Nella raffigurazione del Piano della Bealera di Caluso 36 del 1686 si può notare che la cascina Valle, denominata come «Vigna del Sig. Conte Lodovico d’Agliè», risulta esse-re formata da due edifici principali. Soltanto nei rilievi del secolo successivo si riesce a comprendere la loro posizione e il loro perimetro. Invece, un edificio di pertinenza viene descritto nel 1652 nella visita Pastorale di Ottavio Asinari, vescovo della diocesi d’Ivrea.
Egli documenta la presenza di una cappella adiacente al «Palazzo» del Conte Flaminio San Martino d’Agliè, nella regione de «La Valle». Ottavio Asinari la definisce «costruita con eleganza» e formata da pareti imbiancate, un pavimento in mattoni e la copertura a volta. Viene riportata la presenza di due finestre laterali e una porta con i battenti in legno nella facciata principale. Inoltre, è descritta una statua lignea «elegantemente indorata» raffigurante la Madonna con Gesù e san Giovanni Battista, posta in corrispon-denza dell’altare in un’apposita nicchia37. La cappella viene definita arredata «in maniera esemplare» 38.
XVIII secolo
Una rappresentazione peculiare della cascina Valle è presente nel Corso della bealera di Caluso39 del 1736. In cui è rappresentato un edificio unico, costituito da due corpi princi-pali longitudinali uguali collegati trasversalmente da un’ulteriore “manica”. Quest’ultima nei vari rilievi e progetti del sito è solitamente costituita un semplice muro e non da una porzione di edifico. Infatti, nel rilievo realizzato tra gli anni 1763-64 da Giuseppe de Paoli
40 sono raffigurati tre edifici distinti: uno a forma di “L” situato a est, uno a corte a ovest e l’edificio più piccolo che costituisce la cappella collocata a nord. I primi due fabbricati ci-tati sono collegati al centro da un muro e non da una “manica”. Inoltre, la porzione ovest dell'edificio riportato nel disegno del 1736 è speculare a quella est, mentre nel rilievo del
36 Giuseppe Tosetti, Piano della bealera di Caluso (...), 1686. Torino, Archivio di Stato, Sezio-ne Riunite, Carte topografiche e disegni, Camerale Piemonte, tipi articolo 663, Caluso bealera.
37 Rossana Antoniono, Edifici religiosi nel territorio d’Agliè, in Daniela Biancolini, Maria Gra-zia Vinardi (a cura di), Il Castello di Agliè: alla scoperta della Cappella di San Massimo, Celid, Torino 1996.
38 Dino Elia, Piermassimo Zucco, Pietro Furno, Agliè, quattro passi tra immagini e ricordi, Enrico Editori Ivrea, Torino, 1977, p.79.
39 Carlo Bartolomeo Petrinio, misuratore, Ferraris attr. Architetto camerale, Corso della bealera di Caluso, 1736. Torino, Archivio Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Archivio storico, AA3-1, n.87.
40 Piano regolare, ò sia copia fedele del Piano stato smarito, mentre stava appresso dell’Il-l[ustrissi]mo Sig.r Conte / Birago di Borgaro, qual rappresentava, come questo rappresenta il Luogo d’Agliè, 1763-1764. Torino,Archivio di Stato, Sezione Corte, Carte topografiche e disegni, Carte per A e B, Agliè, 2
1763-64 e nelle raffigurazioni successive i due edifici presentano una forma differente.
