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4.5 ANALISI ECONOMICA ED ENERGETICA

4.5.2 ANALISI ECONOMICA

Necessaria per stabilire se l’investimento sarà o meno remunerativo. Per fare ciò si dovrà tenere conto anche della situazione iniziale pre-intervento per poter valutare la differenza che si verrà a creare. Si deve dunque considerare un caso base line da porre in contrapposizione con il microcogeneratore. Nell’analisi economica i parametri che devono essere considerati sono molteplici:

Tipologia ed impiego dell’energia

Molto importante è definire gli usi dell’energia prodotta: per l’energia elettrica bisogna stimare l’autoconsumo e l’immissione in rete anche considerando le varie fasce orarie F1, F2, F3. Inoltre si deve considerare come viene utilizzata l’energia autoconsumata ovvero quali carichi elettrici va a soddisfare (per esempio se viene utilizzata per alimentare chiller o pompe di calore quindi apparecchi che producono energia termica oppure altri elementi come luci, pompe od ascensori). Questo deve essere fatto perché in caso di produzione di energia termica se ne deve tener conto sia dal punto di vista delle tariffe che di confronto con il caso base line. Per l’energia termica si deve considerare invece la tipologia di produzione (cogeneratore, caldaia e/o pompa di calore). Si può dunque già notare come la valutazione economica del microcogeneratore non sia in nessun modo fatta solo su di esso considerando il resto del sistema come una scatola nera, ma sia invece necessario fare un’analisi completa sia sugli ausiliari che sugli utilizzi dell’energia.

Tariffe

Le tariffe dell’energia sono diverse:

1)Il costo del gas utilizzato per il microcogeneratore.

2)Il costo del gas utilizzato per soluzione non cogenerativa e dunque per la caldaia di picco.

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3)Il costo dell’energia elettrica acquistata da rete. Tale costo dipende dalla fascia di acquisto (F1, F2, F3) e dunque risulta fondamentale sia stimare il consumo per fascia che incentivare l’autoconsumo specialmente nella fascia F1 che risulta la più costosa. Questo serve per valorizzare l’energia elettrica e deve essere considerato in maniera molto attenta.

Incentivi

Quando si valuta una soluzione microcogenerativa dal punto di vista economico è fondamentale considerare gli incentivi accessibili in quanto, in assenza degli stessi, la microcogenerazione non risulta essere una soluzione tecnologica autosufficiente. Gli incentivi a cui si può accedere sono diversi e dipendono dall’efficienza del cogeneratore stesso. Questo non è una situazione scontata in quanto richiede un dimensionamento della macchina opportuno. Le principali fonti di incentivazione a cui si può accedere sono dunque:

1) Defiscalizzazione del gas.

La defiscalizzazione viene concessa a tutte le fonti cogenerative e non dipende dalla qualifica CAR, ma fa riferimento al D.L. 2/3/12 come modificato dalla legge di conversione 44/12. Consiste nella rimozione di alcune accise fino ad un tetto massimo dipendente dal rendimento elettrico della macchina. La defiscalizzazione del gas è un elemento molto importante quando nelle utenze civili ma non rilevante in quelle industriali dove il gas risulta già defiscalizzato. Di conseguenza si vede come una soluzione microcogenerativa non è applicabile in linea di massima nel settore industriale od in quelli che possono accedere agli stessi incentivi in quanto, essendo le potenze molto piccole, i certificati bianchi non risultano essere una soluzione praticabile e per guadagnare è necessario poter usufruire di un prezzo minore del gas.

2) SSP

Lo scambio sul posto è una forma di autoconsumo basata sul compensare l’energia elettrica immessa nella rete con energia prelevata dalla stessa quando necessario.

