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Analisi di Forte Apollonia alla luce delle evidenze documentali sette-

6. ANALISI STORICA ED ARCHITETTONICA DI FORTE APOLLONIA

6.3 Analisi di Forte Apollonia alla luce delle evidenze documentali sette-

La descrizione del 1819

Il risultato finale dei lavori di costruzione era un edificio molto diverso dal piano originario. Il bastione costruito in grande urgenza, quello occidentale, ha dimensioni sproporzionatamente più grandi rispetto

agli altri tre, quelli nord ed est sono i più piccoli, mentre quello sud ha dimensioni di poco maggiore rispetto a questi ultimi. Una dettagliata descrizione delle condizioni del forte del 1819, in mancanza di altre fonti cartografiche, aiuta a ricostruire l'aspetto originario di Forte Apollonia.

L'immagine che ne emerge è la seguente: il fronte del forte e` rivolto ad est, la pianta del corpo centrale non è quadrata e gli edifici si allineano su tre lati delle cortine. Vi è una corte esterna, di fatto uno sperone, in cui si trova la cisterna. La corte è chiusa da mura e, originariamente, aveva un'entrata fortificata con due torrette laterali ed un arco d'ingresso centrale sormontato da un cavaliere recante una campana. Tale struttura e’ oggi scomparsa e, benche’ all’epoca le sue fondazioni dovessero essere ancora visibili, essa non fu ricostruita nel corso del restauro dell'edificio condotto sotto la direzione di Lawrence fra fine anni Cinquanta ed i primi anni Sessanta del Novecento.

La descrizione del 1819 esamina in dettaglio le condizioni della struttura e consente di definire le destinazioni d'uso degli ambienti. Essa mette altresì in evidenza differenze più o meno rilevanti rispetto alle fasi successive.

Sempre secondo questo documento, al lato dell'ingresso si trovavano due torrette (oggi scomparse) contenenti le stanze del fabbro a destra e del cuoco a sinistra. Tali ambienti erano coperti con tetti piani finiti a tarras, il cemento impermeabilizzante in uso all'epoca. Le condizioni del cancello e del telaio erano cattive al momento dell'ispezione. Le coperture della piattaforma del bastione nord e degli edifici del blocco centrale, anch'essi realizzati in tarras, richiedevano riparazioni. La parte superiore degli ambienti al primo piano del lato nord-est richiedeva manutenzione, verosimilmente per le infiltrazioni d'acqua dalla copertura in tarras. Le murature del forte sembrano essere in buone condizioni visto che i soli appunti sono rivolti alla necessità di reintonacare alcune parti del bastione sud ed ovest. La corte interna non era all'epoca pavimentata.

L'ingresso nella corte centrale avveniva da un passaggio voltato sul lato est, al lato del quale si trovavano la stanza del sergente a destra e quella dei soldati a sinistra. Diverse travi lignee del solaio di questi ambienti dovevano essere sostituite. Le stanze che si affacciavano sul lato nord-est della corte erano adibite a magazzini per il brandy ed altre scorte. Il brandy era infatti uno dei beni che gli inglesi vendevano in quantità ai mercanti locali. Tuttavia ci sono incertezze sulla sequenza degli ambienti che si aprivano sulla corte e, ad esempio, non è chiaro se la prigione per gli schiavi, poi convertita in deposito per la calce, fosse collocata nella stanza accanto all'imboccatura della scala esterna che porta al bastione ovest (attestata in una pianta del 1889) o se non fosse invece, come ritenuto da Lawrence, all'interno dello stesso bastione. Se, come ipotizza Lawrence e come è indicato dalla pianta del 1889, il bastione ovest aveva l'apice riempito di sabbia, dal confronto con la descrizione del 1819 si deduce che la seconda stanza all'interno del bastione doveva essere la cambusa.

88 bastione. Non è chiaro se il passaggio al di sopra dell'ingresso al piano terra, verso la sala da pranzo posta di fronte al bastione est, fosse un ambiente aperto come appare oggi. Sul lato nord-est si trovavano infine l'alloggiamento del capitano, un magazzino per i vestiti da commerciare ed un secondo alloggiamento che affacciava sul bastione nord. Il confronto fra il numero e la disposizione delle aperture - porte e finestre - descritte nel resoconto con la quelle attuali evidenzia delle discrepanze. Il rapporto dà infine conto della dotazione in cannoni del forte che, in calibri diversi, ammontavano a ventidue. Ventuno di questi sono ancora visibili sul posto, alcuni montati sulle bocche da fuoco dei bastioni, altri ai piedi del forte.

Dopo il 1828 il forte venne abbandonato ma le rovine furono in qualche modo consolidate dagli olandesi quando, con un accordo, lo rilevarono dagli inglesi tra il 1868 e il 1872. Nel 1873 tuttavia esso subì danni molto seri in seguito ad un attacco navale inglese che mirava ad indebolire la nuova alleanza stabilita fra gli olandesi e gli Ashanti - da sempre nemici storici degli inglesi - nel timore che questi ultimi ottenessero dagli olandesi di poter utilizzare il forte come base di appoggio nell'area.

Fig. 41 Forte Apollonia - pianta di Brandford-Griffith, 1889

La pianta del 1889

degli anni '50 consiste in una pianta piuttosto sommaria del 1889, disegnata dall'allora governatore Brandford-Griffith e fortunosamente recuperata da Valsecchi al Public Record Office di Londra. Griffith, a comando del forte per diversi mandati da quando il forte tornò in mano inglese alla fine dell'ottocento, disegnò la pianta per rilevare i danni subiti durante il cannoneggiamento inglese del 1873. La pianta, che riporta soltanto il piano terreno, è compatibile con la descrizione del 1819. La pianta evidenzia danneggiamenti localizzati e brecce nelle mura dei bastioni sud ed ovest, sulle mura del lato sud-ovest e sud-est ed alle stanza posta sull'angolo est della corte esterna. Risultavano inoltre prive di copertura le due stanze sul lato sud e le due postazioni di guardia.