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Analisi SWOT

2. Crowdsourcing Industry Landscape

2.5 Analisi SWOT

Per concludere l’analisi del Crowdsourcing Industry Landscape, si riporta un utile strumento di pianificazione strategica in risposta all’esigenza di evidenziare i punti di forza, debolezza, le opportunità e le minacce proprie degli intermediari del Crowdsourcing, in modo da comprenderne i possibili scenari futuri.

Figura 16 – Analisi SWOT Crowdsourcing

Fonte – Elaborazione personale

L’analisi SWOT raffigurata in fig. 16, oltre a riprendere i principali benefici e limiti del modello organizzativo già evidenziati nel precedente capitolo, riporta i fattori riscontrati nell’attività di analisi svolta per la mappatura degli intermediari del Crowdsourcing (fig.12). Se i punti di forza e di debolezza interni alle piattaforme si riferiscono generalmente alla flessibilità del servizio da una parte e alla mancanza di affidabilità e alle accuse di lavoro speculativo dall’altra, è interessante notare quali siano e saranno le opportunità e le minacce esterne del fenomeno. La quasi totalità dei contributi presi in esame afferma come il Crowdsourcing possa essere utilizzato, nello scenario di crisi occupazionale che caratterizza le economie occidentali, come

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meccanismo non convenzionale per lo sviluppo di un progetto, prodotto o servizio. Data la complessità del fenomeno, la maggioranza delle organizzazioni, soprattutto nelle fasi iniziali, si rivolgerà ai servizi di una piattaforma specializzata in uno specifico task o campo di applicazione del Crowdsourcing. Ciò ad esempio potrà permette alle PMI di rimuovere in parte quelle barriere reputazionali o skill-oriented, che da sempre le dividono dalle grandi imprese, perseguendo un cambiamento strategico tale da consentire alle funzioni aziendali di rispecchiare i cambiamenti avvenuti nella società. In quest’ottica le piattaforme devono recepire i nuovi paradigmi sociali che caratterizzano i consumatori, sempre più inclini a condividere esperienze, gusti e preferenze, per innovare i processi aziendali di intercettazione dei loro bisogni. I consumatori infatti, grazie alla connessione tra loro, stanno diventando veri e propri alleati delle imprese per la diffusione dei prodotti in un mercato saturo e in recessione come quello attuale. Nella competizione tra intermediari, si rivelerà inoltre essenziale il modo in cui ciascuno di essi si rivolgerà alla generazione Z, ossia i nati dopo gli anni 2000, che grazie alla dimestichezza con i pagamenti elettronici, le dinamiche social e la tecnologia in generale, si delineano come ottimi membri del Crowd del futuro. Campagne di marketing, eventi e iniziative ad essi mirate dovranno essere strutturate e pianificate in dettaglio.

Da un punto di vista geografico invece, è evidente come i Paesi emergenti, grazie alla diffusione della tecnologia, parteciperanno sempre più al successo del Crowdsourcing: oggi oltre il 50 % dei freelance di Elance è di nazionalità indiana e le piattaforme cinesi, come Zhubajie.com e

Taskcn.com, possiedono la folla di partecipanti più grande al mondo (Trifu & Croitoru, 2014).

Pertanto collaborazioni tra piattaforme di diversa nazionalità, fornitrici di servizi complementari o unioni tra player del mercato, come quella avvenuta tra Elance e Odesk (2013), possono dimostrarsi strategie vincenti nella ricerca del vantaggio competitivo tra gli intermediari. Secondo numerose ricerche (Della Mea et al., 2013; Narula et. al., 2011) infine, sebbene i task potrebbero essere portati a termine con lo smartphone, le piattaforme di Crowdsourcing risultano ancora inadeguate per l’utilizzo dei dispositivi mobili: l’opportunità, data la diffusione capillare della tecnologia mobile, si presenta come fattore disruptive nella rapida innovazione che contraddistingue il settore.

