A proposito di ingressi sul Brenta e dell’utilizzo dei canali come vie di transito, a Mira, è ancora oggi possibile accedere ad alcune ville in questo modo speciale, ne è un esempio Villa Valier. Meravigliosa dimora storica risalente al cinquecento e situata lungo il tragitto fluviale tra Padova e Venezia, offre ai visitatori la possibilità di raggiungerla sia via strada sia via acqua, con crociere fluviali realizzabili con battelli tipici come il burchiello o con imbarcazioni private. Dato che dalla villa è possibile raggiungere Piazza San Marco in circa trenta minuti, è facile intuire la ragione per cui si tramanda l’idea che la Riviera del Brenta sia il naturale prolungamento del Canal Grande di Venezia.126 Garantire la sicurezza idraulica del tracciato da Padova a Venezia non è stato però semplice, sono state infatti necessarie numerose opere di sistemazione, tra le più interessanti si riporta la creazione delle cinque conche di navigazione utili a colmare il dislivello d’acqua presente tra i due centri, in località, che si sono poi trasformante, in importanti fulcri per l’insediamento “a riviera”, si citano in particolare Stra, Dolo e Mira. La riviera del Brenta non è però l’unico esempio di riviera fluviale in Veneto, la Riviera Euganea, ovvero la via d’acqua collegante Padova a Monselice, rappresenta infatti, un secondo corridoio con al centro dei traffici il Canale Battaglia. Le sue sponde si sono rivelate sin dall’antichità adatte allo sviluppo della presenza antropica che sarebbe comparsa già dalla metà del XVI secolo, come riportato dalla mappa di Domenico Gallo, custodita all’Archivio di Stato a Venezia in cui si può notare un corridoio fluviale abbastanza popolato. 127 Come gli altri centri sopracitati, Battaglia Terme, presenta i tratti tipici dei borghi rivieraschi, sono infatti presenti manufatti idraulici come la pregevole conca di navigazione, l’Arco di mezzo con la sua cascata d’acqua, diversi ponti in stile lagunare, numerose imbarcazioni storiche ed edifici che conservano i tratti antichi tra cui Villa Selvatico, edificio seicentesco che domina la cittadina dalla collina su cui è costruita e il Castello del Catajo, presidio commerciale del Canale Battaglia. Una città che per anni si è ritrovata al centro dei traffici commerciali grazie al suo canale, che come dimostrato dalle fotografie storiche, ha assunto il ruolo di vera e propria “superstrada” fluviale, grazie alla quale figure professionali legate ai fiumi come barcàri, squeraròi, cariolànti,
cavalànti e mugnai hanno costituito proprio lungo le sue sponde il primo nucleo
insediativo gettando le basi per la crescita commerciale ed economica del borgo.
In questo contesto, è stato fondato a Battaglia Terme il Museo della Navigazione Fluviale,
126 Villa Valier, http://www.villavalier.it/visite-guidate-in-villa/, 24/08/18. 127 Ibidem, pp. 24-26.
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nato dalla volontà di alcuni ex barcàri si presenta oggi non solo come custode della memoria storica della città e della navigazione fluviale, ma anche come luogo in cui residenti e visitatori possono essere coinvolti direttamente attraverso la loro partecipazione ad eventi in cui si ricorda, si celebra e si sperimenta l’antico rapporto presente tra vie d’acqua e uomo, una relazione oggi quasi dimenticata, la cui fine coincide con il declino nell’utilizzo delle aste fluviali. La costruzione delle ferrovie e l’incremento del trasporto su gomma hanno infatti reso inutili le tradizionali imbarcazioni in legno del trasporto fluviale, ampiamente utilizzate fino al 1950, e con esse, l’arte e la memoria della navigazione fluviale veneta.128Dagli esempi presi fino ad ora in considerazione, si intuisce come la presenza di una via d’acqua ben regolata e trafficata, che favorisce il collegamento di più centri urbani, stimoli in un territorio di campagna, lo sviluppo umano lungo le proprie sponde dando vita a un’atmosfera armonica in cui si combinano elementi di svago e di produttività. L’interesse degli aristocratici verso la pratica della “villeggiatura”, nei borghi rivieraschi, derivava infatti dal loro desiderio di svago che li spingeva a lasciare le loro dimore a Venezia e recarsi in campagna, dove però ricercavano comunque un’atmosfera rassicurante e familiare. Fu proprio questa ricerca che li spinse a costruire abitazioni ispirate ai tratti della territorialità veneziana che contribuirono a plasmare il territorio, è per questo motivo il Coronelli afferma che in quel periodo la Riviera del Brenta assumeva l’aspetto di “quasi borgo della città di Venezia”.129 Attualmente, l’eredità nautica veneziana, nei centri localizzati in terraferma, come Battaglia Terme, Mira, Stra e Dolo, consistente in vie d’acqua navigabili o potenzialmente percorribili, pratiche anfibie, imbarcazioni, tradizioni e manufatti idraulici, offre la possibilità di colmare un interesse sempre più crescente che le persone hanno iniziato a dimostrare nei confronti dei corridoi fluviali. In questo senso, i corsi d’acqua maggiori e minori, possono essere sviluppati e promossi come dei percorsi turistico-ricreativi che per la loro molteplice composizione assumono il ruolo di “corridoi culturali”. Si tratta di itinerari che combinano attività ludico-sportive e culturali, grazie alla presenza di dimore signorili, case rurali e osterie, ma anche di manufatti idraulici, ovvero tutte quelle opere connesse all’utilizzo o alla regolazione del corso d’acqua come vecchi opifici, conche, idrovore e chiuse. Sebbene l’Italia e il Veneto in particolare, ne siano ricchi, questi non
