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5. Risultati

5.3 Dati laboratorio chimico

5.3.2 Analisi nutraceutica

Le tab.19. e tab.20. evidenziano le caratteristiche considerate nutraceutiche.

Tab.19. Contenuto in vitamine A, E, carotenoidi (g /100 g di sostanza secca) ed il profilo degli acidi grassi saturi, monoinsaturi, polinsaturi, omega-3 ed omega-6 (in

μg/100 g di sostanza secca).

Per ciascun parametro analizzato, i valori contrassegnati da lettere uguali non sono significativamente diversi tra loro (lettere minuscole P≤0.05; lettere maiuscole P≤0.01)

I valori ottenuti sono in linea con quelli riscontrati in letteratura (Singh et al., 2013). Osservando e confrontando i dati relativi alle varietà vestite e nude di avena vediamo che non ci sono differenze sostanziali tra loro.

Dall’analisi della varianza dei dati relativi al profilo degli acidi grassi, esclusi quelli monoinsaturi, non sono emerse differenze significative in merito alle varietà saggiate. Sotto un profilo vitaminico la varietà Teo-BD40 ha valori significativamente più alti; anche gli acidi grassi monoinsaturi in questa varietà sono ben rappresentati rispetto a tutte le altre varietà saggiate.

Varietà Vitamina A Carotenoidi

totali Tocoferolo Acidi grassi saturi Acidi grassi monoinsaturi Acidi grassi

polinsaturi omega-3 omega-6

Teo-BD40 (cariosside decorticata) 0.1229 A 0.2456 a 1.3532 A 1.4858 4.1134 a 3.9356 0.1144 3.8212 Argentina (cariosside decorticata) 0.0616 BC 0.0575 bc 1.0348 B 1.5776 3.6381 ac 3.8153 0.1144 3.7008 Donata (cariosside decorticata) 0.0356 CD 0.0261 c 0.0876 C 1.4432 3.0578 c 3.0566 0.0885 2.9680 Nave (nuda) 0.0220 D 0.1565 ab 1.2155 AB 1.4675 3.8391 ab 3.5559 0.1034 3.4525 Luna (nuda) 0.0746 B 0.1857 a 0.2590 C 1.3306 3.4307 bc 3.4329 0.0856 3.3472

64 Tab.20. Contenuto in β-glucano e fenoli del materiale analizzato.

Varietà β-glucano (%) Fenoli (mg/kg)

Teo-BD40 (cariosside decorticata) 3.72 AB 763.17 D Argentina (cariosside decorticata) 3.40 AB 982.21 C Donata (cariosside decorticata) 4.48 A 1168.99 B Nave (nuda) 3.38 AB 691.97 E Luna (nuda) 2.77 B 1004.04 C Teo-BD40 (glumelle) 0.13 C 1459.56 A Argentina (glumelle) 0.25 C 1115.24 B Donata (glumelle) 0.10 C 1162.79 B

Per ciascun parametro analizzato, i valori contrassegnati da lettere uguali non sono significativamente diversi tra loro (lettere maiuscole P≤0.01)

I valori sia di β-glucano che di fenoli sono in linea con quanto ritrovato in letteratura (Neveu et al., 2010; Singh et al., 2013).

Analizzando i dati del β-glucano notiamo una differenza statisticamente significativa riguardo i quantitativi presenti nelle glumelle e nelle cariossidi sia nude che decorticate, una differenza che rende, sotto questo aspetto, le glumelle poco interessanti.

I fenoli registrano valori significativamente più alti nelle glumelle esclusa la cariosside decorticata della varietà Donata.

65 Tab.21. Contenuto in azoto, fosforo e potassio nei materiali vegetali analizzati.

Variretà Azoto Fosforo Potassio

(% S.S.) Teo-BD40 (cariosside decorticata) 1.92 B 0.35 B 0.63 E Argentina (cariosside decorticata) 2.43 A 0.50 A 0.75 D Donata (cariosside decorticata) 2.30 A 0.50 A 0.78 CD Nave (nuda) 1.64 B 0.36 B 0.62 E Luna (nuda) 2.29 A 0.52 A 0.75 D Teo-BD40 (glumelle) 0.39 C 0.04 C 0.99 A Argentina (glumelle) 0.49 C 0.06 C 0.92 AB Donata (glumelle) 0.34 C 0.05 C 0.86 BC

Per ciascun parametro analizzato, i valori contrassegnati da lettere uguali non sono significativamente diversi tra loro (lettere maiuscole P≤0.01)

Dai dati sopra riportati osserviamo una differenza statisticamente significativa tra i dati delle glumelle e delle cariossidi (decorticate e nude) analizzati; nelle prime i valori sia di azoto che di fosforo sono più bassi, mentre il potassio è maggiore nelle glumelle e questo è in linea con quanto riportato in letteratura.

5.3.3 Osservazioni

Da quanto emerso dalle analisi effettuate, le glumelle, hanno scarse proprietà nutrizionali e poche proprietà nutraceutiche ma solo alti quantitativi di fibra e fenoli in quantità comparabili a cariossidi decorticate e nude.

