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GROWTH AND INTRINSIC WATER-USE EFFICIENCY AFTER EXTREME EVENTS IN TREE PLANTATIONS IN

8. ANSWER TO REVIEWERS’ COMMENTS

8. ANSWER TO REVIEWERS’ COMMENTS

Per prima cosa desidero ringraziare i revisori di questa tesi per i commenti costruttivi e gli spunti per una ulteriore rifinitura di questo scritto. Le risposte ai commenti sono state riportate per i due revisori separatamente e sono stati riportati i singoli commenti con le mie risposte a seguire.

REVISORE: Daniele Ascoli

Cambiare "De Miccio" in "De Micco" in tutto il testo.

Cambiato.

LN456: cambiare "enhanced" in "enhance"

Cambiato.

REVISORE: Tommaso Anfodillo

Introduzione piuttosto generica: invece del grafico della CO2 in atmosfera (che non è collegata direttamente agli esperimenti effettuati, anche se nel Cap 5 è riportata come causa di aumento della produttività) mi sarei aspettato di vedere citati molti più lavori sulla relazione biodiversità-funzionalità (relazione trattata solo nelle righe 36-42). Espanderei questa parte.

Questa parte è stata ampliata. Tuttavia, poiché ogni capitolo/articolo presenta una sua introduzione specifica con relativi riferimenti bibliografici, si è ritenuto di non entrare eccessivamente nel dettaglio nell’introduzione generale al fine di non appesantire la tesi o ripetere concetti sviluppati dopo in modo più ampio.

86 Nell'esperimento del CAP 3 (e anche per il 4) la struttura delle piantagioni è molto diversa non solo per numero di specie ma anche per LAI, altezza e G. Forse sarebbe stato meglio scegliere qualcosa di più omogeneo. Inoltre nelle discussioni si giustifica il maggiore fnew nel suolo con una possibile maggiore produttività delle piantagioni con tante specie ma la biodiversità è inversamente correlata alla G (fig. 3.1). La discussione sulla mortalità maggiore nelle piantagioni con tante specie non è convincente (L. 331-337). Se la mortalità è maggiore allora gli individui rimanenti dovrebbero crescere di più (hanno più risorse ciascuno). Ma l'altezza media è minore nella piantagione con 9 specie. Non saprei aiutare a riguardo ma i processi non sono chiari. L'affermazione che due specie dello stesso genere dovrebbero esprimere una maggiore competizione interspecifica non mi pare plausibile. Forse bisognerebbe portare qualche evidenza sperimentale a riguardo.

Gli impianti sono stati scelti omogenei tra loro per quanto riguarda le condizioni iniziali di impianto (unico dato a disposizione per la scelta). Negli anni i diversi impianti sono andati incontro a fenomeni di mortalità naturale (avendo un sesto di impianto regolare si potevano osservare chiaramente i punti con le piante mancanti), che probabilmente hanno influito sulla stima della biomassa e del LAI. Numerosi lavori (alcuni anche riportati) osservano un aumento della produttività o del carbonio accumulato nel suolo correlato ad un aumento della diversità. Avendo trovato una relazione positiva tra ricchezza specifica e stock di carbonio (utilizzando gli isotopi) ma negativa tra ricchezza specifica e produttività, possiamo ipotizzare che la qualità della lettiera (anche se in quantità minori) ha avuto un ruolo preponderante nel determinare gli stock di carbonio nel suolo.

Ho qualche dubbio (ma non sono dendroecologo) sulle elaborazioni e discussioni delle misure degli anelli legnosi è riportata come "tree growth" (capitolo 4). Prima cosa: la detrendizzazione dell'età non mi pare efficace: è rimasto un trend significativo (forse è "reale" ma da verificare). Seconda cosa: lo spessore dell'anello non puo' essere

87 rappresentativo della crescita. La crescita annuale non puo' mai diminuire con la dimensione della pianta (infatti vi sono sempre più foglie, come si vede bene nella fig. 5.1 per errore 4.1). Meglio esprimere la crescita come incremento di area basimetrica BAI come nel capitolo 5 (perchè non si segue lo stesso approccio?). Penso che il grafico cambi completamente. Capisco che i confronti sono relativi rispetto all'anno di riferimento ma comunque il termine tree growth è errato. Meglio ring width. Suggerirei di cambiare. Nelle righe 528-532 si parla di detrendizzazione. Forse allora non è stato messo il grafico delle curve detrendizzate?

Ho modificato le figure riportando la dicitura “tree-ring width”. La figura 4.1 rappresentava solamente il trend nelle tre specie dello spessore degli anelli. Adesso la figura 4.1 comprende anche le curve di crescita detrendizzate. Il passaggio di detrendizzazione, legato al confronto fra crescite in anni differenti viene applicato alle crescite degli anelli e non al BAI (si veda Vitali et al. 2017). La crescita annuale può essere inferiore rispetto l’anno precedente, se le condizioni non sono state ottimali, sia che venga espressa come “tree-ring width” che come BAI. Infatti, in figura 5.1 ci sono notevoli oscillazioni tra le decadi e in numerosi lavori eseguiti su foreste vetuste sono stati osservati stati di declino con trend negativi del BAI.

Forse il General summary si poteva espandere un po'. Sono riportati solo gli obiettivi ma non sono minimamente citati né i principali metodi né i risultati fondamentali né qualche conclusione. Penso vada sempra mantenuta la struttura IMRaD.

Ho modificato il General summary seguendo la struttura IMRaD.

Discussione del Cap. 4 (risposta allo stress idrico-diversità): non è facile da piegare perché solo fino a 4 specie la crescita delle singole specie aumenti ed oltre no. Che dire delle foreste triopicali con 50-60 specie diverse? Se fosse cosi allora tutte le foreste avrebbero al massimo 4 specie. Penso che sia una visione tipica dei forestali delle zone temperate ma che sarebbe

88 difficilmente condivisa da coloro che lavorano nei tropici. Siccome il tema è molto generale (funzionalità-biodiversità) e quindi si dovrebbe applicare a tutte le foreste queste discussioni non mi convincono tanto.

cap 5. penso ci sia un errore di fondo. In tutte le piante BAI aumenta con dimensione (si veda Sillet et al 2010 nelle piante più grandi al mondo). Quindi non si deve cercare una spiegazione "particolare" (alta CO2) ch puo' essere utilizzata solo per spiegare l'aumento di iWUE .

Il mio studio ha considerato tre specie target e l’effetto dell’aumento della ricchezza specifica sulla loro resistenza ad eventi siccitosi estremi. Non ho quantificato la resistenza complessiva dell’ecosistema e, sicuramente, cambiando specie target l’effetto potrebbe essere diverso. Per quanto riguarda le foreste tropicali, quelle con maggiore ricchezza specifica si trovano in ambienti dove, comunque, l’acqua non è un fattore limitante e quindi i confronti non sarebbero appropriati. Come in una precedente risposta, il BAI non è detto che aumenti con le dimensioni, considerato che si riferisce alla superficie della corona circolare corrispondente all’anello di crescita di un dato anno. Sillet et al., come anche altri lavori, hanno osservato un trend negativo del BAI in piante senescenti, malate o comunque, molto vecchie.

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