12.2 ❄ Come tener conto anche di possibili incertezze
12.6 Analisi grafica
t va sostituito nel modo indicato nel paragrafo precedente se le incer-tezze sono diverse. Le derivate vanno calcolate, come solito in corrispondenza diã e . I conti vengono lasciati per esercizio.
Si noti l’andamento di3<9I!> in funzione di9
µ
. Essa `e minima in corri-spondenza dei punti sperimentali, in quanto tutte le informazioni contribuisco-no a costringere (probabilisticamente) il valore di9;! in un piccolo intervallo intorno alla retta. A mano a a mano che ci allontana dai punti misurati la qualit`a dell’informazione su9~! si deteriora, come indicato molto chiaramente dalla formula 12.16. . Questo `e mostrato in modo eloquente nella figura 12.1, ove le due curve tratteggiate indicano la banda di\3<9!¹ intorno alla retta e quelle puntinate la banda di di63<9~! (chiaramente le scale di9
µ
e di coincidono).
Infine, la figura 12.2 mostra infine la qualit`a della determinazione dei pa-rametri e della determinazione di9 ! da9
µ
a seconda di deviazione standard, numero e tipo di configurazione dei punti sperimentali.
12.6 Analisi grafica
Vediamo quali sono i passi necessari per un’analisi grafica che, condotta a termine fino in fondo, produce risultati quantitativi in accordo con quelli otte-nibili mediante fit con i minimi quadrati. In molte esperienze, comunque, non `e necessario procedere ad un’analisi cos`ı accurata come quella proposta e ci si pu`o fermare al primo passo.
12.6.1 Stima dei parametri
8
Si traccia la retta stimata ad occhio, cercando di passare in mezzo a tutti i punti. Questa retta praticamente coincide con quella che si ottiene con i minimi quadrati.
8
Si ricavano quindi dal grafico due punti che giacciono sulla retta, che siano ben distanziati e ben leggibili. Da questi si ricavanoã e (l’inter-cetta si ottiene in genere pi`u agelvomente in modo diretto, come `e ben noto).
Per quanto riguarda le cifre con cui rileggere i valori si noti come i punti della retta sono “pi`u stabili” di quelli delle singole misure e quindi pos-sono essere riletti anche con una cifra in pi`u. Si ottengono quindi e
ã con il numero di cifre che seguono dalle solite regolette sulle cifre significative.
12.6.2 Stima dell’incertezza sui parametri ripetendo le misure
Il modo pi`u semplice, e che per le prime esperienze `e indubbiamente istruttivo, `e quello di ripetere pi`u volte la misura e studiare le fluttuazioni dei risultati. Si tenga conto che, non facendo calcoli di “errori massimi” n´e propagazioni varie, `e molto facile ripetere pi`u volte le misure in alcune ore.
12.6 Analisi grafica 245
Figura 12.2:Esempi di fit nel caso di incertezze tutte uguali. I 10 punti “sperimen-tali” dei due grafici in alto (A e B) sono simulati con deviazione normale rispetto alla retta teorica di Ï Ó$\dZa` e Ï ÓU e aventií
nei due casi rispettivamente pari a 1.0 e 0.5. I valori di e ottenuti dal fit sono riportati direttamente sul grafico. I grafici centrali (C e D) mostrano l’effetto del raggruppamento. Nel grafico a sinistra in basso laí
vale 0.5, ma il numero di punti sperimentali `e pari a 41. Nell’ultimo grafico gli stessi punti del grafico precedente sono stati ruotati diV8\
Ï
intorno al loro baricentro al fine di mostrare la non dei risultati invarianza per rotazione.
246 Fit
Figura 12.3:Residui e barre di incertezza (]
í
).
12.6.3 Stima dell’incertezza della singola misura dai residui
In realt`a non c’`e alcun bisogno di ripetere le serie di misure. Se ciascuna serie contiene un numero sufficiente di punti (tipicamente, leggermente superiore al numero di parametri che si vogliono valutare) essa racchiude in s´e le informa-zioni necessarie alla valutazione delle incertezze, o almeno a quelle derivanti da errori casuali, mediante il metodo dei residui. Una volta tracciata la retta si pu`o leggere dal grafico, per ogni punto, il residuoª
+, ovvero la differenza fra l’ordinata misurata e il valore della retta in corrispondenza dell’ascissa misu-rata, come mostrato in figura 12.3. Si ottiene quindi, dalla media dei quadrati dei residui, la stima della deviazione standard delle ordinate, assumendo che sia la stessa per tutti i punti e attribuendo soltanto alle ordinate le deviazioni dal valore vero:
' ) » + Ì ª ? + Õ6 5
Il nome sta a indicare sia che essa `e calcolato dai residui sia che rappresenta l’equivalente della deviazione standard di ripetitivit`a delle misure. Il fattore
&K6 al posto di ha la stessa giustificazione dell’ æ nella deviazione stan-dard, tenendo conto che ora ci sono due vincoli fra i dati. Ripetiamo ancora una volta quanto detto a proposito di
»
: anche se le ragioni profonde di questa scelta non sono sempre condivisibili, il risultato “va nella direzione giusta”. Anche qui, quando `e dell’ordine della decina, la correzione `e ininfluente ai fini pratici.
