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6. RISULTATI E DISCUSSIONI

6.2. A NALISI QUALITATIVA

6.2.1. Analisi degli attori e svolgimento collaborazioni

Il contatto e la collaborazione pregressi con l’ONG CEDIFOD (Centro di Documentazione Informazione e Formazione per lo Sviluppo) ha permesso sin dall’inizio di disporre di un interlocutore locale per avviare le prime attività di ricerca.

Tuttavia, per poter svolgere adeguatamente lo studio era evidentemente necessaria la ricerca anche di altri diversi interlocutori. Tale ricerca ma soprattutto il coinvolgimento, che includeva l’instaurarsi di rapporti di fiducia e “familiarizzazione”, ha richiesto molto tempo e ha presentato non poche difficoltà.

Come accennato nei capitoli precedenti la ricerca degli interlocutori è stata svolta a diversi livelli interpellando:

− La popolazione locale (l’ONG, e i piscicoltori)

− L’Università (professori dell’ISDR Istituto Superiore di Sviluppo Rurale)

− I Ministeri (esperti del settore all’interno del Ministero di Acque Foreste Caccia e Pesca ) L’elemento chiave era quello di definire differenti compiti insieme a ciascun componente in modo tale che potesse collaborare e contribuire nel modo più rispondente alla sua posizione e al suo interesse, e all’interesse della categoria di appartenenza, verso le tematiche affrontate. Dato il poco tempo a disposizione e la scarsa disponibilità di risorse, anche economiche non sempre è stato facile o possibile il coinvolgimento di tutti gli attori identificati.

Tuttavia sono stati coinvolti diversi interlocutori che hanno comunque coperto una buona parte dei possibili attori nel settore della piscicoltura.

ONG

La collaborazione con il CEDIFOD ha permesso sia di accedere a strutture e a persone altrimenti difficilmente raggiungibili, sia di lavorare attivamente sul territorio e a contatto con le popolazioni.

Date le difficoltà e l’insicurezza del paese la collaborazione con l’ONG è stata fondamentale sia per poter prendere i contatti e muoversi sul territorio con maggior sicurezza e con più probabilità di ottenere informazioni, sia di svolgere al meglio il lavoro, grazie anche ai forti legami e il grado di fiducia di cui gode il CEDIFOD a livello della popolazione così come delle istituzioni. Inoltre, la collaborazione con l'ONG e la partecipazione alla sua vita lavorativa, mi ha dato la possibilità di essere parte attiva nei progetti di pescicoltura da lei gestiti. Questo ha portato alla la creazione spontanea di un gruppo di lavoro che mi ha

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accompagnata per tutto il percorso. La collaborazione poi in alcuni altri progetti è stato un utile strumento di inserimento e comprensione più approfondita delle dinamiche sociali. Anche in contesto italiano è stato possibile continuare il lavoro di gruppo e, realizzando un viaggio di tre settimane con due membri dell’ONG (Marien Koumou-Atipo e Delphine Kalapere), sono stati organizzati numerosi incontri e seminari in diverse città italiane, tra cui quello presentato all’Università di Venezia dal titolo: “Sviluppo delle attività di itticoltura e loro gestione nelle aree forestali della Repubblica Centrafricana” (Allegato 4)

L’inserimento all’interno della ONG tuttavia ha portato ad un rallentamento dei lavori pratici, soprattutto per i diversi ritmi e possibilità di azione e spostamento. Allo stesso modo la scelta di vivere integralmente a contatto con la popolazione e nel quartiere non mi ha permesso di avere sempre tutti gli strumenti e le possibilità materiali per portare avanti il lavoro, ma mi ha consentito di lavorare molto di più sotto il punto di vista sociale e di gestione delle problematiche e dei conflitti. Accanto agli aspetti che hanno provocato un rallentamento ho avuto la possibilità di avere molti più canali e opportunità di scambio e incontro.

Non da ultimo questo rapporto è stato fondamentale per ridurre molte barriere sia linguistiche che culturali, e per facilitare la raccolta di materiali di studio e indagine prevalentemente legati all’osservazione e al dialogo.

Attraverso la mediazione del CEDIFOD e in molti casi lavorando in gruppo con alcuni suoi membri, è stato possibile prendere contatto con numerosi piscicoltori e groupements

PESCICOLTORI e GROUPEMENTS

Un groupement di piscicoltori (ma possono formarsi anche per altre attività), è un gruppo di persone che si uniscono in una sorta di cooperativa, anche se non si tratta di una cooperativa strutturata come tale, motivo per cui preferisco conservare la definizione di groupement. Essi possono essere più o meno strutturati. Tra i groupements che ho coinvolto, alcuni possedevano uno Statuto e un Regolamento Interno, in alcuni casi firmati dal presidente del groupement e validati dal Capo di quartiere o Capo villaggio (Mbayé). Altri si sono creati in maniera informale o sono costituiti dai membri di una stessa famiglia.

