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altre dapi egli consuma. Far di questo potrà fede

Nel documento Regimen Sanitatis Salernitanum Sec. XI (pagine 36-80)

Chi la fisica possedè.

Capo 38.°

D el modo di mangiare e di bere.

Mentre pranzi allegramente Bevi poco ma sovente : Perchè il corpo men si guasti ,

Mai non bere fra’ due pasti : Dà col ber principio a cena ,

Se non vuoi sentirne pena. Al dissopra a ciascun uovo

Bevi sempre un bicchier nuovo. Pon la noce sovra i pesci ,

Alle carni il cacio accresci : Una noce ai ghiotti arride ,

D e pyris,

A d d e potum pyro : n u x est m edicina v e n e n o , F e r t mpy ra nostra p y r u s, sine vino sunt py ra virus: S i pyra sunt virus , sit m a led icta pyrus.

S i coqu is, antidotum py ra sunt, sed cruda venenum, n o

C ruda gravant stom achum , releva n t pyra cocta gravatum. P o s t py ra da potum : post pom a vade cacatum.

Caput XL. D e cerasis.

C era sa si co m e d a s, tibi c on fert grandia dona : E x p u r g a n t stom achum , nucleus lapidem tibi to llit, E t de carne sua sanguis eritque bonus. i a5

Ca pu t XLI. D e prunis.

In fr ig id a n t, l a x a n t , multum prosunt tibi pruna.

Ca pu t XLII. D e persicis, racemis, et passulis.

P e r sic a cum musto vobis datur ordine justo S u m e re , sic est mos nucibus sociando racem os. P a ssu la non s p le n i , tussi v a l e t , est bona re n i

Delle Pere.

Un buon farmaco è la noce Pel velen : la pera nuoce, E in veleno va conversa ,

Se non è di vino aspersa.

Se velen la pera è detta , Sia la pera maledetta.

Cruda è ta l, ma quando è cotta

Ad antidoto é ridotta. Il ventricolo ti aggreva

Cruda, e cotta lo solleva. Se la pera il vino anela,

Torlir dèi dietro la mela.

Capo 4°-°

D elle cilegie.

La cilegia , se 1’ assaggi, Ti rapporta ampi vantaggi : Il ventricolo ti lava :

Il suo nocciolo ti sgrava Della pietra , e il sangue ognora

Di sua polpa il tuo migliora.

Capo 4 1-0 D elle prugne.

Son le prugne rinfrescanti , Profittevoli, e purganti.

Capo 42-0

Delle pesche, e delle uve fresche ed appassite.

Ben a retto fine intendi Se la pesca col vin prendi ; Com’ è l’ uso che s’ associ

U uva fresca colle noci ;

Non la milza , ma gran beni Dalla passa han bronchi e reni.

a 4

D e ficulms.

S c r o f a , tum or, g la n d e s, f c u s cataplasm ate cedunt. i3o

Junge p a p a v er e i , con fra cta fo r i s ten et ossa. P ed icu lo s veneremcfue f a c i t , sed cuilibet obstat.

Ca pu t XLIV. D e esculis.

M u ltip lica n t m ictu m , ventrem dant escala strictum , E s c u la dura b on a : sed m ollia sunt meliora.

Ca pu t XLY. D e musto.

P ro v o c a t urinam m u stu m , cito solvit et in fla t. i35

Ca p u t XLVI. D e cerevisia et aceto.

Grossos humores nutrit cerev isia , vires

P r a e s t a t , et augm entat c a r n e m, generatque cruore P ro v o c a t urinam , ventrem quoque mollit et in flat. In frig id a t m o d icu m , sed plus desiccat acetum. In fr ig id a t, m a cera t, m elanch. d a t, sp e n n a m in orat

D ei fich i.

Sana il fico stram e, ghiande, E i tumor su’ cui si spande. Se il papaver gli si aggiunge

L’ ossa infrante ad estrar giunge. Crea pidocchi e voglie oscene,

Ma chiunque le previene.

Capo 44-°

Delle nespole.

