, Adria com’era…, Pro Loco, Adria, 1982; A. Rondina, Una Diocesi millenaria, Minedi, Rovigo, 1984; A. Rondina, Leggende,

miti, fatti e curiosità del Delta, Galleria Etruria, Adria, 1987; A. Rondina, Antica città di Maria, Unitalsi,

Adria, 1987; A. Rondina, I 75 anni della Croce Verde, Ed. Ass. Croce Verde, Adria 1988; A. Rondina,

Alluvione 1951 la grande paura, cit.; A. Rondina, Polesine 1944/45. Guerra e Liberazione Dossier, Arti

Grafiche Diemme, Taglio di Po, 1991; A. Rondina, Due quartieri, una città, Promomedia, Padova, 2003; A. Rondina, Sulle ali della gloria, Promomedia, Padova, 2004;A. Rondina, Il convento racconta, cit.; A. Rondina, I Conti Vescovi del Polesine, Apogeo, Adria, 2005; A. Rondina, L’ultimo interdetto, Apogeo, Adria, 2007; A. Rondina, Storia di una devozione, Apogeo, Adria, 2008; A. Rondina, Adria – La Città, le

sue vie, la sua storia, Apogeo, Adria, 2009;A. Rondina, La Croce Verde di Adria 1911 – 2011 – un secolo di solidarietà laica, Apogeo, Adria, 2012.

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e raccolta in forma di cronaca, annotando brevi eventi di vita quotidiana o di cronaca cittadina. Una sorta di diario al quale diede l’avvio Padre Gregorio da Villa di Villa, il quale rimase per molti anni nella diocesi di Adria svolgendo incarichi parrocchiali, seppur con un breve periodo di assenza poiché fu chiamato alle armi nel 1916, «animato dalla passione per la ricerca storica che, nel periodo della sua permanenza adriese, ebbe come fulcro principale la Parrocchia nella quale era stato chiamato a svolgere il suo Ministero»103. Rondina, nella sua Introduzione all’opera, ci spiega che «quello del cronista era un incarico molto importante e delicato che non poteva essere esplicato da un membro qualsiasi della comunità»104 ma che poteva essere assegnato solo a coloro che ne avessero saputo svolgere precisamente la funzione. Tale cronaca veniva letta dal Visitatore Apostolico e, solo in seguito, approvata. «Conteneva tutto ciò che accadeva dentro e fuori il Convento»105: è così che «ne è uscito uno spaccato di microstoria unico e irripetibile che consente di rispolverare avvenimenti e stili di vita caduti nell’oblìo che meritano invece attenzione per capire quanto abbiamo guadagnato e, soprattutto, quanto abbiamo perso rispetto al passato»106. L’autore ha riportato in questo volume una selezione delle pagine della Cronaca, operata personalmente sulla base del proprio interesse, dopo la lettura della Cronaca messa a disposizione da Padre Gabriele Magnabosco e con il consenso di Padre Riccardo Ferronato, parroco della chiesa di Adria la Tomba nel periodo che va dal 1993 al 1998107. Nella selezione che Rondina compie, decide di inserire nel terzo capitolo, denominato Alluvione e rapida ripresa (1951 –

1952) i più importanti avvenimenti che testimoniano l’arrivo dell’acqua nella cittadina di

Adria. Divisi per mesi, ogni giorno viene indicato con un elenco puntato a cui seguono brevi annotazioni sui fatti accaduti:

14 – Prime notizie su straripamenti del Po verso Occhiobello e Polesella.

15 – L’acqua scende abbastanza velocemente a Nord e a Sud della Strada Rovigo – Adria; le notizie per il tratto argine sinistro del Po e argine destro del Canalbianco sono confuse. Si costituisce un Comitato di Emergenza comprendente anche i due Parroci urbani; si pensa soprattutto all’allagamento da Nord e invece improvvisamente e selvaggiamente le acque irrompono tra il

103 Ibid. 104 Ivi, pp. 9 - 10 105 Ivi, p. 10 106 Ibid. 107 Cfr. ivi, pp. 11 - 11

42 Po e il Canalbianco, travolgendo ogni cosa108.

In questo modo la cronaca diventa un testo vivo e attuale, in cui il lettore «ha la sensazione di seguire la radiocronaca degli eventi raccontati dal vivo», di vivere e sentire le stesse emozioni che hanno toccato i cuori della gente in quel duro novembre del 1951. L’altra opera,Alluvione 1951. La grande paura, è stata scritta a due mani insieme a Giovanni Bergamini, inizialmente, come riporta lo stesso Rondina nell’Introduzione109 all’opera, per chiarire meglio a se stesso quanto accaduto e vissuto sulla propria pelle all’età di soli quattordici anni, e in seguito, come riporta il Sindaco di Adria Franco Grotto nella Presentazione110 all’opera, per celebrare i quarant’anni dall’accaduto. I due

autori dedicarono molto impegno e dedizione alla realizzazione di questo volume, raccogliendo le testimonianze fornite da «Sante Tugnolo, sindaco di Adria all’epoca dell’alluvione, dalle notizie stese dalla Superiora dell’istituto Canossiano di Adria, Madre Maria Grazia Scarpa, e dell’anonimo cronista del Convento dei Padri Cappuccini, presso la Parrocchia della Tomba di Adria»111. Ma non solo, i due autori inserirono una breve spiegazione geografica dell’accaduto, corredata di cartina geografica esplicativa, le testimonianze di un giornalista, il messaggio di solidarietà di Pio XII, le impressioni di un vescovo, l’intervento di Giuseppe Brusasca, coordinatore dell’opera del governo, artefice della ricostruzione del Polesine insieme alla senatrice Lina Merlin, il contributo della Croce Verde, della Radio Losanna e dei Radioamatori, fino alla più commovente descrizione di scene di vita quotidiana corredate di fotografie che Bergamini aveva preziosamente raccolto e che furono opera di Giuseppe Mazzetto e fino ad aggiungere in coda gli Atti parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica e alcune fotografie di giornali e riviste che si occuparono di trattare il tema dell’alluvione. Un’opera quanto più completa ed esplicativa possibile, che riassume i fatti e ne evidenzia gli aspetti concreti e umani, volta a far capire a chi ha vissuto, ricordare a chi ha capito e a conoscere a chi quei terribili momenti non li ha vissuti ma li ha solo sentiti raccontare.

108

Ivi, pp. 202 - 203

109 Aldo Rondina, Alluvione 1951 la grande paura, cit., p. 3

110 Franco Grotto, Presentazione all’opera di Aldo Rondina, Alluvione 1951 la grande paura, cit., p. 5

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