Benché gli interventi di Carducci in Consiglio siano stati già consultati da un numero non indifferente di studiosi e siano stati anche impiegati per la pubblicazione di strenne d’occasione76, nel panorama degli studi e dei contributi sembra mancare un’analisi approfondita del supporto che ci ha materialmente tramandato tali interventi. Non si può quindi prescindere da alcune considerazioni preliminari in merito, in quanto la forma di questo materiale investe in maniera non superficiale le considerazioni che poi si potranno svolgere sul contenuto.
In primo luogo, anche al lettore meno attento non può sfuggire che il 1871 rappresenta, per quanto riguarda gli Atti a stampa del Consiglio comunale di Bologna, uno spartiacque estremamente significativo. Fino al gennaio di quell’anno, infatti, i verbali delle sedute hanno generalmente l’aspetto dell’esemplare riprodotto qui a lato: il testo è alquanto scarno, limitato all’essenziale; è distribuito in una sola colonna e in linea di massima di estende per un numero piuttosto contenuto di pagine (due o tre, meno frequentemente quattro); vi sono periodiche annotazioni riassuntive a bordo pagina, tramite le quali è possibile riepilogare velocemente gli argomenti trattati nella seduta. Le dimensioni del foglio si aggirano intorno ai 30 cm. Si tratta, in effetti, di un sunto dei verbali veri e propri: non a caso, Dallolio – partecipe della duplice veste di ex amministratore e di antologista della prosa carducciana – lamentava che i frammenti conservati dai verbali non rendessero pienamente ragione della prosa del consigliere Carducci77. Nella seduta del 13 gennaio 1871, quando ancora
Carducci era in carica (non era però presente in quell’occasione, cfr. p. 110), il consigliere Benedetto Osima78 intervenne nella discussione sulle spese iscritte a
76 . Ricordiamo, fra le ultime, quella approntata per la visita a Bologna del Presidente della
Repubblica Napolitano nel febbraio 2007. Si tratta di un’elegante cartellina contenente ventiquattro carte non numerate, le quali riproducono le pagine dei verbali di Consiglio con i discorsi più significativi ivi svolti da Carducci, ai quali è premessa una breve nota riassuntiva. È stata predisposta in un numero limitatissimo di esemplari, a cura dell’Archivio Storico del Comune di Bologna.
77 . ALBERTODALLOLIO, L’esordio di Giosue Carducci…, p. 128.
78 . Sulla figura di Benedetto Osima esistono scarse notizie biografiche, la stringatezza delle quali
contrasta singolarmente con l’importanza non secondaria che l’uomo sembra spesso ricoprire nelle sedute del Consiglio. Aldo Berselli, nel commento a Bottrigari (vol. IV, p. 45), oltre a fornire gli
bilancio per l’anno corrente – precisamente, alla voce “Spese di stampe” – con la seguente perorazione:
Poiché ritiene il consigliere Osima che nelle spese di quest’articolo sia compresa anche quella per la stampa che si fa in fogli staccati dei sunti degli atti verbali consigliari, così pargli luogo per la proposta che intenderebbe di fare, acciocché, sull’esempio di altri Municipi del Regno, anche il nostro prendesse a pubblicare, invece di quei sunti, gl’interi verbali, come sono letti ed approvati in Consiglio, insieme coi più importanti documenti, e raccolti, di sessione in sessione, in un volume, secondo usa di fare l’Amministrazione provinciale. Ciò recherà un qualche accrescimento di spesa, ma soddisferà meglio al decoro, e all’utilità di avere regolarmente ordinate le deliberazioni del Consiglio, e con tutto quello svolgimento nella discussione che talora è richiesto per ispiegare e giustificarne i motivi, e che un sunto abbreviato non può sempre riprodurre con abbastanza efficacia. E ne verrà anche una diminuzione di lavoro all’Ufficio di Segreteria, che oggi deve compilare per esteso l’atto verbale che si legge in Consiglio, e quindi ridurlo nel sunto che poi si stampa.
L’assessore Berti si mostrò favorevole alla proposta di pubblicare i verbali integralmente, ricordando anzi che era già stata avanzata in passato; suggerì conseguentemente di innalzare lo stanziamento per le spese di amministrazione, in modo da assicurare la copertura di questa nuova uscita e propose che la stampa completa avesse inizio dalla sessione dell’autunno trascorso. Nella discussione che seguì, Osima chiese ancora che la stampa avesse piuttosto inizio dalla sessione corrente e domandò se la Giunta non volesse prendere tempo per calcolare un più preciso preventivo di spesa. Al termine della discussione, lo stesso assessore Berti affermò che non si sarebbe potuto fare un preventivo certo, in quanto il numero delle sedute del Consiglio era molto variabile da sessione a sessione. La proposta di innalzare il fondo per coprire anche le spese della stampa
estremi anagrafici (1822-1896), lo qualifica come “capitalista e banchiere”; D’ASCENZO (La
scuola elementare nell’età liberale, p. 116) lo definisce (erroneamente) “giurista”; COCCHI (La
massoneria a Bologna…, p. 140) ci informa della sua appartenenza alla loggia “Felsinea” (della
quale Carducci era segretario), attribuendogli la carica massonica di “oratore”. Il fortuito ritrovamento degli estremi della sua nomina a cavaliere “su proposta del Ministro delle Finanze con decreti in data 19 giugno e 12 luglio 1870”, registrati nella Gazzetta Ufficiale del Regno
d’Italia, n° 214, del 6 agosto 1870, consente di affermare con sicurezza – in linea con Berselli –
che l’Osima era stato alto funzionario del Tesoro e che, nel 1870, era in pensione. Del resto, il ruolo centrale svolto nel dibattimento sulla contrazione del prestito municipale, che seguiremo più avanti, non poteva che rinviare a una professione in ambito economico-finanziario. Rassegnò le dimissioni dal Consiglio comunale, per motivi famigliari e di salute, più di vent’anni dopo, fra il novembre e il dicembre del 1890.
integrale dei verbali, messa ai voti, fu approvata. Di conseguenza, in calce alla seduta del 7 gennaio 1871, possiamo leggere la seguente postilla:
N.B. Nella successiva adunanza del 13 Gennaio, avendo il Consiglio deliberato che