Se la nespola ti spinge

Fuor 1’ orina , il ventre stringe.

Buona è quando è un po’ duretia , Ma la molle è sol perfetta.

Capo 45-°

D e l mosto.

Orinar fa il mosto , mentre

Presto scioglie e gonfia il ventre.

Capo 4^-°

D e lla birra , e dell’ aceto.

E la birra che alimenta

Gli umor pingui e il corpo aumenta, Che rinforza un cuor che langue ,

Che produce e accresce il sangue ;

Che 1’ orina eccita , mentre

Anche ammolla e gonfia il ventre.

Ben rinfresca un po’ 1’ aceto ,

Ma più asciuga , e 1’ umor lieto

Cangia in tristo ; affievolisce , E lo sperma sminuisce ; B.cca danno ai nervi adusti , E dissecca i pingui busti.

Ca pu t XLVII. D e rapis.

R a p a ju v a t stom achum , novit, produ cere ventum , P r o v o c a t urinam , a c ie t quoque den te ruinam : S i m a le c o c ta d à tu r, Time tortio tunc generatur.

Ca pu t XLVIII. D e v isc e rih iis a n im a liu m .

E g e ritu r ta rde c o r , digeritur quoque dure Sim iliter stom achus, m elior sit in e x t r e m ita t e s . R e d d i t lingua bonum nutrim ntum 'm edicinae. D ig e ritu r f a c i l e pulm o p cito labitur ipse. E s t m elius cerebrum gallinarum reliquorum.

Ca p u t XLIX. D e semine foeniculi.

S e m e n f o e n ic u li f i g a t et spiracula culi.

Ca pu t L .

D e aniso.

E m e n d a t v isu m, stom achum con forta t anisum. C op i lcoris anisi sit melioris.

Capo 4 7 °

Belle rape.

n

Son le rape esche dietetiche Per lo stomaco , e diuretiche ; Però molto flatulenti,

Ed assai nocive ai denti. Chi mal cotte le assapora

Della colica addolora.

Capo 48-°

Dei visceri degli animali.

Tardo il cuor si digerisce : Il ventriglio si smaltisce, ( Ai due stremi specialmente ),

Benché duro , facilmente. E la lingua una vivanda

Sustanzial, medica, e blanda. Prestamente é il polmon trito

Da se stesso , e digerito. I cervei più ancor son molli ,

E quei massime de’ polli.

Capo 49-°

Dei semi di finocchio.

Del finocchio le sementi

Cacciali fuor per 1’ ano i venti.

Capo 5o.°

Dell' anice.

Gli occhi 1’ anice avvalora ,

E lo stomaco ristora. Fra sue specie quella apprezza ,

D e spodio.

S i eruor e m a n a t, spodium sumtum cito sanat,

Ca pu t LII. D e sale.

V a s condim enti pra ep on i deb et edenti.

S a i virus refugat e t non sapidumque sa po ra t, i55

N a m sapit esca m a le , quae datur absque sale. Urunt persa lsa visum , sperm aque m inorant, E t generant sca b iem , pruritum , sive rigorem.

Ca pu t LIII. D e saporibus.

H i fe r v o r e vigent t r e s : s a lsu s, am arus, acutus. A lg e t aceto s u s , sic stip a n s, ponticus atque. 160

Unctus et insipidus dulcis dant temperamentum.

Ca pu t LIV. D e vippa.

B is duo vippa f a c i t , m undat d e n t e s , dat acutum V is u m : quod minus e st, im p le t: m inuit, quod abundat.

Bello spodio.

Se ti vien fuor sangue, prendi Spodio , e tosto lo sospendi.

Capo 5 a.0

Bel sale.

Por si debbono ai conviti

Piatti semplici e conditi. Strugge il sale ogni acre umore ,

E all’ insulso dà sapore : Poiché il cibo niente vale ,

Se si porge senza sale.

Troppo sai però molesta

Gli occhi, e il corso al seme arresta, Scabbia genera e prurito,

E fa il corpo irrigidito.

Capo 53.°

B e l sapori.