Nel Ristretto di relazione della visita fatta in castello e feudo d’Agliè dall’intendente Ca-pello nel 1783 41 è descritto lo stato di conservazione della cascina e le indicazioni per la ristrutturazione. Viene sottolineato che la fabbrica del «Giardino della Valle» rispetto alle altre fabbriche (cascina Malesina e Vincenti) aveva bisogno di «maggiori attenzio-ni». È riportato che la «Relazione dell’architetto Ravelli» è contraria all’esecuzione dei lavori, ma vengono eseguite le indicazioni «dell’assistente Marocco e del Capo Mastro Pozzi». Si può quindi supporre la consulenza di Domenico Marocco per l’intervento sulla cascina. Al piano terreno vengono indicate queste funzioni: citroniera, magazzino, stalla,
«caso da terra» (tettoia) e porcile. Al piano superiore una camera da letto, una camera
«per conservare la frutta» e sopra la scala il fienile. Mentre, vicino alla stalla viene fatta costruire «una piccola ala coperta a coppi e pilastro in mezzo per il ritiro dei vasi di fiori nell’estate». Il forno aveva bisogno di molte riparazioni ed era «in un sito irregolare», vie-ne quindi demolito insieme ad altri locali. Si può quindi ipotizzare la demoliziovie-ne dell’edi-ficio a corte, dato che in seguito non viene più riportato all’interno delle cartografie. Data la necessità di mantenere la funzione del forno, la cappella viene riconvertita a questo scopo. Il muro di cinta è fatto proseguire «verso ponente e verso mezzanotte (...) per chiudere il sito a orto» 42. Dato che in questa fase vengono eseguiti gli interventi che ren-dono la cascina simile all’aspetto attuale, si può ipotizzare che le decorazioni siano state realizzate in questo momento, esse sono parzialmente presenti ancora oggi.
Mentre il progetto della cascina Mandria è avvenuto tra il 1771 e 1772, per opera di Igna-zio Birago di Borgaro, le altre cascine sono state coinvolte in un progetto di riqualificaIgna-zio- riqualificazio-ne successivamente, quando ad operare riqualificazio-nella tenuta era Domenico Marocco. Avvieriqualificazio-ne infatti il rilievo dello stato degli edifici rurali e dei progetti di riqualificazione, tra cui quello di Domenico Marocco per la cascina della Gerbola del 1785 43. La cascina Valle può essere quindi inserita all’interno di questa serie di interventi.
Nel 1795 con la Pianta del Giardino dell t’avalle Con tutti li nuova mura esistenti, da demolirsi, per la formazione di un talus ingrandimento44 viene prevista la demolizione
41 Ristretto di relazione della visita fatta in castello e feudo d’Agliè, 1783.Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite, Duca di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Amministrazione, mazzo 50, n 65.
42 Ristretto di relazione della visita fatta in castello e feudo d’Agliè, 1783.Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite, Duca di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Amministrazione, mazzo 50, n 65.
43 Maria Grazia Vinardi, Scavalcò lo steccato e vide che la natura tutta era un giardino, in Maria Adriana Giusti, Paolo Cornaglia (a cura di), Il risveglio del giardino, Pacini Fazzi, Lucca 2016, pp. 83-100: 86.
44 Pianta del Giardino dell t’Avalle Con tutti li nuova mura esistenti, da demolirsi, per la
for-di parte dei muri della fabbrica in linea a chiusura della corte e delle coperture «per la formazione di un talus quandrante». Inoltre, è specificato il recupero dei materiali e le destinazioni d’uso: sala, cucina e stalla nei tre ambienti a destra dall’ingresso.45
XIX secolo
Un’accurata descrizione della cascina Valle e dei suoi terreni di pertinenza è presente all’interno dei Testimoniali di stato delle cascine, beni ed edifici componenti il tenimento di agliè del 1805 46. Superando il ponte sul canale di Caluso e proseguendo la strada di collegamento, si arriva all’accesso al giardino, che è costituito da una porta di legno dipinta di verde sostenuta da «due pilastri in cotto». Il giardino è costituito da un’area recintata su tre lati: a ovest, a nord e ad est.. Al centro di quest’area recintata c’è «un bacino in forma circolare», il cui muro viene riscontrato d’essere «in cattivo stato». A nord e a metà della recinzione ci sono «due pilastri in cotto fatti di bugne, e finienti a guglia quali fanno prospettiva alla porta d’entrata della fabbrica civile». All’interno dell’a-rea recintata è presente «una camera isolata», la cappella, che nel 1805 era già stata trasformata in forno, e ha una porta