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AMERICAN WAY OF DREAM : TRA SPORT e DIRITTI CIVILI

Gli Stati Uniti sono usciti vincitori dalla Guerra Fredda, imponendo una cultura liberale mondiale che, come abbiamo visto, si è sviluppata in e con la globalizzazione. Nonostante il loro ruolo centrale nel mondo, gli Stati Uniti sono rimasti, e rimangono, lontani dalle logiche politiche - e sopratutto sportive - del resto del mondo. La retorica statunitense della dottrina Monroe rimane ancora oggi, per certi versi, viva più che mai e l’ “American way of life and dream” viene esportata rimanendo, però, saldamente ancorata al suo paese d’origine. Lo sport ci permette, in questo caso, di mettere in risalto al meglio le caratteristiche della società più influente al mondo che si è ritenuta superiore ad altri modelli sociali - all’inizio della sua storia a quello aristocrato-europeo e poi a quello comunista sovietico - ma che è ricca di ipocrisie e controsensi che si evidenziano nel caso dei diritti civili e della condizione della comunità afro-americana.

https://www.businessinsider.com/growing-number-of-foreign-born-players-in-nba-slows-2018-10? 142 IR=T. Aggiornato al 10/02/2019. https://www.forbes.com/sites/stuartanderson/2018/04/27/27-of-major-league-baseball-players-are- 143 foreign-born/#64cd8d2c7712. Aggiornato al 10/02/2019.

Gli Stati Uniti nascono dall’emigrazione, forzata e non, delle comunità puritane calviniste inglesi all’inizio del quindicesimo secolo. Convinte che nel vecchio continente aleggiasse il peccato, le diverse comunità religiose emigrarono, tutelate dal Regno Unito, fondando le tredici colonie originali . Capitaliste per natura, riferendoci 144

alle Teorie di Weber, queste tredici colonie si espansero rapidamente all’inizio del diciottesimo secolo sia geograficamente che economicamente, entrando in conflitto con la madre patria Gran Bretagna. Sebbene pagassero i contributi e i dazi alla corona su ogni merce che attraversava i loro porti, le colonie non beneficiavano di nessuna rappresentanza nel parlamento imperiale e nel 1776 dichiararono unilateralmente l’indipendenza riuscendo a formalizzarla dal Regno Unito nel 1783 . Nel 1789 145

adottarono la più moderna ed innovativa costituzione del mondo, basata sui principi più puri dell’illuminismo, con cui venne creato uno stato federale democratico e repubblicano con un presidente ed un parlamento eletti dal popolo. Venivano, inoltre, garantiti i principi liberali di libertà di parola e di circolazione di idee e riconosciute le associazioni. Il Visconte Alexis de Tocqueville scrisse nella sua opera “La Democrazia in America” del 1835 un elogio alla “grande rivoluzione democratica” statunitense, che fu capace di portare la vera uguaglianza tra gli uomini. Un’ uguaglianza non solo a livello istituzionale nella forma di governo, ma sopratutto a livello, sociale ponendo i cittadini in un ambiente dove vigeva una tendenziale uguaglianza di condizioni . 146

Questa visione della società statunitense, composta da un unico ceto sociale, da un’unica classe media, rimane tuttora uno degli elementi della retorica dell’American Dream in cui, per l’appunto, vige un’elevata mobilità sociale che, in linea teorica, permetterebbe, previo talento e costante impegno, a qualunque immigrato di poter realizzare sé stesso e vivere nel benessere . 147

TESTI ARNALDO, La formazione degli Stati Uniti, Bologna, Il Mulino, 2013

144

Ibidem

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GHERARDI RAFFAELLA, La politica e gli Stati, Carrocci Editore, 2011.

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TESTI ARNALDO, La formazione degli Stati Uniti, Bologna, Il Mulino, 2013.