Ovviamente i servizi degli intermediari di Crowdsourcing portano con se molti interrogativi e minacce, soprattutto se non supportati da una regolamentazione certa. Normative rigide e troppo differenti tra i Paesi potrebbero risultare motivo di fallimento del modello o generare una concorrenza sleale tra piattaforme sottoposte a diverse regolamentazioni; così come la forte opposizione di associazioni di categoria e movimenti contrari al fenomeno, quale il gruppo di

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designer americani NO!SPEC. L’utilizzo di Internet come mezzo poi, oltre all’alta esposizione delle piattaforme alla replicazione del modello di business e quindi a potenziali entranti, pone diversi interrogativi relativi alla sicurezza del Crowdsourcing. Analogamente all’e-commerce, il settore potrebbe diventare oggetto di attacchi informatici, virus e fenomeni di truffa che scoraggerebbero i Crowdsourcer ad affidare agli intermediari dati sensibili, o comunque di interesse aziendale. Quest’ultimi potrebbero ricorrere sempre più a piattaforme proprie, ossia di Corporate Crowdsourcing, oltre che per motivi di sicurezza, per evitare il pagamento di commissioni e la dipendenza da altri soggetti. Ulteriori minacce provengono dalle diversità e dalle barriere culturali in determinate aree geografiche, come l’opposizione allo sviluppo tecnologico. In alcuni luoghi il Crowdsourcing potrebbe quindi essere mal interpretato o semplicemente potrebbe risultare strano e inusuale esprimere le proprie impressioni, eseguire compiti o partecipare ad iniziative tramite il Web.

Al fine di ottenere una baseline di partenza per delineare le minacce e le opportunità che le piattaforme di Crowdsourcing si troveranno ad affrontare, si ritiene utile tramutare le considerazioni ottenute nell’analisi SWOT in elementi quantitativi. Grazie all’analisi della letteratura, si è giudicata ciascuna minaccia e opportunità precedentemente indicata in rapporto al suo timespan o arco temporale di manifestazione (tab. 16-17). Pertanto, suddiviso l’orizzonte temporale in breve termine (manifestazione del fattore in uno o due anni), medio termine (fino a cinque anni) e lungo termine (più di cinque anni), è stato attribuito un peso numerico, decrescente rispetto al tempo di accadimento, a ciascun elemento (breve termine=3, medio termine=2 e lungo termine=1). Così facendo, è stato possibile mappare graficamente minacce e opportunità per evidenziare quelle a cui le piattaforme di Crowdsourcing dovranno prestare più attenzione nel breve periodo (fig. 17-18). Da ciò emerge come il fenomeno avendo ancora numerose opportunità da sfruttare, sia lontano dal raggiungere la sua fase di maturità e nonostante i suoi vantaggi e svantaggi, non debba essere idealizzato né sottovalutato, dati gli effetti sulla vita sociale ed economica che in futuro potrebbe apportare a livello mondiale.

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Tabella 16 – Quantificazione Opportunity

Opportunity Lungo Termine Medio Termine Breve Termine Opportunity Rating

Mobile Crowdsourcing 0 0 1 3

Crescita della Generazione Z 1 0 0 1

Evoluzione nell’intercettazione dei bisogni

del consumatore 0 0 1 3

Diffusione tecnologia nei Paesi emergenti 0 1 0 2

Collaborazione/unioni tra player 0 1 0 2

Crisi occupazionale occidentale 0 0 1 3

Coinvolgimento PMI 0 1 0 2

Fonte - Elaborazione personale

Tabella 17 – Quantificazioni Threat

Threat Lungo Termine Medio Termine Breve Termine Threat Rating

Regolamentazione incerta 0 1 0 2

Replicazione modello di business 0 0 1 3

Concorrenza sleale 1 0 0 1

Sicurezza informatica 0 0 1 3

Piattaforme Corporate Crowdsourcing 0 1 0 2

Barriere culturali all’innovazione 0 0 1 3

Opposizione associazioni di categoria 1 0 0 1

Fonte - Elaborazione personale

Figura 17 – Radar Opportunity Timespan

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Figura 18 – Radar Threat Timespan

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