Tre hanno forza riscaldante ,

Cioè salso, amar, piccante.

Sempre Y acido rinfresca ,

E 1’ austero stringent’ esca. L’ unto insipido alimento

Dolce fa temperamento.

Capo £>4.°

Bella zuppa.

Dalla zuppa bai quattro effetti : Gli occhi aguzzi, i denti netti: Al mancante essa provvede ,

D e diaeta.

Omnibus assuetam jubeo servare diaetam :

A p p ro b o sic esse, ni sit m utare n e ce sse: i65

E s t Y p o c ra s testis, quoniam sequitur m ala pestis. F o rtio r est m eta m edicin ae certa d ia e ta , . Q uam si non c u r a s , f a t u e regis et m ale curas.

Ca pu t LYI. D e adminisiratione dietae.

Q u a le, quid e t qua ndo, quantum , quoties, ubi dando, I s ta notare cibo d eb et m edicus dictando. 170

Ca pu t LYI!. D e caule.

Jus caulis solvit, ejus substantia stringit: U traque quando d a tu r , ven ter la x a r e paratur.

Ca pu t LYIII. D e malva.

D ix e r u n t m alvam v e ter es , quia m olliat alvum. M a lv a e radices rasae d e d e re f e c e s :

Bella dieta.

Quel sistema serba intatto , Cui ti sei di già suefatto : Segui sempre il primo , e dopo

Noi cangiar se non è duopo. L’ altra via gran male appresta,

Anche Ipocrate lo attesta. Certo è farmaco la dieta

Tener sempre ad egual meta. Se noi fa i, ben malamente

Curi, ed opri da demente.

Capo 56.°

D ell’ ordinazione della dieta.

Come e quando , giusta il male , Quante volte , e quanto , e quale Ad assumer s’ abbia il vitto

Fia dal medico prescritto.

Capo 5^.°

D e l cavolo.

Se del cavolo 1’ umore

Scioglie, astringe lo spessore:

Quando 1’ un coll’ altro mesci

A purgar sempre riesci.

Capo 58.°

D ella m oka.

M a lv a detta al tempo prisco

Fui perchè ’1 ventre am m ollisco.

Le mie radiche il potere Han di scior le feci intere ,

D’ eccitar 1’ utero scusso ,

D e mentha.

M e n titu r m e n th a, si sit d e p e lle re lenta V e n tr is lumbricos stom achi verm esque nocivos.

Capu t LX. D e salvia.

C u r moriatur h om o , cui salvia crescit in horto? C ontra vim mortis non est m edicam en in hoi'tis. 'Sa lvia confortat nervos , manuumque trem orem 180

T o l l i t , et ejus ope fe b r i s acuta fu g it. S a lv ia , castoreum , lavandula , prim ula veris ,

N a stu rt. athanasa h a ec sanant paralytica m em bra.

Salvia s a lv a t r i x , naturae con ciliatrix.

Ca pu t LXI. D e ruta.

N o b ilis est ru ta , quia lumina reddit a c u ta : i85

A u x il io rutae vir quippe videbis acute. R u ta viris coitum m in u it, mulieribus auget. R u ta f a c i t c a stu m , da t lumen ? et in g en t astum. C o cta f a c i t ruta d e pulcibus loca tuta.

D ella menta.

Medicina fia bugiarda Quella menta, che ritarda A scacciar lombrici e vermi

Da’ ventrigli e grembi inférmi. Capo 6o.

D ella Salvia'.

Perchè *1 uom morrà, cui fresca

Nel giardin la salvia cresca ?

Perché farmaco più forte Dello strai non v’ è di morte. Della salvia i nervi allena

L’ uso , il tremito raffrena Delle mani , ed anche ajuta

A scacciar la febbre acuta. Chi castor, nasturcio , e vera

Àtanasia , e primavera , E lavanda a salvia unisce ,

La paralisi guarisce.

S a lv ia, in ver sei s a lv a tric e, Di natura emulatrice.

Ca po 6i.°

D ella ruta.