d’ingresso. Inoltre, L’edificio è formato da una volta a padiglione e pavimento «a nuda terra», a ovest ed est ha due finestre e la copertura si trova «in pessimo stato». Contro i muri esterni del forno esistono tre piccole piante di fico e una vite. Entrando dalla porta d’ingresso della fabbrica civile, si giunge nel giardino superiore, che è circondato da muri di cinta e nel centro ha un pozzo coperto da una pietra. Di fronte all’ingresso del giardino è collocata una scala a due rampe che collega il giardino superiore a quello inferiore, anch’esso circondato da mura. La scala è costituita da tre gradini, un pianerottolo con due rampe speculari; tutti i gradini che la compongono sono in serizzo, sotto di essa è presente uno «sgorgo d’acqua» che cade in un bacino in cotto. Questa fontana ha un canale di collegamento rovinato con la conseguenza che l’acqua filtra nel muro danneggiandolo. È presente a est una porta d’ingresso in rovere al giardino inferiore. Dal cortile superiore tramite un’apertura nel prospetto ovest si ha accesso alla fabbrica, in particolare ad una camera «coperta a volta, con pavimento in mattoni». Nel muro ad ovest del locale è presente una finestra, il cui parapetto è rovina-to; invece, nel muro a nord è collocato un «camino con cappa grande». Mentre ad est c’è un’apertura che tramite una scala conduce alla cantina. La rampa è costituita da gradini
mazione di un talus ingrandimento, 1795.Torino, Archivio Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio, Archivio Privato Duchi di Genova, Tipi e disegni del Tenimento di Agliè, n.8.
45 Maria Grazia Vinardi, Scavalcò lo steccato e vide che la natura tutta era un giardino, in Maria Adriana Giusti, Paolo Cornaglia (a cura di), Il risveglio del giardino, Pacini Fazzi, Lucca 2016, pp. 83-100: 86.
46 Testimoniali di stato delle cascine, beni ed edifici componenti il tenimento di agliè, 1805.
Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite, Duca di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affitta-menti, mazzo 31, n18.
«con pedata di travetti di rovere», alla sua estremità sono presenti a destra e a sinistra due aperture con porte di rovere. Tramite l’apertura a destra si giunge al primo locale voltato, illuminato da due finestre «a tromba», mentre un’apertura a sud collega il primo locale con quello successivo, che è sempre con un solaio a volta ed è diviso a metà da un arco, inoltre ha una sola finestra. A sinistra della scala c’è un’altra cantina suddivisa da un pilastro e due archi, ha un solaio con volta, una finestra e «un piccolo finestrino».
Al piano primo della fabbrica sono collocate quattro camere: la prima è illuminata da una sola finestra, il pavimento è «di quadrette» e il solaio è in travetti di rovere; la seconda viene è più piccola e ha gli stessi materiali e lo stesso numero di finestre della camera precedente. Alla terza si giunge tramite un’apertura a sud della camera precedente, anch’essa ha una sola finestra a ovest e nel muro a sud c’è «un piccolo sfondato con un sol ripiano» e la porta di collegamento con la quarta camera. Quest’ultima ha gli stessi materiali delle stanze precedenti, ma rispetto ad esse ha due finestre a sud. Al fondo della scala di collegamento con il piano superiore è presente un’apertura verso la stalla, questo locale ha un solaio voltato, due finestre e due porte, una delle quali «che comunica con un porcile ivi attiguo» e l’altra con un «caso da terra» (tettoia). La tettoia è chiusa su tre lati da muri e nel lato rimante da uno steccato. La seconda tettoia presente invece ha un pavimento in mattoni e una copertura a coppi, ed è sostenuta da un pilastro centrale. Inoltre, al suo interno contro il muro all’altezza della terza camera del piano terra c’è una «citroniera» che ha «quattro ripiani per riporre i vasi». Nel piano terra, dopo la prima stanza e la scala, è presente una seconda camera con un solaio di rovere e il pavimento «composto da varie qualità di materiali a rappezzamenti in ben cattivo stato»;
ha anche un’apertura che comunica con la seconda tettoia. Questa stanza è collegata con un «camerino» con solaio di rovere e pavimento a quadretti. Da un’apertura a sud della seconda camera si giunge all’ultima camera, con solaio di legno e pavimento «di quadrette molto rappezzato» e nel muro a ovest è presente un «camino con gradino in cotto (...) ed un lavatoio nell’angolo opposto». Quest’ultima camera è illuminata da due finestre a sud47.