128 Museo Civico della Navigazione Fluviale, https://museonavigazione.eu/it/, 23/08/18.
Colli Euganei, Villa Selvatico, http://www.collieuganei.it/ville/villa-selvatico/, 24/08/18.
Castello del Catajo, http://www.castellodelcatajo.it, 24/08/18.
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vengono valorizzati come quelli presenti in molti fiumi europei, che si sono trasformati in fondamentali punti di riferimento di identificazione del luogo, e che ospitano spesso musei tematici, in cui anche il paesaggio e le opere esterne sono parte integrante dell’esperienza offerta. Percorrere le vie d’acqua in barca o in bici lungo gli argini, non solo permette di raggiungere molteplici punti di interesse mentre si gode di un’esperienza piacevole, rilassante e all’aria aperta, ma aiuta anche il recupero di antichi manufatti come conche di navigazione e vecchi opifici stimolando contemporaneamente la rinascita delle antiche attività fluviali. 130In Veneto, vi sono alcuni casi di riutilizzo e rilancio di antichi itinerari fluviali o di vecchie opere legate ai fiumi, ne è un esempio il Museo delle Idrovore di Santa Margherita (figura 20), testimonianza ottocentesca del lavoro di bonifica delle terre localizzate tra Brenta e Bacchiglione, consiste in un impianto di sollevamento ancora funzionante, grazie alle fotografie storiche ritrovate è stato possibile ricostruire l’evoluzione dell’impianto, quest’ultime sono oggi conservate nel museo nella stanza dell’antica carbonaia. Le storiche pompe e le immagini possono essere ammirate anche dai visitatori che però devono contattare il comune dato che il museo viene aperto solo su prenotazione.131 Allo stesso modo, anche la conca di Battaglia Terme, novecentesca opera ingegneristica ancora funzionante, è parte integrante delle proposte di tour al museo diffuso offerte dal MuBa. Accanto alla classica visita agli interni ed esterni del museo è infatti possibile richiedere un itinerario guidato alla scoperta dell’intero borgo fluviale realizzabile sia a piedi sia in barca. Infine, anche la città di Padova dispone di alcune proposte alternative; il centro cittadino può essere visitato via acqua percorrendo cioè gli antichi canali navigabili, un anello di blueways dal panorama suggestivo e dalla storia importante che si snoda lungo il canale Piovego e che include anche la vista alla Conca delle Porte Contarine, costruita nel XIII secolo e recentemente riqualificata che rappresenta un bene culturale di pregevole valore in cui è situato anche l’Oratorio della Beata Vergine, dedicato alla Madonna dei Barcàri (figura 21).
130 F. Vallerani, Le barche, i giochi…, op.cit., pp. 108-109.
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Sebbene queste iniziative di rilancio, delle opere e dei territori anfibi, costituiscano una rilevante base di partenza, tra i colli euganei e la bassa pianura vi sono molteplici manufatti che ancora attendono di essere impiegati e valorizzati.
Figura 20: Idrovora di Santa Margherita, https://www.watermuseumofvenice.com/network/museo-
delle-idrovore-di-santa-margherita/, 24/08/18.
Figura 21: Conca delle Porte Contarine e Oratorio della Beata Vergine, Padova,
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La conca a Conche, quella a Mira lungo il Novissimo e numerosi vecchi mulini, rappresentano solo alcuni esempi, accanto ad attrattive naturali già consolidate come le Paludi di Onara o le numerose oasi lungo la S.S. Romea che necessitano però di una maggiore promozione, sia a livello locale sia a livello internazionale.
Il ripristino delle vie d’acqua, dei loro manufatti e delle storie e tradizioni ad esse legate è possibile, è anzi un’opportunità per il territorio, dato che rilanciare questi spazi appagherebbe sia i visitatori sia i residenti, con una crescita per l’economia locale, ottima sia per i residenti sia per i visitatori. Nel web e sui quotidiani si assiste sempre più allo sviluppo di proposte che coinvolgono fiumi e canali: tour in barca per turisti e scolaresche, iniziative sulla tutela dei corsi minori, escursioni a piedi o in bici lungo gli argini, manifestazioni di voga alla veneta e rievocazioni storiche sono tutte testimonianze di questa nuova tendenza che permette alle storie d’acqua di avere una nuova vita. Se nel passato i corsi d’acqua erano principalmente vie dedicate alla fatica e al lavoro, oggi possono diventare degli itinerari turistici e ricreativi che danno vita a nuovi e stimolanti progetti. 132
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