In questa visione della società, lo sport ha un ruolo centrale come modello di vita. Lo sport assume nella società statunitense un’importanza fondamentale perché sopperisce, in parte, alla mancanza di un’epica storica, che non si rifaccia al genocidio dei nativi americani, e che fornisca modelli di virilità, comportamento e senso della comunità . 148

In questo contesto l’attività sportiva non è vista solo come un mezzo educativo, come nel modello britannico, o un’attività propedeutica all’attività militare, come nel modello centro-europeo, ma è parte integrante della società. L’essere sportivo diviene uno degli status symbol e l’applicazione a questo è rappresenta una concreta possibilità di realizzarsi nella vita . Il modello sportivo universitario statunitense, che iniziò a 149

diffondersi a metà del diciannovesimo secolo con l’Università di Yale , permettere di 150

poter accedere ad una borsa di studio tramite i propri meriti sportivi, e di confermarla di anno in anno grazie alle proprie performances nei campionati degli sport organizzati, a partire dal 1906, dalla National Collegiate Athletic Association (NCAA) . Lo sportivo 151

diventa non solo emblema di virilità e forza ma è anche un cittadino modello - un ragazzo educato che, eccellendo nello sport, ha la possibilità di accedere ad una prestigiosa università e diventare un membro attivo e utile nella e per la sua comunità . 152

Questo sistema, ideale sulla carta, per tre secoli e mezzo non è stato accessibile ad una grossa fetta della società: l’odierna comunità afroamericana. Gli afroamericani hanno dovuto attendere a lungo prima di poter disporre integralmente dei benefit già previsti per i concittadini caucasici.

La comunità afroamericana è discendente dagli schiavi importati dal continente africano, la cui tratta fu interrotta solamente nei primi decenni del diciannovesimo

http://www.magzine.it/sport-cinema-e-letteratura-nello-storytelling-di-federico-buffa/. Aggiornato al

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11/02/2019

CRAWFORD RUSSELL, Consensus all-american: sport and the promotion of the american way of

149

life during the cold war, Tesi di dottorato, University of Nebraska, 2004.

LEWIS GUY, "The Beginning of Organized Collegiate Sport.”, American Quarterly, 1970.

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Ibidem

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CRAWFORD RUSSELL, Consensus all-american: sport and the promotion of the american way of

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secolo . La funzionalità degli schiavi negli Stati Uniti era di essere manodopera per le 153

grandi coltivazioni di prodotti agricoli (cotone e tabacco) nel sud degli Stati Uniti. Al momento della ratifica della Costituzione, nel 1789, otto delle tredici colonie erano schiaviste ma già nel 1821, con l’abolizione della schiavitù nello stato del New Jersey, si veniva a delineare un quadro geopolitico caratterizzato da un Sud schiavista e un Nord abolizionista. Sebbene nei territori sopra al 36°esimo meridiano la schiavitù non fosse praticata , gli afroamericani vivevano, anche nel Nord, in un contesto di 154

segregazione. Non era permesso loro votare, avere una educazione che non fosse in una scuola per soli alunni afro-americani e non potevano usufruire dei comuni servizi di sanità e trasporti. Un svolta per la situazione della schiavitù e della segregazione si ebbe con l’elezione nel 1860 del repubblicano e abolizionista Abramo Lincoln. L’immediata secessione degli Stati del Sud, dopo il “Proclama di Emancipazione” di Lincoln, da quelli del Nord portò alla drammatica Guerra di Secessione del 1861, terminata nel 1865 con la vittoria degli unionisti nordisti . L’approvazione del 13esimo 155

emendamento, che garantiva la libertà a tutti gli afroamericani, del 14esimo emendamento, che annullava la sentenza “Dreadscott vs Sanford” che impediva agli schiavi ed ai loro discendenti di godere dei diritti costituzionali, e l’approvazione del 15esimo emendamento, che garantiva il voto a tutti gli ex schiavi, sembravano porre fine ad un regime discriminatorio nei confronti di 4 milioni di abitanti . Tuttavia nel 156

1876, dopo una graduale ripresa di potere da parte dei democratici, vennero emanante le Jim Crow Laws, leggi segregazioniste che imposero il principio “uguali ma diversi” tra la comunità bianca e afroamericana del paese, sulla base della sentenza “Plessy VS Ferguson” della Corte Suprema degli Stati Uniti. Venne così ripristinato un regime segregazionista in tutto il paese, dove i servizi basilari erano forniti in due diverse modalità in base alla razza di appartenenza . 157

TESTI ARNALDO, La formazione degli Stati Uniti, Bologna, Il Mulino, 2013.