Il contatto e il coinvolgimento dei piscicoltori, pur nelle diverse difficoltà che si sono presentate, è stato fondamentale per lo sviluppo di questo lavoro. In realtà, a mio avviso, tale contatto e coinvolgimento dovrebbe essere indispensabile per qualunque tipo di progettazione o realizzazione; spesso però questo non viene fatto per niente o non abbastanza e una delle ragioni principali molte volte è la scarsa disponibilità di tempo. Prendere contatti con attori di questo tipo infatti richiede e, in questo caso ha richiesto, un enorme investimento di tempo.

105 I contatti con i piscicoltori innanzitutto sono stati forniti sia dall’ONG sia dal collaboratore del ministero, i quali mi hanno fatto conoscere alcune attività presenti nella zona. Siccome poi vi è una zona nel 7° arrondissement di Bangui in cui vi sono diverse attività non eccessivamente lontane l’una dall’altra gli stessi piscicoltori che ho conosciuto mi hanno fornito indicazioni su altre attività da visitare.

Una prima fase di conoscenza e di approccio è stata effettuata grazie all’accompagnamento e l’intermediazione dei membri o del presidente del CEDIFOD (Foto 10). Tali visite, solo di contatto, mi hanno permesso di vedere alcune delle realtà e di presentarmi e farmi conoscere. Successivamente ho potuto visitare le attività interagendo in maniera più diretta. Questa azione è stata effettuata nell’ultima fase della ricerca, quella più operativa in cui sono state realizzate le interviste e i questionari (Foto 11).

Foto 10 Visite preliminare ai bacini accompagnata Foto 11 realizzazione intervista e questionario da un membro del Cedifod con il presidente di un groupement

Il fatto che tali visite si siano concentrate nell’ultimo periodo, cosa che non ha permesso di svolgere il lavoro in maniera più diluita e continuativa, è stato causato prevalentemente dall’interruzione forzata del programmato periodo di otto mesi (di cui ne ho realizzato in loco solo metà da settembre 2007 a gennaio 2008 -cfr. cap 5 Tab. 1, III).

In ogni caso a rallentare gli scambi i contatti e le visite e quindi a diminuirne il numero, avendo a disposizione un tempo limitato, sono anche stati problemi logistici assolutamente normali e comuni in RCA. Innanzitutto per poter raggiungere i diversi luoghi era necessario che fossi accompagnata da qualcuno, disponibile per quasi tutta la giornata, in alcuni casi per una questione di sicurezza, in molti casi per il fatto che non conoscevo le zone. Non essendo ubicati in centro città era necessaria la macchina, ma non avendo un mio mezzo personale dovevo affidarmi a quello dell’ONG, molto spesso rotto. Le soluzioni alternative alla

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macchina nelle zone di Bangui (7° e 4° arrondissement) potevano essere l’autobus o il taxi, ma anche quelli si fermavano solo fino ad un certo punto e il resto della strada bisognava percorrerlo a piedi. Molto spesso le strade, in terra battuta, sono assai accidentate e i taxi anche quelli non collettivi5 si rifiutano di proseguire oltre un certo limite. Nelle zone fuori Bangui da me visitate (Bimon e Délébama) , invece, era necessario, in mancanza di mezzo proprio, prendere i taxibrusse: autobus o macchine che però prima di partire spesso dovevano attendere ore affiche fossero sufficientemente cariche. Inoltre sia al sia al km 9 (Pk9) direzione sud ovest verso Bimon che al km 12 (Pk12) in direzione Nord verso Délébama erano presenti due posti di blocco militari per superare i quali (specialmente il primo) era importante avere qualche documento che attestasse le ragioni dello spostamento per evitare di avere problemi.

Infine, dato che molto spesso i membri dei groupements e soprattutto il presidente avevano anche altre attività, e in alcuni casi le attività di pescicoltura non erano nella zona di residenza degli stessi, era necessario prima della visita prendere un appuntamento per essere certi (o quasi) di poter incontrare qualcuno e far visita all’attività. Il problema nasceva però dal fatto che molti non possiedono il cellulare o non vi era copertura di rete nella zona. Dunque, per pendere appuntamento, era necessario o recarsi sul luogo solo per fissare l’appuntamento (con le difficoltà sopra descritte) o affidarsi al passa parola. In ambedue i casi comunque con un discreto investimento di tempo e molta insicurezza sul risultato.

