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2.3 Uno studio d’attribuzione d’autore su Molière e Corneille

2.3.2 L’analisi su Molière e Corneille

Una prima analisi della distanza intertestuale è stata eseguita su alcune delle più famose opere di Molière (i valori sono riportati in figura 10).

Si può notare come ci sia una forte similarità fra tutte le opere, sebbene i loro argomenti siano molto differenti.

I valori più bassi sono fra Tartuffe e le Misanthrope (.167), due opere scritte in alessandrini e che usano un linguaggio abbastanza lineare.

I valori più alti sono invece fra (.239) fra le Misanthrope e le Bourgeois gentilhomme o le Malade imaginaire.

La prima opera è in versi mentre le altre due sono in prosa e contengono molti neologismi formati dal turco e dal latino.

Figura 10 Distanza fra le opere di Molière più conosciute, ripresa da Labbè, 2001.

Distanze maggiori di .20 separano l’Ecole des femmes, Tartuffe, le Misanthrope e les Femmes savantes, tutti scritti in versi, e Dom Juan, l’Avare, le Bourgeois gentilhomme e le Malade imaginaire, scritti tutti in prosa. Tenendo conto di queste differenze di struttura testuale è chiaro che tutti questi lavori appartengono allo stesso autore.

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La tesi dell’unico autore è confermata anche da opere come Tartuffe e Dom Juan, la prima scritta in versi e la seconda in prosa: nonostante Dom Juan abbia un linguaggio formato da patois, un fattore che aumenta quindi la distanza, rimangono molto vicine (.199)

È stata trovata poi una media di distanza fra tutte le opere di Molière, la media generale è di .249.

Le sue commedie più famose in particolare sono quelle più vicine alla media generale, mentre alcune opere si distanziano di più, come ad esempio le prime commedie che Molière ha rappresentato prima di vivere a Parigi (la Jalousie du barbouillé, le Médecin volant), alcune recite scritte per particolari occasioni (la Critique de l’Ecole des femmes e l’Impromptu de Versailles) e altre opere come les Précieuses ridicules e Dom Garcia. A parte queste eccezioni si può affermare con buona probabilità che tutte le opere sono di un singolo autore.

Un’ultima parte dell’analisi mostra come la parte di Psychè scritta da Molière sia molto lontana dai valori delle sue opere (.305) e soprattutto più lontana rispetto alla parte scritta da Corneille, anche se comunque distante dalla media dalle opere di Corneille.

Da questi risultati si può affermare che Psychè si pone in una posizione atipica sia nelle opere di Molière che di Corneille.

Un’altra analisi è stata invece fatta su un corpus formato da 64 opere di Molière e Corneille, comprendente 917000 tokens; le opere rientrano nel periodo storico 1630-1673.

È stata fatta prima un’analisi cluster su una matrice di distanza, le due opere più vicine sono state unite e la distanza di questo nuovo set rispetto a tutte le altre opere è stata ricalcolata per tutti gli altri raggruppamenti; questi risultati sono poi stati riassunti in un dendrogramma. Il dendrogramma mostra accorpamenti per le tragedie mature di Corneille (in figura 11 il gruppo A), per le sue prime tragedie che lo hanno reso famoso (B) e per le sue commedie (C).

Il dendrogramma per Molière separa le commedie in versi (D) da quelle in prosa (E, F); infine alcuni raggruppamenti corrispondono a quelli delineati dai critici, come ad esempio la vicinanza fra opere di Molière come les Femmes savantes, l’Ecole des Maris e l’Ecole des femmes.

Sono state trovate però alcune anomalie (le linee in grassetto in figura 11):

• Un’opera di Molière, il Dom Garcie, si trova fra quelle di Corneille. Presumibilmente quest’opera non è di Molière: infatti è molto vicina alle opere che Corneille ha scritto nello stesso periodo.

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• Le due Psychè sono entrambe fra i lavori di Corneille.