Pianta nobile è la ruta Poiché fa la vista acuta : Se tu meglio or vedi , al certo

Opra è sua , ed è suo merto.

Dessa 1’ estro all’ uom rallenta ,

E alle femmine lo aumenta. Dessa infonde pudicizia ,

Dà 1’ ingegno e la malizia. Se la cuoci e al suol la getti

Caput LXII. D e cepis.

D e cepis m edici non consentire videntur. C holerìcis non esse bonas dicit G a lien n s, P h leg m a ticis vero multum d o ce t esse salubres P ra esertim stom acho : pulcrum que creare colorem . Contritis cepis lo ca denudata capillis

S a e p e f r i c a n s , p o teris capitis reparare em .

Ca pu t LXIII. D e sinapi.

E s t m odicum granum, siccum calidum qne sinapi, D a t la c ry m a s , purgatque c a p u t, tollitque venenum

Ca pu t LXIV. D e T i o l a .

Crapula discutitur, capitis dolor atque g ra v ed o, P uipurea m violam dicunt curare caducos.

Ca pu t LXV. D e urtica.

A e g r is dat somnum : vomitum quoque tollit a d usum. C om p escit tussim v eterem , colicisque medetur. P e llit pulmonis fr ig u s venlrisque tum orem , Omnibus e t m orbis subvenit articulorum.

Capo 6 2 . 0

D elle cipolle.

Sull’ oprar delle cipolle Disputar sempre si volle.

Da Galien però si scrive ,

Che ai biliosi son nocive ; Ma salubri poi ben bene

Ai flemmatici le tiene ,

Specialmente pel ventriglio , E per dare un bel vermiglio. Con cipolle spesso i siti

Di capei nudi e sguerniti

Stropicciando , ha 1’ opra loro

Reso al capo il suo decoro. Capo 6 3

D ella senape.

E il granel piccolo ed alido Della senape assai calido : Purga il capo , il tosco smove,

E le lagrime promove. Capo 6 4°

Della viola.

Atta a vincere 1’ ebrezza ,

E del capo la gravezza , Non che il mal caduco è detta

La purpurea violetta. Ca po 6 5 D eir ortica.

Coll’ ortica assonni i desti Egri , e il vomito ne arresti ; Sani tossi inveterate ,

E le coliche ostinate ;

Del polmon sciogli 1’ agrezza ,

E del ventre la durezza ; E con essa alleggi pure

3 6

D e hysopo.

H jso p u s herba est purgans a p e c to re phlegm a : A d pulm onis opus cum m eile coquatur h jsopus : 2

V u ltibu s exim ium f e r t u r reparare colorem,

Ca pu t LXVII. D e cerefolio.

A d p o situ m cancris tritum cum m ette m edetur. Cum vino potum po terit sed are dolorem. Sa ep e solet vomitum ventrem que tenere solutum.

Ca pu t LXVIII. D e enula campana,

E n u la cam pana red d it p ra ecor dia sana. 2

Cum succo rutae si succus sumitur h ujus, A ffir m a n t ruptis n il esse salubjius istis.

Ca pu t LXIX. D e pulegio.

Cum vàio choleram nigram p o ta ta repellit : A d p o s ita m v iiidem dicunt sedare podagram .

D e l liso p o .

E 1’ isopo un alberetto ,

Che di flemma sgrava il petto : Se il polmon vuoi che sollevi

Entro il mel cuocer lo devi : Fama è pur che il suo liquore

Renda al viso un bel colore. Ca po 6 7 .°

Bel cerfoglio.

Giova al cancro 1’ erba trita

Di cerfoglio al mele unita ; E il dolor calma , se tolta

Viene in puro vin disciolta: Prevocar suol anche spesso

Ed il vomito e il secesso. Ca po 6 8 .°

D eir enula campana

.

I precordj afforza e sana

Sempre 1’ enula campana :

Se col sugo suo si prende Quel di ruta, si pretende, Che niun farmaco si trovi ,

Che più d’ esso all’ ernie giovi. Ca po 6g .°

D e l puleggia.