Queste le principali difficoltà e criticità incontrate. Tuttavia è stato possibile coinvolgere e realizzare i questionari con 14 groupements scelti tra Bangui (7° e 4° arrondissment), Délébama (24 Km a Nord di Bangui) e Bimon (35 Km a Sud Ovest di Bangui). Nella tabella seguente (Tab. 5) è presentato un elenco dei groupement scelti in base alla disponibilità dimostrata al posizionamento e alla possibilità di contatti.

5 I taxi si differenziano in collettivi e privati. I taxi collettivi percorrono linee più o meno prestabilite ed hanno un

prezzo (200Fcfa) di poco superiore a quello dell’autobus (150Fcfa) e possono essere presi da 6 persone contemporaneamente. Quelli privati invece compiono percorsi sceli dal cliente e hanno prezzo che varia tra i 1000 e i 2000 Fcfa (centro e periferia). Ma può anche essere molto maggiore per gli stranieri.

107 BANGUI (7° et 4° arrondissment)

Villagio – Site Zona Groupement

Centre Kokpa GPK

Kpata Landa Gbabingato

Betere Takoa GIPAB

St.Paul Gbagouma Le Mantien

St.Paul Gbagouma Kazekamako

Kodjo Orango GPKO

St.Paul Zinga AADS

St Paul Gbagouma GPA

OMBELLA M’POKO (Delebama, Bimbo, Bimon)

Villagio – Site Zona Groupement

Délébama 1 PK22 Cedifod

Délébama 2 Begua Baledengo

Bimbo Mbatama GPP_Mbatama

Bimbo 3 Bohing GPPB

Bimon1 Bimon Sud Be-santroi

Bimon1 Bimon Village Espoir

Tab. 5 Grupements ai quali è stato sottoposto il questionario.

Da sottolineare però che, mentre per quanto riguarda la logistica ho dovuto affrontare numerosi problemi, questo non è accaduto dal punto di vista relazionale. Gli incontri sono avvenuti coi i presidenti (Foto 11) dei diversi gruppi in quanto spettava a loro, in base alla posizione gerarchica (cosa spesso molto rispettata), rispondere alle domande e occuparsi dell’accoglienza. In alcuni casi però erano presenti anche alcuni o diversi membri del groupement. Oltre alla compilazione del questionario e all’intervista una parte dell’incontro era dedicata alla visita dell’attività e in alcuni casi sono stata invitata e ho partecipato alle operazioni di raccolta. Questa seconda parte di visite e partecipazione, si svolgeva sempre con molta più naturalezza ed entusiasmo da parte dei miei interlocutori. La parte di richiesta di informazioni, invece, in alcuni casi ha creato un po’ di rigidità ed è stato necessario spiegare più volte le ragioni delle mie domande. In alcuni casi poi la mia figura veniva interpretata come un “portatore” di progetti e di soldi e dunque dovevo far attenzione a come pormi in modo che fosse chiaro che l’incontro non era finalizzato ad un futuro finanziamento. Questa attenzione si è rivelata importante sia per avere informazioni più reali sia per evitare di alimentare speranze che sarebbero state poi deluse.

In alcuni casi è stato possibile approfondire e sviluppare la conoscenza e la collaborazione instaurata con alcuni piscicoltori, sia riuscendo ad effettuare più visite, sia con incontri in altre zone e occasioni diverse. Grazie a questo rapporto più assiduo soprattutto con il presidente del

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Groupement GIPAB (Tab. 5) mi è stato relativamente semplice avere contatti con una nuova struttura nascente, si tratta della Federazione dei Pescatori e Acquacultori Centrafricani (FNPAC)

FEDERAZIONE

La Federazione Nazionale dei Pescatori e Acquacultori Centrafricani (FNPAC) sorta nei primi mesi del 2007 ha ricevuto riconoscimento ufficiale nel maggio del 2008 (in Allegato 5 il documento ufficiale).

Nasce dall’unione di alcuni piscicoltori e tecnici nell’ambito del settore pesca e pescicoltura con l’intento di ridinamizzare il settore dopo il lungo periodo di inattività istituzionale.

