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Analisi del segnale Doppler e parametri descrittivi della curva spettrale

Le informazioni fornite dall’analisi color Doppler e spet- trale possono essere di natura qualitativa e quantitativa.

Analisi qualitativa. La presenza di segnale Doppler permette di 1) discriminare morfologicamente le strut- ture vascolari e distinguere, ad esempio a livello del se- no renale, una lieve pielectasia da un’ectasia periilare della vena renale o da un aneurisma dell’arteria renale; 2) stabilire in base al carattere del flusso (continuo o pulsato) la natura arteriosa o venosa di un vaso; 3) pre- cisare con immediatezza lo stato di pervietà del vaso; 4) valutare in base alla positività o negatività dell’onda spettrale nel duplex o al colore rosso o blu, la direzio- ne del flusso rispetto al campo di vista della sonda.

Analisi quantitativa (calcolo della velocità). Le im- magini color Doppler non forniscono parametri quanti- Fig. 57. TRACCIATO ISODIFASICO. La figura schematizza l’aspetto isodifasico della curva spettrale a livello di una sacca aneurismatica e di un’ostru- zione arteriosa completa. Nella sacca aneurismatica l’onda difasica o “tracciato di compliance” è generata dal rimbalzo dell’onda di parete. Nel- l’ostruzione il rimbalzo interessa il flusso assiale a livello dell’ostruzione.

A

B

Fig. 58. SEGNALEDOPPLER ISODIFASICO DA FLUSSO DI RIMBALZO. Segnale color- Doppler in aneurisma aortico fusiforme (A) e sacciforme (B). Il viraggio del colore dal rosso al blu nel lume aortico indica un movimento di ricircolo da riferire al rimbalzo dell’onda arteriosa sulla parete aneurismatica. Non è infrequente registrare nella sacca aneurismatica tracciati iso-difasici, ca- ratterizzati da una prima modulazione di ampiezza debole seguita, dopo un certo tempo di flusso nullo, da una deflessione di fase inversa che cor- risponde al flusso da ritorno elastico della parete arteriosa.

tativi significativi e ripetibili. La velocità media di scor- rimento dei rouleaux di globuli rossi viene codificata nei pixel colore con la desaturazione del colore fondamen- tale: il blu ed il rosso cupo codificano le velocità lente, il rosso ed il blu chiaro le velocità elevate. Il terzo colore fondamentale, il verde, viene talvolta utilizzato per codi- ficare la varianza o dispersione delle velocità. Il verde, sovrapponendosi ai colori rosso e blu, colora in giallo o in ciano le zone dove il regime di scorrimento del san- gue è turbolento e la dispersione spettrale è grande.

I parametri quantitativi più semplici ed immediati della curva V/t sono la Velocità di Picco Sistolico (VPS), la velocità tedediastolica (VD) e la velocità me- dia (Vm) (Fig. 59). Il calcolo della velocità viene ese- guito automaticamente dalle apparecchiature in base

Il Doppler nella pratica clinica. Semeiotica e basi interpretative del segnale Doppler

ad un algoritmo di conversione delle frequenze (dop-

pler shift) in velocità. L’estensione e la grandezza del

volume campione non condizionano le misurazioni della velocità, mentre l’angolo di insonazione in base al quale l’apparecchiatura effettua la conversione fre- quenza/velocità è fondamentale. Come ripetuto più volte, l’errore è assolutamente accettabile se l’angolo di insonazione è compreso fra 30° e 60°, sebbene angoli di insonazione <30° forniscano valori più credibili della velocità. Un errore di 30° nel range 0 - 30° si accom- pagna ad una variazione della portata dell’ordine del 6%. Una variazione di 5° nel range 80°- 85° determina un errore del 100% (Fig. 60).