153 Ibidem 154 Ibidem 155 Ibidem 156 Ibidem 157

Anche lo sport era parte di questo sistema discriminatorio. Sebbene non fosse vietato per legge agli sportivi afroamericani, di competere in determinate università o nelle leghe professionistiche, ai giovani sportivi di colore non venivano erogate borse di studio sportive. Inoltre, erano solitamente obbligati a frequentare college statali - spesso economicamente e architettonicamente poveri - per soli neri ed a competere in speciali leghe per soli afroamericani. In questo sistema sociale segregazionista, nei primi decenni del ventesimo secolo furono fondate diverse “Negro League Baseball”; la principale era la Negro American League, fondata nel 1931 . In questa lega giocò, 158

seppur per un solo anno, Jackie Robinson, il primo giocatore nero ad aver mai calcato un diamante nella Major League Baseball nel 1947 per i Los Angeles Dodgers . 159

Robinson avrebbe aperto la stagione d’integrazione razziale all’interno del mondo sportivo americano. Sebbene già nel football americano fosse stata “abbattuta” la barriera razziale con Fritz Pollard e Bobby Marshall, che diventarono professionisti nel 1920 in NFL (National Football League), fino a gli anni ’50 non assistiamo a nessun’altra esperienza di emancipazione significativa. Sulla strada tracciata da Robinson, nel 1950, Earl Francis Llyod divenne il primo giocatore di basket nero della NBA. Seguirono nel 1957 Althea Gibson, che vinse Wimbledon, e l’anno successivo Willie O’Ree, per i Boston Bruins, venne chiamato a sostituire un compagno infortunato e divenne così il primo nero a giocare per la National Hockey League . 160

Parallelamente all’emancipazione degli atleti afroamericani, e sulla spinta della sentenza della Corte Costituzionale “Board of Education vs Brown”, che nel 1954 pose fine a qualsiasi tipo di segregazione nell’università pubblica, cresceva il movimento per i diritti civili . Il movimento si prefiggeva l’obiettivo di annullare il sistema di Jim 161

Crow Laws, estremamente radicalizzato nel sud degli Stati Uniti, dove viveva la maggior parte della comunità afroamericana.

ROBERT ELIAS, “The Empire Strikes Out”, The New Press, 2010

158 http://www.biography.com/people/jackie-robinson-9460813/videos/jackie-robinson- breaking- 159 barriers-22138435632. Aggiornato al 10/02/2019 https://www.biography.com/people/groups/african-american-firsts-in-sports. Aggiornato al 10/01/2018 160

TESTI ARNALDO, Il secolo degli Stati Uniti , Bologna, Il Mulino, 2013.

Lo scopo della lotta era di portare giustizia in un sistema che, sebbene si fosse sempre etichettato come democratico nel senso sia istituzionale che “tocquvilliano” del termine, relegava all’ultimo posto una delle componenti sociali fondamentali per la nascita e la crescita del paese . Lo sport si fece coinvolgere indirettamente in questo movimento 162

ed i singoli atleti trovarono individualmente il modo di esporre il proprio pensiero. Negli Stati Uniti infatti sin dagli albori dello stato, lo sport era stato un mezzo di propaganda e di espressione della propria fede politica. Già all’inizio del ‘800 il futuro presidente Jackson, nella sua campagna per le elezioni presidenziali, accompagnava i suoi comizi con lotte tra galli. La stessa dicitura politica statunitense adopera termini sportivi; ad esempio il termine “concorrere per un seggio” negli Stati Uniti si traduce con “a race for a seat” . Il giornalismo utilizzava forme sportive per dipingere i vari 163

scontri elettorali; spesso i due contendenti venivano raffigurati come pugili o fantini, legando in un unico immaginario sport e politica. Lo sport era usato, quindi, per “collegare la virilità dello sport alla politica […] i candidati spingevano i propri cittadini ad unirsi alla battaglia politica per lo stesso motivo per cui seguivano lo sport: per dimostrare il proprio posto nella società scegliendo una fazione di un competizione combattuta” . Questa frase evidenzia come la mancata epica “classica” nella storia 164

statunitense sia stata creata attorno alla narrativa sportiva.