Molti dei membri appartenenti alla federazione hanno fatto parte del CPN (Centre Piscicole National) o sono stati formati in esso. Essendo rimasti nel settore soprattutto grazie ad attività personali, in alcuni casi ben avviate, hanno sentito l’esigenza di creare una struttura che potesse dare un appoggio sia economico che soprattutto tecnico organizzativo alla piscicoltura stessa. Con la sua creazione la federazione sostanzialmente ha l’obiettivo di far avanzare le attività già avviate e dare un sostegno a quelle che si trovano in difficoltà o a coloro che vorrebbero intraprenderne di nuove. Alcuni degli obiettivi principali dichiarati nel documento di programma sono infatti i seguenti:

- difendere gli interessi morali e materiali dei membri;

- promuovere l’economia in particolare l’aprovvigionamento dei pescatori, dei piscicoltori e di tutti coloro che si occupano di risorse alieutiche, in maniera adeguata e fruttuosa;

- sostenere la commercializzazione dei prodotti;

- formare gli operatori nel settore delle risorse alieutiche affinché operino in maniera responsabile nei confronti dell’ambiente con un approccio partecipativo;

- integrare le donne nel processo di sviluppo;

- creare un clima favorevole per una solidarietà effettiva e di aiuto reciproco.

Come è possibile notare si tratta di obiettivi che prendono in considerazione tutte le dimensioni, giuridica economica ambientale e sociale, al fine di ottenere uno sviluppo armonico e duraturo delle attività .

Poiché durante il mio periodo di lavoro in Centrafrica la federazione si stava formando non è stato possibile collaborare concretamente. Tuttavia la presenza in essa di alcune persone con le quali avevo dei precedenti contatti perché piscicoltori attivi ha facilitato il dialogo. Si tratta in particolar modo del sig P. Tagbale (vice presidente della Federazione) e il Sig. J.M. Morouba (consigliere). E’ stato dunque possibile in fase finale organizzare un paio di incontri

109 di discussione sul lavoro. Una maggiore collaborazione per la quale erano state poste buone basi sarebbe stata possibile con più tempo e un proseguimento del lavoro di ricerca.

La Federazione non è un organo Ministeriale né riceve finanziamenti dal Ministero, tuttavia, benché i membri ritengano più importante il coinvolgimento dei groupements (che ne costiutuiscono la struttura stessa), sono da parte loro auspicabili delle collaborazioni con il Ministero, in specifico il Ministero delle acque Foreste Caccia e pesca. Questo, sia per avere loro stessi un aiuto e sostegno, sia per rendere più attivo a livello ministeriale il settore della pesca e della pescicoltura che negli ultimi decenni è stato, come visto, un po’ abbandonato.

MINISTERO

Il settore della pesca e della pescicoltura è sostanzialmente di competenza del Ministero delle Foreste Acqua Caccia Pesca (MEFCP), e in particolare il Dipartimento delle risorse della pesca e pescicoltura. In passato un altro dipartimento, quello di fauna selvatica, aveva il compito di organizzare e monitorare la pesca di fiume e lago, dare il supporto tecnico alle cooperative della pesca, sensibilizzare e divulgare le moderne tecniche di pesca e piscicoltura, nonchè sostenere la lotta contro l'inquinamento delle acque.

Il dipartimento della pesca e pescicoltura ha assunto queste funzioni, anche se senza un effettivo programma di lavoro. In realtà il Governo non ha mai veramente manifestato nell’ultimo decennio la seria volontà di operare una politica di sviluppo per la pesca, né ha manifestato maggiore interesse a creare una filiera per le attività di pesca che ha proseguito autonomamente e senza regole, rimanendo assai limitata nelle sue possibilità di sviluppo. Una delle ragioni principali di questo scarso interesse dimostrato fino ad ora dal Governo sta nel fatto che l’attività di pesca insieme a quella della pescicoltura non garantiscono un buon ritorno nelle casse Statali.

Durante tutto lo svolgimento della ricerca in loco, questo ministero è comunque stato il punto principale di riferimento in ambito istituzionale. Vi ho avuto accesso anche per partecipare a incontri interni e discutere con persone responsabili di diversi settori, ma gli interlocutori fondamentali sono stati tre , e si tratta del:

− Direttore delle acque pesca e itticoltura: Emmanuel Ndjikara

− Capo del servizio pesca : Dominique Thierry Guyamae

− Capo del servizio itticultura: François Mbaki

Il contatto con il direttore Ndjikara è stato formalmente necessario per avere l’autorizzazione a collaborare con i capi dei due servizi nonché l’autorizzazione ad accedere in ogni momento al Ministero. Inoltre ha messo a disposizione in un intervista le sue conoscenze nel campo

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della piscicoltura e dell’operato del ministero. Attraverso di lui è stato possibile accedere ad alcuni documenti sia del ministero sia suoi personali sul tema, e dunque ha fornito molte informazioni utili poi per la stesura della parte generale descrittiva presentata nei capitoli precedenti di questo lavoro.

Con gli altri due interlocutori la collaborazione sì è svolta in maniera più pratica e meno formale.