La VPS varia nei diversi distretti arteriosi dell’organi- smo. In arteria iliaca esterna è di circa 120±20 cm/s; in arteria femorale superficiale di 90±13 cm/s; in arteria poplitea 69±13 cm/s. Le VPS in arteria renale variano

normalmente fra 40 e 100 cm/s e non variano sostan- zialmente fra arteria renale destra e sinistra. Nei sogget- ti giovani, nel monorene, nel rene trapiantato ed in pre- senza di tachicardia sinusale la velocità risulta media- mente più elevata. La maggior parte degli autori consi- dera normale in arteria renale una VPS di 100 ± 20 cm/s. Negli apparecchi Doppler di prima generazione che non eseguivano la conversione frequenza/velocità, erano considerati normali valori di F <4 KHz mentre valori

di F >6 KHz erano considerati indice di stenosi. Analisi semiquantitativa (quantificazione dell’im- pedenza).La forma e la morfologia dell’onda velocito- metrica variano in rapporto all’impedenza vascolare ed alle condizioni del circolo prossimale e distale. L’impe- denza vascolare rappresenta la somma di tutti i fattori che concorrono a creare la resistenza al flusso: l’inerzia

Fig. 59. CALCOLO DELLA VELOCITÀ. (A) Curva spettrale di territorio a bassa resistenza. (B) Curva spettrale di territorio ad alta resistenza. I parametri quan- titativi più semplici ed immediati della curva V/t sono la Velocità di Picco Sistolico (VPS), la Velocità Diastolica (VD) e la Velocità temporale media (Vm). Il calcolo della velocità viene eseguito automaticamente dalle apparecchiature sfruttando un algoritmo di conversione delle frequenze (doppler

shift) in velocità. Il calcolo di questi parametri può essere ottenuto singolarmente (C) o con l’inviluppo complessivo della curva spettrale (D).

A B

C D

del sangue (induttanza), l’elasticità della parete arterio- sa (capacitanza) e le resistenze periferiche (resistenza). A parità di inerzia e capacitanza, una modificazione delle resistenze periferiche per cause fisiologiche (vaso- motricità) o patologiche (stenosi, occlusione) determina una variazione dell’impedenza totale ed altera la morfologia del curva V/t.

Negli anni, con lo scopo di rendere quantificabile e riproducibile la misurazione dell’impedenza, sono stati proposti diversi parametri semiquantitativi che possono

essere calcolati a prescindere dall’angolo di insonazio- ne. Gli indici di resistenza Doppler si calcolano sulla

curva velocitometrica come rapporti fra velocità. Per- tanto, rappresentano non un valore assoluto ma un va- lore semiquantitativo che prescinde da eventuali errori di stima delle velocità assolute la cui misurazione è in- vece strettamente legata all’angolo di incidenza Dop- pler. In un rapporto fra velocità, infatti, l’errore è pre- sente nella stessa misura sia nel fattore posto al nume- ratore sia nel fattore posto al denominatore e per que- sto tende ad annullarsi. Di seguito vengono riportati gli indici di uso più comune.

• L’indice di Pulsatilità (IP) viene calcolato come rap- porto tra [(velocità sistolica massima (S) - velocità telediastolica minima (D)] e velocità media sistodia- stolica Vm(Fig. 61).

L’indice di pulsatilita (Pulsatulity Index- PI) è stato

IP = (S - D) / V

m

introdotto nel 1971 da Gosling per quantificare le va- riazioni del polso di parete nei vari distretti arteriosi. Originariamente, infatti, l’indice di pulsatilità è stato definito come il rapporto fra l’energia oscillatoria tota- le e l’energia media della curva spettrale durante un ci- clo cardiaco. Il significato originario di IP era di rap- presentare il grado di caduta del polso nei diversi set- tori arteriosi: più piccolo era il valore di IP tanto mag- giore era il grado di caduta del polso. Poichè la deter- minazione richiedeva il calcolo della trasformata rapi- da di Fourier ed era alquanto indaginoso, l’indice origi- nario è stato sostituito con un calcolo più semplice e li- neare che pone in relazione la differenza di velocità si-

