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3. IL MODELLO PROPOSTO

3.3. ANALISI QUALITATIVA

Per rendere la visione complessiva della situazione aziendale quanto più possibile chiara e realistica tutte le istituzioni che forniscono dei rating valutano anche alcuni aspetti non direttamente legati ai dati di bilancio.

Questo tipo di analisi, definita qualitativa, viene riproposta anche nel modello presentato allo scopo di premiare o penalizzare le società in base alla situazione relativa ad alcuni elementi caratteristici delle società, alcuni estranei ai valori contabili.

Per ciascun indicatore considerato sono assegnati punteggi compresi tra -1 e 1 in base a delle soglie stabilite seguendo le regole presentate di seguito.

In aggiunta all’analisi quantitativa, il modello considera quindi degli aspetti qualitativi quali:

 Livello di patrimonializzazione: sebbene derivi dal bilancio, in questo caso fornisce

un’idea sull’adeguatezza patrimoniale rispetto alle altre società presenti nello stesso segmento considerato.

Per questo motivo tale dato non è più inteso come nella parte di analisi quantitativa ma va a definire una caratteristica definita più qualitativa.

Influisce in maniera considerevole sulla valutazione aziendale in quanto consente l’individuazione dell’ammontare di denaro considerabile come garanzia sull’investimento (livello di recupero in caso di default) e quindi della consistenza del “salvagente” disponibile per far fronte ad eventuali perdite. Una società meglio patrimonializzata avrà un punteggio di 0,5 o 1, conseguenza della maggior affidabilità percepita dal mercato in quanto essa è contraddistinta da maggiori coperture per far fronte ad eventuali perdite; l’investimento in questo caso risulterebbe meno rischioso.

Le soglie sono stabilite effettuando sul campione di aziende comparables le medesime analisi svolte per definire le soglie degli indicatori considerati nell’analisi quantitativa, rendendo anche questo valore indicativo del posizionamento aziendale rispetto ai concorrenti.

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 Quota di mercato: indica che posizione occupa la società nel suo mercato di provenienza in termini di fatturato rispetto alle altre; proviene come il precedente indicatore dal semplice bilancio civilistico aziendale ma ora ricopre una funzione

informativa di tipo qualitativo in quanto inserito in un contesto di valutazione comparativa per mettere in evidenza altri pregi societari.

Come per l’indice di patrimonializzazione viene analizzato, per ogni azienda del campione, il valore di fatturato registrato nell’esercizio oggetto d’analisi creando delle apposite soglie con la stessa metodologia utilizzata per gli altri indici quantitativi.

Appare facilmente comprensibile l’importanza ricoperta da questo valore in quanto specchio della rilevanza aziendale rispetto ai concorrenti considerati. Il miglioramento di questo valore negli anni è elemento chiaro di come le strategie elaborate dal management abbiano portato alla possibilità per la società considerata d’imporsi sul mercato di riferimento.

 Concentrazione geografica: questo indicatore presenta la capacità delle società di ampliare la propria presenza, produttiva e distributiva, a tutto il mercato domestico o addirittura al commercio internazionale. Si andranno ad apprezzare quelle società che presentano ricavi derivanti da vendite distribuite nell’intero

territorio nazionale o preferibilmente all’estero.

Un punteggio negativo sarà dato alle aziende che producono e distribuiscono i loro prodotti o servizi solo in una parte limitata del territorio italiano, con il caso estremo di presenza solo a livello di singola regione, in quanto risultano esposte al rischio concentrazione.

 Diversificazione portafoglio clienti: al fine di limitare il rischio di controparte le aziende dovrebbero vantare un portafoglio clienti piuttosto consistente e diversificato. Si valuterà quindi la tipologia di clienti principali distinguendo tra privati ed enti statali, quantificando l’esposizione nei confronti dei singoli e la somma di più esposizioni se esistono ad esempio legami infragruppo.

Verranno considerate, in termini di percentuale sul totale del fatturato, le principali e più consistenti esposizioni verso i clienti.

Per l’assegnazione del punteggio, positivo o negativo sono state predisposte 5 soglie relative a percentuali di singole esposizioni sul totale del fatturato: verrà assegnato un punteggio maggiore alle società che non presentano nessuna esposizione che superi il 4% sul totale del fatturato, per esposizioni maggiori, i

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punteggi si attesteranno a livelli via via inferiori, raggiugendo il minimo qualora vi sia il superamento della soglia del 30%, con assegnazione di un punteggio negativo pari a -1 punto.

 Performance degli ultimi anni: per valutare le dinamiche aziendali nel tempo, è utile verificare le variazioni nel corso degli ultimi cinque/sei anni dei principali indicatori patrimoniali, finanziari e di redditività.

A tale scopo si valuta l’andamento negli anni passati di Ricavi, Utile netto, ROE, Leverage e Grado di copertura degli interessi finanziari.

Si stimerà per ciascuno di questi valori il trend degli ultimi anni, considerandolo positivamente solo in caso di costanza nel miglioramento dell’indice per almeno tre anni di seguito o con un andamento sempre crescente a parte qualche eccezione, non con andamento troppo altalenante.

I punteggi sono assegnati in base al numero di indicatori considerati in miglioramento: nel caso di 0 o 1 indicatori migliorati viene assegnato un punteggio di -1, con 2 indicatori migliorati un punteggio di -0,5, se gli indicatori migliorati sono 3 il punteggio sarà 0, nel caso di miglioramento di 4 indicatori i punti assegnati saranno +0,5 e punteggio di +1 nel caso migliorino 5 indicatori su 5 considerati come si può evincere dalla tabella riportata in seguito.

 Diversificazione del business: per ogni settore di appartenenza, la produzione o l’offerta di servizi può essere varia e riguardare diversi aspetti.

In alcuni settori, in maniera particolare, diventa importante capire in che misura una società sia in grado di offrire una vasta gamma di servizi o prodotti. I punteggi saranno assegnati in base all’ampiezza di servizi o prodotti offerti e al livello di gestione della filiera produttiva: il punteggio massimo (+1) sarà assegnato a quelle società in grado di gestire interamente la filiera produttiva, anche avvalendosi di controllate, e di offrire una vasta gamma di prodotti. All’estremo opposto (punteggio -1) troviamo le aziende presenti solo in parte nella filiera produttiva e in grado di offrire un numero ristretto di prodotti o di servizi.

Nell’assegnazione dei punteggi intermedi (-0.5, 0 e +0.5) si andranno a valutare quelle società che presentano un gestione solamente parziale della filiera o una gamma d’offerta media.

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Come già ribadito in precedenza l’analisi qualitativa porta ad ottenere un punteggio positivo o negativo per andare a premiare o penalizzare le società in base alle caratteristiche che presentano, aldilà dei semplici indicatori ricavati dai valori di bilancio.

Questi indicatori, sebbene ricoprano un ruolo marginale rispetto a quelli relativi alle indagini quantitative possono fornire numerosi spunti utili a comprendere la situazione aziendale, il posizionamento nel mercato e la capacità di pianificare attentamente accurate strategie.

Anche per questa sezione dell’analisi potrebbero essere apportate in future delle implementazioni ulteriori per definire nel dettaglio l’analisi dei particolari qualitativi altrimenti valutabili solo al di fuori del modello qui proposto.

A questo scopo gli indicatori richiedono un’analisi estesa e generalizzata che contestualizzi i risultati sintetici riportati nella tabella integrandoli con considerazioni attinenti ad altri elementi esterni al bilancio utili a comprendere l’affidabilità aziendale e la bontà delle strategie intraprese, mettendo in evidenza eventuali criticità riscontrate.

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