Confrontando i dati ottenuti con i valori nutrizionali medi di altri cereali appare evidente che l’avena ha caratteristiche, ad esempio sotto il profilo proteico e soprattutto lipidico, superiori.

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6. Conclusioni

L’agricoltura toscana è basata oggi in larga parte sulle colture cerealicole che si estendono su quasi 200.000 ettari e rappresentano il 36% della superficie totale. I cereali autunno-vernini costituiscono la gran parte della cerealicoltura toscana con potenzialità produttive che superano anche le 6 t/ha nei terreni più fertili mentre nelle zone interne e collinari le rese superano raramente le 3 t/ha

Nelle zone marginali l’agricoltura addirittura viene abbandonata e si hanno notevoli superfici di terreni lasciati “a riposo”. Quest’ultima situazione risulta deleteria per l’ambiente perché favorisce fenomeni di dissesto idrogeologico e varie problematiche ambientali.

La valorizzazione delle zone marginali potrebbe essere effettuata con la coltura dell’avena, date le caratteristiche agronomiche di questa specie, che ben si adatta alle diverse condizioni agropedoclimatiche della Toscana in areali soprattutto collinari dotati di scarsa fertilità.

Questa specie essendo legata principalmente all’alimentazione del cavallo non ha avuto la medesima attenzione riservata agli altri cereali a paglia, come i frumenti e l’orzo. Nel frumento infatti si è registrato un costante rinnovamento varietale, con l’acquisizione di genotipi sempre più produttivi, mentre nell’avena il lavoro di miglioramento genetico è stato modesto e le varietà disponibili non sono in grado di rispondere con rese adeguate al sempre maggior impiego di fattori produttivi. Ad esempio l’altezza dei culmi è rimasta elevata con il risultato di essere ancora suscettibile all’allettamento e quindi è necessario adottare basse densità di semina e limitare le concimazioni azotate.

L’alimentazione umana dell’avena decorticata e opportunamente trasformata è molto in uso, specialmente nel nord dell’Europa e dell’America. Anche in Italia esistono, in misura limitata, prodotti che utilizzano soprattutto fiocchi d’avena, derivanti per la maggior parte dal Nord Europa. I prodotti a base di avena trasformati per l’alimentazione umana sono sempre più numerosi e graditi anche dai consumatori perché offerti come ricchi di principi nutraceutici.

Infine, per quanto riguarda i costituenti nutrizionali, l’avena ha il più alto contenuto in proteine di tutti i cereali (12-24%) ed è l’unico cereale a contenere una globulina idrosolubile legume-like, chiamata avenalina che corrisponde a circa l’80% di tutte le proteine accumulate nella cariosside del cereale.

67 IL nostro studio ha evidenziato problematiche sull’utilizzo delle avene nude almeno per quanto riguarda l’anno di prova e gli ambienti pedoclimatici utilizzati; tali problematiche hanno riguardato essenzialmente una suscettibilità alle ruggini molto più elevata di quanto, sempre negli stessi ambienti si è notato per le cultivar vestite. Anche tra queste si sono osservate tuttavia differenze di rilievo. Inoltre per quanto riguarda le caratteristiche germinative le avene nude mostrano difficoltà a mantenere alte germinabilità nel tempo per problemi essenzialmente legati all’elevato contenuto in grassi che provoca problemi ossidativi e di irrancidimento deleteri per la qualità del seme da riproduzione. Le glumelle che avvolgono le cariossidi nelle cultivar vestite limitano tale problematica e quindi il “seme vestito” mantiene come negli altri cereali autunno-vernini elevate caratteristiche germinative nel tempo.

Il quadro agronomico potrebbe non sembrare incoraggiante ma ha il merito di porre l’attenzione sulla necessità di un miglioramento agronomico mirato sicuramente ad una minore suscettibilità alle fitopatie ma anche a creare un fenotipo come si è fatto nel grano, con un Harvest Index più elevato e quindi con efficienza fotosintetica più alta.

E’ vero che esistono già linee a bassa taglia, ed in questo settore il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari ed Agroambientali sta lavorando da molti anni, ma queste sembrano ancora poco produttive perché hanno una superficie fogliare totale ridotta e quindi anche una minore possibilità di produrre fotosintati. La resistenza tuttavia alle fitopatie appare superiore a quella delle cultivar già costituite e questo fa ben sperare di ottenere qualcosa di positivo in tempi molto brevi.

Dal punto di vista nutraceutico le analisi hanno confermato il valore dell’avena in questo settore con differenze non di grande rilievo tra le varie cultivar. Questo per quanto riguarda il materiale di partenza; gli ambienti pedoclimatici in cui stanno svolgendosi le nostre prove potrebbero una volta compiute le stesse analisi sulle produzioni, rivelare differenze nutraceutiche di grande interesse per uno sviluppo anche in Toscana di questo cereale oggi considerato di marginale importanza.

Al fine di effettuare una correlazione fra genotipo ed ambiente e per una verifica delle caratteristiche qualitative delle produzioni ottenute le prove saranno svolte anche nei prossimi anni basandoci naturalmente sui dati finora raccolti.

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