3) Ecobonus

L’Ecobonus è una detrazione fiscale che può essere fatta sull’IRPEF o sull’IRES fino al 65% del valore del microcogeneratore (incluso il costo dell’installazione) per un massimo di 100.000 euro suddivise in 10 rate annuali. Non è cumulabile con i certificati bianchi, ma questo non è un reale problema nella microcogenerazione in quanto l’energia prodotta

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non è normalmente sufficiente per rendere vantaggiosi i certificati bianchi rispetto all’Ecobonus.

4) Certificati Bianchi

Non sono cumulabili con l’Ecobonus e quindi risulta necessario scegliere fra una tipologia e l’altra. Come detto sopra spesso l’Ecobonus risulta essere la scelta migliore da un punto di vista economico (lo è sempre per potenze elettriche inferiori ai 10 kW) ed inoltre bisogna tener conto del fatto che l’accesso ai certificati bianchi dipende dalla possibilità di soddisfare annualmente le condizioni CAR e di conseguenza di avere una certezza sulle prestazioni del microcogeneratore per i dieci anni successivi che non sono facilmente attuabili in quanto dipendono da numerosi fattori tra cui il carico termico ed elettrico che però è molto difficile che rimanga invariato per un periodo così lungo. Una volta opportunamente considerati i punti da 1 a 4 si deve conseguentemente fare una stima del cash flow che così si viene a formare. A questo punto è importante considerare che vi sono due situazioni correlate ma diverse riguardanti quelli che sono i due attori: l’ESCO e l’utente finale. Bisogna dunque analizzare entrambe le situazioni per studiare i tempi di recupero sia per l’investimento sotteso dall’ESCO che per quello del cliente. LATO ESCO

Considerando un contratto di tipo EPC l’ESCO mantiene la proprietà della macchina pagando le spese del gas e vendendo calore ed energia elettrica all’utenza che paga anche una piccola quota mensile data dalla gestione e dal monitoraggio dell’impianto da parte dell’ESCO. Di conseguenza saranno valutati come flussi di cassa uscenti i costi di acquisto del combustibile, di manutenzione ordinaria della macchina ed un costo relativo alle ore che l’ESCO dedica all’utenza (acquisizione ed elaborazione dati, risoluzione problemi) mentre saranno considerati entranti i ricavi dati dalla vendita dell’energia termica ed elettrica all’utenza ed il ricavo relativo alla gestione. All’anno zero inoltre l’ESCO compie l’investimento, che dunque risulta essere un’uscita mentre viene ripagata annualmente del proprio investimento da una rata del cliente e dall’ecobonus. Riassumendo come formula si può quindi scrivere:

𝐶𝐹𝐸𝑆𝐶𝑂 = 𝐸𝐶𝑂 + 𝑐𝑇𝐻,𝐶𝐻𝑃∗ 𝐸𝑇𝐻,𝐶𝐻𝑃+ 𝑐𝑇𝐻,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃∗ 𝐸𝑇𝐻,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃+ 𝑐𝐸𝐿∗ 𝐸𝐸𝐿+ 𝐾𝑃𝑂𝑆𝑇 + 𝑅𝐴𝑇𝐴𝐶𝐿𝐼𝐸𝑁𝑇𝐸− 𝑐𝐺𝐴𝑆,𝐶𝐻𝑃∗ 𝑄𝐺𝐴𝑆,𝐶𝐻𝑃− 𝑐𝐺𝐴𝑆,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃∗ 𝑄𝐺𝐴𝑆,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃 − 𝐶𝑂𝑆𝑇𝑂𝐺𝐸𝑆𝑇𝐼𝑂𝑁𝐸 𝐸𝑆𝐶𝑂− 𝑀𝐴𝑁𝑈𝑇𝐴𝑁𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸

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(4.3)

𝐶𝐹𝐸𝑆𝐶𝑂 =Cash flow ESCO.[€]

𝑐𝑇𝐻,𝐶𝐻𝑃 =Prezzo di vendita all’utenza dell’energia termica ricavata dal processo di cogenerazione. [€/kWh]