Per quanto riguarda Mr Guyamae, pur essendo il suo campo di lavoro (la pesca) non oggetto principale, ha collaborato per la ricerca di informazioni e materiali. Inoltre con lui è stato organizzato un seminario nel giugno 2008 all’Università di Venezia dal titolo “Pesca e pescicoltura in Repubblica Centrafricana” (Allegato 3).

Con il capo del settore itticoltura Mr Mbaki la collaborazione è stata più attiva e continuativa. Ha fornito informazioni sia con incontri formali (intervista) sia informali; ha raccolto informazioni, ha partecipato a missioni sul terreno (visite e missioni tecniche) e con lui è stato svolto il corso di formazione per un gruppo di piscicoltori nel febbraio 2007.

La collaborazione con il ministero appare importante per trovare un punto di incontro tra lo staff e i piscicoltori che aiuti a formulare programmi istituzionali in risposta alle esigenze, ma anche per garantire una maggiore fiducia da parte della popolazione, e quindi il rispetto delle eventuali misure adottate. Anche quest’ultimo fattore infatti non è da sottovalutare.

Secondo Breuil (1996) i funzionari del ministero che operano sul terreno per rendere effettivi i progetti elaborati nei diversi settori hanno di fatto un ruolo coercitivo derivante dalla formazione para-militare che hanno ricevuto.

Certa diffidenza e spesso paura nei loro confronti sono un fatto tangibile che ho potuto sperimentare personalmente e ne riporto esperienza da me vissuta direttamente nelle missioni nella foresta di Gbazara.

Per raggiungere il sito di Gbazara si passa attraverso il villaggio di Gbakassa (45 Km da Bangui nella foresta). Il giorno della mia prima missione, la macchina giunta in questo villaggio, con alcuni operatori della ONG Centrafricana con cui stavo collaborando, è stata accolta con cordialità e ospitalità, e questo si è ripetuto numerose volte. In una missione seguente, quando agli stessi membri, con la stessa macchina, si sono aggiunti due tecnici del ministero accompagnati da due militari, il villaggio è apparso completamente svuotato, e la totale mancanza di accoglienza ci ha fatto decidere di proseguire senza sostare. Inoltre la notte in tenda è stata protetta da ronde ininterrotte dei due militari, guardia che per tutte le altre missioni, alle quali loro non hanno partecipato, non è stata necessaria.

111 Oltre al MEFCP, soprattutto in passato, altre strutture erano incaricate di occuparsi del settore itticolo. Alcuni programmi di ripresa delle attività sono stati proposti negli anni novanta anche dagli allora ministeri dell’agricoltura e allevamento (MAE) e dell’ambiente e turismo (MET). Tuttavia non si hanno molte informazioni di un operato effettivo nel settore né in passato né tantomeno attualmente quando per di più sono state ridefinite le funzioni. Inoltre nonostante spesso i settori di intervento potrebbero prevedere comunque una collaborazione, questa è difficile, sia per problemi di comunicazione l’uno con l’altro, sia per problemi di gestione economica. Tutti questi fattori hanno portato all’impossibilità, nel processo di ricerca, di coinvolgere altri ministeri.

Tuttavia è stato effettuato un incontro ufficiale preliminare, per garantire i buoni rapporti e lasciare aperta la possibilità a future collaborazioni nell’intento di trovare una strada che permettesse il coinvolgimento.

Struttura parastatale infine era il CPN (Centre Pisciale Nazionale) di cui si è parlato nei capitoli precedenti, ma che come detto non è più operativo e dunque non è stato preso in considerazione come attore.

RICERCA

Durante tutto il suo operato il CPN ha potuto collaborare principalmente con l’ISDR (Institut Supérieur de Développement Rurale) nel settore della ricerca e della formazione. Si tratta di un istituto Universitario di ricerca con sede a Mbaiki (c.a. 100Km dalla capitale Bangui) che offre una formazione tecnica quadriennale. E’ tutt’ora operativo e dunque considerabile come interlocutore, anche se attualmente si occupa in maniera generale di sviluppo rurale con un maggior accento nel settore forestale.

Negli anni di attività del CPN, tuttavia, l’ISDR era molto attivo nel campo della piscicoltura, offriva una formazione tecnica specifica con conseguente inserimento lavorativo nel Centro (molti tecnici e responsabili venivano da tale istituto).

La formazione veniva effettuata attraverso le strutture stesse del centro e in alcuni casi degli studenti ricevevano, sempre attraverso il Centro, delle borse per completare la formazione in altri paesi africani ed europei.

Anche a livello locale vi era un’attività, molto utile perché effettuata direttamente sul campo e

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