L’ atra bile tu distruggi

Se il puleggio col vin suggi. Atto ei vuoisi esteriormente

D e nasturtio.

Illiu s succus crines retinere f lu e n te s A llitu s asseritur, dentisque curare dolorem. E t squamas succus sanat cum m eile perunctus.

Ca pu t LXXI. D e chelidonia,

C oeca tis pullis hac lumina m a ter hirundo , P lin iu s ut scr ib it, quamvis sint e r u ta, reddit.

Capu t LXXII. D e salice.

A uribu s infusus succus verm es n eca t ejus. C o r t e x verrucas in a ceto cocta resolvit. P om orum succus , f l o s , pariu s d e s tr u it, ejus.

Ca pu tLXXIII. D e croco.

C on fortare crocus dicatur laetificando , M em b ra qu e d e je c ta con fo rta t hepar reparando.

Capo 70.«

D el nasturcio.

Il cascante crin s’ arresta , Talun d ice, se la testa Del nasturcio ungi coi sughi ,

E dei denti il dolor fughi. L’ unte squamine poi guarisci

Se a’ suoi sughi il mele unisci. Ca po 71.0

D ella calidonia.

Con quest’ erba , Plinio il dice , Render suol la genitrice Gli occhi ai ciechi rondinelli ,

E sin dargli occhi novelli. Ca po 72 .0

D el salice.

Tu del salice coi sughi Dall’ orecchio i vermi fughi. Nell’ aceto la sua pelle

Cotta , i porri scioglie e svelle. Il suo fior , col succo assorto

Del suo frutto , opra 1’ aborto. Ca po 7 3

Dello zafferano.

Lo zafifran , dicesi , gli egri Che conforti e che rallegri ; E che il fegato sauando

D e porro.

R e d d it fo e c u n d a s mansum persa epe puellas. Is to stillantem poteris retinere cruorem.

Ca pu t LXXV. D e pipere.

Quod p iper est n ig ru m , non est dissolvere pigrum , P h leg m a ta purgabit digesùvam que juvabit.

Leucopiper stom acho p r o d e s t , tussisque dolori U t i le , pra ev en iet motum fe b r isq u e rigorem.

Ca pu t LXXVI. D e gravitate auditus.

E t m o x p o st escam dorm ire nimisque m o v e ri, I s ta g rav are solent auditus, ebrietasque.

Ca pu t LXXVII. D e tinnitu aurium.

M o t u s , longa f a m e s , vomitus , p ercussio, c a su E b r ie ta s, f r i g u s, tinnitum causai in aure.

D e l porro.

Spesso il porro in sen trasfonde Di fanciulla esche feconde , Come il succo eh’ egli appresta Lo stillante sangue arresta.

Ca po ^5

D e l pepe.

^Dissolvente non leggiero ,

E non tardo é il pepe nero , Che la flemma fa sparire ,

Ed il cibo digerire.

Al ventriglio il pepe bianco,

E al dolor giova del fianco ; Della febbre presto e bene

Moti e brividi previene. Capo 7 6 .°

D ella durezza d ’ orecchio.

Sonno e moto per eccesso Al mangiar subito presso ,

E del ber 1’ uso incallito

Recar suol danno all’ udito. Capo 77 .0

D e l ronzìo alie orecchie.

Moto , vomito , picchiate ,

Lunga fame , algor , cascate , Ed ebbrezza cause vecchie

D e nocumentis yisus.

B a ln e a , v in a , V e n u s, ventus, p ip e r , a llia , fu m u s , P o r r i cum c e p is , le n s , f l e t u s , f a b a , s in a p i, S o l , co itu s , ignis la b o r , ictu s, a cu m in a , p u lv is, I s t a nocen t oculis : sed vigilare magis.

Ca pu t LXXIX. D e confortantibus visum.

F o e n ic u lu s , v e r b e n a , r o s a , ch elid o n ia , r u ta , E x istis f i t aequa , quae lumina reddit acuta.

Ca pu t LXXX. Contra dolorem dentium.