Successivamente, sono riportati degli interventi nella Memoria dell’architetto Borda in-dicante le varie riparazioni prescritte doversi fare a beneficio de fabbricati e beni del Tenimento d’Agliè in dipendenza delle Testimoniali di Stato occorse in occasione dell’af-fittamento del 15 novembre 1831 48. Per Il «Giardino della Valle» è indicata: la «provvista
47 Testimoniali di stato delle cascine, beni ed edifici componenti il tenimento di agliè, 1805.
Torino, Archivio di Stato, Sezioni Riunite, Duca di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affitta-menti, mazzo 31, n18.
48 Memoria dell’architetto Borda indicante le varie riparazioni prescritte doversi fare a benefi-cio de fabbricati e beni del Tenimento d’Agliè in dipendenza delle Testimoniali di Stato occorse
di cancello a due battenti di larg. un trabucco con ricostruzione di due pilastri in fondo al giardino della parte di mezzanotte».
In occasione dell’affitto della fabbrica al giardiniere Carlo Suino sono stati redatti due Testimoniali di Stato del complesso il primo datato il 10 luglio 1837 ed il secondo del 11 novembre 1846 49. Nel primo documento citato viene descritto l’ingresso al cortile della fabbrica mediante «una grande apertura (...) ornata di lesene bugnate e cornici, è stata restaurata dall’Azienda l’anno scorso». La struttura e i materiali indicati nella fabbrica sono gli stessi riportati nei Testimoniali di stato delle cascine, beni ed edifici componenti il tenimento di agliè del 1805. Tuttavia, al piano terra sono indicati vari pavimenti «di quadretti» recentemente restaurati. Nell’ultimo locale a sud è specificata la funzione di cucina, con al suo interno dei «fornelli», un «potaggiere» e un «lavello in cotto». Ci sono due «casi da terra»: uno con accesso a nord e «serviente al giardiniere al pian terreno di ripostiglio», l’altro invece ha un pavimento in mattoni e un’apertura sul tetto per dar luce alla stalla e davanti ad esso è presente un piccolo giardino. Le cantine a differen-za Testimoniale di Stato del 1805 vengono indicate con i muri perimetrali bisognosi di riparazioni in più punti. Vengono descritti due ambienti, non citati in precedenza: una piccola cantina e una galleria. «Nel muro di ponente e sotto il cortile e giardino si trova l’apertura di una vecchia galleria (...) con volta a tutto sesto da cui gocciolano acque. S’i-gnora quale fosse la sua destinazione ma trovasi ora bisognosa di riparazioni». Inoltre, c’è un’altra «piccola cantina di sotto d’una parte del caso da terra». Al piano superiore della fabbrica sono riportate, come in precedenza, quattro camere poste in successione, con le stesse caratteristiche. Al centro del giardino a nord della fabbrica c’è il bacino circolare, che deve aver subito un intervento di manutenzione perché viene indicata la presenza di una ringhiera di ferro non presente nel 1805. Le acque di questa fontana
«cogli opportuni acquedotti si trasmettono in un altro recipiente che si trova al centro del cortile, e da ivi si diramano poi alla fontana esistente sotto alla doppia scala, (...) per l’irri-gazione dei Giardini inferiori». I giardini inferiori sono sostenuti da muri perimetrali con «il parapetto in parte coperto di lastre di pietra ed il rincorrente a mattoni di coltello in buono stato». Viene indicata la presenza di «due antichi pilastri bugnati che minacciano rovina e sprovvisti di cancello». Inoltre, all’ingresso principale del giardino, dove arriva la strada
in occasione dell’affittamento, 15 novembre 1831. Torino, Archivio di Stato, Sezione Riunite, Duca di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affittamenti, mazzo 35, n 84.
