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Altri temi discussi in seduta plenaria

Nel documento Atti della giornata di lavoro (pagine 68-71)

Fabrizio Curcio

Da inserire … in risposta a Paolo Clemente che aveva richiamato il tema delle assicurazioni, Fabrizio Crucio faceva riferimento alla sua esperienza di analisi su quel tema in ambito internazionale

Margherita Russo

(00:06:35 – Recording 2)

Con Stefano avevamo discusso sulle assicurazioni e abbiamo poi deciso di non inserirla nel documento perché ci sembrava che non fosse all’interno delle nostre competenze, per come le riuscivamo a trattare attraverso l'azione di intermediari finanziari che si occupano ordinariamente di assicurazioni.

Questo è un punto che va inserito, e secondo me va inserito nella proposta, però utilizzando le competenze che citava Fabrizio Curcio, facendo anche riferimento a gruppi di lavoro, se già esistono. Quello indicato da Paolo Clemente, ad esempio, sul disegno di legge, non lo conoscevo ed è ovviamente un riferimento essenziale.

Paolo Clemente

(00:07:15)

A parte il disegno di legge presentato, che oramai è scaduto con la scorsa legislatura, siamo in contatto con la Rete delle Professioni Tecniche (non so se c’è ancora l’ing. Cardinale) e con l’ANIA (Associazione Nazionale fra la Imprese Assicuratrici), oltre che con i proprietari edilizi (la Federproprietà soprattutto) perché l’assicurazione riguarda i privati. Stiamo cercando di capire le problematiche. Dobbiamo organizzare un tavolo per discuterne.

Margherita Russo: Proponevo questo.

Paolo Clemente: Sono disponibile.

Stefano Pampanin

(00:08:06)

Se posso aggiungere un commento: lo abbiamo tolto perché poteva venir banalizzato. Con-cordo con quanto detto da Paolo e da Fabrizio, si tratta di modelli che sono diversi, noi in Italia dobbiamo usare il nostro perché abbiamo una cultura molto diversa. Ma che di fatto ritorna un concetto, per esempio la Turchia ha fatto un workshop internazionale, perché loro si sono attivati.

La Turchia ragiona molto come noi: abbiamo una cultura per cui quando succede qualcosa lo Stato ci aiuta, noi privatamente sull’Appennino non pagheremmo mai….

Ma qual è il concetto? Lo Stato… lì dove c’è il sistema del MunichRe e dello SwissRe. I MunichRe e i Lloyds, quando è successo il terremoto neozelandese, sono fondamentalmente ve-nuti e abbiamo avuto riunioni interessanti, in cui ci hanno detto che a loro economicamente non conviene. Una volta che il terremoto è costato un sacco, prima di recuperare da quattro milioni di abitanti per poter di nuovo rifinanziare, non ne escono.

C’è stato un discorso politico, a cui abbiamo partecipato noi tecnici, di pressione, letteral-mente di marchio, dicendo “voi non potete avere un portfolio mondiale in cui vi togliete dal punto in cui localmente non funziona”.

Cosa potrebbe essere per lo Stato italiano, lo racconto genericamente: non un’impostazione privatizzata stile California, perché rovineremmo l’Appennino, ma un pubblico-privato assicura-tivo in cui lo Stato si autoassicura con gli assicuratori mondiali.

A questo punto lo Stato va a farsi un accordo di altissimo livello con i Munich Re e i Lloyds di turno, perché dopo un terremoto non andiamo a chiedere all’Europa perché abbiamo il nostro fondo specialistico. Se l’Europa poi vuol darci un po’, mettiamo sul tavolo un po’ di Europa (che vuol dire Stato), un po’ di Italia - che vuol dire Stato del sud Europa, dobbiamo far capire che sarebbe giusto avere dei finanziamenti ad hoc. Non perché quando succede qualcosa gli italiani hanno problemi con il terremoto, ma perché è giusto che il fondo emergenziale abbia una gran-dissima componente sul terremoto. Poi se la Grecia, la Spagna, l’Italia e la Turchia europea (a seconda di come viene vista attenzione a quello che diciamo) deve utilizzare quel fondo molto spesso, così sia.

Riprendendo quello che Paolo che può già presentato. Ma estendendolo a quello che Fabrizio diceva, dobbiamo ragionare in ambito italiano, ma un approccio per cui il governo non ce la fa e deve avere dietro gli assicuratori nel nostro asset, questo è un tipo di riassicurazione

A questo punto nessun primo ministro si scorna perché non stiamo chiedendo tasse a nes-suno. la Turchia ha fatto la proposta

Quella è la cifra, tutti la pagano, ma nessuno paga. Dall’ IMU e TASI non aggiungo, detraggo una percentuale e dimostro che…I modelli migliori al mondo sono quelli che dimostrano che i soldi che prendo li investo in ricerca sulla sismica.

La NZ, quando ha avuto il terremoto, ha dimostrato che l’investimento sulla ricerca che ha fatto per riuscire ad andare avanti ha funzionato, salvando, nelle stime, migliaia di vite umane.

Paolo Clemente

Penso che Fabrizio sia la persona più adatta per indirizzarci su come e quando presentare una proposta del genere, in un contesto di proposte ampio. Questo gruppo può essere il contesto giusto per studiare la questione.

Riassicurazione e intervento pubblico in caso di spese esuberanti sono aspetti già previsti, però attenzione: se oggi c’è una ricostruzione che costa 50 miliardi di euro, non è che domani le assicurazioni devono pagare 50 miliardi di euro. Il costo va dilazionato nel tempo, in 25 anni ad esempio.

Il problema del fallimento delle società assicuratrici io non lo vedo francamente. Non c’è questo pericolo.

Stefano Pampanin

Deve essere riassicurato e questo costo verrà rinegoziato. Come governo italiano ma faccio vedere che all’interno allora negozio molto bene il mio premio assicurativo trentennale. Ci sono strumenti finanziari molto potenti.

Non da solo, da solo si brucia, in tutto il processo c’è anche chi paga. Chi paga è il tax payer, l’Europa che ci aiuta, un riassicuratore, un premio che viene aggiustato sugli interventi strutturali che l’Italia ha messo in piedi.

Paolo Clemente

(00:15:35)

Fatemi dire che l’attuale Super Bonus prevede, per chi cede il credito a una società assicura-trice e stipula con questa un’assicurazione a fronte degli eventi naturali, la possibilità di defisca-lizzare il 90% del premio. Questo è un incentivo importante. Magari, se non riusciamo a introdurla in maniera obbligatoria, questa potrebbe essere una forma per arrivare di fatto ad un’assicurazione di gregge, consentitemi questo modo di dire.

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Nel documento Atti della giornata di lavoro (pagine 68-71)

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