𝑐𝑇𝐻,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃 =Prezzo di vendita dell’energia termica venduta all’utenza non cogenerativa. [€/kWh]

𝑐𝐸𝐿 =Prezzo di vendita dell’energia elettrica cogenerativa all’utenza. [€/kWh] 𝑐𝐺𝐴𝑆,𝐶𝐻𝑃 =Costo di acquisto del gas per il microcogeneratore. [€/kWh]

𝑐𝐺𝐴𝑆,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃 =Costo di acquisto gas per caldaia. [€/kWh] 𝐸𝐸𝐿 =Energia elettrica venduta all’utenza. [kWh]

𝐾𝑃𝑂𝑆𝑇 =Costo annuale di gestione dall’utente all’ESCO. [€]

𝑅𝐴𝑇𝐴 =Rata pagata dal cliente alla ESCO relativa all’investimento. [€]

𝐶𝑂𝑆𝑇𝑂𝐺𝐸𝑆𝑇𝐼𝑂𝑁𝐸 𝐸𝑆𝐶𝑂=Costo di gestione sostenuto dalla ESCO relativo alle ore di lavoro impiegate. [€]

MANUTANZIONE=Costo annuale di manutenzione del cogeneratore. [€] ECO=Rata della detrazione fiscale da ecobonus. [€]

LATO UTENTE

In questo caso per calcolare il risparmio ed il tempo di recupero dell’investimento è importante confrontare i costi tra il caso studiato e quello base line. Espressa come formula:

𝐶𝐹𝑈𝑇𝐸𝑁𝑇𝐸 = 𝑅𝐼𝑆𝑃𝐴𝑅𝑀𝐼𝑂 − 𝑅𝐴𝑇𝐴𝐶𝐿𝐼𝐸𝑁𝑇𝐸 (4.4)

𝐶𝐹𝑈𝑇𝐸𝑁𝑇𝐸=Cash flow utente.

𝑅𝐼𝑆𝑃𝐴𝑅𝑀𝐼𝑂=Risparmio ottenuto confrontando con il caso base line per quel che riguarda l’acquisto di energia termica, elettrica e del gas nel caso base line.

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𝑅𝐼𝑆𝑃𝐴𝑅𝑀𝐼𝑂 = −(𝑐𝐸𝐿,𝑅𝐸𝑇𝐸∗ 𝐸𝐸𝐿,𝑅𝐸𝑇𝐸+ 𝑐𝐺𝐴𝑆,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃∗ 𝑄𝐺𝐴𝑆,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃+ 𝐾𝐴𝑁𝑇𝐸)𝐵𝐴𝑆𝐸 𝐿𝐼𝑁𝐸 + (𝑐𝑇𝐻,𝐶𝐻𝑃∗ 𝐸𝑇𝐻,𝐶𝐻𝑃+ 𝑐𝑇𝐻,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃∗ 𝐸𝑇𝐻,𝑁𝑂 𝐶𝐻𝑃+ 𝑐𝐸𝐿∗ 𝐸𝐸𝐿+ 𝑐𝐸𝐿,𝑅𝐸𝑇𝐸 ∗ 𝐸𝐸𝐿,𝑅𝐸𝑇𝐸+ 𝑐𝐸𝐿,𝑆𝑆𝑃∗ 𝐸𝐸𝐿,𝑆𝑆𝑃+ 𝐾𝑃𝑂𝑆𝑇)𝐶𝐻𝑃

(4.5)

(… )𝐵𝐴𝑆𝐸 𝐿𝐼𝑁𝐸=Riferito al caso baseline. [€]

(… )𝐶𝐻𝑃=Riferito al caso con il microcogeneratore. [€]

𝑐𝐸𝐿,𝑅𝐸𝑇𝐸=Prezzo di acquisto dell’energia elettrica da rete. [€/kWh]

𝑐𝐸𝐿,𝑆𝑆𝑃=Prezzo di acquisto dell’energia elettrica da rete in condizioni di scambio sul posto (SSP). [€/kWh]

𝐸𝐸𝐿,𝑆𝑆𝑃=Energia elettrica acquistata da rete in condizioni di SSP. [kWh]

Oltre al flusso di cassa si dovrà considerare all’anno zero un’uscita relativa al contributo del cliente.