V

S

D VPS

VD

Fig. 61. CALCOLO DELL’INDICE DIRESISTENZA E DELL’INDICE DIPULSATILITÀ. (A) Calcolo dell’indice di resistenza: IR = (S-D)/S. (B) Calcolo dell’indice di pulsatilità per inviluppo della curva V/t: IP = (S-D)/ Vmregistrata in

un’arteria interlobare a ridosso della colonna mesorenale del rene sini- stro. L’inviluppo della curva consente la determinazione immediata di IP, IR, indice di accelerazione (IA) e tempo di accelerazione (AT). L’an- golo di correzione Doppler non è indispensabile in quanto tutti gli in- dici semiquantitativi sono rapporti velocitometrici.

100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 80 70 60 50 40 30 20 10 0

Errore nel calcolo della velocità %

Gradi

Fig. 60. ERRORE DI CALCOLO DELLA VELOCITÀ IN FUNZIONE DELL’ANGOLODOP- PLER. Come ripetuto più volte, l’errore resta accettabile se l’angolo di in- sonazione è compreso fra 30 e 60° sebbene angoli di insonazione <30° forniscano valori più credibili della velocità. Un errore di 30° nel range 0-30° si accompagna ad una variazione della portata dell’ordine del 6%. Una variazione di 5° nel range 80°-85° determina un errore del 100%.

B

Il Doppler nella pratica clinica. Semeiotica e basi interpretative del segnale Doppler

stolica e diastolica con la velocità media del ciclo car- diaco. I due valori di IP correlano fra loro ma non so- no numericamente uguali, per cui non possono essere utilizzati in modo intercambiabile. La semplicità di cal- colo di IP, in base all’equazione riportata nella parte iniziale del paragrafo, ne consente il calcolo immedia- to on line, in particolare per valutare l’impedenza nei territori vascolari ad alta resistenza dove la curva mo- stra un’onda reverse. L’inviluppo della curva spettrale può essere tracciato manualmente usando la trackball o automaticamente: la validità del calcolo dipende esclu- sivamente dalla morfologia e dalla completezza del tracciato. L’indice IP è influenzato da molteplici fattori come la stenosi prossimale o distale del vaso, le resi- stenze periferiche, la frequenza cardiaca ed, in diverse situazioni cliniche, dalla contrattilità del miocardio. • L’indice di Resistenza (IR) viene calcolato come

rapporto fra (velocità sistolica massima – velocità telediastolica minima) e velocità sistolica massima

(Fig. 61).

L’Indice di Resistenza (Resistance Index – RI) è stato inizialmente introdotto da Pourcelot nel 1973 come un indicatore delle resistenze circolatorie nella carotide comune a valle del punto di misurazione e successiva- mente usato in ostetricia e nello studio dell’emodina- mica cerebrale neonatale. L’indice IR è chiamato im- propriamente indice di resistenza per distinguerlo dal- l’indice IP con il quale esiste tutt’oggi molta confusio- ne, in specie nella letteratura pediatrica-neonatale del Nord America. Il nome è ambiguo in quanto IR può es- sere influenzato da molteplici fattori e non esclusiva- mente dalle resistenze periferiche. IR viene comune- mente usato per stimare l’impedenza distrettuale nelle arterie dei territori a bassa resistenza come le carotidi e le arterie addominali in genere. Al pari di IP, il suo cal- colo è angolo-indipendente e richiede la misurazione delle velocità assolute in due soli punti del tracciato: il picco sistolico ed il picco diastolico.

