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3. Materiali e metodi 20

3.4 Analisi dei dati 32

I dati di Pianosa ed Elba sono stati accorpati per lo svolgimento delle analisi, data l’omogeneità e la vicinanza dei siti.

Sono stati calcolati:

L’occupancy, ovvero il calcolo della frequenza di incontro di

Corallium rubrum sui metri di fondo esplorato delle tre aree di

studio;

L’analisi della occupancy è stata ottenuta calcolando per ogni transetto di ogni area il numero di foto scattate con Corallium rubrum per metri lineari di fondo esplorato. I dati ottenuti sono stati sottoposti a una verifica della normalità di distribuzione di Shapiro-Wilk e ad un test della omogeneità delle varianze di Bartlett.

Dopodiché è stato applicato un test ANOVA per rilevare differenze significative tra le medie delle tre aree di studio e un test post-hoc parametrico di Tukey per indagare su quali gruppi hanno influito sulla significatività dell’analisi della varianza. I test sono stati effettuati col software R v. 2.15.1.

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Il calcolo della densità delle tre aree di studio;

Per il calcolo della densità sono state utilizzate le foto come strumento d’analisi. Su ogni foto è stato costruito un quadrato di 50x50 cm con il programma Image J v. 1.46 servendosi dei tre punti led del ROV (distanti 10 cm) come scala di riferimento. Il quadrato costituisce l’unità di campionamento. E’ stato quindi calcolato il numero di colonie per m2

per ogni area di studio.

Figura 18. Foto scattata dal ROV con punti led in evidenza

Ai dati è stato applicato un test di Shapiro-Wilk per verificare la normalità di distribuzione e un test non parametrico di Levene per verificare l’ omogeneità delle varianze. Non essendo state rispettate le due assunzioni, non è stato possibile applicare un test statistico.

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La distribuzione batimetrica della densità di Corallium rubrum;

La distribuzione batimetrica è stata calcolata seguendo la metodologia d’analisi della densità ma applicandola ad un range di profondità che va da 50 a 130 m suddiviso in intervalli di 5 m per tutte e tre le aree. E’ stato calcolato lo sforzo di campionamento indicato come metri lineari totali di fondo esplorato dal ROV su tipologia di substrato considerata. Per quest’analisi è stato utilizzato il sistema di posizionamento subacqueo USBL Tracklink del ROV. Con il programma Quantum GIS v. 1.8.0 è stato rettificato il percorso reale del ROV e sono stati quantificati i metri percorsi per intervallo batimetrico e per tipologia di substrato.

La distribuzione di Corallium rubrum in funzione dei descrittori ambientali nelle tre aree di studio;

Per rilevare l’influenza dei fattori ambientali sulla distribuzione di

Corallium rubrum sono state utilizzate le foto come strumento di analisi.

E’stata calcolata la distribuzione di Corallium rubrum in relazione all’esposizione geografica, al livello di sedimentazione (alto, medio e basso) e all’inclinazione del substrato. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad un test chi-quadro per rilevare la significatività tra frequenze attese e ottenute. Per la distribuzione di C. rubrum secondo l’esposizione è stato calcolato l’indice di diversità di Shannon-Wiener in modo da quantificare l’eterogeneità ambientale delle tre aree.

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Il calcolo dei parametri biometrici delle colonie di Corallium rubrum esaminate.

La misurazione dei parametri biometrici (altezza, diametro della base, numero di ramificazioni) è stata effettuata tramite il software Image J v.1.46. Sono state prese in considerazione esclusivamente le foto che risultavano perpendicolari al piano della roccia (70 per ogni area) dove la posizione delle colonie è tale da non creare errori grossolani.

Per quanto riguarda i dati sull’altezza e il diametro della base è stato applicato un test della Skewness con il programma STATISTICA. L’altezza (intesa come la massima distanza tra base della colonia e apice della ramificazione più lontana) è stata suddivisa in classi di taglia di 2 cm mentre i valori di diametro basale sono stati suddivisi in classi di taglia da 1 mm . Per ognuna delle misurazioni del diametro basale delle colonie è stata calcolata l’età corrispettiva secondo la funzione y= 1,3257x0,5

(dove y indica il valore del diametro basale e x l’età della colonia) ottenuta da Priori et al. nel 2013, che ha trovato una relazione significativa tra il diametro medio di ciascuna colonia e la relativa età ottenuta dal conteggio degli anelli di crescita della base (Marschal et al. 2004).

I dati ottenuti sono stati suddivisi in classi di età di 5 anni. Non è stato possibile ottenere misure del diametro basale medio in quanto le misurazioni effettuate sono state eseguite su foto, dandoci solamente un approccio bidimensionale delle colonie. Le misure relative al diametro basale delle colonie sono state messe in relazione alla profondità suddividendole in classi di taglia di 7 mm.

Sono stati calcolati gli ordini di ramificazione delle colonie. L'ordine massimo della colonia è definito a partire dagli apici verso la base; il ramo di ordine massimo corrisponde all'asse principale, i rami di secondo ordine

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sono quelli che si inseriscono su quello principale, mentre il primo ordine è dato dalla diramazione sul secondo ordine (Coma et al. 1995 figura 19).

Figura 19. Esempio di nodo e ordini di ramificazione di una colonia (Brazeau e Lasker 1988).

E’ stata calcolata la frequenza delle colonie di diametro basale superiori o uguali a 7 mm di diametro basale, indicato come il valore limite di raccolta stabiliti dalla FAO-GFCM (convegno di Ajaccio, ottobre 2011). Infine è stato calcolato l’andamento della biomassa con la profondità. I dati relativi al peso di ogni colonia esaminata sono stati ottenuti dall’equazione y=0,0619x2,4065 (dove “y” indica il peso e “x” il diametro basale della colonia) ricavata da Priori et al nel 2013 che ha rilevato una relazione significativa tra diametro basale della colonia e peso.

Sono stati calcolati i valori medi di biomassa per range batimetrico (20m) suddividendo i valori di peso totale per il numero di colonie esaminato.

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