Confrontando sia il lato utente che il lato ESCO vediamo che è importante andare a considerare a che prezzo l’ESCO vende all’utenza l’energia prodotta in quanto questo sarà uno tra i parametri principali per la valutazione dell’investimento sia per l’ESCO che per il cliente. Una volta calcolati i flussi di cassa bisogna quindi calcolare il tempo di ritorno dell’investimento. Per farlo possiamo immaginare come il risparmio sia valutabile costante nel corso del tempo al netto di un fattore di incremento fissato. In questo modo è possibile calcolare i flussi di cassa sia per la ESCO che per il cliente fino a quando è necessario e calcolare dunque il tempo di ritorno dell’investimento.

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CAPITOLO 5

SVILUPPO DEL FOGLIO DI

CALCOLO

Per lo studio della soluzione microcogenerativa si è costruito un foglio di calcolo in excel che permettesse la simulazione oraria dei carichi elettrici (ovvero consumo della pompa di calore e dati di bolletta per le parti comuni del condominio) e termici (consumo di energia relativa alla produzione di acqua calda sanitaria tenendo conto sia delle perdite di accumulo che di ricircolo) per una settimana tipo mensile. Basandosi sui dati trovati si è poi provveduto a fare una simulazione del funzionamento dei generatori. Ciò al fine di trovare grandezze relative all’energia elettrica assorbita dalla rete e quella consumata in loco da cogenerazione (e della sua distribuzione ovvero del suo assorbimento dalla pompa di calore piuttosto che dal carico elettrico condominiale) e all’energia termica prodotta ed al gas naturale consumato. I valori trovati sono poi riportati su base annua e suddivisi nei vari fogli di calcolo, così come esplicitato in seguito, al fine di avere un’idea chiara della produzione dei singoli vettori su base mensile rispetto alla tecnologia considerata (caldaia, cogenerazione, pompa di calore o rete elettrica). Da questi vettori sarà perciò possibile calcolare l’energia primaria coinvolta, il rendimento del sistema, le emissioni, il risparmio ed i flussi di cassa generati dall’investimento.

5.1 STIMA ACS

Come punto di partenza per la realizzazione del foglio si è dovuto stimare il consumo di acqua calda sanitaria del condominio a partire dai dati in possesso relativi all’energia termica totale consumata. Questa energia risulta quindi comprensiva sia dell’effettivo consumo dell’utenza che delle perdite di ricircolo e di accumulo. Il consumo di ACS è simulato tramite la formula:

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(5.1) dove:

𝐶𝑂𝑁𝑆𝑈𝑀𝑂𝐴𝐶𝑆= Consumo gionaliero di ACS.[l]

𝐶𝑂𝑀𝐹𝑂𝑅𝑇= Quantitativo di consumo giornaliero per persona per ottenere un certo grado di comfort. [l/persona]

𝑁°𝐴𝑃𝑃𝐴𝑅𝑇𝐴𝑀𝐸𝑁𝑇𝐼= Numero di appartamenti

𝑁°𝑃𝐸𝑅𝑆𝑂𝑁𝐸= Numero di persone per appartamento (necessariamente stimato).

Sommando il valore trovato a perdite di accumulo (calcolate) e di ricircolo stimate e confrontandolo con il valore reale estrapolato da bolletta è stato dunque possibile calcolare su scala mensile il reale consumo di ACS da parte delle utenze. Questo valore permette di calcolare un consumo medio giornaliero mensile per singolo appartamento utilizzato poi come valore di input nella simulazione vera e propria. Questo passaggio si è reso necessario in quanto non erano disponibili i dati relativi al consumo di acqua calda sanitaria.

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