Tutto ciò cambiò radicalmente con la fine della Guerra Civile e la parziale emancipazione della comunità afroamericana. Nel 1918 divenne obbligatorio far risuonare l’inno statunitense, “The Star Spangled Banner” , prima di ogni 165

competizione sportiva, con l’obiettivo di far passare il messaggio che nonostante una guerra fratricida la nazione era ancora unita sotto un unica bandiera. All’improvviso lo sport non fu più arena di dibattito politico ma un semplice momento di svago e di

Ibidem

162

CRAWFORD RUSSELL, Consensus all-american: sport and the promotion of the american way of

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life during the cold war, Tesi di dottorato, University of Nebraska, 2004.

https://www.ultimouomo.com/perche-in-america-ci-sono-tanti-atleti-impegnati-in-politica/. 164 Aggiornato al 10/02/2019 https://slate.com/news-and-politics/2018/01/americans-have-mixed-sports-and-politics-for-longer- 165 than-you-think.html. Aggiornato al 10/02/2019

unione nazionale. Con la rivendicazione dei propri diritti civili, sempre più atleti afro- americani si unirono alle proteste: lo stesso modello di atleta-cittadino imponeva una loro partecipazione attiva per le necessità della propria comunità. Sportivi come Bill Russell, primo allenatore afroamericano della NBA e il più vincente giocatore della storia della lega, e Wilt Chamberlain, ritenuto uno dei giocatori più forti del gioco, parteciparono al funerale di Martin Luther King. Lo stesso Chamberlain accompagnò, in veste ufficiale, il futuro presidente Richard Nixon alle esequie del leader della fazione non violenta del movimento dei diritti civili . Cassius Marcellus Clay Jr e Ferdinand 166

Lewis Alcidor, rispettivamente nel marzo del 1964 e nell’aprile del 1971, si convertirono all’Islam e cambiarono il loro nome in Muhammad Ali e Kareem Abdoul Jabbar, seguendo gli insegnamenti di Malcom X e della Nation of Islam. Il cambio di nome era significativo perché rompeva la connessione con il passato schiavista dei propri antenati e creava un modo per ottenere una riappropriazione culturale delle loro origini africane, dal momento che che gli schiavi liberati assumevano il cognome del loro proprietario una volta sciolte le loro catene . Sebbene espropriati dall’arena 167

pubblica, i gesti di molti di questi atleti permisero un’amplificazione della lotta dei diritti civili, permettendo di unire trasversalmente una comunità e consentendo al messaggio di una minoranza di arrivare a sensibilizzare l’audience del paese intero. 
 In ottica odierna possiamo vedere come questa retorica di anti-politicizzazione dello sport, che pervade ora la scena statunitense, sia anacronistica rispetto alla storia del paese, e si ripresenti nei momenti in cui la comunità afroamericana torna a rivendicare i propri diritti civili e una condizione di effettiva uguaglianza con il resto della cittadinanza statunitense. Questo anacronismo inizia con la dichiarazione di Michael Jordan: “Anche i repubblicani comprano scarpe di ginnastica ” e si conclude con le 168

dure critiche, rivolte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, al quaterback dei San Francisco 49iners Colin Keapernick per essersi inginocchiato durante l’inno

BOOKER SIMEON, "What Blacks Can Expect From Nixon", Ebony, 1969.

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X MALCOM, Autobiografi di Malcom X, BUR, 2004

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https://slate.com/culture/2016/07/did-michael-jordan-really-say-republicans-buy-sneakers-too.html.

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nazionale in segno di protesta per i trattamenti discriminatori e violenti che la polizia statunitense adopera nei conforti della comunità afro-americana . Il gesto è piaciuto 169

talmente poco che, dopo l’episodio, nessuna squadra non ha più proposto contratti a Keapernick, mascherando il “boicottaggio” con la motivazione che il quaterback non fosse “abbastanza bravo”. Tuttavia, la vicenda non è passata inosservata: la Nike ha deciso di usare il suo volto per la campagna pubblicitaria del 2018 riportando alla luce la questione e dandole un notevole risalto mediatico . 170

Keapernick ed un compagno di squadra che s’inginocchiano durante l’inno171.

La campagna pubblicitaria di Nike con protagonista Keapernick . 172

https://www.theguardian.com/commentisfree/2018/sep/12/colin-kaepernicks-protest-unpatriotic- 169 justice. Aggiornato al 10/02/2019 https://www.techeconomy.it/2018/09/10/nike-colin-kaepernick/. Aggiornato al 11/01/2019 170 http://www.espn.com/nfl/story/_/id/18796373/colin-kaepernick-san-francisco-49ers-opts-contract. 171 Aggiornato al 11/02/2019 https://www.techeconomy.it/2018/09/10/nike-colin-kaepernick/. Aggiornato al 11/0272019 172

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