49 Capitolazione d’affittamento concesso dall’Azienda di S.M. la Regina Maria Cristina a favore del giardiniere Carlo Suino del giardino detto della Valle ed altro dietro la cascina del R. Parco d’Agliè per il novennio dall’11 novembre 1839 al 11 novembre 1845. Con relative Testimoniali di Stato sotto la stessa data ed altre 11 novembre 1846. Torino, Archivio di Stato, Sezione Riunite, Archivio Duchi di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affittamenti, mazzo 35, n 87.
che si dirama da quella di San Giorgio, sono presenti due pilastri di recente riparazione con cancello verniciato di verde. Si deduce che i primi pilastri citati sono quelli «finienti a guglia» descritti dal Testimoniale di Stato del 1805, collocati a metà della recinzione a nord del giardino. Mentre quelli che sono stati riparati sono quelli indicati dalla memoria dell’architetto Borda. Il forno ha il pavimento in mattoni, è un intervento recente dato nel precedente Testimoniale di Stato era «a nuda terra». I parapetti delle finestre sono molto degradati ed è segnalata la necessità di una riparazione per la copertura. Nel secondo Testimoniale di Stato relativo all’affitto a favore del giardiniere Carlo Suino la fabbrica è generalmente nella stessa condizione di nove anni prima. A differenza del 1837 la galle-ria è «ingombra di diversi mategalle-riali, e col fondo coperto d’acqua». Invece, nella cantina situata sotto la stalla, nell’angolo nord est si trova «una recente sottomurazione fatta a spese dell’Azienda». Il pozzo al centro del giardino laterale alla cascina ha il parapetto
«ricoperto di lastre di pietra ed il rimanente a coltellata di mattoni il tutto stato di recente riparato». Alla fine della relazione i muri della fabbrica, del forno e di cinta sono valutati in buon stato, grazie alle recenti riparazioni, ma ci sono delle parti che necessitano di essere restaurate «per preservarle da maggior degradazione». I tetti «sono pure in assai buon stato siccome recentemente ripassati dall’Azienda» 50.
Nel 1849 nel successivo Testimoniale di stato dei fabbricati, giardini e siti aggregati all’af-fittamento del giardino denominato della Valle 51 non sono presenti condizioni differenti rispetto al 1846. I materiali che caratterizzano i locali interni dell’edificio residenziale sono sempre i pavimenti «in quadrette» e i solai lignei. Viene specificato che le finestre del primo piano sono quasi «sprovviste degli opportuni vetri, e quelli che vi sono ancora la maggior parte sono rotti e guasti».
In tutti i Testimoniale di Stato vengono accuratamente descritti i vari serramenti, sia il funzionamento che i materiali e la condizione di conservazione.
50 Capitolazione d’affittamento concesso dall’Azienda di S.M. la Regina Maria Cristina a favore del giardiniere Carlo Suino del giardino detto della Valle ed altro dietro la cascina del R. Parco d’Agliè per il novennio dall’11 novembre 1839 al 11 novembre 1845. Con relative Testimoniali di Stato sotto la stessa data ed altre 11 novembre 1846. Torino, Archivio di Stato, Sezione Riunite, Archivio Duchi di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affittamenti, mazzo 35, n 87.
51 Scrittura privata d’affittamento dell’Azienda Ducale della cascina detta della Valle e del giardino detto ortasso fatto a favore delli sig. Cerato Francesco fu Sebastiano e Gastoldi Giuseppe fu Antonio (...). Torino, Archivio di Stato, Sezione Riunite, Archivio Duchi di Genova, Tenimenti, Tenimento di Agliè, Affittamenti, mazzo 36, n 97.
XX secolo
L'edificio civile è raffigurato con una prima tettoia sostenuta da un pilastro centrale e una successiva tettoia che prosegue fino al muro di cinta del giardino superiore nella planimetria52 (Fig. 41) elaborata dal geometra Federico Silva nel 1910. Nei vari rilievi e progetti precedenti non era presente quest’ultima parte.