• Il rapporto sisto-diastolico ed il rapporto diastoli- co/sistolico (Systolic/Diastolic e Diastolic/Systolic

ratio) è una variazione dell’indice di resistenza ed è

stato usato da diversi autori in ambito ostetrico per descrivere le modificazioni della curva spettrale del- l’arteria ombelicale in funzione dell’età gestaziona- le. Questo indice, spesso chiamato S/D ratio, deve essere distinto dall’A/B ratio, usato per valutare la curva spettrale della carotide comune. S/D ratio è

IR = (S - D) / S

una semplice trasformazione dell’indice di resisten- za e può essere calcolato in base alla seguente rela- zione:

• Il rapporto sistodiastolico di flusso. E’ un indice di flusso e viene calcolato dividendo l’area sottesa al fronte di ascesa sistolico ed avente come picco la sommità della sistole dall’area sottesa alla curva si- sto-diastolica dopo il picco:

Questo rapporto rappresenta il valore relativo della quantità di sangue che scorre durante la fase di accele- razione sistolica in rapporto a quella che scorre nella fase diastolica (Fig. 62). Questo rapporto è naturalmen- te destinato a ridursi a valle di una stenosi. Le varia- zioni di RSD di flusso sono in parte indipendenti da quelli del S/D ratio o dell’indice di resistenza e sono di conseguenza di interesse complementare.

• Il tempo di ascesa sistolica o Rise Time (RT) misura l’intervallo di tempo che intercorre fra il piede del fronte di ascesa ed il picco sistolico dell’onda (Fig. 63).

• L’indice di Accelerazione Sistolica (IA) proposto da Handa, è una variante del Rise Time (RT) ed il suo valore è indipendente dalla frequenza sistolica mas- simale. Si ottiene tracciando la tangente sul fronte ascendente del picco sistolico in modo da determi- nare la frequenza Doppler sistolica massimale atte- sa in 1 secondo. Se viene effettuata una correzione

A

1

/t

1

RSD = –––––––––––––

A

2

/t

2

S/D = 1/(1 - RI)

V A1 A2 t t1 t2

Fig. 62. RAPPORTO SISTODIASTOLICO DI FLUSSO. È un indice di flusso e viene cal- colato dividendo l’area sottesa al fronte di ascesa sistolico sino alla som- mità del picco sistolico, dall’area sottesa alla curva diastolica dopo il picco.

RT V

t

Fig. 63. IL TEMPO DI ASCESA SISTOLICA ORISETIME. È l’intervallo di tem-

po che separa il piede del picco sistolica dall’apice di picco.

in funzione dell’angolo di incidenza è possibile va- lutare direttamente questa accelerazione sistolica in cm/s2. Nei soggetti normali il valore di questo rap-

porto, secondo l’esperienza di Handa, è pari a 8.4 ±

4.3 cm/s2nell’arteria renale destra e 8.1 ± 4.1 cm/s2

nell’arteria renale sinistra. Nei pazienti con stenosi dell’arteria renale IA è significativamente più basso

(Fig. 64).

• Rapporto reno-aortico (RAR). Esprime il rapporto tra velocità di picco sistolico registrata in arteria re- nale e quella dell’aorta addominale. Il rapporto re- no-aortico rappresenta, in assoluto, il più importan- te fra gli indici indiretti extrarenali di stenosi del- l’arteria renale principale. In presenza di stenosi emodinamicamente significativa (>60%) il rapporto supera il valore di 3,5 (Fig. 65).

v

t

1 s

Fig. 64. INDICE DIACCELERAZIONESISTOLICA(IA) proposto da Handa, è una variante di RT ed il suo valore è indipendente dalla frequenza sistolica massimale. Si ottiene tracciando la tangente sul fronte ascendente del picco sistolico in modo da determinare la frequenza Doppler sistolica massimale attesa in 1 secondo.

Fig. 65. RAPPORTO RENO-AORTICO(RENO-AORTICRATIO- RAR). Esprime il rapporto tra VPS registrata in arteria renale e quella dell’aorta addomi- nale subito a monte rispetto all’origine delle arterie renali. Il RAR rap- presenta, in assoluto, il più importante fra gli indici indiretti o extrare- nali di stenosi dell’arteria renale principale. In presenza di stenosi emo- dinamicamente significativa o >60%, come nel caso riportato, il rap- porto supera il valore di 3,5. Ams = arteria mesenterica superiore. ARdx = arteria renale destra.

A

B

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