S ic den tes s er v a : porrorum collig e g r a n a , N e ca rea s ju r e , cum jusquiam o sim ul ure : Sique p e r embotum fu m u m cape dente remotum.

Ca pu t LXXXI. D e raucedine vocis.

N u x , oleum , fr ig u s capitis , anguillaque , p o t u s , A c pom um crudum fa c iu n t hom inem f o r e raucum.

D elle cose nocive alla vista.

Bagni , vin , lussuria , venti , Pepe , fave , porri , e lenti , Con cipolle, aglio, vapore ,

Sole , senape , e calore , Pianto , copula , e punture ,

Botte , polve , ed opre dure , Cause agli occhi son di lutto ,

Ma il vegliare sopra tutto. Ca po 7 9 .°

D ei confortativi della vista.

L’ acqua estratta da odorosa Celidonia , o ruta , o rosa , Da verbene, o da finocchi

Sono buone pel mal d’ occhi. Ca po 8o.°

Contro a l dolore dei denti.

Se serbar vuoi sani i denti Pon del porro le sementi Con jusquiamo ; ed accese

( Se 1’ effetto vuoi palese ) ,

Sui remoti denti assumi Coll’ imbuto a lungo i fumi.

Ca po 8i.°

Della voce rauca.

Freddo al capo , e beviture ,

Noci , anguille , ed immature

Frutte sono alle persone Di raucedine cagione.

Contra rheùma.

J e ju n a , v ig ila , ca lea s d a p e , valde la b o ra , In sp ira c a lid u m , m odicum bibe , com prim e f l a t u m : H a e c bene tu s e r v a , si vis dep ellere rheuma. S i f l u a t a d p ectu s , dicatur rheum a catarrhus : A d f a u c e s bran chu s, a d nares esto coryza. a5o

Ca pu t LXXXIII. Contra fistulam.

A uripigm entum , sulphu r, m iscere m em ento , H is decet apponi c a lc e m : com m isce saponi. Quatuor h a ec m isce : com m istis quatuor istis F istu la cu ra tu r, quater e x his si repleatur.

Ca pu t LXXXIV.

D e numero ossium , dentium, et venarum in homine.

Ossibus e x denis bis centenisque novenis 255

Constat homo : denis bis dentibus et duodenis : E x tricentenis decies s e x quinqueque venis.

Contro ai reumi.

Mangia caldo, parcamente

B evi, intiepida 1’ ambiente ,

Veglia , i membri esercitati Tien , digiuna , premi i flati : Tutto questo dei seguire

Se dei reumi vuoi guarire. Quando il reuma al petto scende

Di catarro il nome prende ;

Se alle fauci branco il dici ,

E c o r iz z a alle narici. Ca po 8 3 Contro la fìstola.

Prendi zolfo ed orpimento», E ne forma un solo unguento ; Poscia aggiugnivi un boccone

Di calcina e di sapone : Mesci il tutto , indi con queste

Quattro cose insieme peste Fian le fistole disciolte ,

Se le riempi quattro volte. Ca po 8 4

D e l numero delle ossa

,

dei d en ti, e delle vene nell’ uomo.

Con dugento diciannove

Ossa 1’ uomo in pie’ si move.

Trentadue , non mai crescenti , Son pel solito 'suoi denti. Le sue vene son propinque

Ca pu t LXXXV. D e quatuor humoribus corporis.

Quatuor humores in humano corpore constant : Sanguis cum c h o le r a , p h le g m a , m elancholia.

T e rr a m elanch, aqua ph leg . a e r sanguis, choler. ignis. 260

Ca p u t LXXXVI. D e sanguineis.

N a tu r a pingues isti sunt atque jo c a n t e s , Sein per m inores cupiunt audire freq u en tes. H o s V e n u s et B a cch u s d e le c ta n t , f e r c u l a , lis u s , E t f a c i t hoc h ila re s, et dulcia verba loquentes. Omnibus h i studiis habiles sunt et magis apti : 265

Qualibet e x causa n ec hos leviter movet ira. L a rg u s , a m a n s, h ila ris, rid e n s , m beique coloris, C a n ta n s , ca rn o su s , satis a u d a x atque benignus.