A questo punto, finalmente si conosce l’errore casuale sulle ordinate in condizioni di ripetivit`a (nell’ipotesi che quello sulle ascisse sia trascurabile)!
Ovviamente, si pu`o anche fare l’esercizio opposto e attribuire tutto l’errore alle ascisse (senza dover fare tutti i conti, si pu`o propagare su “
¤
” median-te la derivata:
¤
'0|Bã B). `E interessante notare che, anche se il punto di vista cambia drasticamente, saranno invarianti le conclusioni sulle grandezze fisiche di interesse, legate a coefficiente angolare e intercetta.
12.6 Analisi grafica 247
12.6.4 Valutazione semplificata di
Spesso non c’`e tempo per rileggere tutti i punti della retta e calcolare£ dalla somma dei quadrati dei residui. Oppure, semplicemente, ci si accontenta di una sua stima al 20-30 %, (sembra tanto, ma anche un’incertezza del 50 % su£
`e pi`u che accettabile per molte applicazioni, specialmente se essa `e ottenibile in tempi rapidi). In questi casi si possono tracciare, simmetricamente alla retta di migliore stima, due rette parallele tali che contengano i 2/3 circa dei punti. La distanza, lungo l’asse delle ascisse, fra le due rette `e approsimativamente uguale a . Analogalmente, si possono considerare la “quasi totalit`a” dei punti, e considerarlo un intervallo a 2 o a 3 deviazioni standard.
12.6.5 Barre di incertezza
Soltanto a questo punto `e lecito riportare le barre di incertezza sui punti del gra-fico. Ogni barretta verticale `e centrata sul punto sperimentale ed ha lunghezza
6 .
12.6.6 Incertezza dei parametri mediante ricavata dai dati
Nota la deviazione standard da attribuire alle singole fluttuazioni delle % , si possono usare le formule delle incertezza che si ricavano dal metodo dei mini-mi quadrati, che qui riportiamo per comodit`a, riscritte in termini-mini delle gran-dezze che si conoscono e di quanto altro sia facilmente valutabile per via grafica: 3<ãDU' ä Var<2 V (12.17) 30§' Var<2£Å 2 ? Var<2 V (12.18) <ãnQ¡0§' 2 ä Var<2hÅ 2 ? 5 (12.19)
Si noti che Var<2 non `e legata alle incertezze sulle (convenzionalmente nulle): essa misura invece la dispersione delle 2 e la sua radice quadrata `e legata al cosiddetto “braccio di leva” dei dati sperimentali. `E interessante no-tare come questo possa essere valutato agevolmente dal grafico se i punti sono circa spaziati lungo l’ascissa (caso tipico delle esercitazioni di laboratorio). Approssimando i punti sperimentali ad una distribuzione uniforme si ottiene infatti2 ä Var<2cø 2 à 1 Þ2 + » V #6 5
2Si noti che questa espressione `e valida per variabili continue. Per variabili discrete equispaziate fra] " e] ¤ , la formula esatta `e ] ¤ ë ] " ó ò í D ò D ë ò
che tende alla deviazione standard del caso continuo quandoD `e molto grande. Comunque, gi`a perD
ñ il fattore correttivo `e del 20 % e perD
ñ
ò
u
`e del 10 %.
248 Fit Si faccia inoltre attenzione a non confondere il coefficiente di correlazione fra i parametri (indicato con<ãnQ¡#) con il coefficiente di correlazione fra ascisse e ordinate dei punti sperimentali (indicato con<2£Q% ): la grandezza di interesse ai fini del risultato `e<ãnQ¡#.
12.6.7 Analisi nel baricentro
Osservando le formule (12.18) e (12.19) si nota che, se 2 `e uguale a zero, il coefficiente di correlazione si annulla e anche l’espressione di 3# `e uguale a
V
. Questo suggerisce che per semplificare i conti conviene scegliere l’asse delle ascisse in corrispondenza del baricentro dei punti, ovvero effettuare la trasformazione di variabili
2 < ',2J 2ô
questo `e particolarmente comodo se successivamente si deve utilizzare la retta trovata per delle estrapolazioni o, in generale, come curva di taratura. Chiara-mente si otterrano in questo caso valoriã < e < diversi daã e da ed `e facile dimostrare che
< `e uguale al baricentro delle% .
Se si vuole visualizzare l’incertezza suã < e su < sar`a sufficiente
8
tracciare le rette passanti per il baricentro e di pendenzeã
<
Ê3<ã
<
;
8
disegnare una barra verticale centrata nel baricentro e di semiampiezza
3 < . `
E possibile passare poi dai parametri nel sistema del centro di massa a quelli nel sistema originale tenendo conto cheãÊ\3<ãD3'¾ã < \3<ã <,' < 2ã
e valutando3# e<ãnQ¡# dalle (12.18) e (12.19).