Nella fig. 44 degli anni ‘70 del Novecento è possibile notare il forno con l’intonaco sulle pareti esterne, la copertura a coppi ed è circondata da varie piante. Invece, nella fig. 46 è raffigurato l’interno del forno, in cui sia nella volta che nelle pareti sono presenti solo pic-cole porzioni dell’intonaco originario. Infine, nella fig. 45 è presente il portale d’ingresso al giardino superiore e all’edificio residenziale. Ha un arco ornato con un decoro bugnato e due paraste. All’estremità c’è una copertura con coppi. Questo portale purtroppo è crollato recentemente.
52 Geom. Silva,Tenimento di S.A.R. il Principe Tomaso Duca di Genova in Agliè, 1910. Agliè, Castello, Appartamento Chierici.
Agliè, forno della cascina Valle. (Pubblicata in Dino Elia, Piermassimo Zucco, Pietro Furno, Agliè, quattro passi tra immagi-ni e ricordi, Enrico Editori Ivrea, Torino, 1977)
Agliè, portale d’ingresso alla cascina Valle.
(Pubblicata in Dino Elia, Piermassimo Zucco, Pietro Furno, Agliè, quattro passi tra immagini e ricordi, Enrico Editori Ivrea, Torino)
Agliè, Interno del forno.
(Pubblicata in Dino Elia, Piermassimo Zucco, Pietro Furno, Agliè, quattro passi tra immagini e ricordi, Enrico Editori Ivrea, Torino, 1977)
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Assenze e permanenze
Negli schemi delle fasi costruttive, riportati in seguito, vengono riassunte le periodizza-zioni che emergono dalla documentazione analizzata. Del nucleo originario composto dall’edificio civile, la cappella-forno e l'edificio a corte permangono soltanto le prime due costruzioni. A partire dalla fine del Settecento l’edificio a corte non è più riportato nei rilievi del sito e il perimetro della proprietà viene chiuso formando un rettangolo. I pilastri in muratura collocati in prossimità dell’ingresso della tenuta e rilevati nel Piano regolare, ò sia copia fedele del Piano stato smarito, mentre stava appresso dell’Ill[ustrissi]mo Sig.r Conte / Birago di Borgaro, qual rappresentava, come questo rappresenta il Luogo d’A-gliè di Giuseppe de Paoli risultano essere ancora presenti alla metà dell’Ottocento ma tutt’ora sono assenti. La cappella nel 1805 aveva due finestre e una porta d’accesso, at-tualmente la finestra collocata a est è murata e la porta d’accesso è scomparsa. Inoltre, il pavimento era assente, mentre successivamente nei Testimoniale relativo all’affitto a favore del giardiniere Carlo Suino viene descritto in cotto e al momento non è presente.
Un elemento che ha caratterizzato l’aspetto della proprietà che risulta essere mancante è il portale d’ingresso, che presentava anche un serramento in legno. Nel locale collo-cato a nord-ovest dell’edificio principale era riportato nel 1805 un solaio a volta, mentre nei Testimoniali successivi è formato da travi lignee. Inoltre, nel locale posto a sud erano presenti due finestre una delle quali è stata trasformata in porta d’accesso al bene archi-tettonico. Questa camera nei Testimoniali della prima metà dell’Ottocento ha la funzione di cucina e questa caratteristica permane tuttora. Nel 1805 all’interno del locale posto a nord-est e adibito a stalla era collocata un’apertura che comunicava con il vano sca-la, invece attualmente è presente una nicchia. La scala di collegamento con la cantina descritta nel Testimoniale del 1805 con i gradini in legno ora è in muratura. Inoltre, nel locale a nord-ovest c’erano due finestre, che al momento sono murate. Un ulteriore ele-mento scomparso sono le due porte che separavano i locali della cantina. Invece due componenti dell’edificio che permangono sono i camini del piano terra, già riportati nei Testimoniali della prima metà dell’Ottocento.