I dati utilizzati in questo lavoro provengono dall’indagine campionaria del 2004 “ Reddito e condizioni di vita” dell’Istat. Il campione comprende 24.204 famiglie e 61.429 individui (52.509 di 15 anni e oltre d’et`a al termine del periodo di riferimento dei redditi) residenti in 731 comuni. Brevemente, l’indagine raccoglie informazioni per il solo anno 2004 (i dati quindi sono del tipo “cross section”) sia a livello familiare, che a livello individuale su sei dimensioni delle condizioni di vita: reddito, istruzione, salute, condizioni lavorative, esclusione sociale e condizioni abitative. Per la nostra analisi, l’unit`a statistica di riferimento sono gli individui con et`a superiore a 15 anni.
Tabella 2.1: Condizioni di salute percepita
Livelli Frequenza % %cumulata
Ottime 7376 14.05 14.05
Buone 22846 43.51 57.56
Discrete 16861 32.11 89.67
Cattive 4398 8.38 98.04
Pessime 1028 1.96 100
Per ci`o che concerne le condizioni di salute, la tabella 1 fornisce i dettagli sullo stato di salute percepita dagli individui nel nostro campione. Ci`o che si osserva, innanzitutto, `e che le cattive condizioni di salute (male e mol- to male) sono appannaggio di poco pi`u del 10% degli individui. La fetta
pi`u consistente `e presente nei livelli intermedi del “bene” e “discretamen- te”, che riguardano rispettivamente il 43.5% ed il 32% della popolazione totale.Tuttavia, come gi`a discusso, mentre nel primo caso sembra corretto parlare di condizioni di salute buona, nel secondo caso l’accezione sembra essere pi`u negativa e riconducibile nella partizione binaria, ad uno stato di salute non buono.
Tabella 2.2: Disuguaglianze geografiche nella salute percepita
Livelli %al Centro-Nord %al Mezzogiorno
Ottime 13.12 16.41
Buone 44.44 40.12
Discrete 32.87 30.18
Cattive 7.85 10.71
Pessime 1.71 2.58
Focalizzando l’attenzione sulla distribuzione della salute percepita a li- vello territoriale, la tabella 2 illustra le disuguaglianze di salute tra le macro- aree del centro-nord e del Mezzogiorno. Ci`o che si osserva dalla tabella 2 `e che mentre nel Nord il 57.56% degli intervistati ha giudicato la propria salute come buona o molto buona, al Mezzogiorno questa percentuale scende al 56.53%. Il gradiente aumenta se consideriamo i livelli di salute peggiori; mentre –infatti- al nord solo il 9.56% risponde di sentirsi “male” e “molto male” al Mezzogiorno la percentuale `e dell’13.29%.
Passando alle disuguaglianze socio-economiche, le tabelle che seguono (3-4-5) esprimono la composizione geografica rispetto a tre criteri di strati- ficazione sociale.
Dall’esame della tabella 3 risulta evidente la concentrazione delle persone pi`u povere nelle regioni del Mezzogiorno. Mentre, infatti, al Centro-Nord la percentuale di individui che rientrano nel primo quintile `e del 17.73% , al
Tabella 2.3: Disuguaglianze geografiche rispetto al reddito
Quintili di reddito % al Centro-Nord %al Mezzogiorno
Primo 28.01 17.73
Secondo 20.98 19.63
Terzo 17.25 20.75
Quarto 18.48 20.51
Quinto 15.27 21.38
Mezzogiorno la percentuale `e quasi doppia, ben il 28.01%. Specularmente, notiamo, inoltre, come la percentuale di individui nei quintili di reddito pi`u elevati `e sensibilmente pi`u bassa al Mezzogiorno, rispetto al Centro-Nord. Come dato generale, si consideri come la percentuale cumulata di individui che rientrano nei primi tre scaglioni di reddito risulta essere pari al 58.11% al centro-nord, mentre quasi il 67% nel Mezzogiorno.
La tabella 4, invece, individua la composizione geografica in base al livel- lo occupazionale nella scala ISCO-88. Come si evince dai dati della tabella 4, nelle regioni del Mezzogiorno esiste una maggiore proporzione di indivi- dui che svolgono lavori che nella classificazione ISCO88 vengono riconosciuti come elementari per le skill richieste. Nel mezzogiorno questa percentuale `e del 20.6% contro il 10.87% del Centro-Nord. I lavoratori con competenze che rientrano nel secondo livello, invece, con titolo d’istruzione elementare o superiore, sono pi`u rappresentati al Centro-Nord (61.99%) che al Mezzogior- no (55.33%); sebbene la tabella non lo mostri, al Mezzogiorno `e molto pi`u alta la percentuale di individui che svolgono lavori agricoli: il 7.05%, contro il 4.16% del Centro-nord sul totale dei lavoratori. In maniera speculare si os- serva, inoltre, come le posizioni pi`u alte nella scala, quelle dei professionisti (avvocati, matematici, architetti, docenti universitari) e tecnici (Docenti di scuola secondaria, ufficiali di polizia ecc.) siano maggiormente rappresentate
al nord (27.14%) che al Mezzogiorno (24.07%). Tuttavia, in questo criterio di stratificazione sociale le differenze tra Centro-nord e Mezzogiorno sono meno stridenti; questo, soprattutto, perch´e a parte le occupazioni elementa- ri e i professionisti, che sono rispettivamente all’ultimo ed al primo posto per le competenze richieste, tutte le altri classi occupazionali richiedono livelli di competenze non molto differenti tra di loro.
Tabella 2.4: Composizione geografica per classi occupazionali
Livelli di skill secondo la ISCO-88 %al Centro-Nord %al Mezzogiorno
Occupazioni elementari 10.87 20.60
Secondo 61.99 55.33
Terzo 19.54 15.53
Professionisti 7.60 8.54
Tabella 2.5: Composizione geografica per status economico
Categorie % al Centro-Nord %al Mezzogiorno
Disoccupati 3.69 11.93
Lavoratori dipendenti 67.13 47.92
lavoratori autonomi 16.22 15.23
La tabella 5 evidenzia le differenze territoriali in base alle macrocatego- rie individuate dei disoccupati, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi . Essa mostra come la percentuale di disoccupati sugli occupati al Mezzogior- no sia quasi quadrupla rispetto a quella del Centro-Nord. Allo stesso tempo, nel Mezzogiorno `e presente una minor proporzione di lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi 4. Circa quest’ultima categoria, occorre evidenziare
come- sebbene le differenze non siano molto forti tra le aree- al Mezzogiorno essa si compone soprattutto di lavoratori autonomi, mentre al Centro-Nord specialmente di piccoli e grandi imprenditori.
Per riassumere, ci`o che emerge dall’analisi dei dati campionari `e l’esisten- za d’un gradiente di salute non trascurabile tra Centro-Nord e Mezzogiorno e d’una maggiore presenza al Mezzogiorno d’individui svantaggiati rispetto a tutti e tre criteri di stratificazione sociale adottati.