• Due commedie di Corneille (Menteur e Suite du Menteur) sono state posizionate in mezzo alle commedie di Molière. Questa classificazione risulta molto bizzarra, in quanto le due commedie sono datate 1642-1643, mentre la prima opera di Molière è datata 1656.

Proprio l’attribuzione di Menteur e Suite du Menteur a Molière rende incerti i risultati: questa attribuzione non si spiega bene, è molto improbabile che Molière sia l’autore di queste opere. Una possibile spiegazione potrebbe essere quella che le due opere di Corneille siano state usate come modello da Molière.

Per chiarire meglio i risultati è stata eseguita un’analisi ad albero (figura 12).

In questa analisi testi o gruppi di testo non sono classificati uno per uno ma, per ogni uno, la migliore rappresentazione dei suoi vicini è stata comparata con tutte le altre.

Potremmo leggere questo grafico come una serie di testi (foglie) con una serie di collegamenti fra questi (rami e tronchi), dove i collegamenti che vi sono fra i vari testi misurano la loro prossimità.

Tutte le opere di Corneille (numeri da 1 a 33) appaiono raggruppate in basso a sinistra, con due divisioni all’interno: tragedie e tragi-commedie.

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Figura 12 Classificazione ad albero delle opere di Molière e Corneille. Figura presa da Labbè 2010

Le opere di Molière (da 36 a 67) appaiono invece nella parte alta del grafico, chiaramente divise in due gruppi: opere scritte in prosa (in alto) e opere scritte in versi (nel mezzo). In basso a destra sono invece presentate delle anomalie: un pezzo di Psyché molto corto attribuito a Quinault (36), le due parti di Psychè attribuite a Corneille (34) e Molière (35); Dom Garcie (43) e Comédie des tuileries (06), un lavoro commissionato a Corneille dal cardinale Richelieu 37 anni prima di Psyché.

Interessante notare invece come Menteur e Suite du Menteur (15-16) siano state nuovamente attribuite a Molière, in quanto le due opere si trovano al centro del suo raggruppamento. Questo non vuol dire che Molière sia necessariamente l’autore delle due opere, ma indica sicuramente una vicinanza nello stile dei due autori; ulteriori verifiche devono essere eseguite per poter avere una conferma certa.

Molière potrebbe aver infatti preso l’idea di una satira contemporanea da Corneille; oppure, dato che Molière era solito rappresentare opere di Corneille tanto da saperne a memoria i versi, sarebbe stato influenzato da questi nella scrittura.

Molte ipotesi sono plausibili, sicuramente bisognerà indagare che cosa accomuni lo stile di Corneille a quello di Molière e allo stesso tempo cosa li differenzi.

Questo articolo di Labbè, a nostro parere, mostra come i metodi quantitativi possano, in ottica esplorativa, aprire nel campo degli studi letterari interessanti ipotesi di ricerca, altrimenti difficilmente esplorabili.

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CAPITOLO III

ANALISI QUANTITATIVA E QUALITATIVA SU UN

CORPUS DI TESTI GRAMSCIANI E NON

GRAMSCIANI

In questo capitolo presenteremo l’analisi su un corpus di articoli di giornale gramsciani e non gramsciani basata su metodi e modelli matematici di Basile, Benedetto, Caglioti e Degli Esposti (Basile, Benedetto, Degli Esposti, & Caglioti , 2010; Lana, 2010; Lana, 2011) e la confronteremo con i risultati della nostra analisi qualitativa.

Scopo della nostra analisi è infatti capire che cosa accomuna e che cosa differenzia lo stile di scrittura gramsciano da quello degli altri collaboratori dei giornali in cui scriveva Gramsci, cercando quindi di capire ipoteticamente quali siano i tratti che il modello matematico, come vedremo in seguito, riesce a differenziare con tanta precisione.

3.1 L’analisi quantitativa: lo studio di Basile, Benedetto, Degli