Ca pu t LXXXVII. D e cholerieis.

E s t et hum or cho lera e , qui com petit impetuosis , H o c genus est hominum cupiens p r a ec e ller e cu n cto s; 270

H i leviter discunt , multum cem e d u n t, citu crescunt. I n d e m agnanim i su n t, largi , summa p e te n te s , H irsutus, f a l l a x , ira s ce n s , prodigus , a u d a x , A s tu lu s , g r a c ilis , siccus , croceique coloiis.

Capo 8 5.*

D e i q u a ttr o te m p e r a m e n ti. Sol di quattro umor soprani

Son composti i corpi umani : L’ ipocondrio , il bilioso ,

Il sanguigno , e il flemmatoso ; Cui si vuol , cbe corrisponda

Terra , fuoco , aere , ed onda.

Capo 86.°

D e i s a n g u ig n i. I sanguigni ben pasciuti

Son di corpo , e molto arguti : Udir bramati le novelle ,

E i racconti , e le storielle. Si dilettano di vini ,

E d’ amor , giuochi , e festini ; II che ognor li fa vivaci ,

Ed amabili e loquaci. A qualunque studio intenti

Sorton abili e valenti. Tarda in lor ( né se n’ intende

La cagion ) 1’ ira s’ accende. Dolci son , paffuti , amanti

Delle femmine , e dei canti , Liberali , allegri molto ,

Arditelli , e rossi in volto.

Capo 87.0 D e i Villosi.

Gli umor sogliono biliosi Aver spiriti focosi. Desiati sempre questi tali

Primeggiar sopra gli eguali : Mangian molto , crescon lesti ,

Ad apprendere son presti .- Son magnanimi , esigenti

Degl’ impieghi più eminenti :

Sono prodighi ed audaci ,

Generosi , ir ti, e mendaci : Son collerici , e volpigni ,

CaputLXXXVIIL

D e phlegmaticis.

P h le g m a vires m odicas tribuit, latosque b rev esq u e, 2 ^ 5

P h le g m a f a c i t pingues : sanguis red d it m ediocres. O tia non studio tra d u n t, s e d corpora so m n o , Sensus h e b e s, tardus m otus, p ig r itia , somnus. H ic som n olen tus, pigris in sputam ine m u ltu s,

E s t huic sensus hebes , pinguis , f a c ie s color albus. 2 8 0

Ca put LXXXIX.

D e melancholis.

R e s t a t adhuc tristis cho lera e substantia n ig r a e , Quae redd it p r a v o s , p e r t i is t e s , pau ca loquentes. H i vigilant studiis, n e c m ens est dedita somno ; Serv a n t propositum : sibi n il reputant f o r e tutum. In vidu s e t tristis, cupidus , d e xtra e q u e ten acis 2 8 5

B e i fle m m a tic i.

La flemmatica natura

Suole aver piccol statura ,

Forze medie , gran pinguezza ,

E di sangue discretezza. Non di studi suo negozio

Fa il flemmatico , ma d’ ozio ,

E di sonno : egli è melenso ,

Pigro assai , d’ ottuso senso ,

Sempre inerte e dormiglioso ; E sin torpido il copioso Sputo a trar ; d’ ingegno corto,

Ed in faccia grasso e smorto.

Capo 89.0

D e g l ’ i p o c o n d r ia c i. Della tempra a dir ci resta

Ipocondrica ed agresta , Che fa gli uomini cattivi ,

Adri , e poco discorsivi. Dessi veglian sulle carte 4

Ned al sonno dan gran parte. Nei disegni lor son fermi ,

Ma si credon sempre inermi :

Sono tristi , invidi, abbietti ,

D’ oro ingordi , e di man stretti : Son di frodi inetti mastri ,

Caput XC.

D e coloribus et sanguinis redundantibus indicasi

Nel documento Regimen Sanitatis Salernitanum Sec. XI (pagine 36-80)

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