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L’esame delle caratteristiche principali degli interventi erogativi delle Fondazioni si completa in questo paragrafo dove vengono ana-lizzati alcuni ulteriori profili delle iniziative indagate.

Anche in questo caso, come per le variabili esaminate nei due precedenti paragrafi, le analisi si riferiscono solo a una parte degli interventi censiti nel 2012, essendo infatti escluse tutte le erogazio-ni inferiori a 5.000 euro (per le quali il dettaglio informativo raccol-to è più limitaraccol-to) e gli interventi che non presentavano informazioni relativamente alla variabile indagata.

I dati del 2012 confermano la netta preferenza che le Fondazio-ni accordano all’impostazione granting26dell’attività erogativa, pur se, come già osservato, con alcune “correzioni” volte a garantire un certo grado di compartecipazione della Fondazione alla definizione di aspetti strategici e attuativi degli interventi (configurandosi così quel modello “misto” che è tipico delle Fondazioni di origine ban-caria).

Le prime due variabili qui esaminate supportano questa lettura, offrendo un quadro d’insieme degli orientamenti di sistema riguar-do al ruolo della Fondazione nella realizzazione degli interventi e all’origine dei progetti.

La modalità del Sovvenzionamento di opere e servizi (Tab.

4.14), tipica espressione dell’attività granting, riguarda l’86,3%

degli importi erogati (in lieve diminuzione rispetto al 2011, quando era 88,4%) e il 94,1% del numero di iniziative.

26) Come già ricordato all’inizio di questo Capitolo, il modello granting prevede il perse-guimento delle finalità istituzionali attraverso l’erogazione di contributi finanziari a sog-getti terzi, ai quali è demandata la realizzazione materiale dei prosog-getti di intervento. Nel-l’altro approccio tipico (c.d. operating) la Fondazione si impegna invece nella realizza-zione diretta di progetti e iniziative sul territorio (ad esempio gestendo una struttura resi-denziale di assistenza socio-sanitaria, o un museo, ovvero organizzando una mostra pres-so la propria sede).

Per contro, le Iniziative direttamente gestite dalle Fondazioni interessano una quota ancora minoritaria, ma in aumento rispetto al 2011: 9,4% degli importi e 4,9% del numero di interventi, rispetto a 7,9% e 4,7% dell’anno precedente.

Sono in leggera crescita anche gli interventi realizzati dalle Fon-dazioni tramite Imprese strumentali (4,3% degli importi erogati, contro 3,7% nel 2011).

Una evidenza ancor più chiara della propensione crescente delle Fondazioni ad assumere la regia delle iniziative finanziate è offerta dall’esame dell’origine dei progetti sostenuti (Tab. 4.15), cioè la fonte ideativa primaria delle iniziative.

Gli interventi che originano da proposte di terzi sono sempre maggioritari, ma diminuisce il loro peso sul totale delle erogazioni rispetto al 2011: da 69,2% a 64,1% nel 2012. Viceversa, i progetti di origine interna alle Fondazioni assorbono una quota crescente delle erogazioni, passando da 17,9% a 22,6% negli importi e da 8,4% a 9,2% nel numero di iniziative. Di segno positivo è anche la varia-zione delle erogazioni conseguenti a bando, che nel 2012 aumenta-no la propria incidenza sugli importi erogati, passando da 12,9% a 13,3%.

Quest’ultima modalità di distribuzione delle risorse è spesso scelta dalle Fondazioni come via intermedia tra il finanziamento di progetti di terzi (ideati e sviluppati totalmente al di fuori della Fon-dazione) e la realizzazione diretta di programmi di intervento pro-pri.

Le Fondazioni, infatti, pur senza tralasciare l’ascolto degli altri attori territoriali, con cui interagiscono assiduamente attraverso incontri, comunicazioni, tavoli di lavoro, elaborano i bandi in base a una loro visione specifica dei bisogni della comunità e delle rispo-ste più adatte a soddisfarli. Conseguentemente i bandi vengono impostati in modo da identificare con precisione finalità, destinatari e modalità di realizzazione dei progetti ammissibili alla selezione.

In tal modo, in definitiva, le Fondazioni finiscono per svolgere un ruolo di indirizzo strategico degli interventi, pur non essendo diret-tamente coinvolte nella fase esecutiva degli stessi; con il vantaggio, così, di contenere notevolmente gli oneri organizzativi ricadenti sulle proprie strutture e di stimolare e valorizzare al tempo stesso le competenze progettuali “esterne” presenti sul territorio.

L’ultima caratteristica presa in esame in questo paragrafo riguar-da il coinvolgimento di altri soggetti nel sostegno alle iniziative

(erogazioni in pool). L’argomento viene qui sviluppato con riferi-mento alle collaborazioni realizzate con tutti i partner censiti, men-tre nel paragrafo successivo si presenterà un approfondimento parti-colare sulle collaborazioni tra Fondazioni di origine bancaria.

Non vengono prese in considerazione, in questa sede, le forme di compartecipazione consistenti esclusivamente nel co-finanziamento delle iniziative, che si realizzano nei casi in cui la Fondazione pone tra i requisiti per la concessione del proprio contributo la partecipa-zione finanziaria pro-quota di altri soggetti. Le Fondazioni ricorro-no frequentemente a questa prassi, ricorro-non solo per l’evidente opportu-nità che essa offre di determinare un effetto moltiplicatore dei con-tributi concessi, ma anche per testare la serietà dell’impegno del soggetto proponente, a cui è richiesto di “rischiare” sul progetto anche proprie risorse, o di individuare altri soggetti disposti a farlo.

Tuttavia, com’è evidente, questo tipo di compartecipazione al progetto non testimonia di per sé che vi sia un coinvolgimento idea-tivo, gestionale o esecutivo del co-finanziatore nelle azioni proget-tuali da realizzare. Il raggruppamento delle erogazioni in pool che è qui oggetto di esame presuppone invece l’esistenza di tale coinvol-gimento.

Nel 2012 questo tipo di erogazioni si riduce leggermente, con-traendo la propria incidenza rispetto all’anno precedente sia in ter-mini di importi erogati, da 14,9% a 13,4%, sia per il numero di ini-ziative, da 5,5,% a 3,9% (Tab. 4.16).

Nelle iniziative in pool realizzate nel 2012 i soggetti partner più ricorrenti sono gli Enti della pubblica amministrazione, con il 39,6%

dei casi censiti; seguono altri soggetti del terzo settore (tra cui le altre Fondazioni di origine bancaria), impegnati nel 17% dei casi.

Rispetto al 2011 la forbice tra queste due tipologie di partnership aumenta a vantaggio di quelle con Enti pubblici: il peso di tali ini-ziative era il 31% nel 2011, mentre quelle condivise con le realtà del privato sociale incidevano lo stesso per il 17%.

La restante metà delle progettualità compartecipate con altri dalle Fondazioni vede impegnato in partnership un ventaglio molto eterogeneo di altri soggetti: enti ecclesiastici, organizzazioni inter-nazionali, enti di ricerca, strutture socio-sanitarie, imprese, ecc. Ciò a conferma di una rete di relazioni molto fitta che le Fondazioni intrattengono, nel perseguimento della loro missione, con le più varie espressioni del territorio di riferimento.

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